Ero
affaccendata nel fare shopping per le
strade del centro di Parma quando la mia
attenzione fu rapita da un body
leopardato in mostra in una vetrina di Bella&Bestia,
la
boutique più alla moda della città.
Alla commessa che mi venne
incontro, appena misi piede nel
negozio, prodigandosi in una lunga serie
di rassicuranti salamelecchi, peraltro
del tutto fuori luogo, chiesi di
mostrarmi l'indumento intimo che aveva
attirato la mia attenzione.
La commessa, una ragazza
mora, dalle forme
burrose, fornita di un décolleté
mozzafiato, mi incuriosì all'istante
per lo strano modo di porsi.
- Le spiace seguirmi nel
retrobottega? - disse indicandomi la
porta a soffietto da cui si accedeva ai camerini delle prove,
là dove avrei potuto
guardarmi nello specchio con indosso il
body.
- Davvero le piace questo
body leopardato? - disse appena
c'inoltrammo nel retrobottega, come se
non apprezzasse la mia scelta.
- Trova strana questa mia
preferenza? Oppure ritiene l'intimo poco
adatto a una donna come me. - risposi
infastidita dalla sua faccia tosta.
- No, affatto, anzi
suppongo che le starà benissimo
addosso. - concluse come se fosse sua
intenzione scusarsi per l'atteggiamento
irriverente manifestato in precedenza.
- Lei non me la racconta
giusta. Disapprova la mia scelta, vero?
- Se fosse così non farei
l'interesse della ditta per cui lavoro,
non crede?
- E già!
- A proposito del body
leopardato mi preme avvertirla che siamo
provvisti di due versioni del medesimo
modello. Oltre al classico tessuto di
colore giallo e nero esiste una seconda
versione con una dominante azzurra su
sfondo nero. Quale delle due versioni
preferisce?
- Potrei indossare prima
uno e poi l'altro modello. Deciderò in
seguito quale delle versioni acquistare,
se mai deciderò di farlo, ma lo farò
soltanto dopo essermi guardata allo
specchio con indosso il body.
- Giusto! La soluzione da
lei suggerita è senz'altro la migliore.
Se permette mi assento un attimo, vado a
prendere i due body e sono di ritorno.
Ah, dimenticavo, mi occorre sapere qual
è la sua taglia.
- Secondo lei? - risposi
assumendo un atteggiamento provocatorio.
- Beh, non sa rispondermi? - la incalzai
sollecitandone una risposta.
- Taglia 44? - disse dopo
avermi squadrata da capo a piedi.
- Ho forse l'aspetto di una
donna paffuta?
- No, affatto, ma la taglia
44 per una donna della sua età è
senz'altro quella giusta. Perlomeno
questa è l'impressione che lei dà a
chi come me la sta a guardare. - disse a
conferma del temperamento indisponente.
- Scusi, ma secondo lei
qual è la mia età? - risposi piuttosto
stizzita.
- Non lo so.
- Come sarebbe a dire non
lo so? Se ha appena fatto cenno alla
taglia 44, sottolineando che è quella
giusta per una donna della mia età,
adesso deve anche dirmi quanti anni
pensa che io abbia. Dica la verità, eh.
Mica sono il tipo che si offende nel
sentirsi attribuire qualche anno in più
rispetto alla mia età.
- Trenta? - disse a voce
bassa.
- Uhm... di anni ne ho
cinque di più. Esattamente
trentacinque. - risposi soddisfatta.
- Non li dimostra, affatto,
lo sa?
- Grazie, ma non so fino a
che punto il suo giudizio è da considerare un
complimento oppure no. Dica la verità,
ha voluto togliermi qualche anno alla
mia età per compiacermi. Vero che è
così?
- Perché avrei dovuto
farlo?
- Non lo so, ma è questa
la sensazione che ho avuto.
- E cosa dovrei fare per
farle cambiare idea?
La ragazza si avvicinò
alla mia persona ostentando un
atteggiamento sfacciatamente di sfida,
non propriamente professionale, poi mi
guardò dritta nelle pupille. Da quelle
occhiate, audaci e provocatorie, capaci
di turbarmi, intuii con quale tipo di
donna avevo a che fare.
- Scusi se glielo domando,
ma è da molto tempo che lavora come
commessa in questa boutique?
- Soltanto da un mese, ma
sono già ferrata, penso. - disse
elargendomi un ampio sorriso, cercando
un assenso da parte mia che invece mi
guardai bene dall’offrirle. -
Purtroppo non so ancora se mi
confermeranno nel lavoro dopo che avrò
superato il periodo di prova.
- Prima di iniziare a fare
la commessa ha svolto altri lavori?
- Ho frequentato per un
certo periodo l'università, poi ho
capito che non ero portata per il tipo
di studi che avevo intrapreso, così ho
cercato un lavoro.
- Quale facoltà aveva
scelto?
- Lettere e filosofia, ma
è stato un errore. Avrei dovuto
iscrivermi alla facoltà di Economia e
Commercio, sono più portata per gli
affari.
- Può sempre riprendere a
studiare se è ancora interessata a
quella facoltà.
- Ormai è troppo tardi per
cambiare idea. Ho fatto quest'altra
scelta e penso di avere tutte le qualità
per fare bene questa professione.
- Quello che mi riesce
difficile capire è perché ha cercato
di dissuadermi dall'acquistare il body
leopardado senza nemmeno conoscere le
mie preferenze.
- E' una questione di
buongusto. I miei consigli non hanno
niente a che fare con la mia professione
di commessa, anzi, sono conscia di
essere ancora in una fase di
apprendimento.
- Il buongusto non è una
dote naturale, è qualcosa che si
acquisisce con l'esperienza.
- Dubito che le cose stiano
come dice lei.
- Le assicuro che le cose
stanno come dico io. - replicai forte
della mia esperienza d'insegnante.
- Ma come fa ad affermare
con tanta spregiudicatezza che non ho
sufficiente buongusto?
- Per l'età e la scarsa
pratica che ha. Lei stessa mi ha
confermato che lavora in questo negozio
soltanto da un mese.
- Beh, se vuole parlare
d'età provi a indovinare la mia, sempre
che abbia voglia di farlo.
Sorpresa dall’arroganza
mostrata della ragazza prima di
risponderle la squadrai da capo a piedi,
indecisa se interrompere la
conversazione e rivolgermi a un'altra
commessa oppure proseguire nel gioco che
avevamo da poco cominciato.
Non mi era chiaro il motivo
per cui si era rivolta a me utilizzando
quei modi insolenti, ma un dubbio lo
avevo ed era la ragione che me la
faceva desiderare. Così anch'io le
spiaccicai un'età decisamente inferiore
a quella che lei mostrava d'avere.
- Diciassette?
- Scherza? Ma le pare che
io abbia quell'età. Ma se le ho appena
detto che ho interrotto gli studi
universitari.
- Senta, veniamo al dunque.
- dissi mettendo fine al gioco che
stavamo conducendo. - Sia sincera e mi
dica la ragione per cui non dovrei
acquistare il body leopardato?
- Vuole davvero che glielo
dica?
- Certamente.
- Penso che una donna con
un corpo splendido come il suo non abbia
bisogno di indossare un intimo volgare
come quello che lei ha scelto per
apparire desiderabile. Una bionda
naturale come lei dovrebbe vestire un
body nero, possibilmente un tulle
trasparente, di quelli che lasciano
intravedere le forme e gli attributi
femminili. L'uomo che nell'intimità le
rivolgerà lo sguardo ne resterà
stupito.
- Ecco, brava, adesso che
con tanta grazia mi ha elargito il suo
consiglio vuole farmi provare l'intimo
leopardato? Vorrei ricordarle che è
questa la ragione per cui sono entrata
in questa boutique, va bene?
- Sì, certo, mi scusi se
mi sono permessa di darle un
suggerimento. Le mostro subito i modelli
leopardati di cui le ho fatto cenno in
precedenza.
- Lo spero bene, perché
questa conversazione mi sta annoiando.
Dopo che la commessa si fu
allontanata mi avvicinai a uno dei
camerini di prova. Scostai la tenda di
stoffa che ne limitava l'accesso e vi
guardai dentro. Lo stanzino, piuttosto
piccolo, includeva una specchiera alla
parete, un seggiolino e un attaccapanni.
Nell'intimità del camerino
il mio cuore incominciò a pulsare in
maniera inusuale, come mi succede
soltanto quando sto per andare a un
appuntamento galante con l'intenzione di
scopare.
Tutt'a un tratto mi trovai
a pensare che mi sarebbe piaciuto
scoparmela, la commessa, perché un po'
strana la era per davvero, come la sono
anch'io del resto. Una volta tolto il
soprabito lo sistemai su di una gruccia,
dopodiché mi soffermai a rimirare
l'immagine del mio corpo riflessa nello
specchio. Seguitai a spogliarmi,
togliendomi in tutta fretta la camicetta
e poi la gonna, decisa a farmi trovare,
al ritorno della commessa, con solo il
reggiseno, le autoreggenti e il tanga
addosso. Una volta senza abiti non
resistetti alla tentazione di fare
scivolare una mano fra le cosce mentre
stavo a rimirare il mio corpo nello
specchio.
Feci scendere le dita sotto
il bordo elastico del tanga e le intinsi
nella fessura della fica umida. Subito
dopo le trascinai a contatto del viso e
annusai l'odore del mio sesso prima di
decidermi a intingerle nella bocca.
L'odore lasciato sui polpastrelli
dall'umido della fica era così intenso
e dolce che provai vergogna per
l'emozione che le dita sapevano
trasmettermi. Stavo rimirando le forme
del mio corpo, riflesso nello specchio,
quando fui riportata alla realtà dalla
voce della commessa alle mie spalle. Mi
girai nella sua direzione e notai che
nelle mani stringeva un paio di scatole
di cartone da cui si affrettò a
togliere un body leopardato dal classico
colore giallo e nero.
- Questo è il modello
esposto in vetrina. Suppongo sia il body
che desidera provare, vero?
- Sì, è proprio quello.
La commessa si avvicinò al
camerino con l'intenzione di consegnarmi
il body, ma invece di depositarlo nelle
mie mani lo sistemò sullo sgabello e
accennò a allontanarsi.
- Non se ne vada, potrei
avere bisogno di un suo consiglio.
- Non pensavo che potesse
avere necessità di un mio parere dopo
quanto ha detto poc'anzi.
- Non faccia l'offesa, eh.
Liberai il gancio che
manteneva congiungete le sottili
bretelle del reggiseno, dopodiché lo
lasciai cadere in avanti con un
movimento lento e impudico. Scoprii poco
per volta l'area dei capezzoli, resi
turgidi e appuntiti dalla strana
situazione in cui mi ero venuta a
trovare, mostrandoglieli soddisfatta.
Effettuai la prima parte
dello strip-tease senza perdere di vista
il volto della commessa alle mie spalle,
la cui espressione potevo scorgere nello
specchio dove era riflessa anche
l'immagine del mio corpo.
Una volta liberato il
reggiseno lasciai trascorrere qualche
istante prima d'infilare i pollici sotto
il bordo elastico del tanga, dopodiché
spinsi il tessuto verso il basso
scoprendo la fica glabra, del tutto
priva di peli.
Una abitudine, quella di
tenerla rasata, cui ho dato la
preferenza anni fa quando ho scoperto
che agli uomini piace vedermi così, al
naturale, mentre alle donne so per certo
che piaccio di più quando non l'ho
depilata.
Il tanga scivolò fino
sotto le ginocchia, dopodiché lasciai
che il sottile tessuto raggiungesse le
caviglie eseguendo dei piccoli movimenti
con le gambe per farlo precipitare a
terra. Nel farlo cercai lo sguardo della
commessa che durante tutto lo
strip-tease non mi staccò gli occhi di
dosso.
- Beh? Cosa aspetta a
consegnarmi il body? - dissi.
- Eccolo qui.
Si premurò di consegnarmi
il body togliendolo da sotto il
reggiseno che in precedenza avevo
lasciato cadere sullo sgabello.
- Grazie.
Una volta indossato il body
leopardato mi guardai ancora una volta
nello specchio.
- Che taglia ha questo body
? - chiesi alla commessa.
- E' la taglia 44 come le
ho suggerito in precedenza.
- Beh, in effetti, la 44 è
la mia taglia. Mi sta bene addosso? Sia
sincera, eh.
- Il suo corpo potrebbe
vestire qualsiasi capo di lingeria. A
lei nulla è proibito.
- Ma...
- Se devo essere sincera
penso che starebbe meglio con un body in
tulle nero.
Rimasi a guardare
l'immagine del mio corpo riflesso nello
specchio con indosso il body leopardato
e ne ricevetti una impressione diversa
dalla donna che volevo apparire. Ruotai
il corpo su me stessa, prima in un verso
e poi nell'altro, dopodiché giunsi alla
conclusione che la commessa non aveva
tutti i torti nel consigliarmi il body
nero.
- A proposito del body in
tulle nero, potrei provarlo? Che ne
pensa?
- Glielo mostro subito se
vuole. - disse entusiasta.
- Sì, certo, mi piacerebbe
indossarlo, dopotutto mi ha incuriosito
con le sue parole. Di che marca è?
- E' davvero importante?
- Senz'altro!
- E' della Pela.
- Ah, bene, il nome della
ditta è una garanzia.
- Vado di là e torno
subito con il body in tulle, intanto lei
si tolga quello leopardato.
- Va bene.
Una volta fuori dal
camerino la commessa serrò la tenda
dietro di sé impedendo, di fatto, a
chiunque di volgere lo sguardo dentro la
cabina. Lasciai scivolare il body
leopardato fino al pavimento e mi
premurai di collocarlo sopra una delle
grucce dell'attaccapanni. La commessa
fece ritorno dopo pochi istanti
spalancando la tenda del camerino alle
mie spalle.
- Eccomi qui. - disse con
voce trafelata.
- Ha corso?
- No, perlomeno non credo.
- Il body?
- Eccolo, questo è quello
di tulle di cui le ho parlato. - disse
estraendolo dali contenitore che
lo custodiva.
Presi l'indumento dalle sue
mani e mi soffermai a guardarlo in
controluce prima d'indossarlo. Bello lo
era davvero e la firma sull'etichetta
era della Perla come mi aveva assicurato
poc'anzi la commessa.
- Adesso l'indosso e appago
la sua curiosità, eh.
- Vedrà che le starà
bene, ne sono certa.
- Come fa ad affermarlo con
tanta sicurezza se ancora non l'ho
indossato?
- La bellezza di questo
body sta tutta nelle finiture, e poi
addosso a lei...
Indossai il body
consigliatomi dalla ragazza, dopodiché
rimasi a rimirarmi nello specchio,
stupita per quanto l'intimo mi stava
bene addosso.
I capelli biondi a cadere
sulle spalle facevano contrasto con il
tessuto nero del body e il colore rosa
della pelle. Il tulle con il suo vedo e
non vedo faceva risaltare, attraverso le
trasparenze, le forme dei seni, seppure
piccoli, e quelli dei capezzoli di
colore rosa.
Eccitata mi rivolsi alla
ragazza e la invitai a toccare il
tessuto che mi fasciava i seni adducendo
come scusa che era poco aderente.
- Mi scusi, ma dia una
occhiata qui. - le feci cenno indicando
l'attaccatura sotto il seno. - Non pensa
che il tessuto faccia difetto?
La ragazza si avvicinò e
con l'estremità delle tette mi sfiorò
il dorso della schiena. Una volta
infilata la mano sotto l'ascella la fece
scorrere sulla tetta, quella dalla parte
del cuore, strisciando più volte il
tessuto del body sul capezzolo.
- Non vedo alcun difetto. -
provò a contraddirmi senza togliere lo
sguardo dalla immagine del mio corpo
riflesso nello specchio.
- Ne è davvero certa? Stia
attenta, adesso provo a fare scorrere la
mano sulla sua e si accorgerà dove è
difettoso il tessuto.
Una volta accostata la mano
sulla sua le feci inglobare per intero
il mio seno, poi mossi le dita sulla sua
mano costringendola in modo sfacciato a
palpeggiarmi il capezzolo.
Mi abbandonai alle sue
carezze ansimando di piacere, con la
fica in liquefazione e l'umore che
colava copioso fra le mie cosce.
Tutt'a un tratto si scostò
ed ebbi paura, ma invece di fuggire si
premurò di serrare la tenda del
camerino alle nostre spalle. Senza
scomporsi mi cinse le braccia intorno
alla vita e mi scostò i capelli di
lato.
Il succhiotto che mi
spiaccicò sulla nuca fu così profondo
ed eccitante che mi ritrovai con le
gambe piegate per l'emozione. Lasciai
che le sue mani scorressero sul mio
corpo accarezzandomi in modo scomposto.
Seguitò a baciarmi da un lato all'altro
del collo provocandomi una serie di
brividi che mi squassarono da capo a
piedi.
Affamata di piacere mi
girai su me stessa, abbassai le spalline
del body, e scoprii le tette. Allora la
ragazza chinò il capo e cominciò a
succhiarmi i capezzoli stirando
l'estremità con i denti.
Incalzata dai morsi le
afferrai i capelli da dietro la nuca e
li stirai con forza verso il basso,
obbligandola a offrirmi la bocca. Non la
penetrai con la lingua, attenuai il suo
e mio desiderio circuendole le labbra
con la bocca, accrescendo la voglia che
avevamo una dell'altra.
Le sue mani avvolsero i
miei fianchi, dopodiché mi attirò a sé
rendendomi partecipe della smania di
essere posseduta. Quando cominciai a
sbottonarle la camicia lei abbassò la
gonna e la fece scivolare sul pavimento.
Allora cominciai anch'io a carezzarle il
petto, subito dopo le infilai le dita
sotto il tessuto delle mutandine. Era
bagna fradicia pure lei, più della mia
fica il cui umore mi stava appiccicato
fra le cosce.
- Sei bellissima. - dissi.
- Anche tu... anche tu.
Seguitammo a toccarci e
baciarci nello spazio risicato del
camerino incuranti della gente che
avrebbe potuto scoprirci, mantenendo
infilate le dita ciascuna nella fica
dell'altra, quando qualcuno, da fuori il
camerino, si premurò d'urlare un nome
di donna che supposi essere il suo.
- Laura! Ti vogliono al
telefono. - disse una voce.
- Arrivo... - rispose la
commessa una volta staccate le labbra
dalla mia bocca.
Per niente spaventata si
premurò di raccogliere la gonna e la
camicetta dal pavimento. Dopo essersi
rivestita in tutta fretta aprì la tenda
alle nostre spalle e fuggì via senza
dire una sola parola.
Quando dopo un po' di tempo
fece ritorno nel retrobottega mi ero già
rivestita ed ero uscita dal camerino.
- Allora ha deciso quale
body acquistare?
- Adesso non ho più dubbi.
- Vuole il leopardato?
- Secondo lei?
- Penso proprio di no.
- Appunto.
Mi accompagnò al bancone
della cassa dove si premurò di
confezionarmi un pacchetto con
l'indumento della Perla che avevo
scelto. Il body in tulle mi costò per
l'esattezza 300 euro. Il prezzo del
leopardato esposto in vetrina era di
soli 100 euro.
Quando le consegnai la
carta di credito per effettuare il
pagamento mi venne da pensare che era
davvero portata per gli studi in
Economia e Commercio.
- A presto. - si premurò
di dirmi quando, dopo avermi
accompagnata alla uscita del negozio, mi
salutò con un enigmatico sorriso.
Un mese dopo quella visita, mentre ero a passeggio per le
strade del centro in compagnia di una
amica, capitai ancora una volta davanti
alle vetrine dell'emporio
Bella&Bestia. Il body leopardato
attirò ancora una volta la mia
attenzione e quella della mia amica.
Quest'ultima volle a tutti i costi che
l'accompagnassi dentro alla bottega per
acquistarlo.
Alla commessa che ci venne
incontro chiesi di Laura, ricordando il
nome con cui una delle commesse l'aveva
chiamata mentre eravamo chiuse nel
camerino di prova.
- Laura? Si riferisce alla
ragazza che lavorava qui fino a una
settimana fa?
- Sì, proprio lei.
- Penso che abbia ripreso
gli studi all'università. Ha bisogno di
qualcosa che non posso fare io.
- Non importa. - le risposi
invitandola a mostrarci il body
leopardato che la mia amica era
intenzionata ad acquistare, e che io per
nessuna ragione al mondo avrei mai
indossato.
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