VOGLIO UN BODY 
LEOPARDATO

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

      

   Ero affaccendata nel fare shopping per le strade del centro di Parma quando la mia attenzione fu rapita da un body leopardato in mostra in una vetrina di Bella&Bestia, la boutique più alla moda della città. 
   Alla commessa che mi venne incontro, appena misi piede nel negozio, prodigandosi in una lunga serie di rassicuranti salamelecchi, peraltro del tutto fuori luogo, chiesi di mostrarmi l'indumento intimo che aveva attirato la mia attenzione.
   La commessa, una ragazza mora, dalle forme burrose, fornita di un décolleté mozzafiato, mi incuriosì all'istante per lo strano modo di porsi.
   - Le spiace seguirmi nel retrobottega? - disse indicandomi la porta a soffietto da cui si accedeva ai camerini delle prove, là dove avrei potuto guardarmi nello specchio con indosso il body.
   - Davvero le piace questo body leopardato? - disse appena c'inoltrammo nel retrobottega, come se non apprezzasse la mia scelta.
   - Trova strana questa mia preferenza? Oppure ritiene l'intimo poco adatto a una donna come me. - risposi infastidita dalla sua faccia tosta.
   - No, affatto, anzi suppongo che le starà benissimo addosso. - concluse come se fosse sua intenzione scusarsi per l'atteggiamento irriverente manifestato in precedenza.
   - Lei non me la racconta giusta. Disapprova la mia scelta, vero?
   - Se fosse così non farei l'interesse della ditta per cui lavoro, non crede?
   - E già!
   - A proposito del body leopardato mi preme avvertirla che siamo provvisti di due versioni del medesimo modello. Oltre al classico tessuto di colore giallo e nero esiste una seconda versione con una dominante azzurra su sfondo nero. Quale delle due versioni preferisce?
   - Potrei indossare prima uno e poi l'altro modello. Deciderò in seguito quale delle versioni acquistare, se mai deciderò di farlo, ma lo farò soltanto dopo essermi guardata allo specchio con indosso il body.
   - Giusto! La soluzione da lei suggerita è senz'altro la migliore. Se permette mi assento un attimo, vado a prendere i due body e sono di ritorno. Ah, dimenticavo, mi occorre sapere qual è la sua taglia.
   - Secondo lei? - risposi assumendo un atteggiamento provocatorio. - Beh, non sa rispondermi? - la incalzai sollecitandone una risposta.
   - Taglia 44? - disse dopo avermi squadrata da capo a piedi.
   - Ho forse l'aspetto di una donna paffuta?
   - No, affatto, ma la taglia 44 per una donna della sua età è senz'altro quella giusta. Perlomeno questa è l'impressione che lei dà a chi come me la sta a guardare. - disse a conferma del temperamento indisponente.
   - Scusi, ma secondo lei qual è la mia età? - risposi piuttosto stizzita.
   - Non lo so.
   - Come sarebbe a dire non lo so? Se ha appena fatto cenno alla taglia 44, sottolineando che è quella giusta per una donna della mia età, adesso deve anche dirmi quanti anni pensa che io abbia. Dica la verità, eh. Mica sono il tipo che si offende nel sentirsi attribuire qualche anno in più rispetto alla mia età.
   - Trenta? - disse a voce bassa.
   - Uhm... di anni ne ho cinque di più. Esattamente trentacinque. - risposi soddisfatta.
   - Non li dimostra, affatto, lo sa?
   - Grazie, ma non so fino a che punto il suo giudizio è da considerare un complimento oppure no. Dica la verità, ha voluto togliermi qualche anno alla mia età per compiacermi. Vero che è così?
   - Perché avrei dovuto farlo?
   - Non lo so, ma è questa la sensazione che ho avuto.
   - E cosa dovrei fare per farle cambiare idea?
   La ragazza si avvicinò alla mia persona ostentando un atteggiamento sfacciatamente di sfida, non propriamente professionale, poi mi guardò dritta nelle pupille. Da quelle occhiate, audaci e provocatorie, capaci di turbarmi, intuii con quale tipo di donna avevo a che fare.
   - Scusi se glielo domando, ma è da molto tempo che lavora come commessa in questa boutique?
   - Soltanto da un mese, ma sono già ferrata, penso. - disse elargendomi un ampio sorriso, cercando un assenso da parte mia che invece mi guardai bene dall’offrirle. - Purtroppo non so ancora se mi confermeranno nel lavoro dopo che avrò superato il periodo di prova.
   - Prima di iniziare a fare la commessa ha svolto altri lavori?
   - Ho frequentato per un certo periodo l'università, poi ho capito che non ero portata per il tipo di studi che avevo intrapreso, così ho cercato un lavoro.
   - Quale facoltà aveva scelto?
   - Lettere e filosofia, ma è stato un errore. Avrei dovuto iscrivermi alla facoltà di Economia e Commercio, sono più portata per gli affari.
   - Può sempre riprendere a studiare se è ancora interessata a quella facoltà.
   - Ormai è troppo tardi per cambiare idea. Ho fatto quest'altra scelta e penso di avere tutte le qualità per fare bene questa professione.
   - Quello che mi riesce difficile capire è perché ha cercato di dissuadermi dall'acquistare il body leopardado senza nemmeno conoscere le mie preferenze.
   - E' una questione di buongusto. I miei consigli non hanno niente a che fare con la mia professione di commessa, anzi, sono conscia di essere ancora in una fase di apprendimento.
   - Il buongusto non è una dote naturale, è qualcosa che si acquisisce con l'esperienza.
   - Dubito che le cose stiano come dice lei.
   - Le assicuro che le cose stanno come dico io. - replicai forte della mia esperienza d'insegnante. 
   - Ma come fa ad affermare con tanta spregiudicatezza che non ho sufficiente buongusto?
   - Per l'età e la scarsa pratica che ha. Lei stessa mi ha confermato che lavora in questo negozio soltanto da un mese.
   - Beh, se vuole parlare d'età provi a indovinare la mia, sempre che abbia voglia di farlo.
   Sorpresa dall’arroganza mostrata della ragazza prima di risponderle la squadrai da capo a piedi, indecisa se interrompere la conversazione e rivolgermi a un'altra commessa oppure proseguire nel gioco che avevamo da poco cominciato.
   Non mi era chiaro il motivo per cui si era rivolta a me utilizzando quei modi insolenti, ma un dubbio lo avevo ed era la ragione che me la faceva desiderare. Così anch'io le spiaccicai un'età decisamente inferiore a quella che lei mostrava d'avere.
   - Diciassette?
   - Scherza? Ma le pare che io abbia quell'età. Ma se le ho appena detto che ho interrotto gli studi universitari.
   - Senta, veniamo al dunque. - dissi mettendo fine al gioco che stavamo conducendo. - Sia sincera e mi dica la ragione per cui non dovrei acquistare il body leopardato?
   - Vuole davvero che glielo dica?
   - Certamente.
   - Penso che una donna con un corpo splendido come il suo non abbia bisogno di indossare un intimo volgare come quello che lei ha scelto per apparire desiderabile. Una bionda naturale come lei dovrebbe vestire un body nero, possibilmente un tulle trasparente, di quelli che lasciano intravedere le forme e gli attributi femminili. L'uomo che nell'intimità le rivolgerà lo sguardo ne resterà stupito.
   - Ecco, brava, adesso che con tanta grazia mi ha elargito il suo consiglio vuole farmi provare l'intimo leopardato? Vorrei ricordarle che è questa la ragione per cui sono entrata in questa boutique, va bene?
   - Sì, certo, mi scusi se mi sono permessa di darle un suggerimento. Le mostro subito i modelli leopardati di cui le ho fatto cenno in precedenza.
   - Lo spero bene, perché questa conversazione mi sta annoiando.
   Dopo che la commessa si fu allontanata mi avvicinai a uno dei camerini di prova. Scostai la tenda di stoffa che ne limitava l'accesso e vi guardai dentro. Lo stanzino, piuttosto piccolo, includeva una specchiera alla parete, un seggiolino e un attaccapanni.
   Nell'intimità del camerino il mio cuore incominciò a pulsare in maniera inusuale, come mi succede soltanto quando sto per andare a un appuntamento galante con l'intenzione di scopare.
   Tutt'a un tratto mi trovai a pensare che mi sarebbe piaciuto scoparmela, la commessa, perché un po' strana la era per davvero, come la sono anch'io del resto. Una volta tolto il soprabito lo sistemai su di una gruccia, dopodiché mi soffermai a rimirare l'immagine del mio corpo riflessa nello specchio. Seguitai a spogliarmi, togliendomi in tutta fretta la camicetta e poi la gonna, decisa a farmi trovare, al ritorno della commessa, con solo il reggiseno, le autoreggenti e il tanga addosso. Una volta senza abiti non resistetti alla tentazione di fare scivolare una mano fra le cosce mentre stavo a rimirare il mio corpo nello specchio.
   Feci scendere le dita sotto il bordo elastico del tanga e le intinsi nella fessura della fica umida. Subito dopo le trascinai a contatto del viso e annusai l'odore del mio sesso prima di decidermi a intingerle nella bocca. L'odore lasciato sui polpastrelli dall'umido della fica era così intenso e dolce che provai vergogna per l'emozione che le dita sapevano trasmettermi. Stavo rimirando le forme del mio corpo, riflesso nello specchio, quando fui riportata alla realtà dalla voce della commessa alle mie spalle. Mi girai nella sua direzione e notai che nelle mani stringeva un paio di scatole di cartone da cui si affrettò a togliere un body leopardato dal classico colore giallo e nero.
   - Questo è il modello esposto in vetrina. Suppongo sia il body che desidera provare, vero?
   - Sì, è proprio quello.
   La commessa si avvicinò al camerino con l'intenzione di consegnarmi il body, ma invece di depositarlo nelle mie mani lo sistemò sullo sgabello e accennò a allontanarsi.
   - Non se ne vada, potrei avere bisogno di un suo consiglio.
   - Non pensavo che potesse avere necessità di un mio parere dopo quanto ha detto poc'anzi.
   - Non faccia l'offesa, eh.
   Liberai il gancio che manteneva congiungete le sottili bretelle del reggiseno, dopodiché lo lasciai cadere in avanti con un movimento lento e impudico. Scoprii poco per volta l'area dei capezzoli, resi turgidi e appuntiti dalla strana situazione in cui mi ero venuta a trovare, mostrandoglieli soddisfatta.
   Effettuai la prima parte dello strip-tease senza perdere di vista il volto della commessa alle mie spalle, la cui espressione potevo scorgere nello specchio dove era riflessa anche l'immagine del mio corpo.
   Una volta liberato il reggiseno lasciai trascorrere qualche istante prima d'infilare i pollici sotto il bordo elastico del tanga, dopodiché spinsi il tessuto verso il basso scoprendo la fica glabra, del tutto priva di peli.
   Una abitudine, quella di tenerla rasata, cui ho dato la preferenza anni fa quando ho scoperto che agli uomini piace vedermi così, al naturale, mentre alle donne so per certo che piaccio di più quando non l'ho depilata.
   Il tanga scivolò fino sotto le ginocchia, dopodiché lasciai che il sottile tessuto raggiungesse le caviglie eseguendo dei piccoli movimenti con le gambe per farlo precipitare a terra. Nel farlo cercai lo sguardo della commessa che durante tutto lo strip-tease non mi staccò gli occhi di dosso.
   - Beh? Cosa aspetta a consegnarmi il body? - dissi.
   - Eccolo qui.
   Si premurò di consegnarmi il body togliendolo da sotto il reggiseno che in precedenza avevo lasciato cadere sullo sgabello.
   - Grazie.
   Una volta indossato il body leopardato mi guardai ancora una volta nello specchio.
   - Che taglia ha questo body ? - chiesi alla commessa.
   - E' la taglia 44 come le ho suggerito in precedenza.
   - Beh, in effetti, la 44 è la mia taglia. Mi sta bene addosso? Sia sincera, eh.
   - Il suo corpo potrebbe vestire qualsiasi capo di lingeria. A lei nulla è proibito.
   - Ma...
   - Se devo essere sincera penso che starebbe meglio con un body in tulle nero.
   Rimasi a guardare l'immagine del mio corpo riflesso nello specchio con indosso il body leopardato e ne ricevetti una impressione diversa dalla donna che volevo apparire. Ruotai il corpo su me stessa, prima in un verso e poi nell'altro, dopodiché giunsi alla conclusione che la commessa non aveva tutti i torti nel consigliarmi il body nero.
   - A proposito del body in tulle nero, potrei provarlo? Che ne pensa?
   - Glielo mostro subito se vuole. - disse entusiasta.
   - Sì, certo, mi piacerebbe indossarlo, dopotutto mi ha incuriosito con le sue parole. Di che marca è?
   - E' davvero importante?
   - Senz'altro!
   - E' della Pela.
   - Ah, bene, il nome della ditta è una garanzia.
   - Vado di là e torno subito con il body in tulle, intanto lei si tolga quello leopardato.
   - Va bene.
   Una volta fuori dal camerino la commessa serrò la tenda dietro di sé impedendo, di fatto, a chiunque di volgere lo sguardo dentro la cabina. Lasciai scivolare il body leopardato fino al pavimento e mi premurai di collocarlo sopra una delle grucce dell'attaccapanni. La commessa fece ritorno dopo pochi istanti spalancando la tenda del camerino alle mie spalle.
   - Eccomi qui. - disse con voce trafelata.
   - Ha corso?
   - No, perlomeno non credo.
   - Il body?
   - Eccolo, questo è quello di tulle di cui le ho parlato. - disse estraendolo dali contenitore che lo custodiva.
   Presi l'indumento dalle sue mani e mi soffermai a guardarlo in controluce prima d'indossarlo. Bello lo era davvero e la firma sull'etichetta era della Perla come mi aveva assicurato poc'anzi la commessa.
   - Adesso l'indosso e appago la sua curiosità, eh.
   - Vedrà che le starà bene, ne sono certa.
   - Come fa ad affermarlo con tanta sicurezza se ancora non l'ho indossato?
   - La bellezza di questo body sta tutta nelle finiture, e poi addosso a lei...
   Indossai il body consigliatomi dalla ragazza, dopodiché rimasi a rimirarmi nello specchio, stupita per quanto l'intimo mi stava bene addosso.
   I capelli biondi a cadere sulle spalle facevano contrasto con il tessuto nero del body e il colore rosa della pelle. Il tulle con il suo vedo e non vedo faceva risaltare, attraverso le trasparenze, le forme dei seni, seppure piccoli, e quelli dei capezzoli di colore rosa.
   Eccitata mi rivolsi alla ragazza e la invitai a toccare il tessuto che mi fasciava i seni adducendo come scusa che era poco aderente.
   - Mi scusi, ma dia una occhiata qui. - le feci cenno indicando l'attaccatura sotto il seno. - Non pensa che il tessuto faccia difetto?
   La ragazza si avvicinò e con l'estremità delle tette mi sfiorò il dorso della schiena. Una volta infilata la mano sotto l'ascella la fece scorrere sulla tetta, quella dalla parte del cuore, strisciando più volte il tessuto del body sul capezzolo.
   - Non vedo alcun difetto. - provò a contraddirmi senza togliere lo sguardo dalla immagine del mio corpo riflesso nello specchio.
   - Ne è davvero certa? Stia attenta, adesso provo a fare scorrere la mano sulla sua e si accorgerà dove è difettoso il tessuto.
   Una volta accostata la mano sulla sua le feci inglobare per intero il mio seno, poi mossi le dita sulla sua mano costringendola in modo sfacciato a palpeggiarmi il capezzolo.
   Mi abbandonai alle sue carezze ansimando di piacere, con la fica in liquefazione e l'umore che colava copioso fra le mie cosce.
   Tutt'a un tratto si scostò ed ebbi paura, ma invece di fuggire si premurò di serrare la tenda del camerino alle nostre spalle. Senza scomporsi mi cinse le braccia intorno alla vita e mi scostò i capelli di lato.
   Il succhiotto che mi spiaccicò sulla nuca fu così profondo ed eccitante che mi ritrovai con le gambe piegate per l'emozione. Lasciai che le sue mani scorressero sul mio corpo accarezzandomi in modo scomposto. Seguitò a baciarmi da un lato all'altro del collo provocandomi una serie di brividi che mi squassarono da capo a piedi.
   Affamata di piacere mi girai su me stessa, abbassai le spalline del body, e scoprii le tette. Allora la ragazza chinò il capo e cominciò a succhiarmi i capezzoli stirando l'estremità con i denti.
   Incalzata dai morsi le afferrai i capelli da dietro la nuca e li stirai con forza verso il basso, obbligandola a offrirmi la bocca. Non la penetrai con la lingua, attenuai il suo e mio desiderio circuendole le labbra con la bocca, accrescendo la voglia che avevamo una dell'altra.
   Le sue mani avvolsero i miei fianchi, dopodiché mi attirò a sé rendendomi partecipe della smania di essere posseduta. Quando cominciai a sbottonarle la camicia lei abbassò la gonna e la fece scivolare sul pavimento. Allora cominciai anch'io a carezzarle il petto, subito dopo le infilai le dita sotto il tessuto delle mutandine. Era bagna fradicia pure lei, più della mia fica il cui umore mi stava appiccicato fra le cosce.
   - Sei bellissima. - dissi.
   - Anche tu... anche tu.
   Seguitammo a toccarci e baciarci nello spazio risicato del camerino incuranti della gente che avrebbe potuto scoprirci, mantenendo infilate le dita ciascuna nella fica dell'altra, quando qualcuno, da fuori il camerino, si premurò d'urlare un nome di donna che supposi essere il suo.
   - Laura! Ti vogliono al telefono. - disse una voce.
   - Arrivo... - rispose la commessa una volta staccate le labbra dalla mia bocca.
   Per niente spaventata si premurò di raccogliere la gonna e la camicetta dal pavimento. Dopo essersi rivestita in tutta fretta aprì la tenda alle nostre spalle e fuggì via senza dire una sola parola.
   Quando dopo un po' di tempo fece ritorno nel retrobottega mi ero già rivestita ed ero uscita dal camerino.
   - Allora ha deciso quale body acquistare?
   - Adesso non ho più dubbi.
   - Vuole il leopardato?
   - Secondo lei?
   - Penso proprio di no.
   - Appunto.
   Mi accompagnò al bancone della cassa dove si premurò di confezionarmi un pacchetto con l'indumento della Perla che avevo scelto. Il body in tulle mi costò per l'esattezza 300 euro. Il prezzo del leopardato esposto in vetrina era di soli 100 euro.
   Quando le consegnai la carta di credito per effettuare il pagamento mi venne da pensare che era davvero portata per gli studi in Economia e Commercio.
   - A presto. - si premurò di dirmi quando, dopo avermi accompagnata alla uscita del negozio, mi salutò con un enigmatico sorriso.

   Un mese dopo quella visita, mentre ero a passeggio per le strade del centro in compagnia di una amica, capitai ancora una volta davanti alle vetrine dell'emporio Bella&Bestia. Il body leopardato attirò ancora una volta la mia attenzione e quella della mia amica. Quest'ultima volle a tutti i costi che l'accompagnassi dentro alla bottega per acquistarlo.
   Alla commessa che ci venne incontro chiesi di Laura, ricordando il nome con cui una delle commesse l'aveva chiamata mentre eravamo chiuse nel camerino di prova.
   - Laura? Si riferisce alla ragazza che lavorava qui fino a una settimana fa?
   - Sì, proprio lei.
   - Penso che abbia ripreso gli studi all'università. Ha bisogno di qualcosa che non posso fare io.
   - Non importa. - le risposi invitandola a mostrarci il body leopardato che la mia amica era intenzionata ad acquistare, e che io per nessuna ragione al mondo avrei mai indossato. 

 

 
 

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