TRIANGOLO IMPERFETTO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

         La motrice dell’intercity, proveniente da Milano, arrestò la corsa oltre la tettoia della pensilina prospiciente il terzo binario della stazione di Parma. Lo fece biascicando un rumore acuto determinato dallo sferragliare delle ruote in frenata libera sui binari. 
   Le ombre della sera erano già scese sulla città quando i viaggiatori si precipitarono fuori dalle carrozze del convoglio. Altrettanti si affrettarono a salirvi sopra prima che il treno riprendesse la corsa verso Bologna.
    Una volta scesi dall’intercity Lorenzo e Rossella si incamminarono lungo la banchina della pensilina, scuri in volto per il ritardo di novanta minuti accumulato dal convoglio per colpa del folle gesto di un uomo, travolto dalla motrice di un treno, che aveva provocato il blocco dei convogli in transito sulla linea ferroviaria dove era avvenuta la disgrazia.
    Rossella e Lorenzo percorsero un lungo tratto di banchina fintanto che presero la via del sottopassaggio che conduceva all’uscita della stazione ferroviaria. Erano prossimi ad abbandonare la stazione quando, senza una apparente ragione, Rossella arrestò il passo imitata dal marito. 
    - Beh, posso cosa ti ha preso? C’è qualcosa che non va? - disse Lorenzo volgendo lo sguardo nella direzione della moglie ferma qualche passo indietro.
    - Quello là è Alessandro. - rispose Rossella indicando con il braccio la figura di un uomo sui trent’anni che manteneva lo sguardo fisso verso l'alto, nella direzione del tabellone elettronico su cui apparivano le scritte dei treni in arrivo e in partenza.
    - Alessandro chi?
    - E’ un mio ex compagno d’università. Te ne ho mai parlato?
    - Non credo.
    - Eppure…
    Erano trascorsi cinque o forse anche sei anni dall’ultima volta che lei e Alessandro si erano parlati. Sorpresa dalla presenza dell'amico all'ingresso della stazione ferroviaria gli corse incontro, prima che scomparisse alla sua vista inghiottito dal marasma di persone che affollavano la sala d'aspetto, senza curarsi della presenza del marito. Gli arrivò addosso e, sorprendendolo non poco, scambiò un intreccio di baci sulle guance. Lorenzo li raggiunse dopo qualche istante e solo allora Rossella si fece carico di presentargli l’amico.
    - Questo signore è Alessandro. - disse Rossella. - A suo tempo siamo stati compagni di studi all’università. Te ne ho parlato più di una volta, ricordi? Siamo molto amici, anzi amicissimi! Vero Alessandro?
    - Sì, certo. - disse l'uomo mostrando un certo imbarazzo. 
    Alessandro, un tipo alto, biondo, capelli lunghi a cadere sulle spalle, fisico atletico, allungò la mano verso il marito di Rossella a cui non rimase altro da fare che stringerla e presentarsi.
    - Lorenzo! E’ questo il mio nome.
    - Beh, cosa ti ha portato a mettere piede da queste parti? - disse Rossella.
    - Sono diretto a casa, ma sono rimasto imbottigliato nel blocco dei treni che ha interessato l'intera linea ferroviaria da Piacenza sino a Bologna. Ora sono in attesa di un treno qualsiasi che mi conduca a La Spezia.
    - L’interruzione della linea ferroviaria ha provocato un forte disagio pure a noi. Siamo rimasti bloccati alla stazione di Fidenza, all'incirca per un paio d’ore, ignari di quello che stava accadendo. - disse Rossella.
    - Sembra che un uomo si sia suicidato buttandosi sotto la motrice di un treno in località Pontetaro, rimanendo ucciso sul colpo insieme al figlioletto che stringeva a sé. - disse Alessandro.
    - Ah. – rispose stupita Rossella.
    - Non lo sapevate?
    - Ci hanno tenuti all’oscuro di tutto. Il menefreghismo da parte del personale viaggiante delle Ferrovie ci ha infastidito parecchio, come puoi immaginare. - disse Lorenzo.
    - Uno stop forzato dovuto a un guasto tecnico sulla linea ferroviaria, oppure come in questo caso provocato da un duplice suicidio sono avversità che possono capitare in qualunque momento, ma ciò che è inconcepibile è l'assenza d’informazioni verso i viaggiatori. - concluse Rossella.
    - Il caos persiste tuttora nella stazione, infatti, nessuno sa dirmi quando potrò salire sul primo treno diretto a La Spezia.
    - Nell’attesa potremmo cenare tutt’e tre in qualche ristorante, magari per festeggiare il nostro incontro. Ce n’è uno, la "Taverna Rossa", davvero delizioso e dista soltanto pochi passi dalla stazione. Che ne dite, ci andiamo? - disse Rossella mostrandosi entusiasta della propria proposta.
    - Beh, non so, non vorrei correre il rischio di perdere il treno. - disse Alessandro.
    - Ma no, dai, fra un ora al massimo saremo di ritorno in stazione. Il ristorante dista solo due passi e poi ho tante cose da dirti. - disse Rossella mostrando un interesse verso Alessandro che stupì Lorenzo poiché non l’aveva mai vista così eccitata in presenza di un altro uomo.
    - Non lo so… - disse Alessandro indeciso sul da farsi.
    - Dai, Lorenzo, diglielo anche tu. - si intestardì Rossella che nel marito cercò un alleato.
    - Ci farebbe piacere a entrambi… - si fece garante Lorenzo certo di appagare la volontà della moglie con il proprio intervento.
    - Va bene, accetto, spero soltanto di non perdere il treno.
    - E non lo perderai. - disse Rossella che, preso Alessandro sottobraccio, lo trascinò fuori dalla stazione ferroviaria ignorando la presenza del marito.

    Il ristorante cui aveva fatto cenno Rossella si trovava a un centinaio di metri dalla stazione ferroviaria. Lo raggiunsero in un baleno senza la necessità di chiamare un taxi, ma spostandosi a piedi sino lì. Rossella aveva tutta l'aria di essere stata rapita dalla presenza dell’amico, infatti, Lorenzo non l’aveva mai vista in quello stato. Per la prima volta da quando lui e la moglie stavano insieme, oramai erano trascorsi parecchi anni, si trovò a pensare che prima di lui c’erano stati altri amori importanti nella vita di Rossella. 
   Mentre tutt'e tre consumavano la cena Lorenzo si sentiva un intruso anche se Rossella e Alessandro, impegnati a discorrere, non si resero conto di averlo messo da parte escludendolo di fatto dalla conversazione. 
    Fra un bicchiere di lambrusco e una portata e l’altra non fecero troppo caso al trascorrere del tempo. Soltanto alle 11.00 di sera abbandonarono il ristorante.
    - Treni per La Spezia sino a domani mattina oramai non ce ne sono più. - disse Alessandro mentre conversavano sul marciapiede dinanzi al ristorante. - Non importa, vorrà dire che mi fermerò a dormire all’Hotel Savoy oppure in subordine all’Hotel Torino, entrambi a due passi da qui. In ogni caso mi ha fatto piacere stare in vostra compagnia, la prossima volta che farò ritorno a Parma mi farò sentire un po' prima così andremo di nuovo a cena insieme.
    - Se ti sta bene potremmo ospitarti a casa nostra per stanotte. Vero Lorenzo? - disse Rossella rivolgendosi al marito. - Abbiamo una camera libera che mettiamo a disposizione degli ospiti, e ci farebbe piacere se tu ne usufruissi. Accettando l'offerta mi faresti sentire meno in colpa per averti trattenuto in città.
    - Mi mettete in imbarazzo, siete certi che potrei non arrecarvi disturbo?
    - Affatto! - disse Rossella volgendo lo sguardo verso il marito in cerca di una assenso che le giunse immediatamente con un ammiccamento del capo.
    - Beh, allora accetto volentieri l'invito.

   Il taxi che Lorenzo si premurò di fare arrivare, servendosi del cellulare, giunse dinanzi al ristorante dopo pochi minuti dalla chiamata. Alessandro prese posto sul sedile anteriore, sistemandosi a fianco dell’autista, mentre Rossella e Lorenzo presero posto sul sedile posteriore. Durante il viaggio che li portò a destinazione Rossella seguitò a conversare in maniera vivace con Alessandro, ricordando i tempi in cui erano stati compagni di università, ma nello stesso tempo si ostinò a carezzare la coscia e il cazzo di Lorenzo su cui per tutto il tempo del viaggio mantenne appoggiata la mano. 
    Stupito dall’insolito stato di eccitazione della moglie Lorenzo si trovò nella condizione di riflettere sul tipo di amicizia che a suo tempo aveva caratterizzato il rapporto fra lei e Alessandro. Di sicuro avevano avuto una storia, gli venne da pensare, oppure erano stati semplicemente amanti. In ogni caso avevano scopato, ne era certo, poiché non aveva mai scorto Rossella così presa per un altro uomo come in quella circostanza.
     Il taxi impiegò meno di una decina di minuti, stante la scarsità di traffico in città a quell’ora di sera, per condurli a destinazione. L’appartamento, con mansarda, era ubicato al settimo ultimo piano di un moderno condominio nella immediata periferia della città con vista sulle colline. Presero posto tutt’e tre nell’ascensore, appiccicati come sardine in scatola, e in un battibaleno raggiunsero il pianerottolo dove si affacciavano le porte d'ingresso di quattro appartamenti. 
    Lorenzo si avvicinò alla porta della propria abitazione, sfilò un mazzo di chiavi da una tasca dei pantaloni, e aprì la serratura. Preceduto dalla moglie accompagnò Alessandro nella camera degli ospiti dove lo lasciarono, dopo avergli indicato la stanza da bagno attigua la camera cui avrebbe potuto fare ricorso all’occorrenza.
    - Fai bei sogni… - disse Rossella strizzando l’occhio ad Alessandro, prima di chiudere la porta della camera alle proprie spalle e allontanarsi insieme al marito.

    Appena sotto le coperte Rossella spense la luce della camera. Nuda come era sua abitudine infilarsi sottole coperte quando andava a letto si accoccolò al corpo del marito, gli posò il capo sul petto e lo accarezzò. Gli pizzicò i capezzoli con le estremità delle dita mirando a torcerli ripetutamente, poi passò a carezzargli la nuca facendogli capire che aveva voglia di fare l’amore. 
     Lorenzo le avvolse le braccia intorno al petto e l’attirò a sé, dopo qualche istante le afferrò una mano e si premurò di accompagnarla verso il basso ventre, facendole tastare tutta la forza del suo desiderio di possederla. Le loro labbra iniziarono a sfiorarsi delicatamente prima che le lingue si intrecciassero per poi affondare nell’altrui bocca.
    Lorenzo insistette a inseguire con le mani le sinuose curve del corpo di Rossella e la udì gemere di piacere mentre le carezzava i seni. Quando il desiderio di scoparla si fece insostenibile le fece allargare le gambe e si piazzò nel mezzo delle cosce, poi le fu sopra facendole sentire il peso del proprio corpo.
   Rossella inarcò i fianchi e trattenne il fiato quando il cazzo la penetrò. Lo sentì muoversi dentro la cavità della vagina e incominciò a ondeggiare i fianchi in modo d’accompagnare le spinte del marito. 
    Il ritmo con cui Lorenzo affondava il cazzo nella vagina, da prima lento, si fece in poco tempo sempre più sostenuto. Ma il pensiero che occupava la sua mente come un tarlo non era quello di raggiungere e condurre Rossella all’orgasmo, ma della presenza di Alessandro che occupava la stanza degli ospiti. Cosicché cessò di spingere il cazzo nella vagina e si rivolse alla moglie.
    - Ti andrebbe di scopare con Alessandro?
    - Eh?
    - Hai capito bene. Non hai bisogno di fare la furba con me. - disse Lorenzo guardando negli occhi la moglie, coricata sotto di sé mentre la scopava nella posizione del missionario.
    - Perché ti è venuta in mente questa idea? Dove vuoi arrivare? - rispose Rossella volgendo il capo da un lato per non subire lo sguardo del marito.
    - Per tutta la sera non gli hai tolto gli occhi di dosso. Te lo saresti mangiato in un boccone, non è così? 
    - Beh…
    - Se ti va puoi raggiungerlo, però alla condizione che io possa assistere alla scena mentre scopi con lui.
    - Ma cosa ti salta in mente?
   - Non sto scherzando, mi eccito già al pensiero di stare a guardarti mentre ti monta.
    - Sei una sorpresa, non ti pensavo così porco.
    - Lo faccio per te. Non lo hai capito?
    - E dopo?
    - Dopo cosa?
    - Cosa accadrebbe se accettassi di fare l’amore con Alessandro?
    - Succede che abbiamo goduto entrambi di questa nuova esperienza.
    - Ah.
    - Ti ripeto la domanda e tu rispondi dicendomi la verità. Hai voglia di fare sesso con Alessandro?
    - Beh, non dico di no…
    - E allora cosa aspetti?
    - Cioè?
    - Dai, vai da lui… - disse Lorenzo scostandosi dalla moglie per mettersi sul fianco
    - E poi?
    - Io ti raggiungo dopo un po’ che scopate così sarai libera di dirgli che da lì a poco vi farò visita entrando nella stanza. Se invece ti vedrò fare ritorno nel nostro letto vorrà dire che non ha accettato la nostra proposta. Ma se dopo una decina di minuti non sarai tornata, allora mi affaccerò sulla porta e starò a guardarvi mentre scopate. Ah, mi raccomando! Accendi la luce dell’abat-jour altrimenti se fate sesso al buio sarei impedito dal godere della situazione che si è creata fra voi. Giusto?
    - Beh…allora vado.
    - Vai pure, dai.
    Rossella scese dal letto e, senza troppo scomporsi, uscì dalla camera. Nuda com’era entrò nella camera che ospitava Alessandro senza bussare alla porta dell’amico.
    Trascorse una decina di minuti prima che Lorenzo, convintosi che Rossella non sarebbe tornata, si allontanasse dalla camera per raggiungere la moglie. Eccitato per l’equivoca situazione in cui si era venuto trovare, con il cuore che pareva uscirgli dal petto tanto il battito era accelerato, s’incamminò verso la stanza degli ospiti. 
    Trovarsi nella condizione di chi sta a guardare la moglie mentre fa l’amore con un altro uomo era una delle idee che gli frullava per la testa da parecchio tempo. L’incontro con Alessandro, seppure del tutto fortuito, era capitato a fagiolo dandogli l’occasione di realizzare quella che prima di allora aveva vissuto soltanto come una fantasia. Arrestò il passo davanti alla porta degli ospiti e appoggiò l’orecchio al legno prestando l’attenzione agli eventuali rumori che provenivano da lì, ma dalla stanza non giungevano né rumore di movimenti né borbottamenti di alcun tipo. Allora afferrò la maniglia e si premurò di aprire lentamente la porta, trattenendosi dal fare il benché minimo rumore.
     Dalla stanza filtrava una luce attenuata che proveniva da una abat-jour posta a fianco del letto. Quando finalmente fu in grado di buttare l'occhio dentro la camera scorse Alessandro nudo, coricato di schiena sul letto, e la moglie appollaiata fra le gambe dell’uomo impegnata a fargli un pompino. 
     Il crepitio provocato da una delle cerniere della porta, mentre si apriva del tutto, attirò l’attenzione dei due amanti che volsero lo sguardo nella direzione di Lorenzo che, eccitato dalla scena che Rossella e Alessandro stavano offrendo ai suoi occhi, si piazzò con la schiena contro la parete posta di fronte al letto per assistere alla scena di sesso. 
     Ancora una volta Rossella gli apparve eccitata come non l’aveva mai vista prima di quella sera. Succhiava il cazzo di Alessandro da maiala, facendolo scorrere dentro la bocca sino ai testicoli, impreziosendo la sua azione con dei mugolii che avevano lo scopo di offrire maggiore spessore alle fantasie erotiche dei due uomini presenti nella camera. Dopo un po' che Rossella succhiava il cazzo di Alessandro, incominciarono a tremare le gambe a Lorenzo eccitato da quella scena. Al pari di un qualsiasi guardone afferrò il cazzo e cominciò a masturbarsi senza perdere di vista la bocca della moglie che, ostinata, seguitava a succhiare il cazzo di Alessandro sputandogli sopra, di tanto in tanto, dei grumi di saliva, componente essenziale per chi vuole fare un buon pompino. 
     Piegata sulle ginocchia, madida di sudore, Rossella seguitò a succhiare il cazzo sino a quando girò il capo verso il marito, e gli fece cenno con una mano di scoparla da dietro. Lorenzo non se lo fece ripetere una seconda volta, si avvicinò al letto e incominciò a leccarle la figa spingendo più volte la punta della lingua nel buco del culo come piaceva a lei, sino quando montò anche lui sul letto e la prese da dietro.
     Rossella aveva la figa bagna fradicia. Lorenzo non ne rimase sorpreso, stante la situazione in cui si erano venuti a trovare, appoggiò le mani sui fianchi della moglie e attirò il culo verso sé, poi cominciò a dare dei colpi possenti mentre lei, affamata di sperma, seguitava a succhiare il cazzo dell’amico. 
     Lorenzo venne sbrigativamente, con un grugnito animalesco, tanto era eccitato. Alessandro venne subito dopo sborrando nella bocca di Rossella.

    Il mattino seguente, dopo avere consumato insieme a Rossella e Lorenzo la colazione, Alessandro salutò marito e moglie. Prima di accomiatarsi Rossella si rivolse a lui.
    - Lo dirai a tua moglie di me e di questa notte?
    - Certo, ci diciamo tutto noi.
    - E lei non ci resterà male?
    - No, perché quando glielo dirò sarò fra le sue braccia. 
    Rossella gli scompigliò i capelli e lo salutò con un bacio sulla bocca
    - Ciao… e buon viaggio. - disse Rossella. - Se per caso ti dovesse capitare di fare ritorno a Parma sai dove abito.
    - Sono molto occupato col lavoro e con i miei due figli, difficilmente troverò tempo per capitare di nuovo a Parma, comunque grazie di tutto. Beh, ciao Lorenzo. - disse porgendogli la mano che lui si affrettò a stringere.
    - Ciao e grazie. - disse Lorenzo.
    - Grazie di cosa? Il piacere è stato reciproco no? - concluse Alessandro uscendo dall'abitazione affrettando il passo per salire sul taxi che lo stava aspettando in strada.

 

 
 

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