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SONO
UN'AMANTE SERIALE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Gli
uomini mi considerano una donna dai
facili costumi, ma soprattutto una donna
ahimè sciocca. E' questa l'immagine che
mi hanno appiccicato addosso soltanto
perché non ho difficoltà a spalancare
le cosce ogni volta che concedo le mie
grazie a qualcuno, uomo donna, che mi piace. Però
sia chiaro che voglio essere io a decidere a chi
concedere il privilegio di saccheggiare
il mio corpo.
La considerazione che ho
degli uomini è quella di oggetti di
piacere da cui trarre il massimo
godimento, disfacendomene come fossero
dei rottami dopo che abbiamo scopato,
finendo ogni volta per ritrovarmi di
nuovo sola con me stessa.
Scopare mi mette addosso
una sorta di ebbrezza che alla fine di
ogni incontro dovrebbe lasciarmi
appagata, invece non succede mai. Non
sono una ninfomane, magari la fossi!
Sono una donna che soffre di bulimia
sessuale, questo e basta.
La bulimia sessuale è
considerata dalla scienza medica una
malattia, infatti, mi spinge ogni giorno
a nutrirmi di sesso e cibo sino a
ingozzarmi. Se lo faccio è perché non riesco a tacitare
l'angoscia affettiva di cui patisce il
mio corpo. E’ fame d'amore quella che
mi tormenta, un bisogno estremo che non
riesco ad appagare in alcun modo
nonostante mi arrischi a cibarmi di
qualsiasi uomo mi capita a tiro.
Fare del sesso in modo
compulsivo, sfoderando atteggiamenti
spregiudicati nel sedurre gli uomini,
non riesce a soddisfare a pieno i miei
bisogni perché rimangono sempre
inappagati, anche se scopando fino allo
sfinimento esorcizzo le mie
frustrazioni. Nei momenti di travolgente
intimità sono conscia di esercitare
sugli uomini un grande potere che loro,
di fatto, mi riconoscono. Facendo sesso
cerco di acquietare il bisogno di
autostima perché troppo spesso, specie
in passato, causa l'eccessivo peso
corporeo, mi sono sentita poco desiderata.
Al contrario di quanto
accade alla maggioranza delle donne ho
iniziato a giocare con il mio corpo già
da piccola. Merda! Ho persino vergogna a
rivelare a che età ho iniziato a
masturbarmi provando piacere nel
toccarmi. Invece i primi rapporti con
l'altro sesso li ho avuti all'età di
quattordici anni quando ho cominciato a
lasciarmi saccheggiare fra le cosce dai
miei coetanei maschi. A quell’età mi
sentivo terribilmente sola e con il dannato bisogno di rendermi
appetibile agli occhi di qualcuno. Ero circondata
da amiche magre e belle mentre io, al
contrario, ero l'unica adolescente del
gruppo in evidente soprappeso: pesavo
circa 80 Kg. Mi struggevo dalla voglia
di piacere ai maschi del gruppo, ma
paffuta com'ero non attiravo
l'attenzione di nessuno dei miei
coetanei, mentre le altre ragazze erano
appetite da sciami di corteggiatori.
Un pomeriggio, mentre ero
in compagnia delle mie amiche, nella
solita latteria, ho conosciuto un
ragazzo magrebino. Stupendomi non poco
mi ha riempito di complimenti e invitata
ad accompagnarlo a fare un giro nel
vicino parco. L'ho seguito dappresso,
tallonata dagli sguardi stupefatti delle
amiche, e con lui ho scambiato il primo
bacio della mia vita. Nei giorni
seguenti abbiamo seguitato a vederci, ma
non più nel parco. Tappati
nell’abitacolo della sua Peugeot
station-wagon, scrostata di ammaccature,
abbiamo cominciato a fare delle cose che
a quell'età mi erano del tutto
sconosciute. Soltanto oggi, a distanza
di tanti anni, mi rendo conto che erano
cose troppo spinte per una ragazza di
quell'età.
Lui voleva a tutti i costi
scoparmi nel culo mentre io non ero
nemmeno intenzionata a concedergli la
vagina perché avevo il terrore di
rimare incinta.
Una sera, in macchina, ho
superato ogni pudore e, dopo avergli
succhiato per bene il cazzo, ho
accettato che mi togliesse la verginità.
Ricordo che ero terrorizzata al pensiero
del dolore che avrei provato. In quei
momenti di eccitante passione non ero
cosciente di ciò che mi stava
accadendo. Ho sfilato le mutandine,
allargato le cosce, e quello che ho
avvertito è stata la durezza del cazzo
che mi penetrava. Non ho sentito dolore,
ma mentre mi scopava, ansimando e
sbavando sul mio collo, volevo soltanto
che finisse al più presto, anche se ero
felice di sentirlo godere fra le mie
cosce.
La nostra storia è durata
poco meno di un mese. Tutt’a un
tratto, senza una ragione apparente, è
scomparso dalla mia vita e per molto
tempo non ho saputo più niente di lui.
Soltanto in seguito sono venuta a sapere
che era stato arrestato dai carabinieri,
mentre spacciava hascisc e cocaina nel
Parco Ducale, e rimpatriato perché
clandestino. Dopo avere fatto sesso ogni
giorno con lui, ritrovandomi di nuovo
sola, avvertivo un dannato
bisogno di scopare. Ho adocchiato un
ragazzo poco più grande di me con cui
farlo. Diceva di volermi bene, invece
pensava solo a farsi succhiare il cazzo:
però mi diceva che ero brava a farlo.
A quell'età desideravo
essere accettata dai miei coetanei con
tutti i miei chili di grasso, così ho
iniziato a fare del sesso compulsivo con
ogni ragazzo che mi rivolgeva delle
attenzioni, bello o brutto, sporco o
pulito, che fosse, perché quello che
m'importava era di sentirmi desiderata.
In poco tempo mi sono fatta un certo numero di ragazzi, e sono diventata la
puttana della scuola.
Le ragazze evitavano la mia
compagnia. Dicevo a me stessa che erano
invidiose del mio successo con i maschi,
dal momento che mi facevo i ragazzi più
fichi della scuola, invece mi
consideravano soltanto una poco di buono
da evitare.
Ho seguitato a fare del
sesso con ogni liceale che mi avvicinava
senza avvertire nessuna sensazione di
sporco in quello che facevo,
dichiarandomi ogni volta innamorata del
primo stronzo che ostentava delle
attenzioni verso la mia persona,
affaccendandomi nel soddisfare ogni
richiesta di sesso. In seguito mi sono
fatta molti fidanzati delle mie amiche,
poi sono passata a sedurre i docenti.
Quello che di cui avevo desiderio era di
piacere agli uomini, questo e basta.
Sono una rossa dalle forme
generose, lentigginosa, con la pelle
bianca come il latte. Ho ventisei anni e
seguito a cercare incontri sessuali
dispensando agli uomini sesso e piacere
per tacitare l'angoscia che mi scombina
viscere e cervello. Lo faccio come
quando ero minorenne, ai tempi del
liceo, perché solo in questo modo
riesco a tacitare le mie angosce e nello
stesso tempo procurare piacere a me
stessa e ai maschi. Sennonché questa
condotta incomincia a pesarmi non poco,
infatti, in tutti questi anni non ho mai
avuto un fidanzato stabile, anzi, per
colpa di questa mia inclinazione verso
il sesso ho persino difficoltà ad avere
delle amiche.
Mi piace essere adulata e
corteggiata, questo sì, perché lo
considero un mezzo per farmi accettare
dagli altri. Cedo facilmente alle
lusinghe degli uomini. Tremo di piacere
quando prendono l'iniziativa. Mi piace
quando mi cingono le braccia attorno il
corpo attirandomi a sé per baciarmi. Ai
loro occhi devo apparire come una donna
dai costumi facili, probabilmente alcuni
mi giudicano una troia ninfomane, e la
cosa non mi fa piacere, ma nessuno sa
rendersi conto del vero motivo per cui
mi piace essere usata.
.
Sono un'amante seriale, una
collezionista di uomini che soffre di
bulimia sessuale. Sono una donna
soggetta a una compulsione erotica che
mi provoca una forte dipendenza dal
sesso da cui non so come fare a
uscirne. Potrei stilare una lista
interminabile di uomini con cui ho fatto
sesso nei modi più sconvenienti, ma di
nessuno ho nostalgia e conservo un
ricordo preciso. Il solo ricordo che
porto impresso nella memoria è la forte
scossa di adrenalina che mi coglie nei
momenti in cui subisco il loro
corteggiamento e nell'attimo in cui
raggiungo l'orgasmo.
La mia vita è cambiata in
modo radicale all'età di diciotto anni
quando i miei genitori mi hanno regalato
il primo computer. Ho iniziato a
frequentare siti d’incontri e sono
entrata in relazione con una infinità
di sconosciuti. Ogni sera, facendo
sfoggio dell'arte della seduzione,
prerogativa del mio essere donna, ho
messo in atto una vera e propria caccia
all'uomo, considerando sprecate le rare
volte in cui non riuscivo a conquistare
una delle mie prede.
Mentre ero impegnata nella
conquista di qualche maschio
l'adrenalina mi andava a mille. Non mi
preoccupavo di conoscere né la loro età
né l'aspetto fisico, stando però
sempre attenta a non rivelare che ero
piuttosto in carne. Una volta scelto il
mio maschio ne facevo una abbuffata,
consumando in tutta fretta questo tipo
di cibo.
Nel bel mezzo della notte
davo appuntamento a questi sconosciuti
in posti facilmente raggiungibili, di
solito all'uscita di un casello
dell'autostrada, purché non troppo
distante dalla mia città, premurandomi,
prima di ogni incontro, di ingollare
alcol in abbondanza per mantenere alto
il senso di disinibizione ed
eccitazione, dopodiché finivamo per
infrattarci in qualche posto, lontano da
sguardi indiscreti, per consumare del
sesso.
Tutte le volte che mi
appartavo con degli emeriti sconosciuti
mi coglieva una paura folle d'imbattermi
in qualche maniaco che avrebbe potuto
farmi del male, ma l'adrenalina che mi
andava in circolo prima e durante quei
convegni era troppo potente per
rifiutare l'assalto di chi voleva
spogliarmi e scoparmi nell'abitacolo di
un'automobile.
Accoppiarmi con sconosciuti
lo trovavo terribilmente eccitante. Se
qualcuno di loro mi chiedeva il motivo
per cui avevo accettato d'incontrarlo
avrei voluto rispondergli che l'avevo
fatto perché ero disperatamente
bisognosa di affetto, invece ho sempre
preferito mettere fine a quella domanda
aprendo la bocca per succhiargli
l'anima.
E quando facevo ritorno a
casa, dopo avere trascorso un paio di
ore nell'abitacolo di una autovettura a
fare del sesso, mi assalivano i sensi di
colpa, la nausea, lo schifo, la rabbia,
e finivo per vomitare il partner di
turno.
Questo considerami oggetto
di attenzioni attraverso uno strumento
come la chat è durato un paio di anni.
Ho messo fine a questo genere
d'incontri, senza riuscire a fare
conoscenza con un solo amore appagante,
quando uno di questi uomini mi ha
picchiata a sangue minacciandomi con la
lama di un cutter nel tentativo
stuprarmi, cosa che gli è riuscita.
Drogata più di un
qualsiasi drogato, ubriaca più di un
qualsiasi alcolizzato, mi sono illusa
d'essere onnipotente, invece una volta
rientrata a casa, dopo quegli incontri,
tutto quello che avvertivo era soltanto
un grande vuoto. Infine ho ripreso a
chattare perché fare del sesso con
tanti uomini mi faceva sentire una donna
vera.
Nel corso della mia vita ho
scopato con anonimi sconosciuti senza
proteggermi con dei preservativi.
Nemmeno sono riuscita a dire no a
rapporti sessuali piuttosto rischiosi,
mettendo a repentaglio la mia persona,
aumentando in questo modo il rischio di
contrarre malattie a trasmissione
sessuale e gravidanze indesiderate. In
questi anni, oltre alla blenorragia, ho
contratto un herpes genitale, infezione
che mi ha provocato delle minuscole
vescichette che si spaccavano
lasciandomi delle dolorose ulcerazioni
sulla mucosa della vagina e mi
provocavano un intenso prurito. Sono
guarita a fatica facendo uso di farmaci
antivirali e adesso sto bene.
Ogni volta che mi apparto
con uno sconosciuto dico a me stessa che
sarà l'ultimo uomo con cui farò del
sesso, invece ce n'è sempre un altro e
un altro ancora. Ho fame di essere
desiderata e di essere scelta, anche se
nessun uomo potrà mai riempire il vuoto
che ho dentro di me perché la voglia di
attrarre, conquistare e piacere è tutta
mia, ma spero di riuscire prima o poi a
liberarmene. In passato ero convinta che
un atteggiamento sessuale libero sarebbe
stato giudicato in maniera positiva
dagli uomini, e mi sarebbe servito per
essere amata, invece quello che ho
trovato nella maggioranza dei maschi
sono stati dei profittatori con cui ho
condiviso delle storie di una sola
notte.
Scopare sino allo
sfinimento delle forze ha il significato
di volere riempire un vuoto d'amore
incolmabile, infatti, non mi basterebbe
un autotreno con rimorchio infilato
nella vagina per colmare questo vuoto.
Sono una donna intelligente e colta, non
a caso lo scorso anno, senza troppa
fatica, mi sono laureata con 110 e lode
in ingegneria meccanica.
.
Mi considero una donna
sensibile e penso di avere la forza per
sottoscrivere, senza il timore di essere
smentita, di mostrarmi sufficientemente
bella ora che il mio peso è fermo a 60
kg. Eppure ci sono momenti in cui mi
coglie una insopportabile crisi
esistenziale, allora mi sento sola e
credo non ci sia niente di più
seducente che fare godere un uomo per
ovviare a queste mie paure.
Mi piace guardare il mio compagno di letto mentre sta a
guardarmi come fossi una divinità che dà
luce alla sua vita. Essere consapevoli
che nei momenti bui sono comunque capace
di fare godere un uomo, nei modi in cui
le altre donne non riescono perché
inibite, è fantastico. Eppure vorrei
incontrare un uomo con cui condividere
la mia vita e non desiderane un altro,
ma questa idea dell'amore si scontra con
la maledetta adrenalina che mi entra
prepotentemente in circolo ogni volta
che vado a caccia di un uomo ed è
l'unico stato che mi fa sentire viva.
Seguito a riempire le mie
giornate di cibo, con il pensiero fisso
di riuscire a trovare l'amore per un
uomo che non ho mai provato. Invece ogni
sera mi ritrovo a lottare contro la
voglia di sgattaiolare fuori di casa per
andare a rimorchiare un qualsiasi uomo
che sappia soddisfare la forte emozione
di piacere che solo il sesso mi sa dare,
mentre un'altra parte del mio cervello
mi consiglia di non cedere a questa
tentazione. Cos'è questa fame di amore
che non riesco ad appagare? Per quanto
tempo si trascinerà? Quante notti
ancora questa parte di me stessa lotterà
contro l'altra senza mai trovare un
accordo?
. Ho fame, ho sempre fame, e
non so neppure io di cosa.
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