E ADESSO BACIAMI 
UN'ALTRA VOLTA

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

     Il cellulare squillò mentre era impegnato a giocare una partita a poker con gli amici. Soddisfatto del Full di Re che reggeva nella mano, era in attesa di una risposta dagli altri tre giocatori dopo avere effettuato un rilancio di 20 euro. Quest'ultimi stavano valutando, con la necessaria cautela, l'opportunità di andare a vedere le carte di Lorenzo dopo che in precedenza ne avevano condiviso l'apertura.
   Dal modo in cui era avvenuta la distribuzione delle carte sperava che qualcuno degli amici accettasse di proseguire nel gioco, magari rilanciando addirittura la posta in gioco.
   La partita stava incanalandosi a suo favore, senza che gli altri giocatori intuissero che tipo di carte nascondesse nella mano, quando il trillo del cellulare, custodito nella tasca della giacca, distolse momentaneamente la sua attenzione dal gioco. Guardò il display e riconobbe il numero dell'apparecchio da cui proveniva la chiamata. Era di Laura, sua moglie. Avvicinò il cellulare all'orecchio e si mise in ascolto. 

    A inizio partita, dopo che il mazziere, nella distribuzione delle carte, gli aveva consegnato una coppia di Re, aveva aperto il gioco calando dieci euro sul piatto. Gli altri giocatori erano stati al gioco e provveduto a puntare pure loro dieci euro sul tavolo, dopodiché aveva chiesto al mazziere di cambiargli tre carte.
   Nello scoprire le nuove carte, servitegli in sostituzione delle precedenti, si era trovato ad avere una fortunata combinazione di Full di Re. La cosa lo aveva messo in forte agitazione anche se aveva fatto di tutto per non darlo a intendere.
   Per qualsiasi giocatore di poker riuscire a carpire il tipo di gioco degli avversari, intuendolo in base ai loro comportamenti, è un elemento fondamentale da cui trarre profitto prima di fare le puntate. Lorenzo lo sapeva bene, di conseguenza era molto attento a seguire l'evolversi delle gioco, senza mai perdere di vista l'espressività dei gesti degli avversari, conscio che anche loro tenevano sotto controllo il modo in cui effettuava le giocate. 
   Nel corso della serata aveva cercato, in tutti i modi, di risultare poco prevedibile agli occhi degli altri giocatori con il solo scopo di tastare le loro reazioni, variando spesso il tipo di giocate. Partita dopo partita aveva accumulato una vincita ragguardevole, circa settecento euro, e la cosa lo aveva eccitato parecchio. Non gli era mai accaduto di padroneggiare in quel modo giocando su un tavolo verde, e la serata non era ancora giunta a conclusione.
   Prima che la moglie lo distraesse dal gioco, chiamandolo al telefono, era stato a guardare con molta attenzione a quante carte avevano cambiato gli avversari, volendo trarre il massimo profitto dal Full di Re. Ma per invogliare gli altri giocatori ad andare a vedere le sue carte, e magari operare un rilancio, si era limitato a puntare una cifra non troppa alta, conscio che se si fosse azzardato a puntare molto denaro nessuno degli avversari sarebbe andato a vedere le sue carte, a meno che qualcuno, vedendolo puntare una grossa cifra, non giudicasse la sua giocata come un bluff. Questo insieme di ragioni l'avevano consigliato a puntare soltanto 20 euro.

   Era la seconda volta, durante la serata, che veniva interrotto durante il gioco da una telefonata. Ancora una volta era Laura, sua moglie, a parlargli. La prima volta, verso le dieci, gli aveva telefonato per comunicargli che stava uscendo di casa. La cosa lo aveva messo in agitazione, conscio delle sorprese che la moglie gli avrebbe potuto riservare nel corso della nottata. Stavolta, ubbidendo alle parole della compagna, optò per abbandonare immediatamente il tavolo da gioco disinteressandosi del denaro che avrebbe potuto guadagnare con la giocata di Full di Re.
   - Mi spiace, ma devo abbandonare il gioco. Non posso rimanere un minuto di più. - disse dopo essersi alzato dalla sedia e avere scaraventato, stizzito, le carte nel mucchio degli scarti sul tavolo da gioco, rinunciando a una vincita più che certa. 
   Mise in tasca il denaro vinto sino a quel momento e fece l'atto di andarsene, prontamente bloccato da Roberto che lo prese per un braccio.
   - Stai scherzando o dici davvero? Possiamo sapere la ragione del tuo abbandono? Ha a che fare con la telefonata?
   - Devo correre a casa, subito, non posso fermarmi oltre, mi spiace. Mia moglie ha un problema urgente e devo aiutarla a risolverlo al più presto.
   - Stai ancora un po' qua, dai, non fare lo scemo. Tua moglie in qualche modo si arrangerà, magari non è niente d'importante. Possibile che ogniqualvolta lei ti chiama abbandoni la nostra compagnia per correre da lei? - disse Alessandro che dei quattro amici seduti al tavolo era quello che nel corso della serata aveva perso più denaro.
   - Mi spiace, ma non posso fare altrimenti. E' importante che mi precipiti subito da lei. Vi prego, capitemi, e lasciate che mi allontani senza fare delle storie.
   - Lascia che se ne vada. - disse Roberto rivolgendosi a Alessandro. - Chi gioca in questo tavolo deve essere libero di abbandonare la partita in qualsiasi momento. 
   - Ma sì, dai, vattene pure. - confermò Alessandro fissando in modo sprezzante l'amico.
.
   Lorenzo abbandonò il Circolo Arci Gagarin dove ogni venerdì sera era solito incontrarsi con gli amici per giocare alle carte. In tutta fretta discese i gradoni dello scalone che conduceva nell'ampio parcheggio del circolo e si mise alla guida del Bww station-wagon. Attraversò la città a forte velocità deciso a raggiungere nel minor tempo possibile il Centro Commerciale Euro Torri, il più grande della città, dove la moglie gli aveva fissato l'appuntamento.
   Mentre era al volante provò a figurarsi nella mente quello che lo attendeva. Doveva assolutamente arrivare sul posto indicatole dalla moglie prima che lei e l'occasionale compagno ci arrivassero per primi, dopodiché sarebbe rimasto a guardarla mentre faceva l'amore con quello che lui presumeva fosse uno sconosciuto. Gli era già accaduto in altre occasioni di essere testimone delle scopate della moglie. Era un piacere reciproco quello che si concedevano, compatibilmente col proprio ruolo, e sarebbe accaduto anche quella sera. 
   Quando arrivò nell'area di parcheggio prospiciente il porticato dell'Euro Torri, adibita durante le sere d'estate a spazio per spettacoli e d'inverno a pista da ghiaccio, puntò il muso del Bmw dritto verso le mura del centro commerciale. Arrestò la corsa a pochi metri dal porticato, spense le luci, dopodiché spense il motore. Una volta verificato che non vi fossero altre vetture, parcheggiata nello spazio indicatole da Laura, spinse il culo in avanti sul sedile in modo da non essere visto da chi fosse sopraggiunto da lì a poco. 
   A quell'ora le uniche insegne luminose accese all'esterno del centro commerciale, prospiciente le quattro corsie della tangenziale, erano quelle rosse e bianche della catena Media Wordl. Le altre luci, quelle delle vetrine dei negozi, erano tutte spente, soltanto qualche lampione dell'illuminazione pubblica dava luce all'area adibita a parcheggio.

   Lorenzo era eccitato, terribilmente eccitato. Altre volte si era trovato a essere testimone delle scopate della moglie. Gli piaceva guardarla mentre si faceva montare da sconosciuti, da lei raccattati in qualche cinema a luci rosse o locale di infimo ordine, mentre lui si sparava una sega dopo l'altra, godendo di un inusuale piacere.Trascorsero una decina di interminabili minuti prima che un Mercedes grigio metallizzato bloccasse le ruote a poca distanza dal Bmw.
   Tutt'a un tratto una delle portiere del Mercedes, quella opposta al posto di guida, si spalancò e ne discese una donna. Lorenzo riconobbe subito la moglie. L'uomo che stava al volante, un tipo sulla quarantina, basso di statura e abbastanza tarchiato, la seguì dappresso. Insieme si trasferirono sotto il porticato del centro commerciale. Soltanto quando furono al riparo del colonnato lei arrestò il passo e si mise con la schiena appoggiata alla vetrina di uno snack-bar. L'uomo le fu addosso e cominciò a baciarla sul collo stringendola forte a sé. Lei lo obbligò a inginocchiarsi ai suoi piedi. Sollevò la minigonna, arricciandola intorno ai fianchi, e mise in mostra la figa calva priva delle mutandine. L'uomo gettò il muso fra le cosce, tenute opportunamente aperte, e cominciò a leccarla, mantenendo le mani appoggiate sulle autoreggenti perché non chiudesse le gambe. 
   Seguitò a lungo a leccarle la figa e succhiarle il clitoride finché nella impari lotta uno dei seni, privo di reggipetto, uscì dalla camicetta senza che lei facesse niente per ricomporlo, mantenendo per tutto il tempo lo sguardo dritto in avanti nella direzione in cui era parcheggiato il Bmw, nel cui abitacolo Lorenzo stava seguendo la scena masturbandosi.
   Tutt'a un tratto l'uomo, stanco di leccare, puntellò la schiena della moglie di Lorenzo contro la vetrina, le sollevò di peso il culo con entrambe le mani, stringendole intorno alle chiappe, e le infilò il cazzo nella vagina bagnata fradicia, poi cominciò a montarla. Lei gli cinse le cosce attorno ai fianchi e i calcagni contro le natiche, dopodiché accompagnò i movimenti dell'uomo che pompava il cazzo dentro di lei.
   Dalla sua postazione Lorenzo non era in grado di udire i gemiti di piacere che uscivano dalla bocca della moglie, ma né percepiva la consistenza dalle smorfie di piacere che le comparivano sul volto.
Seguitò a masturbarsi senza mai venire fintanto che i due giunsero a conclusione della scopata. Lei si inginocchiò davanti all'uomo decisa a ricevere in bocca il seme che fuoriusciva dalla cappella. Soltanto allora Lorenzo accelerò il movimento della mano e venne sborrando fra le dita.

   Lorenzo era già a letto quando la moglie fece ritorno a casa. Ne percepì la presenza allorché sentì sbattere la porta che dava sul pianerottolo. Girò lo sguardo sull'orologio digitale sistemato sul comodino e si avvide che segnava le 3.00. Dal bagno gli arrivarono chiari i rumori della doccia che sua moglie stava facendo prima di coricarsi a letto. Laura raggiunse il marito poco dopo. Si liberò dell'accappatoio di spugna che aveva addosso e scivolò fra le lenzuola.
   - Sono le tre, sei rimasta tutto questo tempo insieme a lui?
   - Ti spiace?
   - Beh, forse sì.
   - Geloso?
   - Mi sto chiedendo dove siete andati dopo esservi allontanati dall'Euro Torri. Avete scopato una seconda volta? Dimmi la verità.
   - No.
   - E io non ci credo.
   - E allora non crederci, se è davvero quello che pensi.
   - Ti è piaciuto farti montare da quel tizio?
   - Sì.
   - Potevi scegliere di meglio, mi è sembrato un po' attempato.
   - Tu, piuttosto, mi hai guardata bene mentre mi facevo scopare?
   - Sì, ti ho spiata.
   - E che impressione ne hai ricevuto?
   - Che godevi come una cagna in calore.
   - Dimmi che ti è piaciuto vedermi con la schiena appiccicata alla vetrina mentre avevo il cazzo di quello sconosciuto stretto fra le cosce.
   - Ti ho osservata bene mentre pompava il cazzo dentro la tua carne. E tu godevi.
   - E ti è piaciuto stare a guardarmi mentre ero profanata dal cazzo di uno sconosciuto?
   - Ho cominciato a godere da quando ti ha messo una mano sotto la minigonna. Ho visto il tessuto arricciarsi su se stesso fintanto che hai opportunamente portato alla luce il pube calvo. Ho trovato molto eccitante la scena.
   - E quando stavo con le cosce aperte e mi facevo pompare, quello no? 
   - Si, anche quello, infatti, mi sei sembrata una gran puttana!
   - La sono.
   - Non dire stronzate.
   - Invece credo che due anime di donna vegetino in me. Una è la puttana che hai visto godere stanotte, l'altra sono io; la Laura di sempre. Ma entrambe respirano, amano e godono seppure in modo diverso.
   - Io chi?
   - In questo momento non sono la Laura puttana, ma la donna che ha voglia di fare l'amore con te, perché tu sei il mio uomo.
   - E chi ti dice che io non preferisca l'altra?
   - Chi? Quella che stanotte ti ha dato in regalo un piacere rubato? 
   - Sì, proprio lei.
   - Quella è una donna pericolosa, una che ti artiglia l'anima e ti porta via la vita. 
   - Lo so, ma non posso farci niente. Mi piace quella troia.
   - E allora immagina che io sia lei e lascia che ti faccia mio.
   Lorenzo lasciò cadere il capo fra le cosce della moglie e incominciò a leccare l’umido del suo piacere. Lei si posizionò cavalcioni sul ventre del marito, nella posizione a smorzacandela, e guidò il cazzo nella vagina, poi iniziò a cavalcarlo, muovendo il bacino avanti e indietro, mentre il rotolo di carne diventava sempre più ingombrante aderendo alle pareti della vagina.
   Lorenzo depose entrambi le mani sui piccoli seni e in poco tempo raggiunsero entrambi l'agognato piacere eccitati com'erano. 
   L'orgasmo arrivò violento con un incontrollato tremore dei corpi che si accartocciarono uno sull'altro. La mano di Lorenzo accarezzò il capo della donna che gli stava sopra e si addormentarono stretti nelle braccia dell'altro.
 

 

 
 

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