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TOMBEUR DE FEMMES
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Mancavano poche ore ai festeggiamenti del
Capodanno. Nevicava dal primo pomeriggio
e le strade erano ammantate di bianco. Roberto si era trovato a fare visita a
Il Girasole, uno dei grandi centri
commerciali sorti come funghi a ridosso
della tangenziale, nella immediata
periferie della città. Era intento a
collocare un
paio di bottiglie di lambrusco nel carrello della spesa
quando
incrociò Giorgio
Piersanti.
Dopo
avere trascorso gli ultimi cinque anni
all'estero, mettendo a profitto
la laurea in ingegneria, conseguita con
il massimo dei voti, da poche
settimane aveva fatto ritorno in città.
A convincerlo a effettuare il rimpatrio erano stati i
dirigenti di una importante azienda
multinazionale del settore farmaceutico
che, venuti a conoscenza delle sue
geniali capacità, gli avevano proposto
la direzione di uno dei laboratori di
ricerca e produzione di tecnologie
biomediche. Roberto aveva accettato
l'offerta di lavoro e preso servizio
nella azienda della sua città.
In virtù del fresco
rimpatrio gli fece piacere imbattersi
nella persona di Giorgio nonostante i
loro trascorsi, datati ai tempi del
liceo, non fossero improntati su una
profonda amicizia.
Soltanto
una settimana prima di imbattersi in
Giorgio, durante uno dei suoi frequenti
vagabondaggi notturni in giro per la
città, gli era capitato, in modo del
tutto casuale, di mettere piede in una
caffetteria dal nome piuttosto
singolare: “La Chapelle”.
Dell'atmosfera
torbida che caratterizzava il locale se
n'era avveduto soltanto dopo avere
raggiunto il bancone della mescita e
ordinato una birra a doppio malto,
infatti, soltanto allora si era guardato
attorno e nella penombra delle luci
soffuse che caratterizzavano il locale
aveva intravisto, seduti intorno ai
tavoli, un certo numero di uomini
travestiti da donna. D'acchito aveva
pensato a quelle figure come a delle
entraineuse, ingaggiate dai gestori del
locale per sollecitare i clienti a
consumare vino e alcolici a cifre
spropositate.
La presenza di quelle
strane figure non lo aveva per niente
imbarazzato, ma nemmeno gli aveva fatto
piacere poiché non aveva nessuna
intenzione di farsi succhiare l'uccello
da uno di loro. Quello che lo aveva
persuaso a non abbandonare il locale, a
dispetto della presenza dei travestiti
che parevano guardarlo con curiosità,
era che quella sera, vigilia di Natale,
la caffetteria era uno dei rari locali
rimasti aperti nel centro storico della
città. E prima di fare ritorno a casa
voleva togliersi la sete con una
Guinness dalla schiuma cremosa e densa
come la panna, quello e basta.
Era
seduto su un traballante
sgabello a trampolo davanti al bancone
della mescita, assorto nei suoi pensieri
mentre sorseggiava a piccoli sorsi la
birra servitagli da un cameriere dai
grandi pettorali, ostentati sotto la camicia
bianca, opportunamente lasciata
sbottonata, quando uno dei travestiti
gli si era avvicinato.
-
Ciao, bell'uomo... sei nuovo di questo
posto, vero? Non mi pare di averti visto
altre volte qua, ma potrei sbagliarmi.
- Sì. - aveva risposto
Roberto seccato dall'atteggiamento
sfrontato del travestito.
- Io mi chiamo Mitsuyo.
- Ah.
- Non sai dire nient'altro?
- si era lasciato sfuggire il travestito
ammiccando un sorriso e sbattendo più
volte le ciglia posticce.
- Le mie emozioni le
esplicito in base al tipo di persona con
cui mi trovo in compagnia.
- Sai, mi delizierebbe
sapere cosa ci fa un macho come te in un
posto come questo. Sei in cerca di
evasione? Vuoi una avventura? Vuoi
gratificare il tuo essere maschio in una
sera speciale qual è questa della
vigilia del Natale? E così?
La
domanda rivoltagli dal travestito, un
tipo di razza asiatica fascinoso ed
effeminato come lo sanno essere soltanto
le donne orientali, aveva fatto prendere
coscienza a Roberto di quanto fosse
palpabile, agli occhi della gente, il
bisogno che aveva di una compagnia
femminile, calore che avrebbe saputo
offrirgli anche una qualsiasi delle
checche presenti nel locale se solo lo
avesse esplicitato.
Roberto
era reduce da una storia d’amore molto
intensa, finita malamente, che lo aveva
annullato nello spirito e nel corpo.
Dopo che Samantha, la donna che nel
volgere di pochi mesi lo aveva
conquistato, tradito e lasciato per
mettersi con un altro uomo, non aveva più
voglia d'impegnarsi con un’altra
donna.
Era questa la principale
delle ragioni che lo aveva convinto a
lasciare gli Stati Uniti, dove aveva
lavorato negli ultimi cinque anni, per
fare ritorno in Italia. Stare lontano da
Samantha, di cui peraltro era collega di
lavoro, sarebbe servito a dimenticarla
più celermente. Di questo ne era certo,
ma non c’era riuscito nonostante
fossero trascorsi sei mesi e diciotto
giorni dal momento della loro
separazione.
Prima
di conoscere Samantha aveva avuto altre
storie, ma nessuna donna era riuscita ad
accendergli il cuore d'amore. Solo lei c'era
riuscita, perlomeno fino al giorno in
cui aveva scoperto i frequenti
tradimenti. Frastornato dall’esito
negativo di quella infelice esperienza
aveva deciso di astenersi dal
corteggiare altre donne. Dopotutto
qualsiasi prostituta avrebbe potuto
offrirgli a poco prezzo quello che
qualsiasi donna custodisce fra le cosce,
senza dovere perdere tempo e
denaro per conquistare i suoi favori.
-
Ti ho fatto una domanda e non mi hai
ancora risposto. Desumo che non ti va di
rispondermi. E' così? - aveva insistito
il travestito.
Roberto
aveva girato lo sguardo verso l'uomo
dalla voce rauca sedutogli accanto,
vestito con abiti femminili, tette
posticce, viso eccessivamente carico di
trucco, e dopo avere effettuato un lungo
sospiro si era rivolto a lui.
-
Davvero ti interessa sapere perché
stasera sono finito in un posto come
questo?
-
Se può servirti per giustificare la tua
presenza qui, allora parla pure.
-
Forse il motivo per cui sono finito in
questa caffetteria è perché a casa non
ho nessuno ad aspettarmi. Del resto la
stessa domanda potrei farla io a te.
Dai, prova a rispondermi e dimmi cosa ci
fai tu, nella sera che precede il
Natale, in questo posto. Pensi davvero
di riuscire ad agganciare qualcuno che
abbia voglia di farsi succhiare
l'uccello da te?
-
Ci scommetto che hai una dannata voglia
che qualcuno te lo succhi. E' così,
vero?
-
Di sicuro non da te.
-
Sei offensivo. Ti stai comportando
proprio da stronzo. Non te ne rendi
nemmeno conto, eh?
-
Scusami, ma non volevo essere insolente.
Vorrei soltanto essere lasciato in pace
e terminare di bere questa dannata
Guinness, poi...
-
Sei il classico tipo d'uomo che scopa
con le prostitute, vero? Li conosco bene
i tipi come te, però stasera potresti
cambiare idea e fartelo succhiare da me.
-
Hai indovinato, mi piace scopare con le
puttane. E sai perché? Ho scoperto che
è molto meglio pagare una puttana
piuttosto che perdere tempo
a corteggiare una donna per poi
ritrovarmi con un pugno di mosche,
mentre sfilando dal portafoglio poche
decine di Euro ho l'opportunità di
sbattere il cazzo in bocca o nel culo a
una qualsiasi delle ragazze che vendono
il proprio corpo sui viali di questa
città. Infine, pagando, posso
approfittare anche della loro compagnia
senza illudermi che potrei trovare in
mezzo a loro una donna speciale, come
invece succede quando si ha voglia di
essere innamorati e si corteggia una
donna. Hai capito adesso?
-
Mi sembra persino inutile chiederti cosa
può offrirti una prostituta che invece
non può darti una donna con cui
potresti intraprendere una relazione
seria.
-
Sei mesi fa ho messo fine a una storia
che durava da un po' di tempo. E dopo
quanto mi è accaduto rifuggo le donne
normali perché non provo più interesse
verso di loro.
-
Non dirmi che hai smesso di fare sesso?
Oppure che fai? Ti masturbi soltanto?
-
Te l’ho detto! Quando ho voglia di
scopare lo faccio con le puttane.
-
Ah.
-
E poi uno dei motivi per cui preferisco
scopare con le prostitute è che con
loro posso chiedere, senza troppi
problemi, di fare cose che se le
sollecitassi a una mia compagna temo che
potrebbero danneggiare la nostra
relazione.
-
Sei così pretenzioso nelle tue necessità?
-
La verità è che quando chiedi una
prestazione particolare a una prostituta
lei ti risponde solo con si o no, e non
ci sono altri problemi.
-
Mentre con la donna con cui potresti
condurre una relazione a lungo termine
pensi che non ti permetterebbe di fare
le stesse cose?
-
Senti è inutile che la tiriamo tanto
alla lunga. Con una checca come te non
ci vengo. Hai capito!
-
Fa lo stesso... stai calmo, tanto anche
tu non sei il mio tipo.
-
Bene, meglio così.
-
Magari potrebbe interessarti scopare con
una mia amica. E' una tipa speciale,
bellissima, che non lo fa di mestiere ma
si prostituisce soltanto quando ha
necessità di denaro. Se t'interessa le
telefono. Però ti avverto che un'ora
trascorsa in sua compagnia ti verrà a
costare parecchio denaro.
-
Quanto?
-
Trecento Euro... ma sono certa che per
uno come te non dovrebbe essere una
grande cifra, sbaglio?
-
Cazzo! Ma chi è questa ragazza, una
delle Olgettine?
-
E' molto meglio, ti assicuro che ne vale
la pena. E' il tipo di donna capace di
fare rizzare il cazzo anche a un morto.
-
Non compro merce al buio, voglio vederla
con i miei occhi questa ragazza prima di
accettare la proposta che mi hai fatto.
-
Abita a due passi.
-
Allora falla venire in caffetteria,
anche se dubito che possa essere libera
in una sera come questa. Forse hai
dimenticato che è la vigilia di Natale!
-
Se in questo momento non è libera farà
alla svelta a disimpegnarsi. Specie se come
penso ha un dannato bisogno di denaro.
Dopo
una decina di minuti la ragazza aveva
fatto la sua comparsa sulla porta della
caffetteria, sbalordendo non poco
Roberto sorpreso dalla avvenente
bellezza. Al pari del travestito con cui
si era intrattenuto a parlare anche la
misteriosa prostituta era di razza
asiatica.
Dotata di un fisico
longilineo, pelle chiara e vellutata,
aveva un viso ovale da cui spiccavano,
sotto la frangia di capelli neri come la
pece, dei grandi occhi scuri a mandorla,
labbra morbide e sensuali, e uno sguardo
vivo da mettere a proprio agio qualsiasi
uomo.
Scorgendola sulla porta
all'ingresso del locale a Roberto aveva
dato l'impressione di essere pronta a
esaudire ogni suo desiderio, e mentre si
avvicinava al bancone si era venuto a
trovare con il cazzo in erezione.
-
Beh, cosa ne pensi? - gli aveva
domandato il travestito dopo che la
ragazza li aveva raggiunti al bancone
dove si erano intrattenuti per tutto il
tempo a parlare.
-
Un prelibato bocconcino. Non c'è che
dire. - aveva risposto Roberto torcendo
la bocca con una smorfia di assenso.
-
E' tutto quello che sai dire?
-
Beh… intanto dico che mi fa piacere
intraprendere questa conoscenza. - aveva
concluso Roberto.
-
Il mio nome è Aisha. – erano state le
prime parole pronunciate dalla ragazza
dopo avere teso la mano verso Roberto
che subito si era affrettato a
stringerla.
-
Aisha? E’ un bellissimo nome...
-
Magari potrebbe interessarti sapere qual
è il significato del mio nome. Beh, è...
vita e prosperità.
-
Ah. Bene! Però quello che più mi
interessa sapere è quanto potrebbe
venirmi a costare un’ora a letto con
te?
-
Dipende da cosa vuoi fare.
-
Mettertelo nel culo, per esempio.
-
Davvero preferisci quello a tutto il
resto che può offrirti il mio corpo?
-
In effetti, non sei una donna da
inculare e basta, sei troppo bella. Quel
che è certo è che mi piacerebbe
comunque prenderti da dietro, affondando
il cazzo indifferentemente nel culo
oppure nella figa, ancora non lo so.
Adesso non mi va di dirti cosa voglio
fare con te. Dimmi solo quanti Euro mi
verrebbe a costare scopare con te.
-
La sera della vigilia di Natale è
speciale. Ne sei consapevole di questo,
vero?
-
Dai, lascia stare queste stronzate,
dimmi soltanto quanto denaro chiedi.
-
Trecento Euro.
-
Okay! Dove andiamo? A casa tua? In
albergo? Dove?
-
Ci allontaniamo in un posto poco
distante da qui. Se ti va seguimi...
L'appartamento dove Aisha lo aveva condotto consisteva in una
mansarda situata al quarto piano di una
vecchia palazzina priva di ascensore.
Nella stanza da letto, sciatta e in
disordine, la luce accesa degli schermi
di un paio di computer si alternavano a libri di fiabe e lattine di birra. Roberto si era sorpreso nel
costatare lo stato di confusione che
caratterizzava la stanza, ma se n'era
subito dimenticato dopo che la ragazza
gli si era avvicinata e aveva cominciato
a spogliarlo.
Aisha
lo aveva denudato facendo ricorso a dei
modi delicati cui non era abituato,
soltanto quando era rimasto
completamente nudo, con il cazzo in
piena erezione, lei aveva cominciato a
togliersi gli abiti adoperandosi in uno
spogliarello di rara eleganza,
mostrandosi alla fine completamente nuda
con la figa calva.
Il
corpo dalla bellezza marmorea della
ragazza pareva scolpito da un artista
tanto era perfetto nelle forme. Roberto
non era mai stato a letto con una donna
di razza asiatica e si era stupito
quando, dopo che quest'ultima aveva
insistito a fargli indossare il
preservativo, cosa di cui avrebbe fatto
volentieri a meno, si era trovato ad
avere a che fare con una macchina da
sesso, anzi di una sfonda materassi, da
farci persino indigestione.
In
compagnia della ragazza aveva fatto
sesso per un'ora intera, dopodiché
l'aveva pagata con la cifra di trecento
Euro pattuita in precedenza.
Prima
di accomiatarsi aveva chiesto alla
ragazza di dargli il numero del
cellulare nel caso avesse avuto di nuovo
bisogno della sua compagnia, ma lei non
aveva voluto comunicarglielo, dopodiché
si erano scambiati un doppio bacio sulle
guance e salutati.
Era
dai tempi del liceo, allorché per
cinque anni erano stai vicini banco, che
Roberto non incontrava Giorgio Piersanti,
così quando se lo trovò di fronte fra
le scansie dell'ipermercato dove
entrambi erano entrati per fare compere,
gli riuscì spontaneo salutarlo e
stringergli la mano nonostante grandi
amici non lo fossero mai stati poiché,
all'epoca del liceo, Giorgio gli aveva
soffiato la ragazza, abbandonandola dopo
averla scopata per andare a conquistare
il cuore di altre ragazze.
Giorgio
era considerato da tutti i maschi del
liceo un tombeur de femmes perché,
oltre ad avere una famiglia agiata, era
anche ricco di fascino e di fare
cadere ai suoi piedi tutte le ragazze
della scuola che parevano implorare le
sue attenzioni come fosse Casanova.
-
Cazzo! Ma quanto tempo è passato
dall'ultima volta che ci siamo visti? -
disse Giorgio.
-
Beh, saranno perlomeno più di dieci
anni.
-
E adesso cosa fai di importante nella
vita?
-
Sviluppo tecnologie biomediche per una
importante casa farmaceutica.
-
Un lavoro molto impegnativo, suppongo.
-
Abbastanza. Dopo la laurea in ingegneria
mi sono trasferito all'estero e ho
accumulato una certa esperienza nel
campo delle tecnologie biomediche. Dopo
cinque anni trascorsi negli Stati Uniti,
dove insieme ad altri ricercatori ho
messo a punto diverse apparecchiature
elettromedicali, ho deciso di fare
ritorno a casa.
-
Io invece non ho mai lasciato questa
città. Una volta terminato il liceo ho
cominciato a lavorare nello studio di
commercialista di mio padre e non l'ho
mai lasciato. Non so se è stato un bene
o un male, però sono contento e poi
guadagno abbastanza.
-
Io invece me lo sono dovuto sudare il
posto di lavoro.
Seguitarono
a discorrere piacevolmente delle
problematiche di interesse
medico-biologiche cui Roberto, in quanto
ingegnere, era chiamato a risolvere
insieme con altri specialisti
nell'azienda per cui lavorava sino a
quando, alle spalle di Giorgio, spuntò
una figura femminile.
Era
una ragazza asiatica quella che spingeva
il carrello della spesa e veniva dritta
verso di loro. Quando fu a fianco di
Giorgio arrestò il passo.
-
Questa è la mia fidanzata e prossima
sposa. - disse Giorgio tradendo un certo
orgoglio. - Il suo nome è Aisha.
La
ragazza stese un braccio verso Roberto
che contraccambiò il gesto con un certo
timore, avendola riconosciuta per la
prostituta con cui, soltanto qualche
sera prima, la notte della vigilia di
Natale, aveva fatto l’amore, ma non
esitò a stringerle la mano.
-
Piacere, il mio nome è Roberto.
-
Che ne pensi? E' davvero una ragazza
speciale eh! - disse Giorgio con aria
soddisfatta. - E' iscritta all'università,
facoltà di lingue. E' bravissima. Le
restano da sostenere soltanto un paio di
esami e discutere la tesi prima di
laurearsi.
-
Complimenti. E' davvero una ragazza
adatta a un uomo di successo come te. -
disse Roberto prima di salutare i due
fidanzati.
Mentre
si allontanava per proseguire nel
proprio giro di acquisti si chiese se
Giorgio fosse davvero un tombeur de
femmes, come lo aveva giudicato ai tempi
del liceo, oppure molto più
semplicemente un trombato dalle femmine.
E gli venne da sorridere.
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