AH... L'AMORE
QUANTE COSE FA FARE
L'AMORE

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

         Sto per mettere piede nel mio appartamento quando, oltre la parete, avverto il trillo del telefono. Mi affretto ad aprire la porta e mi dirigo verso il salotto, là dove ho sistemato l’apparecchio. Inciampo sul bordo di un tappeto, perdo l'equilibrio e sto per cadere a terra, ma sono lesto a riprendermi prima di raggiungere il tavolino su cui è sistemato il telefono. Afferro la cornetta e con l'ansia che mi soffoca la gola riesco ad aprire la bocca.
     - Pronto…
     Nessuno mi dà risposta. Tiro fuori altra aria dai polmoni e con un tono di voce più caldo ripeto: 
   - Pronto! Pronto!
     Mi si chiude la bocca dello stomaco mentre resto in attesa di una risposta, persuaso che dall’altra parte potrebbe esserci Erika, la mia ex compagna. 
     Insisto a ripetere: - Pronto! Pronto! Pronto! 
   Ripeto le parole in modo meccanico fintanto che la comunicazione si interrompe, mentre nell’orecchio mi rimbomba il segnale di un ripetuto: Tu Tu Tu... 
   La linea telefonica è tornata a essere libera. La cosa mi turba parecchio perché ogni volta che il telefono squilla, dopo che Erika mi ha lasciato, spero che sia lei a cercarmi perché ha nostalgia di me. 
    Sono stanco. Sono solo e con la testa piena di suoi ricordi. Ne ho troppi e mi provocano fastidio.

                                        * * *

    Stasera ho  trovato rifugio a casa di Silvia, la migliore amica di Erika. Se sono venuto da lei è perché avevo bisogno di stare vicino a una donna che desse conforto alle mie pene d'amore. 
    Seduti sul divano, di fronte allo schermo di una gigantesca tivù al plasma, manteniamo lo sguardo sulle immagini dei videoclip che vanno in onda su Radio Italia, un canale del digitale terrestre che trasmette musica sul canale 70.
     - Cazzo! Mi vergogno persino ad ammetterlo, ma stasera, quando mi sono trovato solo dentro le mura di casa, ho avvertito un dannato bisogno di sfogarmi con qualcuno. D'acchito ho pensato a una persona che mi conosce e con cui sfogarmi, così sono uscito di casa e sono corso da te. Ho fatto male?
     - No, affatto, sono qui anche per questo. - mi interrompe Silvia seduta sul divano accanto a me.
     Devo averla colta di sorpresa quando dalla strada le ho suonato il campanello. Probabilmente stava preparandosi ad andare a letto perché mi ha accolto con addosso un pigiama rosa con stampigliato sul petto l’immagine di Snoopy: un abbigliamento fin troppo giovanile per una donna di trentasei anni.
     - Quando la sera torno a casa, dopo che ho trascorso l'intera giornata al lavoro, nutro sempre la speranza che il telefono possa squillare da un momento all'alto e dall'altra parte possa esserci Erika, ma se succedesse sarei preda del terrore perché sentendo la sua voce non saprei come comportarmi.
     - Ma davvero t'illudi che Erika possa cercarti?
     - Sì. - confermo deciso, rispondendo alle parole di Silvia, la migliore amica di Erika, senza rendermi conto che da poco le lancette dello Swatch che ho al polso hanno superato le dieci, e potrei disturbarla.
     - Erika ti ha amato, anche molto, lo so perché me lo ha confidato più volte lei stessa, ma adesso devi rassegnarsi alla sua lontananza perché la vostra storia è finita e devi soltanto prenderne atto. Lascia da parte le recriminazioni e abbandona la speranza che possa fare ritorno da te perché non accadrà. Capito? 
     - Dici bene tu, ma credi sia facile arrendersi all'ineluttabile come lo definisci tu?
     - Mettere la parola fine a una relazione importante come è stata la vostra non deve essere per niente facile. Ti assicuro che lo capisco bene, credimi. E poi tu stai vivendo questa separazione come un lutto.
     - E come dovrei viverla, altrimenti? Me lo spieghi?
     - Concediti un po’ di tempo per ritemprarti, ma poi devi assolutamente riprendere il tuo cammino e guardarti intorno cercando l’amore con un'altra donna.
     - La fai facile, accidenti a te! E a dirmelo sei proprio tu che tre anni fa, dopo che Biagio ti ha lasciata, hai intrapreso una vita da monaca di clausura, tanto che raramente esci di casa se non per fare fronte a necessità indifferibili.
     - Merda! Voi uomini sapete essere sempre molto spietati. Tu che ne sai di quello che è accaduto fra me e Biagio? E come ti permetti di fare simili paragoni fra la mia e la tua storia? Resta il fatto che anche tu hai avuto modo di imparare di persona quanto si soffre a essere lasciati da qualcuno che si ama. Prima o poi capita a tutti, vero?
     - Scusami, ma non era mia intenzione trovare rifugio qui da te per offenderti.
     - Sappi che anche Erika aveva investito tutta se stessa nella vostra storia. So per certo che adesso si sente vuota, insicura, ma non ti ama più. Devi renderti conto che anche le storie più belle giungono a termine, e la vostra era giunta alla fine.
     - Circa un anno fa era già accaduto che ci separassimo, poi abbiamo scoperto che non potevamo fare a meno uno dell’altra e abbiamo ripreso la nostra relazione, mettendo da parte dissapori e malumori.
     - Ne ero al corrente, Erika mi aveva informato della vostra crisi. E pur vero che quando c’è un crollo d’interesse verso il proprio compagno, come è accaduto a voi, è perché l’amore si è addormentato, oppure è finito e non c’è nulla che si possa fare per recuperarlo. Fra voi è accaduto questo, avete preferito tirare avanti ancora per un certo periodo di tempo sperando di riaccendere il fuoco che si stava lentamente spegnendo, e alla fine si è spento. Diciamo che Erika ti ha concesso un periodo di adattamento, ma lo ha fatto solo per pietà e non perché non si è accorta che era irrevocabilmente giunta l’ora di lasciarti.
     - Dici davvero?
     - Se vi foste veramente amati stai pur certo lo stronzo di turno non avrebbe potuto metterti le corna. E anche se fosse sopraggiunto Erika lo avrebbe respinto convertendosi in un muro di gomma. Se invece quell'uomo ha potuto fare breccia nel suo cuore è soltanto perché Erika non ti ama più. Semplice no?
     - Sono stanco, spesso mi sbronzo, e sono solo. - dico logorato da giornate di forti tensioni.
     - Davvero ti ubriachi?
     - Bevo quando sono da solo dentro casa, ma l’effetto che mi procura d’alcool è un cerchio alla testa che mi infastidisce non poco, infatti, se ne abuso allora, al mattino, quando mi sveglio, mi ritrovo con la nausea, il vomito, e lo stomaco a pezzi.
     - Sei proprio un coglione!
     Le immagini del videoclip di Gianna Nannini che canta “Lontano dagli occhi”, una vecchia canzone d’amore di Sergio Endrigo, in onda sull’emittente di Radio Italia, fanno da sottofondo alla nostra conversazione. Musica e parole della canzone mi commuovono e quasi mi metto a piangere.
     - Ehi… adesso non metterti a piangere, eh.
     - Mi piacciono le canzoni di Sergio Endrigo. Appartiene alla generazione di quei cantautori come Tenco, Paoli e Bindi che hanno fatto la storia della canzone italiana negli anni sessanta. E’ stato riscoperto di recente e sono molti i cantanti italiani che hanno inciso delle sue canzoni. 
     - Sì?
     - Beh, lo hanno fatto Battiato, la Mannoia e persino Alessandra Amoroso!
     - Non lo sapevo. - dice Silvia apparentemente interessata alle mie parole.
     - E’ inevitabile per chiunque ha un cuore non può che amare le canzoni di Endrigo. E poi ce n’é una che ascolto spesso.
     - Posso sapere qual è?
     - Il titolo della canzone è “Questo amore per sempre”.
     - Ah.
     - Mi piace soprattutto la strofa finale della canzone che ho persino imparato a memoria e adesso te la scandisco:
.
....
Questo amore per sempre.
.....Questo amore sbagliato.
.....Non dà più gioia.
.....Non è più amore.
.....Questo amore per sempre
.

     - Uhm… sono d’accordo con te. In effetti Endrigo ha scritto alcune delle più belle canzoni d'amore di sempre. - Mi interrompe Silvia che ha provveduto ad appoggiare una mano sulla coscia della mia gamba. 
     - Che cosa c’è di tanto sbagliato in me? Dimmelo tu, dai…
     - Sei precipitato nel pozzo nero del tuo ombelico. E in questo momento non riesci nemmeno a vedere le cose meravigliose che hai intorno a te. - dice Silvia prendendosi la briga di carezzarmi i capelli.
     - Prima di incontrare Erika ho avuto altre relazioni, tutte carnali e disimpegnate, mentre le uniche due ragazze che erano innamorate di me le ho allontanate perché ho avuto paura di affrontare una vita di coppia. Ma con Erika è stato tutto diverso, molto diverso. Ma tu lo capisci questo?
     - Sono curiosa di sapere cosa vi siete detti quando ti ha lasciato.
     - Beh, è accaduto una domenica mattina. Mi sono svegliato verso le otto, ho aperto gli occhi e mi sono accorto che Erika, sdraiata nel letto accanto a me, stava piangendo. Incalzata dalle mie domande mi ha rivelato che non stava più bene insieme a me. Poi mi ha detto che la sera precedente, prima di venire a dormire a casa mia, aveva avuto una crisi d’ansia ed era andata in bagno più di una volta per il mal di pancia. Insomma, l’impressione che mi ha dato in quel momento, è stata di una donna mortificata e ridotta a brandelli. Vedendola in quello stato sono rimasto di stucco, specie sentendo dalla sua voce che non stava bene lì, nel letto, sola con me. E' in quel momento che mi è venuto da pensare che ci fosse un altro uomo nella sua vita e i fatti mi hanno dato ragione perché non mi ero sbagliato.
     - Quando l’amore è finito oppure si è addormentato, o addirittura non c’è mai stato, non si può fare nulla per riprenderci quella che consideravamo l'altra nostra metà. Ritieniti fortunato per il fatto che Erika non ha voluto prolungare la vostra storia per pietà quando invece stava già con un altro. 
     - A volte mi domando cosa ha lui che io non ho. E’ più bravo a letto? E’ più divertente? E’ più intelligente?
     - Prima o poi capita a tutti, uomini e donne, di essere traditi. A me è successo con Biagio un paio di anni fa, e potrebbe succedermi ancora perché gli uomini più sono svegli più sono spietati. Ma lo stesso discorso lo potrei fare anche per quanto riguarda noi donne, vero? 
     - Quella fatidica domenica mattina Erika non ha voluto rivelarmi il vero motivo per cui aveva deciso di lasciarmi. L’ho implorata dicendole che non doveva prendere una simile decisione in maniera così sbrigativa, specie dopo cinque anni che ci frequentavamo. Le ho proposto di prenderci una pausa di riflessione di almeno un paio di settimane in cui saremmo stati senza vederci né sentirci al telefono. Alla fine ha acconsentito, magari lo ha fatto per farmi stare meno in ansia, ma passato quel periodo mi ha telefonato confessandomi che ha un altro uomo.
     - E’ stata onesta a dirtelo in modo così schietto, non credi?
     - La verità è che io non so ancora rassegnarmi. Ho mascherato la mia delusione e non sono andato in escandescenza, anzi mi sono mostrato cinico, indifferente, e il risultato è che devo esserle apparso più strano di quello che sono di mio. Ho trentacinque anni e inizio a sentirmi vecchio, e mi sto rendendo conto che i miei complessi stanno aumentando di giorno in giorno.
     - Mi sembra del tutto inutile dirti che mettersi in competizione con l’uomo che ora fa coppia con lei è inutile. Fosse anche l’ultimo coglione che sta sulla faccia della terra, magari con il cazzo più piccolo del tuo, oppure senza un soldo in tasca, tu non ci puoi più fare niente. Se lei ne è innamorata significa che se lo sente nel cuore e che in questo momento è il migliore uomo del mondo. Capito? Ed è giusto che sia così perché all’apertura del cuore ha fatto seguito anche l’apertura degli occhi che le permette di vedere l’anima buona che c'è in quell’altro.
     - Se Erika e io fossimo rimasti insieme avremmo avuto modo di  realizzare i progetti che avevamo messo in programma. Invece non li concretizzeremo mai.
     - Li potrai realizzare con un’altra donna.
     - La mia vita non ha più senso senza Erika.
     - Ma dai, questo non devi dirlo neanche per scherzo.
     - Non mi innamorerò mai più.
     - Sbagli! Una volta chiusa una porta si apre sempre un portone.
     - Non incontrerò mai un'altra donna come lei.
     - Quelle che stai dicendo sono cazzate. Se lei ti ha lasciato è perché ormai sei pronto a qualcosa di nuovo e di più adatto al tuo sviluppo interiore. Secondo me sei pronto per intraprendere una nuova storia che magari potrebbe durare una sola notte, una settimana oppure tutta la vita. Esiste solo “Adesso” e devi ricominciare da questo preciso momento a vivere la vita.
     - Il suo abbandono mi sta procurando troppo dolore.
     - Allora fai l’amore con me e non pensare più a lei.
     - Eh?
     - Sono una donna sola, e per una volta fai finta che io sia lei e facciamo l’amore.


     Silvia è una donna speciale. Non ha avuto paura a dire esattamente quello che le passa per la mente e a fare il primo passo verso di me. Da come seguita a guardarmi ho l’impressione che ogni fibra del suo corpo, a cominciare dalle labbra, sexy e sensuali, possano attutire il mio dolore. Ha preso a mordere il labbro inferiore per attirare la mia attenzione come se volesse tentarmi e incitarmi a baciarla al più presto. Seguita a tenermi gli occhi puntati addosso e sostiene il mio sguardo, guardandomi intensamente come se fosse sua intenzione usarli al posto delle semplici parole per catturarmi.
     Ho il cazzo in erezione. La desidero soltanto perché sono un uomo e non posso tirarmi indietro di fronte al suo offrirsi. Però mi chiedo se si può amare alla pazzia una donna e nello stesso tempo fare sesso con la sua migliore amica. La verità è che Silvia mi vuole soltanto come trombamico, e non ha alcuna intenzione di cercare qualcosa di serio. Decido di dare seguito alle sue avance, ma non arrivo neanche a dire la parola "Bau" che Silvia mi è saltata addosso e le nostre labbra sono pronte ad assaporarsi. 
    I respiri si mescolano, le lingue titillano una contro l’altra, e le bocche si esplorano mentre in nostri corpi si intrecciano. Il bacio è qualcosa che scalda il cuore, fa vibrare l’anima, e mi scuote dentro. Le nostre mani si cercano ed è tutto così perfetto che sembra persino irreale.
     Il gioco che stiamo conducendo diventa sempre più eccitante. Il mio cervello non comanda più nulla. Non riesco a fermarmi. Silvia mi è addosso e mi morde il collo a più riprese. Deve avere la figa in fiamme e mi vuole dentro, penso.
     E’ passione pura e attrazione sincera quella che ci accomuna. Lascio che mi spogli e mi ritrovo nudo come ha già provveduto a fare lei liberandosi del pigiama. Mi ritrovo sdraiato con la schiena sul tappeto che ricopre il parquet e Silvia che mi cavalca.
     Lascio scivolare le mani lungo le curve morbide del suo corpo smanioso d'imparare a conoscerla. Ha delle forme giunoniche e sprigiona una carica sensuale pari a poche altre donne che ho conosciuto nella mia vita. Mi affascina, non pensavo fosse così ricca di abbondanza e straordinaria bellezza. Con la sua carne generosa Silvia è davvero una gran gnocca.
     Accarezzo le tette e pizzico a più riprese l’estremità dei capezzoli. Silvia si china su di me e la bacio mentre con le mani le afferro le natiche spingendole in avanti verso di me. Seguitiamo a baciarci e carezzarci senza mai disgiungere i nostri corpi per un solo attimo. Lo facciamo con molta passione, anzi in modo selvaggio come fanno gli adolescenti, avidi uno dell’altra, scambiandoci morsi e succhiandoci la lingua fintanto che mi viene da pensare che dopo questa sera sarò costretto a un paio di labbra nuove. Lei mi afferra il cazzo nella mano e se lo infila fra le cosce, mentre dai suoi occhi ho persino l’impressione che le scendano lacrime di gioia. 
     Silvia cerca di soddisfare il suo e il mio piacere cavalcandomi nella posizione dello smorzacandela. L’assecondo eccitato dal suo ansimare. Seguitiamo a scopare per una decina di minuti fintanto che si mette a strillare come una assatanata. Il suo corpo trema da capo a piedi mentre mi urla addosso tutto il suo piacere. 
    Lascio che si riprenda dall’orgasmo raggiunto con tanta facilità, la metto carponi sul tappeto e la scopo alla pecorina fintanto che anch’io raggiungo l’orgasmo.

     Le luci dell’alba ci trovano attaccati uno all’altra come gemelli, a cucchiaio, con il cazzo che punta dritto verso la voragine della vagina posta appena sotto il buco del culo. Allungo le braccia e le avvolgo i seni sensibili al tocco delle mie dita. Mentre spingo il cazzo nella vagina bagnata fradicia i lievi suoni del risucchio accompagnano il mio piacere. Lascio scivolare le mani sulle curve seriche del suo corpo perché quello che voglio più di ogni altra cosa al mondo è imparare a conoscerlo.  

 

 
 

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