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RENDEZ-VOUS
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Q uando
a metà pomeriggio, alla guida della
Panda, Giada imboccò uno dei percorsi
che dalla Via Emilia conduceva al centro commerciale,
l'autovettura di Fabrizio, una Bmw X5,
già occupava la piazzola del parcheggio
sotterraneo dove erano
soliti incontrarsi.
La piazzola, sufficientemente distante
dalle scale mobili e dagli ascensori che
conducevano al piano superiore del
centro commerciale, era un rifugio che
bene si confaceva ai loro scopi.
Infatti, potevano intrattenersi a
scopare, lontano da occhi indiscreti,
indisturbati, senza doversi allontanare
dalla città.
Le autovetture in sosta nei
parcheggi dei centri commerciali, e
quello dove Giada e Fabrizio erano
soliti darsi appuntamento non faceva
eccezione, sono spesso e volentieri
presi di mira dai ladri che approfittano
della sbadataggine dei clienti,
affaccendati nel fare la spesa, per
sottrarre dalle autovetture qualsiasi
oggetto, anche di poco valore, lasciato
sbadatamente incustodito.
Giada e Fabrizio erano
consapevoli che avrebbero potuto
imbattersi in qualche malintenzionato
dedito alle ruberie, ma questa
eventualità non li aveva mai
scoraggiati, infatti, da circa un anno
seguitavano a incontrarsi sempre nello
stesso luogo. Si intrattenevano nella
piazzola per un lasso di tempo assai
breve, di solito non più mezz'ora,
chiusi nell'abitacolo della Bmw
preferita alla meno spaziosa Panda che
li avrebbe costretti a notevoli
equilibrismi nell’affaccendarsi a
scopare.
Una presenza costante che
invece indispettiva entrambi era quella
delle guardie giurate. Piantonavano l'intera
area di parcheggio del centro
commerciale durante tutte le ore del
giorno, impegnate a prevenire i
furti dalle autovetture, attente a
cogliere i movimenti sospetti dei
presunti malviventi.
La Bmw X5 era equipaggiata
con vetri abbruniti. Dispositivo che proteggeva lei e Fabrizio da
sguardi indiscreti, poiché nei giorni
di maggiore flusso di gente
all'ipermercato erano molte le
persone che transitavano in prossimità
dell'autovettura. Giada non avrebbe
avuto vergogna a mostrarsi nuda mentre
scopava con l'amante, anzi la presenza
di qualche voyeur l'avrebbe persino
eccitata, ma temeva che qualcuno,
vedendoli impegnati a fare l'amore, nudi
nell'abitacolo, avrebbe potuto
denunciarli per atti osceni in luogo
pubblico portando allo scoperto i suoi
tradimenti.
Giada arrestò la Panda
nella piazzola a lato della Bmw,
dopodiché spense il motore. Prima di
scendere dalla vettura si premurò di
spingere verso l'alto il reggiseno,
super push, mettendo in sporgenza, e
quindi valorizzando, un seno che due
gravidanze avevano appesantito.
Aiutandosi con le dita stirò verso il
basso il bordo circolare della maglietta
in modo d'allargare la scollatura e
rendere il décolleté più abbondante e
audace. Eliminò le pieghe della
maglietta e finì per ritrovarsi nella
condizione migliore per mostrarsi
all'amante.
Quando era uscita di casa
per raggiungere Fabrizio era spossata a
tal punto da non avere la mente lucida.
Le quotidiane incombenze della famiglia
le pesavano addosso come macigni. Il
marito non s'era mai accorto dello stato
di disagio in cui era precipitata.
Pareva gli interessasse solo il lavoro e
guadagnare sempre più denaro. La sera,
tornando a casa, dopo un'intera giornata
trascorsa lontano da Giada e dai due
figli, consumava la cena, scambiava
soltanto qualche parola, dopodiché
andava a rinchiudersi nello studio dove
riprendeva a lavorare mettendo a
profitto le proprie competenze in
materia finanziaria, tributaria e di
ragioneria, da abile commercialista qual
era.
Giada, suo malgrado, aveva
vissuto per molti anni una vita sterile.
Il marito non le aveva mai fatto mancare
niente, appagando ogni suo desiderio,
rispettoso com'era della famiglia. Lei
da parte sua si era impegnata a
mantenere in ordine la casa oltre a
prendersi cura dell'educazione dei
figli, persuasa che questa condotta
avrebbe potuto darle la felicità. Sennonché nella sua vita, d'improvviso,
aveva fatto la sua comparsa Fabrizio e
il mondo le era crollato addosso. La
presenza dell'uomo era stata devastante,
pari agli effetti di uno tsunami, poiché le aveva dato
l'opportunità di mettere in discussione
se stessa.
Il loro primo incontro, del
tutto casuale, era avvenuto davanti a
uno dei bancali della carne
dell'ipermercato. Si erano ritrovati ad
acquistare tutt'e due una confezione di
spezzatino di carne di vitello. In
quella occasione avevano scambiato solo
poche parole, impegnati a controllare la
data di scadenza della carne posta
sull’etichetta della confezione.
Successivamente si erano incrociati
altre volte nel medesimo ipermercato,
fintanto che lui l'aveva invitata a
consumare un caffè in uno dei punti di
ristoro dell'ipermercato. Quel
giorno, soprattutto per lei, era stato
l'inizio di una nuova vita.
Mentre scendeva dalla Panda
si premurò di appoggiare la suola di
una scarpa, decolleté rossa con tacco
dodici, sulla pavimentazione del
parcheggio. A Fabrizio, seduto al posto
di guida della Bmw, esibì con un
certo orgoglio le gambe e le cosce
fasciate da calze autoreggenti il cui
bordo sporgeva dalla gonna arricciata
sull'addome.
Rimase immobile, mantenendo
quella posa, per qualche istante,
guardando nella direzione dell'amante
prima di scendere dalla Panda.
Fra di loro ci fu un
sottile gioco di sguardi. Da parte di
Giada anche più di un ammiccamento,
fintanto che la bocca si schiuse in un
generoso sorriso.
Scese dall'auto e prese
posto sul sedile della Bmw. Serrata la
portiera si buttò fra le braccia
dell'amante e si strinse forte a lui
assorbendone il profumo buono della
pelle, ansiosa di congiungersi al più
presto.
Fabrizio cercò le labbra
di Giada e la baciò in modo sfacciato
penetrandola con la lingua nella bocca.
Quel bacio aveva tutta l'apparenza di
una domanda cui lei avrebbe voluto
rispondere per il resto della vita, ma
era consapevole che questo non sarebbe
mai potuto accadere. Seguitarono a
intrecciare le lingue una sull'altra,
mischiandole all'abbondante saliva,
fintanto che Fabrizio infilò le dita
fra i capelli di Giada premurandosi di
stirarle all'indietro il capo con una
certa energia.
Giada tremò tutta,
eccitata da quella accoglienza, mentre
l'amante, mugolando di piacere,
insisteva a penetrarla nella bocca
dandosi da fare con la lingua,
lasciandola senza fiato. Quando Giada
gli prese il cazzo nella mano, dopo
essersi premurata di abbassargli i
pantaloni, ebbe immediatamente sentore
del pulsare delle vene e del prepotente
inturgidimento dei corpi cavernosi. Il
cazzo di Fabrizio sembrava un vulcano
pronto a eruttare da un momento
all'altro tanto era eccitato.
Contrariamente a quanto le
succedeva con il marito, le rare volte
in cui facevano l'amore, con Fabrizio
non ebbe bisogno di stimolargli il cazzo
per sentirlo crescere grazie al
movimento delle mani. Chinò il
capo sulla rosea cappella e incominciò
a leccarla. Seguitò a succhiare a lungo
dedicandosi soprattutto a passare la
lingua sul frenulo, persuasa che in
questo modo avrebbe fatto godere
Fabrizio.
Si impegnò a leccare il
cazzo per tutta la lunghezza, ripetendo
il medesima movimento più volte,
dopodiché finì per torcere le labbra
tutt'intorno alla cappella, accendendo la
figa, oramai bagnata fradicia d'umore,
di un estremo piacere.
Succhiare il cazzo a
Fabrizio la faceva impazzire tutte le
volte che stavano insieme, specie se nel
contempo lui le sgrillettava il clito.
Quel pomeriggio, mentre muoveva le
labbra avanti e indietro, giocando con
la pelle del prepuzio, assaporò per
l'ennesima volta il profumo forte e
muschiato del cazzo che le riempiva
narici e polmoni provocandole un senso
di vertigine causato dalla mancanza di
ossigeno.
In poco meno di mezzora fu
in grado di raggiungere un grappolo di
orgasmi da infarto, praticando del sesso
sino allo sfinimento. In verità non
amava Fabrizio, era soltanto soggetta a
una dipendenza sessuale perché
quell'uomo sapeva appagarla
contrariamente a quanto non sapeva fare
il marito. Avrebbe potuto smettere di
vederlo in ogni momento, di questo ne
aveva il convincimento, ma non aveva
nessuna intenzione di farlo.
Uomini ne aveva posseduti
parecchi prima di sposarsi, di quasi
tutti non ricordava nemmeno il nome.
Erano soltanto dei volti anonimi finiti
nel cassetto dei ricordi. Infatuazioni
invece ne aveva subite davvero poche.
Soltanto con tre o quattro uomini si era
mostrata disponibile e aperta a tutte le
esperienze, soddisfacendo ogni loro
richiesta, anche quelle più oscene.
Fabrizio era uno di questi.
Mentre alla guida della
Panda stava allontanandosi dall'area di
parcheggio, per fare ritorno a casa, era
consapevole che prima o poi avrebbe
dovuto pagare il conto dei suoi
tradimenti. Ma all'età di trentatré
anni non riusciva più a fare a meno di
quei settimanali rendez-vous perché
aveva ancora una grande voglia di
vivere.
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