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STRANAMORE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Mancavano
soltanto pochi minuti all'inizio del
match fra Italia e Inghilterra, valevole
per il Torneo delle Sei Nazioni, la più
importante competizione internazionale
di rugby del continente europeo. La
giornata era splendida, il cielo
azzurro, scintillante, come rare volte
accade a Roma nel mese di febbraio.
Lo stadio Flaminio era
stipato all'inverosimile, in ogni ordine
di posti, da tifosi per metà inglesi e
metà italiani. Avrei voluto esserci
anch'io sugli spalti ad assistere da
vicino alla partita dei miei supereroi,
invece me ne stavo comodamente
appollaiata sul divano con gli ormoni in
subbuglio. Nuda, il capo reclinato sul
poggiatesta, piedi stesi sul cristallo
di un tavolino, mantenevo lo sguardo
fisso sullo schermo al plasma del
televisore.
Il collegamento televisivo
era iniziato con largo anticipo rispetto
l'inizio della partita. Durante tutto
questo tempo ero rimasta lì, con gli
occhi incollati al televisore, ad
ascoltare il commento del telecronista
mentre i volti degli atleti della
squadra azzurra, corredati da schede
tecniche su ciascuno di loro, facevano
capolino sullo schermo.
Stare a guardare Mauro
Bergamasco, David Bortolussi, Kaine
Robertson, ma soprattutto Mirco
Bergamasco, un biondo dai capelli ricci,
con un corpo simile a quello di una
divinità greca, mi aveva messo
addosso una forte inquietudine,
soprattutto fra le cosce.
Mi ero persa a fantasticare
di sesso, divorando con gli occhi ognuno
di quei corpi plastici e, senza
rendermene conto, mi ero ritrovata con
le tette gonfie, i i capezzoli in tiro, la
figa in liquefazione, e una grande voglia
di masturbarmi.
Quando l'arbitro, una volta
eseguiti gli inni nazionali, diede il
fischio d'inizio della partita già
mantenevo le dita sprofondate fra le
labbra della vagina. Da subito, infatti,
avevo iniziato a toccarmi il clitoride,
come spesso mi succede quando contemplo
uomini siffatti alla tivù. Avrei
seguitato a masturbarmi, aspergendo ogni
tanto le dita di saliva, per non
irritare la carne, sennonché fui
interrotta nella mia opera.
La partita era iniziata
soltanto da una decina di minuti, il
risultato era fermo sullo 0-0, quando lo
squillo del campanello alla porta di
casa mi colse di sorpresa. Non ero in
attesa di nessuna visita ed esitai prima
di decidermi ad alzarmi dal divano per
andare ad aprire la porta.
Quando il campanello squillò
per la seconda volta mi sollevai dal
divano, indossai l'accappatoio di
spugna, e mi avvicinai alla porta
d'ingresso dell'appartamento senza
decidermi ad aprirla.
- Chi è? - dissi prima di
mostrarmi.
- Amici. - rispose una voce
maschile a me sconosciuta.
- Amici chi?
- Siamo della tivù.
- Della tivù? Mi spiace,
ma non ho bisogno di acquistare
apparecchi televisivi di nessun genere,
ne ho già due in casa, sarà per
un'altra volta. - dissi smaniosa di
riprendere posto sul divano per seguire
le gesta dei miei supereroi.
- Sono Brosio di Mediaset e
vorrei parlare con lei, se me lo
concede, per favore.
- Non acquisto nessun tipo
di abbonamento, non m'interessa Sky,
meno che meno Mediaset.
- Le dispiace aprire la
porta e ascoltarmi? Vorrei parlare con
lei faccia a faccia, altrimenti qui si
fa sera e non ne veniamo a capo.
- Va bene, le apro, ma ho
fretta, l'avverto.
Quando spalancai la porta
rimasi abbagliata da un fascio di luce
che mi lasciò accecata. Portai una mano
davanti al viso, spaventata, per
ripararmi dal chiarore intenso di una
lampada, mentre l'altra mano la stesi in
avanti per proteggermi, ma fui
rassicurata da una voce maschile, la
stessa con cui avevo interloquito prima
di aprire l'uscio.
- E' lei Erika Vincenzi?
- Sì, perché? - dissi
dopo essermi ripresa dallo stupore che
mi aveva colto quando mi ero accorta
della presenza di un paio di cameraman
che seguitavano a puntarmi addosso gli
obiettivi delle telecamere, e di un
attrezzista che insisteva a dirigere su
di me un faretto che spandeva una luce
accecante e calda nello stesso tempo.
- So che di professione lei
fa l'infermiera, vero?
- Sì, ma come fa a
saperlo? Chi è lei? E tutti voi cosa
volete da me? Da dove siete sbucati
fuori, eh?
- Sono Paolo Brosio, un
giornalista della televisione, magari mi
conosce già, lavoro come inviato di
Mediaset. Ha capito chi sono?
Rimasi a guardarlo cercando
di ricordare se l'uomo con la crapa
pelata che mi stava davanti, puntandomi
con insistenza il gelato del microfono
dinanzi alla bocca, l'avevo già visto
in qualche programma della televisione,
ma per quanto mi sforzassi non ne avevo
nessun ricordo.
- Mi spiace deluderla, ma
non so proprio chi sia lei. Mi vuole
spiegare cosa vuole da me?
- Voglio invitarla a
scendere in strada e prendere posto sul
camper della nostra redazione. Le farò
vedere un videomessaggio che la riguarda
da vicino.
- Un videomessaggio? Sta
scherzando, vero?
- No, affatto, ma di sicuro
le sarà capitato di assistere su
Retequattro o Canale5 a qualche puntata
del nostro programma Stranamore, eh?
- Non guardo mai le
televisioni di Berlusconi per principio,
mi spiace.
- E non ha mai sentito
parlare di Stranamore? Non ci credo,
ormai sono dieci anni che il format va
in onda ininterrottamente sulle nostre
reti.
- Parla di quella
trasmissione per dementi, dedicata ai
cuori infranti, condotta da Alberto
Castagna?
- Beh, una volta la
conduceva lui, ma pace all'anima sua è
morto da qualche anno ormai.
- Ah, si? E adesso chi la
conduce?
- Al timone della
trasmissione c'è Emanuela Folliero,
sono certo che la conosce, vero?
- Gliel'ho già detto non
guardo le tivù di Mediaset. Ma scusi
posso sapere qual è il suo ruolo in
questa trasmissione?
- Il mio?
- Sì, che c'è di strano?
Si è preso la briga di assalirmi
porgendomi un sacco di domande potrò
fargliene almeno una anch'io, oppure no?
- Il mio ruolo, al pari di
Marco Balestra e Gaia De Laurentis, con
cui ci alterniamo durante tutto l'anno,
è quello dell'inviato di Stranamore. In
poche parole il mio compito consiste nel
contattare i destinatari dei
videomessaggi, condurli su di un camper,
e fargli vedere il contenuto dei
messaggi. Tutto qui.
- E la pagano bene per
questo lavoro?
- Ma che centra? Parliamo
di lei piuttosto. - disse mentre le
telecamere seguitavano a riprendermi e
il faretto mi vomitava addosso una luce
incandescente riscaldandomi oltremisura.
- Che lei sia la persona a cui è
destinato il videomessaggio non ci sono
dubbi, giusto?
- E da cosa lo ha dedotto?
- Scusi, ma è lei Erika
Vincenzi?
- Sì, ma potrebbe anche
sbagliarsi, sarebbe possibile un caso di
omonimia. Può succedere, no?
- Sì, è vero, ma sono in
pochi a sapere che lei di professione fa
l'infermiera e che si serve dello
pseudonimo di Farfallina per scrivere
racconti erotici, sbaglio?
Sorpresa da quella
affermazione lasciai cadere tutt'e due
le braccia verso il basso. L'accappatoio
si schiuse dando modo alla folla di
curiosi accalcata sul pianerottolo,
quasi tutti inquilini del condominio,
intrigati dalla presenza delle
telecamere, di scorgere parte del mio
corpo nudo. Serrai l'accappatoio quando
udii le frasi di stupore che uscirono
dalle loro labbra e ripresi a parlare.
- Cazzo! Ma come fa a
sapere tutte queste cose di me? Chi
gliele ha rivelate? Posso saperlo? -
dissi dopo essermi premurata di
accostare i lembi dell'accappatoio.
- Se scende giù in strada
e si accomoda sul camper per assistere
alla proiezione del videomessaggio le
chiarisco tutto.
- Se lo scordi! Non ho
nessuna intenzione di seguirla nel
camper, ma per chi mi ha preso?
- Potrebbe essere
importante, soprattutto per lei
assistere al videomessaggio.
- Sbaglia! Nessuna persona
intelligente di mia conoscenza si
affiderebbe a un programma stupido come
Stranamore per recapitarmi un messaggio,
creda a me.
- Eppure è così.
- Non ci credo.
- Accomodiamoci dentro
casa, potremo seguitare a parlare con più
calma, è d'accordo? -
Senza aspettare una mia
risposta Brosio si rivolse al team di
persone che gli stavano d'intorno e gli
intimò di soprassedere dal fare riprese
con le telecamere.
- Ragazzi spegnete le
telecamere, devo parlare in privato con
la signorina, aspettatemi qui che torno
fra poco.
Non avevo alcuna intenzione
di scendere giù in strada e salire sul
camper di Stranamore, ma ero curiosa di
sentirmi dire come era entrato in
possesso di tutte le notizie che mi
riguardavano da vicino. Lasciai che si
accomodasse dentro casa e lo accompagnai
in salotto, poi lo invitai a prendere
posto sul divano. Mi accomodai su una
delle poltrone, di fronte a lui, e gli
resi manifeste le mie perplessità
mentre sullo schermo del televisore al
plasma scorrevano le immagini del match
fra Italia e Inghilterra, ormai prossimo
all'intervallo del primo tempo, che poco
dopo si concluse con il vantaggio della
nazionale britannica per 7-6.
- Mi piacerebbe sapere chi
è stato a informarvi che scrivo
racconti erotici. Se nel giro delle mie
amicizie e sul luogo di lavoro si
sapesse di questo mio hobby, sarei
additata a depravata, lo capisce questo?
- E allora? Dovrebbe essere
contenta, è tutta pubblicità in suo
favore, magari è la volta buona che
diventa famosa grazie a Stranamore.
- Ma non dica stronzate!
Non m'interessa diventare famosa, ma per
chi mi ha preso?
- Sia brava, mi segua sul
camper.
- Gliel'ho detto, non
voglio guardare il videomessaggio.
- Ma lo sa quanto viene a
costare alla produzione la nostra venuta
qui da lei? Se ne rende conto?
- Non m’importa ‘na
sega sapere quanto vi costa, sono cazzi
vostri!
- Lo faccia per me,
altrimenti Fatma Ruffini, la
responsabile del programma mi fa un culo
grande così se non le porto in
redazione questa intervista. Non occorre
che venga in studio a presenziare alla
trasmissione quando manderemo in onda le
immagini che registreremo oggi, a me
basta che mi segua sul camper per dare
una occhiata al videomessaggio. Le costa
tanto?
- Lei adesso mi rivela chi
è colui o colei che si è preso la
briga di farmi recapitare il
videomessaggio dopodiché deciderò se
scendere in strada o meno, va bene?
- Stranamore è un
programma che si occupa dell'amore in
tutti i suoi aspetti e sfumature, dalle
storie più semplici a quelle più
complesse e dolorose, con un unico
obiettivo: aiutare i protagonisti a
ritrovare l'amore perduto ed è questa
opportunità che vogliamo dare anche a
lei e a chi le ha spedito il
videomessaggio.
- Ma che cazzo di stronzate
sta dicendo? Si può sapere?
- E' evidente che qualcuno
a cui è particolarmente legata
sentimentalmente le ha inviato un
videomessaggio, ma che purtroppo lei si
rifiuta di esaminare.
- Ecco, bravo, mi dica chi
è questa persona.
- Non posso rivelarglielo,
ma non lo capisce?
- E allora non salgo sul
camper.
- Quello che posso dirle. -
disse traendo un foglio dalla tasca
della giacca, che si affrettò a
leggermi. - è che il videomessaggio le
è stato spedito da qualcuno che lei
conosce molto bene perché frequenta un
newsgroup di racconti erotici che va per
la maggiore su internet, contenta?
- Uno di quei paraculi,
dementi, che seguitano a mandarmi delle
e-mail chiedendomi di uscire con loro. E
mi fermo qui per non dire altro.
- Dica pure. Mi interessa
la cosa.
- Non è il caso.
- Non ci ascolta nessuno,
le telecamere sono rimaste oltre la
porta.
- A questo punto sa cosa le
dico? Che lei mi ha incuriosito. Va bene
dai, andiamo, la seguo nel camper per
scoprire chi è l'autore del messaggio.
- Ah! Bene.
- Mi dia il tempo di
cambiarmi, mi metto addosso qualcosa di
decente e sono da lei.
Il camper di Stranamore era
circondato da una folla di persone
incuriosite dalla presenza dei tecnici
di Mediaset. Scortata da Brosio salii
sul camper colorato di giallo e fui
introdotta in un salotto, appositamente
attrezzato, dove presi posto su di un
divanetto sistemato dinanzi allo schermo
di un computer.
- Emozionata? - disse
Brosio quando andai a sedermi accanto a
lui, con un paio di cameraman non
cessavano di riprendermi con le
telecamere.
- No, per niente, dovrei
esserla?
- Non lo so.
- Beh, e adesso?
- Farò partire la
registrazione del videomessaggio,
dopodiché mi dirà cosa ne pensa, va
bene?
- Sì, ma facciamo in
fretta perché non voglio perdere il
secondo tempo dell'incontro di rugby fra
Italia e Inghilterra che è già
cominciato.
Tutt'a un tratto sullo
schermo comparve il volto di una ragazza
con cui avevo avuto una storia, durata
soltanto un paio di mesi e finita
malamente quando ho scoperto che faceva
uso di sostanze stupefacenti. Davvero
difficile da sopportare per una donna
come me abituata a bere soltanto
chinotto.
- Ciao, come vedi sono
ancora qua a scocciarti. - furono le
parole che uscirono dalle labbra della
mia ex compagna. - Ma se lo faccio è
soltanto perché non riesco a fare a
meno di te.
Mi bastò vedere il suo
volto occupare lo schermo e ascoltare
quelle poche parole per andare su tutte
le furie. Mi alzai di scatto dal divano
decisa ad abbandonare il camper, ma fui
trattenuta per un braccio da Brosio o da
qualcuno dell'equipe, di preciso non
ricordo bene, mentre cercavo di scendere
gli scalini del camper.
- Beh, non ascolta cosa ha
da dirle la sua amica.
- Scherza? Secondo lei
dovrei rendere pubblica una relazione
che ho intrattenuto con una donna,
seppure non di Parma ma di Roma,
soltanto per fare piacere a voi della
televisione?
- Per quanto mi riguarda è
già sufficiente il materiale che
abbiamo registrato, non occorre che
assista al resto del messaggio che le ha
inviato la sua amica. - disse Brosio. -
L'unica cosa che le chiedo è quella di
firmare la liberatoria che ci autorizza
a trasmettere il materiale che abbiamo
registrato fino a ora, gliel'ho detto
non occorre che si presenti in studio
quando andrà in onda il materiale che
abbiamo girato oggi.
- Se lo scordi, col cazzo
che firmo la liberatoria, adesso me ne
torno a casa e guai a voi se trasmettete
una sola delle immagini che mi
ritraggono. Se lo farete vi querelo
subito.
- Ma si rende conto
dell'opportunità che le stiamo dando e
della pubblicità che ne ricaverà?
- Quale pubblicità? Quella
di essere additata a lesbica? Ma lo sa
che a me piace il cazzo, lo sa questo o
non le è ancora chiaro?
- Ascoltando le parole
registrate nel messaggio della sua
amica, pure lei scrittrice, sembrerebbe
il contrario.
- Sta scherzando, vero?
- Sia brava, venga con me e
firmi la liberatoria.
- Col cazzo che gliela
firmo!
- Me la firmi, sia brava.
Ma si rende conto quanto spreco di
denaro verrà a costarci la
registrazione del nostro incontro?
- Me lo ha già detto
prima. E non può fregarmene di meno. E
mi lasci andare via che voglio scendere
dal camper.
Rincorsa da Brosio, che
pareva non rassegnarsi al mio rifiuto,
attraversai la strada applaudita dalla
folla che circondava il camper di
Stranamore, all'oscuro di quanto era
accaduto poc'anzi nel salotto. Una volta
raggiunto il portone di casa mi
affrettai a chiuderlo alle mie spalle e
salii di corsa i due piani di scale che
mi separavano dal mio appartamento
lasciando sorpreso il mio interlocutore.
Dentro casa il televisore
era rimasto acceso. Sullo schermo al
plasma scorrevano le immagini della
partita di rugby fra Italia e
Inghilterra giunta alle battute finali.
Quando mi sedetti sul divano, con le
gambe incrociate, dopo pochi istanti
l'arbitrò fischiò la fine del match.
Il risultato finale di 31 a
16 a favore dei britannici fu commentato
dal telecronista in modo positivo,
stante l'equilibrio fra le due
compagini. Mi persi a guardare il volto
stravolto dalla fatica di Mirco
Bergamasco e quello degli altri azzurri,
dopodiché mi accartocciai su me stessa
e mi ritrovai a pensare all'immagine
della mia ex che avevo scorto sullo
schermo al plasma del camper di
Stranamore. E piansi.
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