LA SPERANZA 
E' L'ULTIMA A MORIRE

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

      La speranza è l'ultima a morire. Questo era il pensiero che occupava stabilmente la mente di Lorenzo, persuaso di avere finalmente incontrato la donna che lo avrebbe reso felice per tutta la vita e per niente rassegnato a perderla. 
   La loro storia era iniziata un pomeriggio, all'imbrunire, quando, uscendo dal posto di lavoro, aveva preso posto sotto la tettoia della pensilina degli autobus in prossimità della chiesa di Santa Croce. Al riparo dalla pioggia battente era in attesa che sopraggiungesse l'autobus della linea tre, quello che ogni sera lo conduceva a casa, quando una ragazza aveva trovato riparo sotto la tettoia accanto a lui. 
   Seducente come poche altre donne aveva immediatamente attirato l'attenzione di Lorenzo. C'era qualcosa di speciale in lei, anzi d'irresistibile, soprattutto nell'espressione del viso che sprigionava una sensualità fuori dal comune. 
   La bellezza che in modo impudico esibiva era tipica delle donne consapevoli di essere in grado di attirare su di sé gli sguardi degli uomini. 
   Quando la ragazza si era rivolta a lui, sorprendendolo non poco, chiedendogli se aveva da offrirgli una sigaretta, l'emozione che lo aveva colto era stata fortissima, come se una spada gli avesse trafitto il cuore, così era riuscito a biascicare soltanto un timido... 
   - Sì. 
   Dalla tasca del giubbotto aveva tolto il pacchetto delle Marlboro e le aveva offerto la sigaretta. Lei si era premurata di ficcare la bionda fra le labbra e, senza nemmeno ringraziarlo, l'aveva accesa servendosi della fiamma del proprio accendino. 
   L'attrazione che Lorenzo aveva provato verso la ragazza era stata fortissima, irrazionale, un magnetismo che non gli era capitato di nutrire verso nessun'altra donna: era la prima volta che gli accadeva di trovarsi in quella condizione.
   Accesa la sigaretta la ragazza aveva rivolto la fiamma dell'accendino verso di lui. Colto di sorpresa Lorenzo si era premurato avvicinare una sigaretta alla fiamma, imitandola nel gesto, dopodiché si era stupito non poco quando, senza una vera ragione, si era messa a parlare di se stessa e dei suoi problemi. 
   Era rimasto ad ascoltare il flusso di parole che le uscivano a valanga dalle labbra, investigandola da capo a piedi, mentre sotto la patta dei pantaloni il cazzo gli pulsava con una certa insistenza.
   La ragazza, un tipo da copertina, indossava una gonna nera elasticizzata, superaderente, che le giungeva sino a metà coscia. E poi metteva in mostra un paio di gambe lunghe, dritte, e affusolate. Un pullover rosso a girocollo, dal cui bordo spuntava il colletto di una camicetta bianca, aderiva perfettamente al corpo e rivelava la forma tonda dei seni. 
   Dopo un po' che comunicavano con gesti e parole il loro rapporto si era fatto più confidenziale, portandoli a uscire dal loro guscio protettivo, sorprendendosi nello scoprire che avevano molte cose da dirsi. In quei momenti di reciproco coinvolgimento emotivo a Lorenzo era parso che anche lei fosse attratta da lui. Ma non aveva avuto tempo sufficiente per approfondirlo perché, mentre stava per chiederle se avesse voglia di fare l'amore, era sopraggiunto l'autobus della linea cinque. La ragazza si era affrettata a prendere posto sul mezzo pubblico senza nemmeno rivelargli il nome e il numero del telefono.

    Sono trascorsi circa due mesi da quella sera. Il ricordo di quel fortuito incontro si è dilatato all'inverosimile nella mente di Lorenzo. In effetti, al riparo della pensilina, si erano intrattenuti a parlare soltanto una manciata di minuti, dopodiché non si erano più rivisti.
  Dopo quell'episodio la sua vita ha subito un grande stravolgimento. Infatti, da quella sera, ha preso l'abitudine di trattenersi sotto la pensilina di Piazza Santa Croce per molte ore al giorno, specie verso sera, con la speranza di incontrare la ragazza e dichiarale il proprio amore. 
   Eppure non conosce nemmeno il suo nome, sa soltanto che ha i capelli neri, gli occhi da pantera, belle gambe e seni floridi. Null'altro.
   La sua storia è diventata di dominio pubblico, infatti, in città sono in molti a esserne a conoscenza, specie dopo che la notizia è stata pubblicata sul principale quotidiano del capoluogo. Il cronista che lo ha intervistato alla fermata degli autobus, in prossimità di Piazza Santa Croce, gli ha chiesto perché insiste a stare in attesa nonostante sia trascorso tanto tempo da quell'incontro. Antonio gli ha risposto in questo modo:

          "Io e quella ragazza ci siamo piaciuti da subito e quando è arrivato il suo autobus abbiamo concordato di incontrarci il giorno seguente allo stesso posto e alla stessa ora, ma il giorno dopo lei non si è fatta vedere. L'ho aspettata per ore, ma della sua persona non c'era traccia. Non posso credere che non la rivedrò più. Continuerò a presentarmi ogni giorno a questa fermata dei bus perché sono certo che la incontrerò di nuovo".

   Nessuna delle persone che in città sono a conoscenza dell'identità della ragazza ha avuto coraggio sufficiente per rivelare a Antonio che, nella medesima notte in cui l'aveva conosciuta, la ragazza era stata trovata morta nella sua camera dalla madre. Il decesso era sopravvenuto in conseguenza di una overdose di eroina.

 

 
 

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