PUSSYCAT
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

         Il box della doccia ha i vetri appannati per effetto della condensa di vapore acqueo. L'acqua si espande dal bulbo forato, scivola sulla pelle, e trascina verso il basso le particelle di sapone depositate sui peli del monte di Venere.
   Eseguo un ultimo risciacquo stropicciando con le dita la radice dei peli del pube, dopodiché chiudo il rubinetto dell'acqua calda.
   Quando esco dal box levo dal capo la cuffia di plastica a protezione dei capelli e lascio che riprendano la loro forma abituale. L'accappatoio di spugna mi è d'aiuto nell'asciugare la pelle umida. Uno sbuffo d'aria fresca penetra nel locale quando apro la finestra, prima di abbandonare la stanza da bagno, e restituisce all'ambiente un ragionevole grado d'umidità. 
   Lulù, la mia gatta, è rimasta ad aspettarmi fuori dalla porta del bagno per tutto il tempo che ho fatto la doccia. La trovo sdraiata sul pavimento, immobile, quando esco dalla stanza. Appena mi vede è lesta a mettersi ritta sulle quattro zampe. Miagola e struscia il musetto sulle mie gambe in segno di festa.
   Ha voglia di una carezza. Mi chino e le sfioro con la mano il capo. Sembra soddisfatta delle mie carezze, inarca il dorso della schiena, fa le fusa, e manifesta la propria contentezza.
   - Su, dai, Lulù seguimi.
   Percorro il breve tratto di corridoio che mi separa dalla stanza da letto. Lei mi viene appresso e giocherella con i pompon delle ciabatte che calzo ai piedi. Mi libero dell'accappatoio e lo ripongo sul letto sfatto, poi mi avvicino alla specchiera di cristallo che sta accanto all'armadio.
   I raggi del sole penetrano dalla portafinestra del balcone e illuminano il mio corpo nudo. Il contegno che assumo davanti allo specchio è identico a quello di una qualsiasi adolescente. Alzo le braccia verso l'alto, ruoto le spalle da un lato e poi nell'altro. Compiaciuta esamino le forme delle tette. Ho i capezzoli turgidi per effetto del getto d'acqua della doccia. Sfioro con le dita l'apice del capezzolo dalla parte del cuore.
   E' ispessito.
   Lo accarezzo delicatamente e sento crescere la voglia di toccarmi, ma la mia attenzione è rapita dalla silhouette della vagina che scorgo riflessa con le sue grandi labbra nello specchio.
   Lulù mi gira d'intorno. Rasenta le mie gambe adulandomi, strusciandosi contro più volte. Il mantello, nero e lucido, è di pelo corto come la maggior parte dei gatti di razza soriana. La testa, a forma triangolare, è abbastanza piccola. Gli occhi, giallo oro, hanno riflessi cromatici iridescenti e le conferiscono un aspetto misterioso. In certi momenti ho persino la sensazione che le pupille non abbiano il medesimo colore, ma è soltanto una illusione.
   - Stai buona, Lulù. - strillo allontanandola dalla gamba con un movimento del calcagno.
   Lo specchio rimanda l'immagine del mio corpo nudo. Il lavoro di abbellimento che ho eseguito sul monte di Venere fa della mia fica qualcosa di particolarmente seducente.
   La pelliccia di peli l'ho sagomata a forma di cuore. Ma non è stata una impresa facile disegnare questo profilo, ci sono riuscita grazie a un paziente lavoro di forbici e rasoio che mi ha tenuta impegnata per tutto il pomeriggio.
   L'acqua calda della doccia ha eliminato ogni residua traccia di crema di latte colorante che ho applicato sui peli del pube. In precedenza avevo steso la crema lasciandola sedimentare sui peli per trenta minuti e ora mi compiaccio del risultato.
   Le micro particelle di minerale colorante depositate sui peli conferiscono alla fica un aspetto provocante. Ho iniziato da adolescente a mantenere il pube rasato (a eccezione di una sottile striscia di peli sopra il clito). D'improvviso, qualche mese fa, mi è balenata l'idea di lasciare crescere i peli. Mi sarebbe piaciuto imbellettare la preziosa pelliccia con un colorante blu tropicale o lilla. Ma ho optato per un rosso carminio per non turbare Andrea (il mio compagno) con dei colori troppo appariscenti. Stasera, quando mi vedrà la passera impreziosita in questo modo, avrà una gradita sorpresa.
   - Allora Lulù che ne dici, ti piace la mia "farfallina"?
   Prendo in braccio la fedele compagna di giochi e avvicino le labbra della fica al suo musetto.
   - Ti sembra che il colore sia quello giusto oppure avrei dovuto...
   Lulù scivola via. Con un balzo felino sale sulla poltroncina di velluto posta a poca distanza dal punto in cui mi trovo. E' lì, su quel morbido tessuto, che è solita rifugiarsi quando ha voglia di concedersi una pausa di riposo. Decido di fare ritorno nel bagno per recuperare il beauty-case dove ho riposto il necessario per tingere le unghie di smalto. Un'ultima occhiata all'immagine della passera riflessa nello specchio e sono già oltre la porta.
   Brandisco il bauletto che reperisco dall'armadietto e sono di ritorno nella camera. Lulù è raggomitolata sulla poltroncina protetta dai braccioli di legno che la preservano da eventuali cadute.
   Ripongo il bauletto sopra l'accappatoio di spugna che in precedenza ho posato sulle lenzuola e lo apro.
   Seduta sul margine del letto mi osservo cosce e gambe alla ricerca di eventuali imperfezioni della pelle, ma non ne trovo. Trascino la mano su di una gamba e provo una certa soddisfazione nel sentire la pelle liscia e morbida come quando ero ragazzina, ma gran parte del merito è della ceretta che ha eliminato alla radice il velo di peli.
   Ho belle gambe, lo so, me lo dicono molti uomini. Ma di delizioso ho anche le dita dei piedi, anche se sono pochi gli uomini che sanno apprezzarli.
   Le gambe, perfettamente affusolate, si congiungono alle caviglie sottili. Ho piedi piccoli, ma non troppo. Calzo scarpe di misura che varia dal 35 al 36; dipende dal modello anatomico con cui sono state fabbricate.
   China sulle gambe strofino la mano sul dorso di un piede. Il mento è a poca distanza dalle labbra della fica, socchiusa e lucida, ma dalla quale resto distante con la bocca.
   Mi prendo cura delle unghie senza andare troppo a fondo col tagliaunghie. A ogni schiocco della tronchesina Lulù aggiunge un lieve fremito alle orecchie. Ha un udito acutissimo e una notevole sensibilità per ogni minimo rumore, più di quanto ne abbia io.
   E' un animale sornione, come la maggior parte dei gatti della sua razza, capace di guardarsi d'intorno con occhi pigri e destarsi alla vista di una lucertola o di qualsiasi piccolo animale che vede muoversi fra i vasi di fiori e le piante rampicanti del terrazzo. A volte resta indifferente a qualsiasi tipo di sollecitazione e nulla può distoglierla dalla sua comoda posizione.
   Procedo nel sagomare l'arco delle unghie. Le vorrei leggermente corte, ma non troppo. Impiego poco tempo a modellare le estremità. Terminata l'operazione prendo l'ovatta e inserisco dei batuffoli fra le falangi in maniera che le dita siano distanti una dalle altre. Afferro il flacone che contiene la soluzione di pigmenti colorati, sfilo il pennello, e stendo lo smalto rosso purpureo sulle unghie.
   Mi è sempre piaciuto distribuire lo smalto. Il prodotto che uso è sufficientemente fluido e di facile applicazione. Quando ho terminato di stendere il primo strato di smalto sulle unghie di entrambi i piedi mi soffermo a guardarli.
   Il colore è delicatamente iridescente. Ho l'impressione che lo smalto conferisca alle estremità dei piedi una straordinaria bellezza. 
   Lulù si è sollevata sulla poltroncina e sembra intenzionata a dare inizio alle pulizie del corpo. Solleva la zampa posteriore e la dispone sopra il capo. China il muso sui genitali e inizia a leccali tutt'attorno. Resto lì a guardarla incuriosita. D'improvviso mi perdo a pensare che i gatti sono animali fortunati. Dalla posizione in cui mi trovo, seduta sul bordo del letto, chino il capo sulla fica con l'intenzione d'imitare i gesti di Lulù che con l'apice della lingua sfiora i genitali, ma ogni tentavo d'incurvare la schiena e congiungere i due tipi di labbra risulta infruttuoso. Leccarmi i genitali da sola, insufflandomi il clitoride fra le labbra per succhiarlo, continuerà a essere un piacere inappagato. Chissà che effetto avrebbe su di me.
   Distribuisco una seconda mano di smalto sulle unghie. La lamina che ricopre la parte distale delle falangi appare più brillante, anche il colore ha assunto una tonalità più intensa. Lulù prosegue indisturbata nella sua opera di pulizia. Osservandola mentre si lecca con insistenza i genitali mi viene da pensare che i maschi sono più fortunati rispetto a noi donne. Madre natura li ha messi in condizione di succhiarsi il cazzo da soli. Perlomeno ad alcuni di loro...

 

 
 

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