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VOGLIA
DI STRIP-TEASE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
I eri
sera ci siamo trovati in una
trentina di commensali fra infermieri,
medici, e tecnici della clinica dove
lavoro. Siamo andati lì per festeggiare
Ivana, una collega infermiera che fra
una decina di giorni andrà in
pensione. Lascerà il lavoro dopo
trentacinque anni trascorsi in corsia ad
accudire i bisogni dei malati.
Finalmente potrà godersi il meritato
riposo.
Per caso mi sono trovato a
consumare la cena al tavolo seduto di
fronte a Ivana, che, stante l'età
(cinquantacinque anni), potrebbe essermi
madre. Circondato da un gruppo
d'infermiere anziane ho ascoltato i loro
discorsi, fingendo di essere interessato
a tutto ciò che usciva dalle loro
bocche, mentre le parole si
accavallavano una sull'altra senza un
attimo di pausa. Mi sarebbe piaciuto
andarmene da lì, crucciato per non
avere scelto la compagnia di alcune
infermiere della mia stessa età, quelle
che troppo spesso sono portato a
detestare per le loro vacuità.
A mezzanotte, terminata la
cena, qualcuno ha snocciolato la
proposta di trasferirci in una discoteca
attigua al ristorante, iniziativa che ha
trovato il consenso generale. Non ho
potuto esimermi dall'accettare il
suggerimento e ho seguito il resto della
compagnia pago di lasciare il
ristorante.
A quell'ora la discoteca
era occupata da una moltitudine di
ragazzi e ragazze di sedici/vent'anni.
C'erano parecchie minigonne, molte
scollature, abbondanza di carne fresca e
molto altro ancora. Dopo un po' che
eravamo lì, Ivana, piuttosto su di
giri, si è catapultata sulla pista da
ballo. Ha cominciato a muovere il culo
al ritmo di una musica sudamericana,
dopodiché, fra lo stupore generale, ha
iniziato a denudarsi spendendosi in un
incredibile strip-tease.
Nell'immaginario collettivo
di noi maschi, specie per chi è giovane
come me, una cinquantenne, salvo rare
eccezioni, è considerata una donna da
buttare. Ivana, con quel gesto, sembrava
volere dimostrare il contrario, dando
prova a chi stava a guardarla d'essere
una femmina con un corpo ancora
desiderabile.
Tutt'a un tratto l'ho vista
sfilarsi la camicetta. Lo ha fatto
accompagnando il gesto con le movenze di
una consumata spogliarellista. Subito
dopo si è liberata del reggiseno, ha
fatto cadere le spalline e le coppe del
tessuto in avanti, mostrando per intero
i seni dalle areole rosa.
E' innegabile che la vita
d'ospedale costringe molte infermiere
alla quasi nudità sotto la divisa
bianca. A volte il reggipetto e le
mutandine sono perfettamente visibili in
trasparenza sotto il tessuto bianco
della divisa, ma spesso le infermiere
non indossano nemmeno quelle. Il che
produce nelle persone che le stanno
intorno, specie negli ammalati, una
lieve ma stabile tensione erotica che li
fa stare meglio durante la degenza in
ospedale.
Ivana, protagonista di quel
gesto di ribellione, pareva volere
mostrare a tutti com'era ben fatta
sotto gli abiti e non solo quello.
Appena l'ho vista liberarsi del
reggiseno ho sperato che si denudasse
anche del resto che aveva addosso,
curioso di vederla completamente nuda.
Seduto su uno dei divanetti
della discoteca ho assistito divertito
all'esibizione, meravigliato
dall'atteggiamento osceno, seppure
sensuale di Ivana, che mai e poi mai
avrei immaginato potesse compiere un
simile gesto di ribellione.
Ho seguitato a guardarle le
tette mentre ballonzolavano per aria,
stupendomi che le avesse ancora così
sode. Molti clienti, divertiti dal fuori
programma, hanno fatto cerchio intorno a
Ivana e battendo le mani hanno fatto eco
al ritmo della musica sudamericana,
vogliosi di scopare l'improvvisata
spogliarellista.
Tutt'a un tratto Ivana si
è liberata della gonna ed è rimasta
con addosso un minuscolo tanga di pizzo
nero, che le ha lasciato completamente
nude le natiche, poi si è liberata
anche di quello.
Ha cominciato ad
ancheggiare vestita solo delle
autoreggenti, mostrando un corpo in
perfetta forma, colore dell'alabastro,
del tutto privo di adipe e smagliature.
Quando la musica è cessata, non sapendo
cosa altro fare, ha raccolto gli
indumenti dal pavimento ed è corsa via,
oscillando su dei tacchi simili a
stalattiti, ed è andata a rivestirsi
inseguita dagli sguardi degli uomini che
fino a poco prima le stavano d'intorno.
Quando è ricomparsa, per
niente imbarazzata dopo quanto era
accaduto, è venuta a sedersi sul
divanetto accanto a me. Ho evitato di
parlarle dell'esibizione di cui aveva
fatto sfoggio sulla pista da ballo,
seppure stupito per quanto era accaduto.
Prima di scorgerla nuda sulla pedana da
ballo l'avevo sempre considerata una
donna posata, timorosa, di quelle che la
figa non la danno a nessuno, il che ne
ha marcato l'assurdità del gesto.
Ho seguitato a bere e lei
ha fatto altrettanto. Forse avrei dovuto
proporle di uscire dal locale e condurla
a casa mia, oppure accompagnarla al
bagno e scoparla in uno dei cessi. Forse
era questo che si aspettava da me. Di
sicuro mostrava d'avere un bisogno
disperato di cazzo, ma in quel momento
non avevo nessuna voglia di scopare con
lei. Abbiamo finito per scolare una
intera bottiglia di J&B ed è stato
a questo punto, brillo com'ero, che sono
stato tentato di proporle di farmi un
pompino.
Ero pronto a riempirle la
bocca di sperma o in subordine
metterglielo fra le cosce. Invece ancora
una volta sono rimasto in silenzio.
Forse avrei dovuto cingerle i fianchi,
sfiorarle le labbra con un bacio,
mordicchiale il collo, ma non l'ho
fatto.
Mi sono alzato dal divano
con una dannata voglia di pisciare. Una
volta chiuso nel cesso, con l'uccello in
mano, non ho pensato allo spogliarello a
cui avevo assistito poc'anzi, ma a una
ninfetta di sedici anni, dai capelli
tinti di blu, molto sexy, con un abito
striminzito con cui avevo più volte
incrociato lo sguardo durante
l'esibizione di Ivana.
Quando ho fatto ritorno in
sala Ivana stava subendo il
corteggiamento di un medico, un uomo
della sua stessa età. In quel momento,
guardandola, ho percepito che stava
subendo volentieri le attenzioni del suo
spasimante. Lui da parte sua le aveva già
infilato una mano fra le cosce e
l'accarezzava. Allora ho pensato che era
meglio così.
Mi sono avvicinato al
bancone del bar e mi sono fatto servire un cocktail dal barman. Accesa
una ultima sigaretta sono tornato a
guardare Ivana in docile ascolto delle
parole che l'uomo, con una espressione
da pesce lesso, le riversava addosso
mentre la coccolava. Allora ho fatto
ritorno a casa e sono andato a dormire.
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