EROTIC TAXI
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

       Quando raggiunsi il piazzale antistante l'ingresso del Palasport scesi dalla bicicletta e l'appoggiai contro il fusto di un albero, poi mi avvicinai alla cabina del telefono pubblico piazzata sul marciapiede. Le pareti della cabina abbondavano di biglietti appiccicati alle pareti di vetro. Ignorai l'apparecchio telefonico e mi soffermai a leggere gli annunci scorrendoli di fretta, uno dopo l'altro, alla ricerca di un messaggio molto particolare.
   Avevo il cazzo duro e una gran voglia di scopare. La maggioranza degli annunci erano redatti con pennarelli, alcuni avevano l'aggiunta di disegni, il resto erano biglietti da visita. Tutti riportavano in calce al messaggio un numero di cellulare.
   Su uno dei biglietti una mano aveva scritto: 
  "Abbandonati a Lucy e troverai il Paradiso".
 
  Su un altro: 
  "Morbida, naturale, sesso sfrenato". 
  Su quello successivo: 
  "Curve da sogno, mozzafiato, 5^ naturale". 
  Sopra un biglietto di colore canarino trovai scritto: 
 
"Vulcanica, insaziabile, pratiche sadomaso". 
  E su un altro:
  "Bambolina, corpo da fotomodella, fantasiosa, esegue qualsiasi tipo di massaggio".
   Facevo visita a quella cabina ogni sera, da più di un mese, percorrendo con lo sguardo tutti i messaggi alla ricerca di un annuncio molto particolare. Ma della donna che si firmava con il nome di Liù Min Ciù non c'era traccia. Eppure era sopra una parete di vetro della cabina telefonica, sistemata davanti al Palasport, che tempo addietro avevo scorto il suo annuncio.
   L'inserzione aveva attirato la mia attenzione perché molto diversa dalle altre appiccicate ai vetri della cabina. L'annuncio era scritto a mano utilizzando un pennarello nero ed era così formulato:
   "Cinese sexy, bellissima, morbida, sesso sfrenato con uomini e donne. Chiama tutti i giorni. Tel.332.XXX.XXX". 
   Leggendo l'annuncio ero rimasto sorpreso dalla frase: “sesso sfrenato con uomini e donne”. Non mi era mai passato per l'anticamera del cervello che vi fossero prostitute interessate a fare sesso con altre donne. Stimolato da quell'inusuale scoperta inserii la carta prepagata nell'apparecchio telefonico, sollevai la cornetta, e digitai il numero riportato in calce al messaggio.
   Dopo alcuni squilli una voce femminile mi diede risposta.
   - Pronto, Liù.
   - Sì.
   - Hai bisogno? Tranquillo c'è qui Liù. - rispose la voce di donna in un italiano quasi perfetto che mi lasciò persino perplesso.
   - Ho letto un tuo annuncio. L'ho trovato affisso ai vetri di una cabina del telefono e...
   - E vorresti fare l'amore con me? Non è così?
   - Sì, appunto. Ma volevo conoscere le tue tariffe.
   - Costo dai 100 ai 200 euro, dipende dal servizio che richiede il cliente. E tu cosa desideri da me?
   - Cazzo! Sei costosa.
   - Preziosa! Costosa è invece la vagina che custodisco fra le cosce.
   Il suono della voce di Liù era particolarmente sensuale. Avevo le palle piene di sperma e una gran voglia di scopare, così decisi di metterla alla prova affascinato dai suoi modi e dalla presunta bisessualità.
   - Quand'è che sei disponibile?
   - Subito, se ne hai voglia.
   - Sì, certo, va bene. Hai una abitazione? Dove ti raggiungo?
   - Non ti preoccupare, sarò io a raggiungerti.
   - Ma veramente non ho una abitazione in cui...
   - Dimmi dove ti trovi che ti raggiungo in macchina.
   - Sono in Via Pellico, davanti al Palasport, ma...
   - Fidati di me, fra cinque minuti sarò lì.
   - E come ti riconosco?
   - Sarò alla guida di una monovolume.
   - Che modello?
   - Un Fiat Doblò.
   - Un Doblò? Piuttosto spartana come monovolume.
   - Modello Malibù, colore blu metallizzato.
   - Ah!
   L'idea che mi ero fatto delle monovolume era di tutt'altro tipo. Il Fiat Doblò lo reputavo un'autovettura adatta al trasporto merci e nient'altro, ma non mi feci scrupolo della cosa.
   - Allora che faccio? Ti raggiungo?
   - Sì, certo, sarò davanti alla cabina del telefono. E' l'unica posizionata all'ingresso del Palasport.
   - Arrivo.
   Uscendo dalla cabina ero confuso, eppure non era la prima volta che mi appartavo con una prostituta. Ma la presunta bisessualità della donna e i caratteri morfologici della pelle gialla me l'avevano resa immensamente appetibile.

   Liù Min Ciù raggiunse il Palasport, dove ero in attesa del suo arrivo, una decina di minuti dopo la telefonata. Arrestò la corsa del monovolume a poca distanza dalla cabina telefonica, spense il motore, aprì la portiera del Fiat Doblò, e mise piede sul marciapiede.
   Scorgendola mentre camminava nella mia direzione rimasi sorpreso dalla sua statura. Me l'ero immaginata minuscola e con gli occhi a mandorla. Invece era alta e con gli occhi a mandorla.
   I capelli erano scuri, tagliati a caschetto, con la frangia a cadere sulla fronte. A qualche metro dalla mia postazione mi sorrise e io feci altrettanto.
   - Ciao! - disse quando mi fu vicina.
   Contraccambiai il saluto con un certo imbarazzo. A quell'ora di tardo pomeriggio Via Pellico straripava di autovetture che viaggiavano nei due sensi di marcia, e mi sentii a disagio nel farmi vedere in sua compagnia.
   - Dove andiamo? - dissi impaziente di allontanarmi da lì.
   - Sali sulla mia macchina, andiamo via da qui.
   - Okay!
   - Seguimi.
   Liù Min Ciù mi condusse al parcheggio coperto del Supermercato Panorama, distante un centinaio di metri dal punto in cui ero salito sull'automezzo. Arrestò il Fiat Doblò nello spazio delimitato dalle strisce bianche fra un Bmw e un Opel Corsa, dopodiché spense il motore.
   - E adesso? - dissi.
   - Adesso scendi dalla vettura che andiamo tutt'e due nel retro.
   - Eh?
   - Beh, che c'è di tanto strano?
   - Niente... niente. E' che...
   - Non sarai mica deluso, eh?
   - Ma qui c'è pieno di gente! - dissi con disappunto.
   - E allora?
   - E se ci scoprono?
   - I vetri sono abbruniti e nessuno può vedere cosa succede dentro l'abitacolo. Eccitante, no? Guarda qui. - disse volgendo lo sguardo alle proprie spalle, verso il piano di carico dell'autovettura. 
   - Nel retro ho provveduto a collocare un materasso, delle lenzuola e un cuscino. E poi l'autovettura è persino provvista di impianto di climatizzazione, che vuoi di più? C'è anche un armadietto con manette, frustini e alcuni oggetti adatti a particolari giochi erotici per soddisfare le esigenze di un certo tipo di clientela. Tu ne hai bisogno?
   - No. - dissi.
   Liù Min Ciù aveva ottimizzato gli spazi del Fiat Doblò trasformandolo in un taxi erotico. Mi invitò a scendere dalla vettura. Aprì il portellone che comunicava con la parte posteriore del furgone e mi offrì ospitalità dentro quell'alcova da lavoro.
   - Spogliati. - disse.
   L'assecondai e a fatica mi liberai della camicia e dei pantaloni.
   - Spogliarti di tutto.
   Mi liberai della canottiera e delle mutande. Rimasi senza niente addosso e col cazzo in tiro.
   Liù Min Ciù fece scendere la lampo della gonna stando inginocchiata sul materasso. La veste le scivolò fino alle caviglie e rimase nuda. Non indossava le mutandine, d'altronde con il mestiere che praticava non ne aveva bisogno. Serbava tette piccole e capezzoli minuscoli, ma appuntiti. La fica era depilata tutt'attorno e la cosa mi piacque.
   Era così che m'ero immaginato Liù Min Ciù: giovane e carina.
   Il suo corpo era morbido come lo aveva descritto nell'annuncio che tanto mi aveva incuriosito, scorgendolo nella cabina, confuso fra tanti altri.
   Fare l'amore con Liù Min Ciù, protetti dai vetri oscurati, mentre le persone transitavano accanto a noi con i carrelli della spesa, fu molto eccitante. La fica era stretta e cedevole, ma anche la bocca la era altrettanto. Me ne accorsi quando le seppellii la cappella fra le labbra. Non avevo mai fatto sesso con una donna orientale e l'esperienza con Liù Min Ciù fu esaltante. 
   Rinchiuso fra le pareti di lamiera del Doblò rimasi per mezz'ora a scopare e farmelo succhiare. Brava a fare sesso la era per davvero, la troia. Quando a fine scopata mi riaccompagnò alla cabina telefonica dove mi aveva prelevato, la salutai e da allora non l'ho più rivista.

   Sono trascorsi un paio di mesi da quell'incontro. La cabina telefonica posta sul marciapiede a fianco del Palasport è gremita di annunci di ogni tipo. Ma inserzioni di Liù Min Ciù non ne ho più trovate, né lì né in nessun'altra cabina della città. Neppure del suo taxi erotico ho trovato traccia andando in giro per Parma, forse la ragazza ha cambiato tipo di monovolume oppure si è trasferita in un'altra città. Boh!

 
 

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