PRONTO... CHI PARLA?
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

 

    - Pronto! Con chi parlo?
   - Ciao, sono io Flavia.
   - Ah.
   - Stupito nel sentire la mia voce?
   - No, affatto.
   - Pensavo il contrario. 
   - Dove sei?
   - Non troppo lontano da te.
   - Ah.
   - Non sai dire nient'altro?
   - Che cosa dovrei dire? Ma davvero sei convinta che stare ad ascoltare la tua voce mi renda felice?
   - Non lo so. Magari potresti dirmi qualcosa di carino, tanto per cambiare. Sei veramente insopportabile.
   - Con tutti gli uomini che ti stanno appresso, disposti a tutto pur di scoparti, non capisco perché vieni a rompere i coglioni proprio me?
   - A proposito di spasimati, sai che ho scoperto l'identità dell'uomo che tempo fa si divertiva ad appiccicare dei post-it sul parabrezza della mia automobile. Te ne ho parlato, ricordi? All'inizio non avevo dato troppo peso alla cosa, infatti, confidavo si trattasse di qualche stronzo che si prendeva la briga di scrivermi frasi d'amore, magari prendendole a prestito dagli involucri dei Baci Perugina per prendersi gioco di me, purtroppo mi sono sbagliata perché era una cosa seria. 
   - E te ne fai meraviglia?
   - Sta zitto e ascolta.
   - Che palle!!
   - Giovedì pomeriggio, mentre scendevo dall'auto, mi si è fatto incontro un tipo dall'apparente età di cinquant'anni. Abbronzato, elegante, vestito con giacca e cravatta, l'avevo notato in più di una occasione parcheggiare l'auto, un Bmw, nell'area di sosta dove sono solita sistemare la macchina quando mi reco al lavoro. Dopo essersi presentato, dicendo di chiamarsi Carlo, mi ha confessato di essere lui l'autore dei messaggi scritti sui post-it. 
   - E allora?
   - Senza troppi preamboli mi ha snocciolato un invito a cena. 
   - Che tu hai accettato, naturalmente.
   - Invece ho declinato la proposta. Ho fatto male?
   - Strano che ti sia rifiutata, non è da te. Probabilmente non era il tipo d'uomo che ti garba, immagino, vero? Che difetto aveva? Era senza una gamba, piccolo e grasso o forse era calvo?
   - Come hai fatto a capire che era calvo?
   - Beh, non è stato difficile indovinarlo conoscendoti.
   - Il fatto è che 'sto stronzo seguita a recapitarmi dei messaggi, ma stavolta non sono più testi romantici come quelli che aveva scritto in precedenza. Quelli che mi fa pervenire sono osceni, ma non ti nascondo che sono più interessanti di quelli che scriveva in precedenza. Vorrei tanto capire perché seguito ad attirare su di me le attenzioni degli uomini maturi.
   - E lo chiedi a me?
   - A chi altro, visto che per l'età potresti benissimo essere mio padre.
   - Non lo so.
   - Allora fra poco sono lì da te.
   - Mi sembra di non averti detto che puoi fare visita a casa mia.
   - Fai lo stronzo?
   - Hai solo voglia di scopare, vero?
   - Stavolta sbagli di grosso, non ho affatto bisogno di succhiare un qualsiasi cazzo, nemmeno il tuo, anzi, se proprio lo vuoi sapere sabato sera ho persino fatto del sesso con uno sconosciuto. 
   - Ah.
   - Non sono una santarellina, ormai dovresti conoscermi.
   - Nulla mi stupisce più di te.
   - Non vedo cosa ci sia di così sorprendente nel confessare che ho scopato con uomo che mi ha fatto il filo tutta la sera e che per di più mi piaceva un sacco. 
   - Non sai dire altro?
   - Cazzo! Non era una situazione rischiosa. Lo abbiamo fatto in macchina, nel parcheggio della discoteca. Non avevo bevuto, né mi ero fatta di roba, mi ha preso la voglia di scopare dopo che per tutta la sera mi ha strusciato l'uccello addosso mentre ballavamo. E poi ho usato tutte le precauzioni necessarie.
   - Sei andata a ballare in compagnia del tuo ragazzo?
   - Lui odia ballare, ormai dovresti saperlo, così in discoteca ci sono andata con un gruppo di amiche. Il mio ragazzo quella sera è uscito con gli amici e come al solito ha finito per ubriacarsi, il coglione.
   - Non è geloso? Ti lascia andare in discoteca senza di lui?
   - In discoteca mi piace essere provocante, se invece sono in sua compagnia devo trattenermi anche nel modo di vestire e non mi diverto. Venerdì mi sono agghindata in tenuta da cubista. Ce l'hai presente? 
   - Provo a immaginarlo.
   - Beh, allora te lo dico io. Sulla pelle avevo un abito nero, superaderente, di quelli che fasciano i fianchi, arrivano appena sotto la curva delle natiche, e lasciano scoperte cosce e gambe. 
   - Uhm...
   - Con un'ampia scollatura. 
   - Senza reggiseno?
   - Ovvio! Altrimenti che gusto c'é.
   - Con i capezzoli che trapassavano il tessuto, vero?
   - Certamente!
   - E le mutandine? Le avevi?
   - Questo non te lo dico, prova a immaginarlo.
   - Beh, se hai scopato con uno sconosciuto che ti ha fatto godere posso sapere cosa vuoi da me?
   - Ho voglia di te. Ho sempre voglia di te.
   - Dai, non fare la cretina.
   - Pensi che sia un capriccio? Davvero la consideri così strana questa voglia che ho di stare con te?
   - No. Sei soltanto un po' puttana.
   - E io ti piaccio così, vero?
   - Beh...
   - Non ce la faccio ad aspettare ancora. Ho voglia di scopare con te, adesso, anche se ho il mestruo.
   - Il mestruo?
   - Ti fa schifo?
   - Eh?
   - Non posso aspettare che passino cinque giorni prima che scompaia il sangue per fare l'amore. Voglio averti prima del tempo dentro di me. Cinque giorni sono lunghissimi e io non voglio stare in attesa per così tanto tempo. 
   - Ma ch'ai il tuo ragazzo. Non capisco perché vuoi scopare proprio con me.
   - Dimmi che mi desideri, dai.
   - Ma vaffanculo.
   - Voglio condividere con te il mio sangue. Lo abbiamo già fatto altre volte no? Non hai voglia di leccarmela un'altra volta?
   - Ma...
   - Posso venire a casa tua? Sono certa che ti è venuto voglia di scoparmi, vero?

* * *

   Flavia sta a quattro zampe sul letto della mia camera. Il culo inarcato verso l'alto è pari a quello di una montagna incantata. Stasera è più bella del solito mentre mi offre il foro dei miei desideri. Il calore del suo corpo mischiato al profumo della pelle mi fa impazzire. Ancora una volta non sono riuscito a trattenere la voglia che ho di possederla. 
   Mantiene la fronte appoggiata sul cuscino e col respiro in affanno ansima mentre spingo la cappella, lorda di sangue, avanti e indietro. E' una sensazione magica quella che provo. Ho dei brividi in tutto il corpo mentre fra le sue cosce c'è il terremoto.
   - Quanto ti fermi qui da me? - è tutto quello che so dirle mentre, sdraiati sul letto, uno accanto all'altra, le accarezzo il capo appoggiato sul mio torace dopo che abbiamo fatto l'amore.
   - Me ne vado fra poco. - sono le poche parole che escono dalla sua bocca.
   - Stai scappando da me?
   - Perché dici questo?
   - Perché è così.
   - Sbagli! Non è vero che scappo.
   - Davvero sei andata a letto con uno sconosciuto?
   - No. Ma tu ci hai creduto?
   - Sei piena di lividi in tutto il corpo. Non dirmi che è stato quello stronzo del tuo ragazzo. Ma anche se fosse non m'importa granché tanto so come sei fatta.
   - E tu?
   - Io, cosa?
   - Tu sei andato a letto con qualcun'altra?
   - Forse. - è tutto quello che mi viene da dirle, e non so aggiungere altro mentre la osservo che si veste per uscire ancora una volta dalla mia vita.

 

 

 
 

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