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PROFUMO
DI SALSEDINE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Una
leggera brezza agita i rami delle palme
che fiancheggiano il lungomare. Il
frastuono delle onde che a intervalli
regolari va a rifrangersi sullo sperone
di roccia su cui sorge l'Hotel Mocambo,
di cui sono ospite, si mescola al
lamento dei gabbiani in volo.
Seduta a un tavolo, sul
terrazzo dell'albergo che mi ospita,
circondata da uomini pinguino, inalo il
profumo di salsedine che giunge
prepotente alle mie narici mischiato a
quello dei gerani in fioritura che
circondano il parapetto che ho d'intorno.
Sudo di un tepore ambiguo,
specie fra le cosce. Mi succede ogni
volta che desidero qualcuno
che possa tentarmi.
La tazza vuota di caffè
sul tavolo è specchio fedele di una
vita, la mia, povera di affetti ma ricca
di vorticose passioni. Eppure sono poche
persone ad accorgersene.
Un cappello di paglia a
larghe tese e un paio di occhiali dalle
grandi lenti scure mi riparano dai
nefasti effetti dei raggi del sole sulla
pelle. Assorta nella lettura di un libro
fingo di non accorgermi degli uomini che
mi gravitavano d'intorno, eppure non mi
sfugge nulla dei loro movimenti avvezza
come sono a subire i loro sguardi. Nelle
dita della mano stringo una sigaretta.
Brucia lentamente e non mi è
d'impedimento nel voltare le pagine del
libro.
Nel corso della mia vita ho
fatto sesso con molti uomini, ma ancora
non ho incontrato quello capace di
strapparmi il cuore facendomi impazzire
d'amore. A letto ho fatto tutto ciò che
un uomo e una donna possono fare, anche
più del lecito, ma nessun uomo mi ha
realmente posseduta perché non mi sono
mai data completamente. Mi considero un
involucro vuoto, buono soltanto da
riempire.
Ho voglia di scopare,
adesso, subito, e non più tardi, magari
facendo una sveltina col primo uomo che
viene a tentarmi. Potremmo farlo in
camera oppure nel cesso del bar, poi
stasera troverò qualcosa di meglio con
cui trastullarmi quando me ne andrò in
giro per i locali della Riviera.
Tra i molti inviti che nei giorni
scorsi ho ricevuto dagli uomini per
trascorrere in loro compagnia il
week-end, ho finito per ritrovarmi
all'Hotel Mocambo, da sola.
Le camere d'albergo sono i luoghi
simbolici della mia libertà. Ne ho
occupate una infinità e in ognuna ho
lasciato più di una traccia del mio
passaggio, ma di nessuna mi porto il
ricordo.
Catturare un uomo, farlo
arrapare di brutto e scoparlo, è quanto
di meglio può offrirmi questo fine
settimana. In passato ho catturato molti
uomini in questo albergo e sono decisa a
rifarlo di nuovo, adesso, subito, se
qualcuno si decidesse ad abbordarmi.
Accidenti a loro!
Succhiare uno o più cazzi
al giorno è una necessità cui non so
sottrarmi. Oramai la considero una
ragione di vita. Stringere fra le labbra
una cappella o anche due assieme mi
alletta da stare male. Per questo genere
di cose madre natura mia ha dotato di
molto talento.
Sorbisco cazzi
all'occorrenza come un malato assume un
qualsiasi preparato terapeutico. Lo
faccio per stare bene. Ne ho bisogno
come l'aria che respiro perché il
piacere del sesso è l'unica ragione di
vita che conosco.
La dipendenza sessuale di
cui sono affetta è un problema reale,
forse dovrei entrare in analisi come
fanno gli alcolisti. Sono una donna
ossessionata dal sesso e tutto questo
non è normale, lo so.
Il bisogno di succhiare
cazzi mi sta rovinando l'esistenza.
Sette giorni su sette sono assillata da
questo pensiero, sogno cazzi anche
quando dormo. La mattina, al risveglio,
mi capita di ritrovarmi sempre più
spesso con la figa liquefatta per
l'eccessiva eccitazione che mi conduce a
compiere ininterrotti sogni erotici, così
finisco per masturbarmi già alle prime
luci dell'alba.
Il caldo gorgoglia sulle
mattonelle di cotto che pavimentano il
terrazzo. Sollevo il capo dalle pagine
del libro che stringo nella mano mentre
un cameriere passa davanti alla mia
postazione. Lo vedo fermarsi davanti a
un tavolo accanto al mio. Deposita un
paio di bibite sul tavolo di due tardone
fornite di una capigliatura che tanto le
fa assomigliare a Moira Orfei. Ordino
una coppa di gelato alla crema e
cioccolata e un bicchiere d'acqua.
Quando il cameriere si
allontana accavallo di nuovo le gambe
rivelando a chi mi sta d'intorno che non
indosso le mutande, poi m'immergo nella
lettura del libro senza curarmi delle
occhiate dei clienti dell'albergo.
Sono certa che molti uomini
stanno temporeggiando chiedendosi se
sono una donna abbordabile. Alcuni sono
desiderosi di conoscermi, altri invece
stanno formulando quale scusa adottare
per avvicinarmi, i più sognano di
abbordarmi e basta. Le donne invece sono
certa che sono incuriosite dal mio look
e guardano con sospetto e invidia il
bustier che mi lascia scoperte tette e
ombelico su di una gonna cortissima.
Sono consapevole del fatto
che molti degli uomini che mi gravitano
d'intorno stanno pensando che sono
una puttana, ma non mi importa di
mostrarmi in questo stato. A volte li ho
persino accettati i soldi che mi hanno
offerto. Se li ho presi è solo per
giocare a fare la troia, perché
soltanto accoppiandomi con uno
sconosciuto riesco a sfamare la voglia
di carne che ho di un uomo.
Quando il cameriere
sopraggiunge con la coppa di gelato ho
terminato di fumare la sigaretta che
stringevo fra le dita.
Avvicino l'estremità del
cucchiaino alla coppa di gelato e
incomincio a gustare la crema di panna e
cioccolata, accorta nell'introdurre fra
le labbra il gelato come se si trattasse
di un altro tipo di crema.
Tutt'a un tratto un uomo si
avvicina al mio tavolo. Mostra d'avere
una trentina di anni. Ha tutta l'aria di
un pesce lesso; li conosco bene i tipi
come lui. Abbronzato, testa rasata,
spalle larghe, giacca blu, camicia
bianca in parte sbottonata con appeso al
collo un pendente dorato.
- Posso sedermi?
Non rispondo subito. Lo
guardo con finto interesse, con la figa
che mi duole per la trepidazione.
- Prego, si accomodi pure.
Non è il mio tipo, ma oggi
mi sta bene pure lui. Stanotte troverò
qualcosa di meglio con cui scopare.
Adesso mi accontento di questo pesce
lesso.
C'è chi pensa che noi
donne regaliamo sesso per essere amate e
gli uomini regalino amore per ottenere
sesso. Forse è vero il contrario anche
se nemmeno ce ne accorgiamo.
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