SCHERZI DEL CUORE
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

      Ero occupato a consumare la colazione al Cafè degli Artisti quando la porta d'ingresso del locale si spalancò. Uno sbuffo d'aria fresca mi raggiunse. Girai lo sguardo nella direzione della donna che stava mettendo piede nella caffetteria e rimasi a osservarla mentre si guardava d'intorno come se fosse alla ricerca di qualcuno.
   Intuii subito che doveva trattarsi di una femmina speciale, altrimenti non avrebbe attirato la mia attenzione. Alta più del normale, aspetto giovanile, venne a sedersi al tavolo accanto al mio ciondolando le anche in maniera indecente. Accavallò le ginocchia ed esibì un paio di cosce e delle gambe bene affusolate.
   Calzava dei sandali allacciati alle caviglie da sottili strisce di cuoio e mostrava delle bellissime dita dei piedi laccate di rosso. Al barman, impegnato dinanzi alla macchina per il caffè, chiese che le fosse servito un espresso e una brioche, poi si mise a leggere le pagine di un libro che si premurò di estrarre dalla borsetta.
   Rimasi sorpreso nell'udire il timbro della sua voce, piuttosto rauca e per niente in armonia con i lineamenti dolci del viso. Indugiai a osservarla incuriosito dalle sfumature cromatiche dei capelli, tagliati corti, di un turchino colore del cielo, e le labbra blu.
   Impiegò un tempo esagerato a consumare il caffè e la brioche, concentrata com'era nella lettura del libro. Tutt'a un tratto la vidi aprire la borsetta e frugarci dentro. Tolse un pacchetto di Chesterfield e lo appoggiò sul tavolo, dopodiché ricominciò a rovistare nella borsa posando molti oggetti sul tavolo: anche una confezione di Tampax. Resasi conto di non possedere l'oggetto che stava cercando si guardò d'intorno.
   - Ha da accendere? - disse volgendo lo sguardo nella mia direzione.
   - Mi spiace, non fumo.
   - Buon per lei. Io non ne posso fare a meno del tabacco.
   - Ma non è proibito fumare nei locali pubblici?
   - Ma davvero? - disse scomparendo con lo sguardo sulle pagine del libro, mettendo fine alla conversazione. 
   Quando l'avevo vista occupare il tavolo accanto al mio ero rimasto turbato dall'essenza odorosa che emanava la sua persona. Mi aveva dato l'impressione di una femmina irraggiungibile, ma dopo che aveva mendicato l'accendino avevo cambiato idea sul suo conto.
   - E' così interessante il libro che sta leggendo? - dissi cercando d'intavolare una conversazione
   - Eh?
   - Le ho chiesto se il libro è così avvincente da tenerla impegnata nella lettura.
   - Mi succede tutte le volte che leggo le ultime pagine di un libro che mi ha particolarmente coinvolto. In casi come questo vorrei che non giungesse mai alla fine. A lei non succede?
   - A essere sincero non leggo molti libri, lo faccio soltanto quando sono in ferie.
   - Non sa cosa si perde.
   - Posso sapere che libro sta leggendo?
   La donna socchiuse il libro che aveva mantenuto aperto durante la conversazione, conservando il pollice della mano destra fra le pagine come segnalibro. Girò la copertina nella mia direzione e mi fece vedere la facciata del libro: "L'insostenibile leggerezza dell'essere"
   - Ho visto il film tratto dal libro. - dissi. - Ricordo che l'interprete femminile era Juliette Binoche, una delle attrici che preferisco. A lei piace il cinema francese?
   - Non è il mio genere, ma alcuni film di registi francesi li ho visti volentieri.
   - A me invece piacciono tantissimo. Il nome del protagonista maschile del film non lo ricordo, forse è Jeremy Jrons o sbaglio?
   - Sbaglia, non è Jeremy Jrons. Lui è il protagonista del film "Il Danno", che ha come interprete femminile la Binoche.
   - Ah, sì, adesso che ci penso ha ragione.
   - Senza volere togliere i meriti al regista e agli attori del film, penso che "L'insostenibile leggerezza dell'essere" sia uno dei migliori romanzi che mi è capitato di leggere. Anch'io ho visto di recente il film, ed è questa la ragione che mi ha spinto a leggere il libro.
   Seduti uno accanto all'altra, in tavoli differenti, avevamo intrapreso una insolita conversazione e la cosa non mi era sembrata per niente strana.
   - Allora mi consiglia di leggerlo?
   - Senz'altro! Il romanzo, come in parte il film, non si limita a celebrare le complicate storie d'amore dei personaggi, ma è scritto come se fosse un gioco a incastri con più livelli narrativi, non ultimo quello storico. La chiave di lettura filosofica è quella che più mi ha affascinato.
   - Perché?
   - L'autore prende spunto dalle storie d'amore narrate e dalle vicende drammatiche della Primavera di Praga e dell'invasione dei carri armati russi, per costringerci a fare delle riflessioni sui concetti di libertà e sul fallimento del comunismo reale.
   - Sì, è vero.
   - Se devo essere sincera quello che mi ha interessato maggiormente nella lettura del romanzo è il rapporto d'amore fra i due protagonisti della storia. Forse perché mi ha costretta a fare delle considerazioni sulle mie esperienze con gli uomini.
   - A questo non ci avevo pensato.
   - A me è capitato di identificarmi in entrambe le due protagoniste femminili del romanzo. A lei non è successo con i personaggi maschili?
   - Assistere alla proiezione di un film e leggere la medesima storia sulle pagine di un libro dà diverse emozioni.
   - E' vero, molte riflessioni dei protagonisti e addirittura alcuni personaggi che compaiono nel libro non sono nemmeno presenti nel film.
   - Non lo sapevo.
   - Per questo le ho consigliato di leggerlo.
   - Non crede che dovremmo presentarci? Il mio nome è Lorenzo, il suo?
   - Ginevra. - disse abbassando gli occhi.
   - Bel nome.
   Affascinante Ginevra la era davvero. Mi persi a guardarla attentamente in viso e mi prese una dannata voglia di scoparla.
   I capelli turchini, tagliati a spazzola, impregnati di gel, le conferivano un aspetto sbarazzino. Ma anche i capezzoli, propensi a trapassare l'esile maglietta di cotone che indossava, non erano da meno al resto della sua figura. Era evidente che non indossava il reggiseno, pensai, e la cosa mi eccitò ancora di più.
   - Che idea si è fatta del protagonista del romanzo? - dissi.
   - Se devo essere sincera sono rimasta colpita in maggior misura dalle figure femminili e dal loro modo di amare. Mi sono chiesta se il non accampare pretese sulla vita del proprio partner può davvero portare alla felicità di entrambi. Lei cosa ne pensa?
   - Non lo so. Quello che è certo è che il protagonista maschile della storia ha l'atteggiamento di chi nella vita ha come unico scopo la conquista del piacere e insegue la felicità attraverso il sesso.
   - E secondo lei è giusto?
   - Non lo so. Lei cosa ne pensa?
   - La ricerca esasperata del piacere conduce il protagonista a quello che è l'unico vero amore della vita: sua moglie.
   - Sì, è vero. Fare l'amore è molto diverso dall'amore. Sono convinto che nella vita reale capiti a ognuno di noi, anche una sola volta, di incappare nell'amore. A lei è capitato?
   La donna non rispose alla mia domanda, cambiò argomento di conversazione riprendendo uno dei temi che avevano a che fare col libro che teneva stretto nella mano.
   - Della vicenda storica in cui si sviluppa la vicenda d'amore cosa ne pensa? - disse.
   - Mia nonna Luisa ha vissuto tutta la vita con l'illusione di vedere sorgere "Il Sole dell'Avvenire", ma a differenza della maggioranza della gente d'oggi non era povera di valori, anzi gli ideali erano la sua più grande ricchezza.
   - Allora era comunista!
   - Qui nella pianura padana la maggioranza dei braccianti agricoli, muratori, facchini e operai lo erano, perché tali erano considerati da chi li sfruttava. E questo succedeva perché la povera gente perseguiva ideali di equità sociale.
   - Ma nel nostro tempo ha senso proclamarsi di sinistra?
   - Mirare a una società equa è una utopia, ma si può cercare di renderla più giusta. Questo lo si può fare, non crede?
   - Penso di sì.
   Dopo tanto parlare ero certo di averla incuriosita con le mie parole. Mi sentivo attratto da lei ed ero certo che anche Ginevra nutriva un po' di interesse verso di me. 
   - E di questo nostro incontro cosa ne pensa? - domandai.
   - Sono dell'idea che tutto ciò che si ripete ogni giorno sia privo d'interesse. Mentre è il concorso di diverse circostanze e combinazioni che ci cambia la vita. Il nostro incontro, ad esempio, ci ha sicuramente arricchito entrambi, non crede?
   - Sono d'accordo. A volte il caso ci parla e ci dice tante cose, che ne pensa se proviamo a sviscerarlo come fanno le cartomanti quando leggono le carte.
   - Sì, è vero, il caso è pieno di magia. Mi piacerebbe sapere cosa mi riserva l'avvenire.
   - Una proposta ce l'avrei.
   - Quale?

   Appena fuori dal locale camminammo tenendoci mano nella mano per le strette strade della città vecchia. L'appartamento dove abitavo distava pochi isolati dal Café degli Artisti, al terzo piano di un vecchio caseggiato privo di ascensore. 
   Oltrepassata la porta di casa la guidai fino in salotto, poi mi misi seduto sopra una poltrona lasciandola in piedi sul tappeto davanti a me.
   - Spogliati! - comandai, prendendo a modello il Tomáš protagonista maschile del romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
   Ginevra mi assecondò divertita, per niente stupita dal mio modo di fare. Si liberò dei sandali e li gettò nella mia direzione colpendomi al costato e alle gambe. Senza che glielo chiedessi fece scendere la cerniera del tailleur.
   Quando la gonna cadde sul pavimento diede un calcio all'indumento recapitandolo sulle mie ginocchia. Afferrai la gonna e avvicinai la stoffa alle narici e l'annusai. Sapeva di buono e glielo dissi.
   - Mi piace l'odore della tua figa.
   Serbavo il cazzo duro da quando avevo invitato Ginevra a seguirmi fino a casa e tale era rimasto per tutto il tempo. Mentre percorrevamo a piedi la strada che conduceva al mio appartamento mi ero sentito ridicolo con il cazzo che pulsava senza sapere come fare per contenerlo nei pantaloni perché mi stava diritto.
   Ginevra afferrò il margine inferiore della maglietta con entrambe le mani e la sollevò poco per volta fino a scoprire le tette. Non portava il reggiseno come avevo supposto scorgendo le punte dei capezzoli propensi a trapassare il tessuto.
   Le areole, larghe e di colore rosa, si ergevano come gemme sulle tette non troppo grosse e per niente cadenti. Quando si liberò della maglietta incrociò le braccia addosso al torace proteggendo le tette alla mia vista e la cosa mi stupì.
   - Vai avanti, finisci di spogliarti. - dissi indicando il minuscolo tanga che portava addosso.
   Levò l'indumento e rimase nuda.
   I peli del pube erano del medesimo colore turchino dei capelli e la cosa mi sorprese non poco. Rimasi a contemplarla, stupito da tanta bellezza, desideroso di scoparla, poi fu lei a impartirmi un ordine.
   - Vieni qua da me. - disse indicando con la mano il tappeto dove appoggiava i piedi. - Inginocchiati! - mi ingiunse di fare appena mi trovai di fronte a lei. Subito dopo allargò le gambe e mi ordinò di leccarle la figa e io ubbidii introducendo le guance fra le sue cosce che profumavano di fragola e latte.
   Andammo avanti a fare all'amore per tutta la mattina entrando e uscendo dal corpo dell'altro sino allo sfinimento. A mezzogiorno, come una moderna Cenerentola, Ginevra prese commiato respingendo con garbo l'offerta di essere accompagnata sino a casa. Dopo di allora non l'ho più rivista, ma so per certo che prima o poi la incontrerò.

 

 

 
 

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