STRIP CLUB
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

        Anastazja aveva l'abitudine di raggiungere Parma servendosi ogni sera del treno in partenza dalla stazione di Brescia alle 20.00. Nella città ducale si esibiva come ballerina di lap-dance sulla pedana del Gattopardo, uno dei tanti Strip Club sparsi nella Pianura Padana.
   Ogni notte, dopo avere dato sfoggio delle movenze del proprio corpo, strusciando tette, culo, e figa contro una pertica di legno, finiva con l'accompagnarsi a qualche occasionale cliente fra quelli che avevano assistito alle sue esibizioni.
   Quella della ballerina di lap-dance la considerava una professione come tante altre, perlomeno questo raccontava ai clienti che le chiedevano il motivo di quella scelta professionale, illudendosi che il mostrarsi nuda su una pedana di lap-dance le fosse utile per trovare riscatto da una vita segnata dagli stenti da cui era fuggita lasciandosi alle spalle la Polonia.
   Il cadavere di Anastazja, tagliato a pezzi, era stato ritrovato all'interno di un cassonetto dell'immondizia, ingabbiato dentro un trolley, all'alba di una nebbiosa mattina d'inverno. A fare la triste scoperta era stata un'anziana donna incuriosita dalla presenza di un trolley, nuovo di zecca, confuso nell'immondizia. A fatica aveva provveduto, insieme al marito, a togliere dal cassonetto la valigia incuriosita dal fatto che era pesantissima. 
   Schiacciato a forza dentro il trolley c'era il cadavere tagliato a pezzi di una donna, che in un secondo tempo la polizia aveva identificato in quello di Anastazja.

   Mirko arrestò il Bmw nell'area di parcheggio distante un isolato dal Gattopardo. Il locale era il medesimo dove Anastazja era solita esibirsi prima di essere stata ammazzata. Erano trascorsi tre mesi dal ritrovamento del cadavere della ragazza e da allora non aveva più messo piede nel nigth-club.
   Quando raggiunse l'ingresso del Gattopardo si ricordò della prima volta che Anastazja gli aveva fatto un pompino in quel locale. Ripensò alle parole che in quella occasione si erano scambiati dopo che le aveva sborrato nella bocca.
   - Ce l'hai bellissimo, lo sai? - gli aveva detto Anastazja con le labbra grondanti di sperma.
   - Sì, lo so. - le aveva risposto, distratto com'era, consapevole della bellezza del proprio cazzo, soprattutto per le dimensioni fuori dal comune. - Tu invece sei stata molto brava a succhiarlo. Te lo hanno mai detto che hai del talento per questo genere di cose?
   - Sì, in tanti, ma con te è stato diverso rispetto a quando lo faccio con gli altri uomini.
   - Ma va. Ci avrei scommesso che avresti pronunciato queste parole. Vi comportate tutte così con i clienti, vero?
   - Ognuno nasce con un talento speciale, non credi?
   - Certo, hai ragione.
   - Il mio è quello di fare bene i pompini. - aveva concluso Anastazja prima di riprendere a masturbarlo. - Il tuo invece qual è?

   Mirko aveva saputo del rinvenimento del cadavere della ragazza dando una scorsa alle pagine di cronaca del giornale. La notizia era comparsa sulla prima pagina della Gazzetta di Parma, il quotidiano a maggiore diffusione nella città, congiuntamente alla immagine del cassonetto dove era stato ritrovato il corpo seviziato della ragazza.
   L'estensore dell'articolo di cronaca, alludendo alla fortuita circostanza del ritrovamento del trolley, rivelava che due anziani avevano tentato d'aprire la valigia, ma quando una mano imbrattata di sangue era spuntata dal bagaglio, spaventati, avevano abbandonato il trolley sulla strada ed erano fuggiti. Successivamente avevano telefonato alla polizia, consapevoli che il trolley conteneva qualcosa di stomachevole.
   Gli inquirenti erano riusciti a risalire all'identità della donna, il cui corpo era contenuto a fatica nel trolley, grazie al frammento dell'etichetta di una compagnia aerea appiccicata alla valigia, testimonianza di un viaggio fatto di recente da Anastazja in Polonia. 
   Le indagini della polizia, secondo quanto riportava l'estensore dell'articolo di cronaca nera, avevano preso la strada del movente passionale, ricercando il colpevole dell'omicidio in un amante deluso, oppure in uno spasimante insoddisfatto, ma a distanza di tre mesi dal ritrovamento del cadavere l'inchiesta sull'omicidio della ragazza era in un vicolo cieco, come chiunque avrebbe potuto costatare leggendo il Gazzettino di Parma.

   Al Gattopardo era possibile assistere a spettacoli in cui le ragazze, mentre ballavano nude su di una pedana, si lasciavano toccare, entro certi limiti, dai clienti, ma erano molti gli uomini che mostravano alle spogliarelliste qualche biglietto da cento euro e successivamente le scopavano in uno dei privé messi a disposizione dal gestore del locale.
   Una volta dentro al night club Mirko impiegò una manciata di secondi per abituarsi alle luci attenuate del locale. Raggiunse il bar delle consumazioni, illuminato da una fila di faretti dalle luci intermittenti, e andò a sedersi sopra uno degli sgabelli a trampolo distribuiti tutt'intorno al bancone. Nel momento in cui il barman gli si fece incontro ordinò un Negroni, dopodiché gli girò le spalle e volse lo sguardo verso la sala.
   I divani intorno la passerella erano occupati da clienti impegnati a guardare il corpo di una ragazza impegnata a strusciare figa e tette contro una pertica, in evoluzioni artistiche spettacolari, al ritmo di una musica pop anni ottanta.
   L'esibizione pareva svolgersi senza particolare entusiasmo da parte degli astanti. Nessuno degli spettatori era abbastanza eccitato da mettere in atto dei toccamenti sulla pelle della spogliarellista. Il più delle volte quelli scambiati al bordo pedana erano toccamenti reciproci. Mirko lo sapevo bene perché anche a lui piaceva toccare la pelle sudata delle ballerine di lap-dance che si esibivano sulla pedana. Ma più di tutto gli piaceva farsi succhiare l'uccello da qualche entraineuse mentre una delle ballerine si esibiva sulla pedana davanti a lui.

   Stava sorseggiando il Negroni servitogli dal barman quando Anita, la donna che fungeva da maitresse e amministratrice del locale, andò a sedersi accanto a lui.
   - Hai da accendere? - disse infilando fra le labbra una sigaretta che si premurò di togliere dal pacchetto di Marlboro.
   Mirko prese l'accendino dalla tasca della giacca e le porse il fuoco. La donna avvicinò la sigaretta alla fiamma, aspirò il fuoco e accese la bionda, dopodiché gettò un paio di boccate di fumo verso il volto di Mirko, infine si rivolse a lui.
   - Non vai a sederti attorno alla pedana? Temi che non ti diventi duro il cazzo stasera?
   - Perché dici questo?
   - Forse perché è da troppo tempo che non ti facevi vedere da queste parti.
   - Hai ragione, è dalla morte di Anastazja che non mettevo piede in questo night-club.
   - Povera ragazza, ti piaceva scopare con lei, vero? - disse la donna sottolineando la frase con uno sguardo indagatore.
   - Mi piaceva farmelo succhiare, come succedeva ad altri clienti del locale. Era brava come poche altre ragazze a fare pompini. Forse perché era polacca, là le ragazze sono sufficientemente disinibite e poi iniziano da giovani a farsi scopare.
   - Hai ragione, era davvero brava a fare pompini. E poi accontentare uno dotato come te non è per niente facile. Purtroppo è stata uccisa, ma di ragazze brave a succhiare ne ho molte altre da mettere a tua disposizione, se ti va di provare.
   - Uhm... non sarà facile trovare una ragazza dotata come Anastazja.
   - Allora non hai fiducia in quello che dico?
   - Ma no, è che...
   - Ti consiglio di fartelo succhiare da Irina.
   - Irina? E chi è?
   - E' nuova del locale, non la conosci, se vai a sederti davanti alla pedana te la faccio arrivare e la metti alla prova.
   - Davvero è brava come dici tu?
   - Giuro!
   - Va bene dai, mandamela. Intanto vado a sedermi là. - disse indicando un divanetto sul lato sinistro della pedana dove la ballerina di lap-dance aveva terminato di esibirsi, e stava facendo ritorno dietro le quinte.
   - Te la mando fra poco.
   - Okay! Sta bene.

   Mirko andò a occupare il posto indicatogli dalla maitresse. Una volta seduto rimase in attesa che dal fondale della scena uscisse un'altra spogliarellista. Prima che ciò accadesse una delle entraineuse, bionda platino, venne a sedersi accanto a lui.
   - Ciaooo. - disse la ragazza dispensandogli un sorriso abbagliante.
   - Irina?
   - Sì, ho saputo che hai chiesto di me.
   - Beh, ad Anita ho fatto la richiesta di una ragazza speciale, una che sa fare bene i pompini. Tu li sai fare bene?
   Presa alla sprovvista la ragazza si riprese subito dalla sorpresa e non fece passare altro tempo prima di dargli risposta.
   - Chi ha provato la mia bocca dice che sono brava a fare pompini, vuoi che te lo succhi ora? Oppure dopo?
   - Non subito, prima voglio godermi un po' di spettacolo.
   Mirko aveva l'abitudine di assistere alle esibizioni delle ragazze per eccitarsi, soltanto in un secondo tempo si sarebbe fatto succhiare il cazzo mettendo alla prova le presunte doti di bocca della ragazza bionda.
   - Ti spiace se ordino qualcosa da bere. - disse la ragazza.
   - No, affatto. Champagne?
   - E perché no?
   - Beh, forse è meglio se ordino uno spumante, altrimenti mi mandi in rovina. - le rispose sarcastico.
   Si premurò di richiamare l'attenzione del barman. Infine gli disse di portare una bottiglia di spumante, cosa che l'uomo, un tipo con indosso un farfallino nero attorno al collo e camicia bianca, si premurò di deporre sul tavolino in breve tempo.
   La pedana degli spettacoli fu occupata da una nuova ballerina di lap-dance. La spogliarellista, una ragazza mora dalle forme tonde, si attaccò al palo abbracciandolo con tutt'e due le cosce, dopodiché si premurò di fare scendere il culo verso la pedana, inarcando la schiena all'indietro, seguendo il ritmo di una musica compulsiva, dando il meglio sé con lo strofinamento ripetuto del pube contro la pertica di legno.
   I gesti della spogliarellista più che la presenza di Irina accanto a sé contribuirono a fare diventare il cazzo duro a Mirko. Se la sarebbe inculata volentieri, la spogliarellista, aveva un debole per le ballerine di lap-dance, specie per quelle in carne. Più di una volta era stato a letto con Anastazja, la polacca, un tipo burroso, dalle forme tonde. Ma era altrettanto sicuro che nessun'altra donna avrebbe potuto fargli quello che gli aveva fatto lei con la bocca.
   Solo dopo molte acrobazie la spogliarellista gettò sul pavimento il reggipetto provocando, negli uomini seduti in prima fila, erezioni visibili a occhio nudo. A Mirko lo spogliarello aveva attizzato il cazzo ed era ansioso di mettere alla prova la ragazza che gli stava seduta accanto facendosi succhiare l'uccello. Lo avrebbe fatto per constatare se davvero era brava a fare pompini come gli aveva suggerito Anita, la maitresse del Gattopardo.
   Stava sorseggiando lo spumante insieme a Irina quando la spogliarellista, dalle tette troppo perfette per non essere siliconate, si sporse in avanti con tutta la mercanzia. Subito dopo fece lo stesso gesto inchinandosi verso gli altri clienti, accrescendo la voglia di Mirko di toccarle le tette.
   Alcuni clienti seduti attorno alla pedana allungarono le mani per toccarla, molti lo fecero sporgendosi in avanti con la bocca e i denti, annusando la pelle della spogliarellista, leccandola per assaggiare il sapore della carne.
   La ragazza scivolò a terra, si mise in ginocchio, e avvicinò il bacino al bordo della pedana. Poco alla volta finì per allargare le cosce, mettendo il pube a portata di mano degli spettatori, molti dei quali non mancarono d'infilarle qualche banconota da dieci e venti euro sotto il perizoma, approfittando del gesto per sfiorarle con le dita il pube. La spogliarellista rimase con le palpebre socchiuse, le cosce spalancate, la schiena inarcata, disposta a farsi toccare, sudata, con addosso gli sguardi degli uomini e anche quello di Mirko eccitato dal gesto.

   Il piacere che Irina sapeva dare a Mirko nel succhiargli l'uccello, che con tanta dedizione tratteneva nella bocca, inumidendolo di saliva, bene si coniugava con quello che sapeva trasmettergli la spogliarellista con le sue movenze erotiche. Tutt'a un tratto la ballerina di lap-dance si mise in piedi. Slacciò una dopo l'altra le stringhe che le reggevano lo slip fintanto che, scarcerato il pube, lo mostrò in tutta la sua bellezza rasato e sudato.
   La ragazza lasciò cadere sulla pedana l'indumento intimo, immediatamente raccolto da un uomo del pubblico che subito avvicinò il tessuto alle narici per annusare il profumo di figa di cui era pregno.
   Se gli uomini attorno alla pedana si erano eccitati alla visione del corpo nudo della spogliarellista, Mirko lo ero ancora di più perché Irina era davvero brava a succhiargli l'uccello, ma lui non voleva venire troppo presto e glielo disse facendole rallentare l'azione delle labbra, anche se non vedeva l'ora di sborrarle in gola.

   Mirko teneva d'occhio la bocca della spogliarellista che si esibiva sulla pedana mentre gli uomini tutt'attorno sbavavano alla vista dei capezzoli turgidi della ragazza, intenta a fare un gioco erotico con una bottiglia di Coca-Cola che seguitava a infilare nella figa e nel buco del culo. Più si lasciava toccare dai clienti assiepati attorno alla pedana più guadagnava denaro, perché gli uomini le lanciavano addosso biglietti di banca per attirarla verso di sé cercando di palparla e farle toccare il cazzo mentre si masturbavano.
   Irina, prima che la spogliarellista terminasse l'esibizione, fece eiaculare Mirko che si mise a tremare da capo a piedi. Accadde nel momento stesso in cui la spogliarellista stava per uscire di scena fra gli applausi del pubblico battendo lei stessa le mani sulle natiche. Ma la serata era solo all'inizio e questo Mirko lo sapeva bene.
   Le esibizioni sulla pedana di strip-tease deliziarono il resto della serata di Mirko al Gattopardo. Altre entraineuse presero il posto di Irina a succhiargli l'uccello, ma nessuna di loro si mostrò brava quanto la era stata Anastazja, e si rammaricò di averla ammazzata.

 

 

 
 

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