VIOLE DEL PENSIERO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

      Le parole di Lorenzo sono taglienti come la lama di un rasoio e mi feriscono profondamente. Seduta al suo fianco gli osservo i lineamenti del viso mentre, al volante della Volvo station-wagon, guida in maniera spericolata affrontando le curve a forte velocità. Le gomme stridono sull'asfalto e provocano rumori acuti. Ho la sensazione che la vettura possa ribaltarsi da un momento all'altro, ma nell'istante in cui sembra sta per accadere scodinzola, si raddrizza e riprende la corsa.
   Non mi è rimasto molto tempo per parlargli. Fra non molto saremo in città, dopodiché fra noi tutto sarà finito.
   - Beh, cos'altro ti aspettavi da me?
   - Niente... niente. - rispondo a capo chino.
   - Pensi che sia stato facile assistere alla tua esibizione?
   - Non lo so.
   - Eppure lo dovresti sapere.
   Sì, certo, che lo so. Se con un colpo di spugna potessi cancellare quanto ha visto stasera lo farei subito, ricominciando tutto da capo, facendo finta che nulla è accaduto e tutto è rimasto come prima, ma non è così. Non può essere così.
   Il buio della notte è reso impenetrabile dalla fitta nebbia che incombe sulla pianura. I fari dell'autovettura s'incuneano nella condensa di vapore acqueo che ha ridotto la visibilità a meno di trenta metri. A malapena sono in grado di distinguere le righe bianche tratteggiate sull'asfalto stradale.
   Lorenzo, per nulla intimidito dalla scarsa visibilità, procede spedito senza allentare la pressione del piede sul pedale dell'acceleratore.
   - Dopo quello che ho visto non occorre che ti discolpi, è solo tempo perso.
   Accucciata con le gambe per traverso sul sedile seguito a guardarlo. Lorenzo, imperturbabile, ha lo sguardo fisso sulla strada e non mi degna di attenzione. Trovo disarmante il modo in cui sa contenere la rabbia senza tradire la benché minima emozione. E' determinato nella guida della vettura come nell'esprimere i suoi pensieri. Se è sua intenzione umiliarmi, lo sta facendo molto bene.
   Scruto le ombre che si protendono sul suo viso quando incrociamo i fari di una autovettura. Tutt'a un tratto mi torna alla mente quando, un anno fa, per San Valentino, all'uscita dall'ufficio, inaspettatamente era lì ad attendermi stringendo nella mano un bouquet di viole del pensiero.
   - Sono per te. - disse sfiorandomi le labbra con un bacio. Non mi ero scostata e avevo lasciato che le sue labbra si posassero sulle mie. C'eravamo conosciuti soltanto qualche sera prima a una festa di comuni amici, mai avrei immaginato di ritrovarmelo all'uscita dell'ufficio, specie in una giornata piena di significati come quella. Semmai, ad aspettarmi, doveva esserci un'altro uomo, ma quella sera non si era fatto vivo.
   Un mazzetto di violette era il regalo più romantico che un uomo potesse farmi nel giorno di San Valentino. Nessuno prima di lui aveva usato una simile attenzione verso la mia persona. Lorenzo era riuscito a deliziarmi con un gesto poetico e passionale. La nostra storia è iniziata la sera di San Valentino con un tradimento e sta per concludersi stasera per colpa di un altro atto d'infedeltà.
   Vorrei urlare, dirgli che nel mio cuore c'è posto soltanto per lui e il resto non conta niente. Stasera quando mi ha scoperto nel bagno del ristorante che facevo l'amore con Giorgia non ho avuto il tempo di spiegargli quello che stava accadendo.
   Avevo ceduto alle lusinghe e alle suppliche di Giorgia con la promessa che sarebbe stata l'ultima occasione in cui avremmo fatto l'amore. Quando Lorenzo mi ha sorpresa, abbandonata alle carezze della mia ex compagna, sono rimasta muta. Avrei potuto esprimergli le mie ragioni, ma sono rimasta in silenzio, lasciando che la porta si chiudesse alle sue spalle.
   - Non volevo farti del male, te lo giuro. Quando ti sei messo con me sapevi come sono fatta, non ti ho nascosto niente dei miei trascorsi. Quello che hai visto stasera appartiene al passato e non tornerà mai più, te lo giuro.
   Le lacrime si fanno largo fra le palpebre e scendono copiose lungo le guance rigandomi il viso. Riesco a malapena a dire:
   - Amo te... soltanto te.
   Singhiozzo e piango senza riuscire a trattenermi. La sua mano si posa sopra un mio ginocchio e l'accarezza. Apro il finestrino e respiro. 

 

 
 

------------------------------------

 
 

Racconti
1 - 100

Racconti
101 - 200

Racconti
201 - 300

Racconti
301 - 400

Racconti
401 - 500

Racconti
501 - 600

Racconti 601-700


.E' vietato l'utilizzo dei testi ospitati in questo sito in altro contesto senza autorizzazione dell'autore
I racconti sono di proprietà di Farfallina e protetti dal diritto d'autore.
L'usurpazione della paternità dei testi costituisce plagio ed è perseguibile a norma di legge.