SOMETHIN'STUPID
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
  
F
rank Sinatra era un uomo molto virile e... superdotato. Lo avevo appreso leggendo la biografia dell'attore, scritta dal maggiordomo, in cui erano svelati molti dei segreti della sua vita privata. La ciclopica appendice che gli pendeva fra le cosce mi occupava la mente mentre pedinavo dappresso Marianna.
   Camminavo tenendomi a debita distanza attento a non farmi scorgere da lei. Presumevo non fosse al corrente della mia identità, mentre al contrario io sapevo tutto della sua vita, ma in entrambi i casi sbagliavo di grosso.

   Non era la prima volta che la tallonavo d'appresso, l'avevo già fatto in altre occasioni, sennonché quella sera, mentre la pedinavo, avevo uno strano presentimento, come se la serata dovesse concludersi in maniera del tutto inaspettata e molto diversa dalle precedenti.

  Marianna procedeva senza fretta, dinoccolando le anche in maniera scomposta, soffermandosi di tanto in tanto a guardare le vetrine dei negozi. Somigliava come una goccia d'acqua a Natalie Wodd; una delle attrici con cui Frank aveva avuto una storia durata un paio di anni e iniziata quando la diva era ancora adolescente.
   Era impossibile non accorgersi dell'avvenente figura di Marianna mentre percorreva la galleria commerciale che dal Ponte di Mezzo conduce a Piazza Garibaldi. L’incedere sensuale, la carnagione olivastra, i capelli neri e mossi e il fisico curvilineo, attiravano l'attenzione di chiunque la incrociava.

   Frank aveva fatto pazzie per assicurarsi l'amore di Ava Gardner, ma lei aveva preferito succhiare il cazzo a toreri spagnoli, gigolò, e persino a stalloni neri piuttosto che fare sesso con lui. Anch'io avrei fatto follie per scoparmi Marianna, ignaro che fosse a conoscenza della mia presenza nella sua vita.
   Un gruppo di ragazzi, affaccendati nel risalire la galleria, in senso opposto al mio e di Marianna, girarono il capo verso la sua persona quando la incrociarono. Sentii rivolgerle degli apprezzamenti volgari e ne fui ferito. Avrei voluto urlargli addosso che apparteneva a me, ma non potevo farlo perché Marianna non era la mia donna e apparteneva a un altro uomo.
   Tutt'a un tratto arrestò il passo dinanzi alla vetrina di una bottega che esponeva capi di lingeria femminile. Nascosto alla sua vista da una colonna di marmiglia rimasi a osservare l'immagine del suo volto, riflesso sul vetro della bottega, mentre scrutava con curiosità dei capi di biancheria intima.

   Frank aveva condiviso Marylin Monroe con John F. Kennedy e Bobby Kennedy e io stavo ricalcando le sue orme condividendo Marianna con un altro uomo: il marito.
   La verità è che lui scopava mia moglie e io avrei voluto fare la stessa cosa con la sua, ma non avevo abbastanza coraggio per fermare Marianna e rivelarle il tutto.
   Mentre la seguivo dappresso suo marito e mia moglie, nel medesimo istante, stavano scopando. Di questo soltanto ero certo.

   Ero rimasto sconcertato dall'affermazione riportata nel libro di Georges Jacobs in cui Marylin confessava a Frank che John F. Kennedy non era un granché come amante e per di più affetto da eiaculazione precoce.
   Mentre Marianna era intenta a contemplare i capi di lingeria esposti nella vetrina mi domandai cosa potesse avere suo marito più di me. Il cazzo? Può darsi, però ritenevo intollerabile che un altro uomo scopasse nel culo mia moglie, ed era mia intenzione ricambiare lo sgarbo vendicandomi.
   Avrei voluto fare lo stesso con Marianna, sodomizzandola, ma per farlo avrei dovuto farle delle avance, sennonché pativo il timore che mi scambiasse per un maniaco sessuale. Ancora una volta l'avrei seguita sino a casa, come era accaduto nelle precedenti occasioni, spiandola da lontano, in attesa di trovare sufficiente coraggio per bloccarla e confessarle tutto.
   Tutt'a un tratto qualcuno mi salutò.
   - Ehi, Lorenzo cosa vai a fare in centro?
   A richiamare la mia attenzione era Fabrizio, un amico cicloturista con cui sono solito uscire in bicicletta la domenica mattina. Gli diedi una pacca sulla spalla deciso a liberarmene al più presto.
   - No, vado incontro a mia moglie. - mentii per togliermelo dai piedi e proseguire nel pedinamento.
   - Peccato avrei scambiato volentieri quattro chiacchiere con te.
   - Vado di fretta, sarà per un'altra volta. Ci sentiamo per telefono, così decidiamo quale percorso attuare in bici domenica.
   - Okay, sarà per un’altra volta. - disse salutandomi.
   Avevo perso di vista Marianna. La galleria commerciale straboccava di gente e non la scorgevo più. Mi portai sul marciapiede, fuori della galleria, e allungai il passo.
   Mi prese l'inquietudine di non riuscire a ricuperarla. Ero in affanno e cominciai a sudare per l'agitazione. D'improvviso la vidi seduta a un tavolo di una caffetteria. Era in compagnia di un uomo dalla pelle nera, un tipo distinto, vestito con giacca e cravatta nonostante la calura estiva. Quando le passai accanto, prima d'infilarmi nella caffetteria, intuii che l'uomo la stava insultando.
   Raggiunsi il bancone della caffetteria e ordinai un caffè. Mi voltai nella loro direzione e rimasi a osservare i movimenti delle loro labbra per carpire il significato delle parole che si scambiavano.

   Frank si sarebbe sbarazzato in fretta dell'ingombrante presenza dell'intruso, ma non assomigliavo a lui e nemmeno potevo vantare amicizie come Sam Gincana, padrino di Chicago e sua figura paterna.
   Dall’espressione dei loro visi mi parve sufficientemente chiaro che fra loro sussisteva una certa intimità. Seguitai a sorseggiare il caffè interrogandomi sul genere di rapporto che intercorreva fra loro due.
   Tutt'a un tratto, cogliendomi di sorpresa, Marianna si alzò di scatto dal tavolo, apparentemente irritata, e se ne andò via. Non si volse indietro quando l'uomo le gridò della puttana, ma proseguì nel suo cammino. Non terminai di bere il caffè e la rincorsi mentre si allontanava lungo la galleria.

   Canticchiavo "Strangers in the Night" mentre la rincorrevo. Strano, eh. Ma dopo avere ascoltato ciò che le aveva urlato addosso l'uomo dalla pelle nera avevo cambiato opinione su di lei. Le stavo dietro senza fare ricorso a particolari accorgimenti, fregandomene di essere individuato. Marianna girò il capo nella mia direzione un paio di volte prima di raggiungere Piazza Garibaldi e confondersi fra la folla.

   Frank, in età matura, aveva seguitato ad avere flirt con attici più giovani di lui. Era accaduto con Lee Remick e Jacqueline Bisset sul set di " Inchiesta pericolosa" e con molte altre attrici. Mentre pedinavo Marianna pensai a Frank e al fatto che stavo conducendo una sorta d'investigazione al pari di uno dei suoi personaggi cinematografici e non volevo essergli da meno.
   Le lancette dell'orologio, posto nella torre del Palazzo del Governatore erano ferme alle 19.00. Marianna attraversò Piazza Garibaldi scansando le auto che transitavano nella strada. Passò davanti ai tavoli delle caffetterie che facevano da cornice al monumento di Garibaldi e imboccò Via Cavour, poi si tuffò nel marasma di sfaccendati che a quell'ora della sera occupavano la strada e i marciapiedi.
   Le stavo dietro, a pochi metri, e potevo annusare la scia di profumo che spandeva dietro sé. Dinanzi al portone della sua abitazione, tentennai prima precederla e spalancare la porta che avevo sempre visto accostata e mai chiusa a chiave. Lasciai che fosse lei a spingerla e condurmi dentro.
   Nell'androne affrettò il passo, forse perché impaurita dalla mia presenza alle sue spalle. Invece di salire sull'ascensore prese a correre sulle rampe delle scale e le andai dietro.
   Al secondo piano dell'edificio si fermò davanti alla porta del suo appartamento, ma non inserì la chiave nella toppa. Si girò verso di me e con voce soffocate disse:
   - Posso sapere che cazzo vuoi da me? -  disse mentre il petto le sobbalzava per l'emozione e la paura.
   Restammo in silenzio. Avrebbe potuto gridare richiamando l'attenzione degli altri inquilini, ma non lo fece. In quei pochi istanti mi tornò alla mente di avere letto che Frank non aveva mai usato il preservativo quando si accoppiava con le donne, nemmeno quando faceva sesso con le prostitute. Pure io  non l'avevo mai usato, neppure ne conservavo qualcuno nelle tasche.
   - Sono il marito di Chiara.
   - Lo so. - rispose.
   E tutto mi fu chiaro.
   Mentre Marianna apriva la porta di casa pensai ancora a Frank. A proposito di Lauren Bacall, con la quale aveva avuto una avventura dopo la morte di Humphrey Bogart, disse pubblicamente che baciava male, ma il difetto peggiore era che non aveva saputo o voluto, mai fargli un pompino. Al contrario di Judy Garland che di pompini era maestra.

   La moquette del salotto era soffice. Marianna si mise carponi e si lasciò penetrare da dietro. La tivù mandava in onda un videoclip con protagonisti Robbie Williams e Nicole Kidman. Somethin'Stupid, la canzone che interpretavano, era lo stesso motivo d'amore cantato da un padre e da una figlia vent'anni prima. Ancora una volta il motivo musicale aveva raggiunto la prima posizione nella hit parade internazionale.
   La canzone era apparsa un po' incestuosa allorché era stata cantata da Nancy e Frank Sinatra, ma a loro due poco importava. Gli aveva dato successo e lo stesso stava accadendo a me con Marianna.
   Mentre scopavo pensavo alle donne che Frank aveva posseduto. Soprattutto a Kim Novak (affetta da
Sindrome di Morris) che in seguito si era premurato di consegnare fra le braccia di Sammy Davis Jr. E in quel momento appetii che in un prossimo futuro mia moglie si facesse scopare da un uomo ammogliato con una bionda.

 

 
 

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