POPPEA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

       Stasera, prima di uscire di casa, mi sono concessa il lusso di effettuare un salutare bagno nel latte. Ammetto di non essere il tipo di donna capace di mettere a profitto la presenza della vasca da bagno nel mio piccolo appartamento. Invece dovrei impormi di compiere più di frequente il bagno nel latte anziché fare ricorso alla più sbrigativa doccia. 
    Mi servo principalmente della vasca da bagno per sciacquare quei panni ingombranti che non trovano posto nella lavatrice, oppure, specie d’inverno, me ne servo per ficcarci dentro lo stendibiancheria, un modello mobile e pieghevole su cui sistemo quelle cose che, dopo averle lavate, metto lì ad asciugare. Talvolta succede che mi servo della vasca anche come deposito dei secchi di plastica che impiego per lavare i pavimenti oppure per compiere altri lavori domestici.
    Comunque, stasera, dopo tanto tempo, ho immerso il mio corpo in un bagno di latte caldo e profumato. Sono rimasta in ammollo per una intera ora di puro relax e alla fine mi sono ripromessa di farlo più spesso, forse perché uscendo dalla vasca mi sono ritrovata nella condizione di chi ha saputo rendere il proprio corpo più seducente e quindi facilmente appetibile agli occhi degli uomini.
   Da qualche parte ho letto che Nerone era rimasto affascinato dalla bellezza che sprigionava Poppea, da lui conosciuta durante un banchetto alla corte imperiale, da indurlo a farla diventare la propria amante e in seguito sposarla dopo avere commissionato l’assassinio di Ottavia, la sua prima moglie.
    Beh, il segreto della bellezza di Poppea, secondo quanto riferiscono gli storici, sembra fosse dovuta in gran parte a un particolare e dispendioso bagno che effettuava quotidianamente nel latte prodotto da cinquecento asine. Latte che le era indispensabile per mantenere la pelle chiara, morbida, e vellutata. Insomma, un capriccio talmente dispendioso da renderlo accessibile soltanto a personaggi importanti come lei, moglie dell’imperatore, ma divenuto un rituale a cui non sapeva assolutamente rinunciare ed è questo il motivo per cui Poppea è rimasta celebre nella storia.
    Oltre a Poppea c’è un altro personaggio storico che ha fatto parlare di sé per la propria bellezza ed è Cleopatra. Si racconta fosse una donna bellissima e si prendesse cura del proprio corpo in maniera maniacale, tanto da sottoporsi ai più disparati trattamenti di bellezza e a lunghe sedute di trucco. Uno dei segreti meno segreti di Cleopatra, per rendersi affascinante agli occhi degli uomini, consisteva nell’abitudine che aveva, al pari di Poppea, di effettuare ogni giorno il bagno nel latte d’asina considerato fino dall’antichità un elisir di bellezza.
    Cleoparta e Poppea non avevano a disposizione il bagnoschiuma come succede oggigiorno a noi donne, ma conoscevano molto bene le proprietà del latte e gli effetti terapeutici che ha sulla pelle perché è una sostanza capace di mantenere la pelle giovane, bella, idratata, e dà anche una mano a eliminare le scorie delle tossine.

   All’utilizzo della doccia preferisco di gran lunga un bagno caldo, ma vado sempre di fretta e di rado riesco a concedermelo. Oggigiorno sarebbe alquanto difficile, per qualsiasi donna, reperire litri e litri di latte d’asina da versare in una vasca da bagno, però navigando in internet ho scoperto che è sufficiente versare un paio di litri di latte di mucca, nell’acqua calda che riempie la vasca da bagno, per godere dei benefici dell’azione idratante del latte.
    Lì per lì, leggendo la notizia, non ci ho creduto, ma una volta eseguita la prova ho scoperto che corrisponde al vero! Un bagno nel latte è l’ideale per dare lucentezza a pelli sensibili come la mia, ma quello che conta maggiormente è che sulla mia persona ha un effetto rilassante, infatti, ho scoperto che mi è utile per combattere lo stress di una vita logorante sul piano fisico e mentale come quella che conduco sul posto di lavoro, l’ospedale, dove svolgo la professione d’infermiera di corsia, impegno che mi logora e sottopone a tensioni terribili.

    Stasera avevo in programma di uscire a cena con Roberto, un tipo d'uomo ben dotato con cui ho già scopato un paio di volte. Ho finito con l'accettare l’invito, dopo che per tutta la settimana ha insistito per vedermi, ma anche perché avevo un gran voglia, a fine serata, di andare a letto con lui.
    Mi sono preparata all’appuntamento immergendo il corpo in un tonificante bagno di acqua e latte. Stavolta l’ho fatto a luci spente, mantenendo accese soltanto un paio di candele profumate disposte tutt'intorno alla vasca. Coccolata dalla musica eseguita al pianoforte da Susanne Ciani ho cominciato a masturbarmi, conquistata dalla atmosfera torbida che si era creata nella stanza da bagno, ma soprattutto perché avevo una dannata voglia di raggiungere l'orgasmo. 
    Ho seguitato a sgrillettarmi la passera per una buona mezzora fintanto che sono venuta concentrandomi con le dita sul clito. Tutto sommato quella di masturbarsi penso che sia una pratica piuttosto diffusa, anche se la maggioranza di noi donne stenta ad ammetterlo pubblicamente. Mentre gli uomini, perlomeno quelli con cui ho avuto delle storie, non hanno mai avvertito difficoltà ad ammettere che, specie da adolescenti, si masturbavano spesso, più di una volta al giorno. Forse al contrario di noi donne loro lo fanno di frequente perché, come sostengono le mie amiche, hanno maggiori stimoli e pensieri sessuali rispetto a noi donne. Boh!

    Stasera, quando Roberto mi è venuto incontro, dopo avere lasciato l’abitacolo del Bmw dove mi aspettava al riparo dalla pioggia, e abbiamo scambiato un doppio bacio sulle guance, la prima cosa che mi ha detto è stata:
    - Dove andiamo a scopare stasera? – lo ha detto fra il serio e il faceto. Sì, insomma, in modo scherzoso, ma comunque con intenti seri.
    Nemmeno si è accorto del vestito nuovo che mi ero messa addosso e mostravo sotto il cappotto, lasciato opportunamente sbottonato sul davanti, e poi per non parlare del tempo che avevo trascorso in ammollo nel latte per rendere la pelle appetibile ai suoi occhi. 
   Talvolta penso a tutte le donne che come me si costringono a indossare abiti scomodi, tacchi da 12 centimetri, a quelle che si fanno spaccare il naso da qualche chirurgo plastico, gonfiare il seno e affamarsi per mantenersi in linea e piacere agli uomini. Noi donne ci mettiamo troppo tempo a capire che non ne vale la pena, specie se gli uomini sono tutti come Roberto che pensano soltanto a quello: scopare e basta. Siamo delle ingenue perché anche di fronte all’evidenza sappiamo giustificare i peggiori apprezzamenti dei nostri uomini. Sì perché, verso le due di notte, quando davanti al portone di casa mi ha salutato dicendomi:
    - Sono stato bene in tua compagnia stasera. Sei davvero brava con la bocca a fare pompini!
    L’avrei ammazzato! Invece ho accettato di scambiare un bacio sulla bocca e sono fuggita via per andarmene a letto e piangere.

    C’è chi pensa che noi donne regaliamo sesso per essere amate e gli uomini regalano amore per ottenere sesso. Magari è vero il contrario, anche se noi donne nemmeno ce ne accorgiamo
.

 

 

 
 

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