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SESSO VELENOSO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Delle
piazze che ingentiliscono il quartiere
dell'Oltretorrente Piazzale Inzani, con
la sua forma a triangolo e la ricca
alberatura, è di una incomparabile
bellezza, infatti, richiama alla mente
le piazze che si incontrano camminando
per le vecchie strade di Parigi
La costante presenza
d'immigrati nordafricani ha conferito
alla piazza i connotati di un posto
malfamato. E' questo il motivo per cui
è stata etichettata con l’appellativo
di Casba dell'Oltretorrente.
Alfredo, soprannominato
Polpetta, mise piede nella Taverna
Rossa quando mancavano pochi minuti alle
dieci. Si trovava a suo agio in quel
locale malfamato, infatti, nonostante la giovane età, da
poco aveva compiuto trentatré anni,
millantava un curriculum a delinquere
niente affatto male. Già all'età di
sedici anni era stato recluso fra le
mura di un riformatorio per avere
sfondato il cranio a un tabaccaio,
spiaccicandogli addosso una bottiglia di
vetro, dopo che l'uomo aveva opposto
resistenza a un tentativo di rapina.
Dalla casa di correzione
era uscito dopo un paio di anni
di reclusione e affidato ai servizi
sociali. Una volta libero aveva vissuto
di espedienti, rubando automobili con altri coetanei, dopodiché si
era messo in proprio specializzandosi
nei furti d'appartamento.
Nel primo pomeriggio aveva
portato a compimento l'ennesimo furto,
svaligiando una villa in aperta campagna,
ubicata nella immediata periferia della città, ed era
sotto shock dopo quanto gli era
accaduto.
Mettendo piede nella Taverna Rossa non
fece caso agli anziani che occupavano i
tavoli, impegnati a giocare a tressette o
scopa. Si avvicinò al bancone
della mescita e al gestore del locale
ordinò un Cointreau corretto con gin. Si guardò intorno augurandosi di
scorgere la figura di Artemisia, una
prostituta quarantenne di cui era
innamorato perso, abituata a prostituirsi
nel locale.
Seduto sullo sgabello
a trampolo, davanti al bancone, era
affaccendato nel mescolare il ghiaccio
nel bicchiere, facendolo tintinnare
contro la parete in vetro, quando fece
la sua comparsa Artemisia.
- Cosa stai bevendo? -
chiese la donna facendo scorrere la mano
sopra un avambraccio dell'uomo,
carezzandolo sino a fargli rizzare i peli
e non solo quelli per l'eccitazione che
era stata capace di procurargli.
- Ah. Sei tu? - disse
Alfredo girando lo sguardo nella
direzione della donna che gli si era
seduta accanto. - Ti stavo aspettando.
Posso offrirti qualcosa da bere?
- Lo stesso che hai preso
tu. - disse indicando il bicchiere
appoggiato sul bancone davanti ad
Alfredo.
- E' un Cointreau. Non
credo sia di tuo gusto.
- Che roba è?
- E' un triple sec con un
forte aroma di arancia.
- Beh, allora Gigi... -
disse la donna rivolgendosi all'uomo in
piedi dietro il bancone. - Dammi da bere
un Martini con ghiaccio.
In Artemisia c'era qualcosa
di molto volgare, mescolato a una
esibita esplosione di femminilità, che
Alfredo non aveva mai riscontrato in
nessun'altra prostituta con cui aveva
scopato. Avrebbe fatto pazzie per lei se
solo glielo avesse chiesto perché
Artemisia non poteva essere più donna
di quanto la era già.
- Voglio passare tutta la
notte con te e squartarti il culo col
mio cazzo. - le disse guardandola negli
occhi lividi di stanchezza.
- Sei proprio un maniaco
sessuale! Ma lo sai quanto ti verrebbe a
costare trascorrere una notte intera in
mia compagnia? C'hai abbastanza denaro?
- Non m'importa quanto mi
verrebbe a costare. Di soldi ne ho in
abbondanza, oggi ho fatto un colpo che
mi ha reso ricco e non avrò più
bisogno di lavorare per il resto della
vita. Nemmeno puoi immaginare quanto
denaro ho guadagnato oggi.
- Guadagnato?
- Beh, si fa per dire... -
disse Alfredo accompagnando la risposta
con un sorriso a trentadue denti.
- Ah.
- Stasera Artemisia sei più
bella del solito. Hai una luce negli
occhi davvero speciale. E io ho una gran
voglia di montarti. Mi piacerebbe
mettertelo nel culo senza fare ricorso
al preservativo.
- Che porco sei!
- E poi ti farei succhiare
la cappella sporca di cacca sino a
quando non mi farai sborrare!
- Davvero credi che potrei
accettare di lasciartelo fare? Sei
proprio matto!
- Beh, se ti offrissi
duemila Euro, dico duemila Euro! Non
credo che ti tireresti indietro, vero?
- E tu scialacqueresti un
simile capitale soltanto per incularmi.
- Sì.
- Stasera non sei a posto.
Secondo me hai bevuto troppo oppure ti
sei fatto con della roba avariata,
sbaglio?
- Le tue parole mi hanno
fatto tornare alla mente un tizio che
tempo addietro ha vinto al Superenalotto dieci
milioni di Euro. Ebbene dopo qualche
anno dalla vincita gli amici gli
chiesero come li aveva spesi tutti quei
soldi. E lui sai cosa rispose: "Ne
ho speso la metà in alcol, scommesse e
donne" "E l'altra metà?"
gli chiesero di nuovo gli amici.
"L'altra metà l'ho dilapidata in
inutili stronzate"
- Ah. Ah. Ah. davvero
divertente il tizio. E tu vorresti
prenderlo a modello dilapidando il tuo
denaro scopando con me?
- Sì.
- Ma allora non è stata
soltanto una battuta la tua. Ma davvero
hai portato a compimento un colpo
geniale?
- Non sbagli, è proprio
così. Nemmeno puoi immaginare quanto
denaro mi ha fruttato.
Trascorsero una buona
mezzora a bere e parlare di denaro e
sesso, dopodiché abbandonarono il
locale. L'abitazione dove Artemisia si
appartava con i clienti distava un solo
isolato dalla Taverna Rossa e la
raggiunsero a piedi.
Artemisia era curiosa di
apprendere dalle labbra di Alfredo come
aveva fatto a procurarsi l'enorme somma
di denaro che millantava di possedere. Ma non voleva metterlo troppo
sotto pressione opprimendolo con delle
domande, conscia che le sarebbe bastato
ammagliarlo con qualche carezza, specie
se fatta nei posti giusti, per fargli
vuotare il sacco.
Ad Alfredo piaceva soprattutto
metterlo nel culo alle donne, infatti,
quando ne aveva voglia sceglieva di
accoppiarsi con le prostitute africane
perché nessun'altra razza, a suo dire,
poteva vantare un culo sporgente come il
loro. E poi gli piaceva incarnare il
ruolo del sodomizzatore, come se, per il
solo fatto che le pagava, questo potesse
conferirgli il diritto di violentarle e
persino picchiarle nel caso si fossero
rifiutate di dargli il buco del culo.
Inculare le donne era una
ossessione per lui. Lo eccitava
tantissimo assumere l'atteggiamento del
carnefice perché era un vero e proprio
stupro quello che compiva sulle donne
vittime delle dimensioni del suo cazzo,
perfettamente rapportato alla sua
possente stazza fisica.
Riuscire a inculare
Artemisia senza preservativo era il
cruccio che lo assillava da tempo
memorabile. Non era mai riuscito a
convincerla a lasciarglielo fare,
scoraggiata dalle dimensioni del cazzo
che gli penzolava fra le gambe, ma
quella sera era certo che ci sarebbe
riuscito. Artemisia non avrebbe potuto
rifiutare l'ingente somma di denaro che
le aveva promesso.
Appena ebbero messo piede
nella stanza da letto Artemisia si liberò
della gonna e subito dopo della
camicetta e del reggiseno; le mutande
non le indossava mai quando esercitava
la professione. La cosa non stupì
Alfredo abituato a metterle la mano
sotto la gonna, sollecitandole il
clitoride con il movimento delle dita,
cosa che aveva fatto anche quella sera
davanti al bancone della Taverna Rossa.
Nonostante i quarant'anni e
il viso sciupato per le notti trascorse
a prostituirsi Artemisia era uno
splendore di donna. Il suo corpo pareva
fatto di materia esplosiva tanto erano
prorompenti le forme. Alfredo che non
era tipo capace di dominare la ragione,
perché feroce e impetuosamente
licenzioso, si perse a guardarla mentre
era impegnato a spogliarsi degli abiti
che aveva addosso. Infine, quando abbassò
le mutande, non poté fare a meno di
mostrarsi con il cazzo in piena
erezione, facendo notare ad Artemisia
quanto era impaziente di fare sesso con
lei che invece seguitava a guardarlo con
il consueto sguardo di ghiaccio che
tanto lo eccitava.
- Dai, vieni qua accanto a
me. - disse Artemisia, facendogli cenno
con una mano di avvicinarsi, dopo
essersi distesa sul letto.
Alfredo andò a coricarsi a
fianco di Artemisia e lasciò che lo
accarezzasse come solo una donna della
sua esperienza poteva fare. Lei lo
costrinse a divaricare le cosce e con un
tocco leggero della mano si avvicinò
allo scroto che si rapprese fra le sue
dita appena glielo accarezzò, chiaro
segno della eccitazione che Alfredo non
riusciva a nascondere a causa dei
sospiri e gemiti di piacere che gli
uscivano dalla bocca.
Alfredo trasalì nel
percepire lo spessore del dito che gli
risaliva l'ano e lo esplorava. Il dito
indugiò a lungo nella cavità
dell'ampolla rettale muovendosi avanti
indietro finché Artemisia afferrò il
cazzo con l'altra mano e cominciò a
masturbarlo smaniosa di farlo stare
bene, ma soprattutto non smise un solo
istante di fargli delle domande a
proposito della ingente somma di denaro
che aveva dichiarato di essersi
procurato.
Tutt'a un tratto, dimentico
del piacere che stava provando, Alfredo
sollevò di peso Artemisia e la mise
carponi sopra il letto. Lei non si
oppose, ma gli chiese di infilare uno
dei preservativi che stavano su un
piattino posto sul comodino.
- Per duemila Euro... -
questo era il valore dei quattro
biglietti da cinquecento Euro che aveva
tolto dal portafoglio e appoggiato sul
cassettone prima di coricarsi sul letto.
- Voglio incularti senza paracadute. Me
lo permetti vero? Altrimenti non se ne
fa niente.
Artemisia non era avvezza a
fare eccezioni con gli uomini, infatti,
obbligava sempre i clienti a indossare
il preservativo, ma tutti quei soldi le
avevano fatto gola e poi Alfredo non le
era mai parso il tipo d'uomo capace di
contagiarla, anzi con lei si era sempre
mostrato pulito e educato e l'aveva
sempre trattata come una principessa,
così lo lasciò fare.
Prima di affondare il cazzo
nelle viscere della donna Alfredo si
premurò di ammorbidire l'orifizio
lasciandoci cadere sopra una grande
quantità di saliva.
L'ano si dilatò senza
nessuna complicazione al passaggio della
cappella nonostante la stazza del cazzo
di cui era dotato fosse davvero superba.
D'altronde in quel culo prima di lui
c'erano passati cazzi di ogni tipo,
colore, e dimensione. Sennonché dopo un
po' che la montava incominciò a dare
dei colpi sempre più arrabbiati facendo
strillare Artemisia. Non furono gemiti
di piacere quelli che le uscirono dalla
bocca. Il cazzo sembrò lacerarle i
tessuti dell'ano tanta era
la forza con cui Alfredo spingeva la
cappella nelle profondità delle
viscere.
Alla fine Alfredo si
accasciò sopra di lei mantenendo il
cazzo dentro l'ano fintato che ebbe
completamente eiaculato.
- Succhiamelo adesso! - le
ordinò.
Artemisia non faticò a
prendere il cazzo in bocca, seppure
schifata per le tracce di cacca di cui
era permeato, e si mise a mondarlo
passandoci sopra la lingua. Era un
compito che aveva portato a termine
soltanto rare volte, ma per la somma di
denaro che le era stata offerta avrebbe
fatto ben altro. Si meravigliò quando,
dopo un po' che leccava, il cazzo
riprese a diventare turgido.
Trascorsero insieme altre
due ore di sfrenata passione fintanto
che Alfredo si accasciò sul letto
esausto.
- Non mi hai rivelato in
cosa consiste il colpo grosso che ti ha
fatto diventare così ricco da offrirmi
duemila Euro per essere inculata.
- Oggi pomeriggio ho fatto
un gran colpo in una villa liberty
situata a pochi chilometri dalla città.
Ormai dovresti saperlo che non sono un
grande scassinatore. Le serrature di
porte blindate e casseforti per me
rimangono a tutt’oggi un grande
enigma, ma il fiuto per le cose di
valore quello non mi manca, dovresti
averlo capito.
- E allora?
- Beh, muovendomi fra le
varie stanze della villa, alla ricerca
di qualcosa di prezioso da arraffare,
sono capitato in una stanza sul cui
letto matrimoniale qualcuno aveva
sistemato una valigia. Lì per lì non
ci ho fatto molto caso, ma dopo avere
rovistato negli armadi e fra i cassetti
del comò, senza trovare oggetti di
valore, ho provato ad aprirla. A momenti
mi è venuto un coccolone quando ho
scoperto cosa conteneva. La valigia era
piena di mazzette di banconote da
cinquecento Euro. A dir poco saranno
stati cinquanta milioni di Euro! Hai
capito! Cinquanta milioni!
- Oh. Merda!
- Mi sono impossessato
della valigia e sono scappato via. Penso
che nessuno mi abbia visto né entrare
né uscire dalla villa. E' stato un vero
colpo da maestro!
- A proposito della
villa... hai detto che è in stile
liberty. Ma dov'è che si trova
esattamente?
- Hai presente la strada
che conduce a Vigoletto? Saranno poco più
di tre chilometri dalla città. Beh, la
villa si trova a un centinaio di metri
dal campanile della chiesa.
- Per caso la villa ha un
meraviglioso parco alberato
tutt'intorno?
- Si, è proprio quella.
- E non sai chi sono i
proprietari?
- No, ma che importa?
- Hai ragione.
Tutt'a un tratto, stanco
com'era, Alfredo chiuse gli occhi e si
addormentò. Artemisia lasciò che
trascorresse una decina di minuti prima
di allontanarsi dal letto. Nuda trovò
rifugio dentro il bagno dove compose,
sul cellulare che si era portata
appresso, il numero di un telefono. Dopo
qualche squillo prese a parlare.
- Sono Artemisia, so chi è
stato a sottrarvi la valigia col denaro
che tenevate nella villa. L'uomo che vi
ha derubato sta qui da me.
Artemisia provava
commiserazione per Alfredo poiché,
ingenuo com'era, le aveva confidato la
sua storia soltanto per farsene vanto.
Di sicuro non poteva sapere che la villa
in cui aveva commesso il furto della
valigia era la dimora di Jonny Corvino,
boss di una delle cosche calabresi più
pericolose che agivano nel territorio
emiliano.
Dopo avere effettuato
quella spiata Artemisia era certa che il
boss l'avrebbe gratificata con una somma
di denaro ben più sostanziosa dei
duemila Euro che Alfredo le aveva
elargito in cambio di prestazioni
sessuali.
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