ORGASMO
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

        Seduta dietro un tavolo del Bar K2 confido a Roberta le sofferenze di cui vado soggetta quando ho delle storie con gli uomini. Mentre consumiamo l'aperitivo sembra ascoltare con aria di compatimento le parole che le riverso addosso, ma dopo un po’ che parlo si distrae e insegue con lo sguardo un uomo, abbastanza macho, seduto a un tavolo poco lontano dal nostro.
   Infastidita da questa mancanza di tatto decido di stupirla senza curarmi delle conseguenze che potrebbero ricadere sulla mia persona.
   - Sentimentalmente sono stata coinvolta da più uomini, ma con nessuno di loro sono riuscita ad avere un orgasmo. Infatti, quando faccio l'amore simulo ogni volta di averlo.
   - Mi stai prendendo per il culo? – mi chiede Roberta, sorpresa dalle mie parole.
   - Perché dovrei raccontarti fandonie? Non credi a quello che ti ho detto?
   - Sì, certo che ci credo, ma è che...
   - Beh, non so godere, è vero, ma faccio godere, questo sì. A farlo sono davvero brava, specie quando si tratta di fare pompini. - dico lasciandomi sfuggire un sorriso di autocompiacimento.
   - Non avevo dubbi sulla tua propensione a fare delle pompe. Dopotutto hai una bocca piccola e labbra sporgenti, giusto quello ci vuole per farle come si deve. E se devo giudicare il resto del tuo corpo penso che hai un paio di gambe che sono la fine del mondo, belle tette, seppure un po' piccole, fianchi non troppo larghi, e il tutto ti consentirebbe di prendere parte a qualsiasi casting per mannequin. T'invidio! Sei la più affascinante delle mie amiche. Se fossi lesbica farei di tutto per portarti a letto.
   - Dal modo in cui mi hai descritta sei certa che non accetterei comunque la tua corte? Anche se non sei lesbica?
   - Sei nata per fare godere i maschi, sei troppo sexy. Non ti ci vedo a fare l'amore con una donna. Lo hai mai fatto?
   - No, ma potrei cominciare a farlo con te se ti va.
   - Ma va… che stronza sei!
   - Ho fatto sesso soltanto con gli uomini, è vero, ma con nessuno dei miei partner ho raggiunto l'acme del piacere. Ho ventitré anni e ancora non so cosa sia un vero orgasmo. Forse dovrei provare a fare sesso con una donna per raggiungerlo. Ma dovrebbe essere una femmina speciale, capace di eccitarmi soltanto a guardarla. Che ne pensi?
   - Boh!
   - Non sai dire altro?
   - Sei soddisfatta del tuo corpo? Ti piace stare nuda davanti allo specchio a guardarti?
   - Sì, certo, come accade a tutte le donne, credo.
   - Ti tocchi spesso?
   - In che senso?
   - Quando ti masturbi godi?
   - Masturbarmi lo faccio di rado, e poi non ci godo molto a farlo. A essere sincera ho cominciato piuttosto tardi a toccarmi perché ho sempre avuto poca considerazione del mio corpo. E quando lo faccio è perché sono sollecitata dagli uomini che mi chiedono di masturbarmi davanti a loro, infatti, sostengono che gli piace stare a guardarmi mentre mi tocco il clitoride perché li eccita. Però non sanno che fingo di provare piacere anche se eccitata la sono per davvero. E' una colpa?
   - Davvero ti sei masturbata poche volte da adolescente? Non ci credo. A me è sempre piaciuto toccarmi il clitoride, l'ho sempre preferito alle dita e alle zucchine cui ho cominciato a penetrarmi prima di scopare con un cazzo vero.
   - Lo giuro, mica ti racconto balle. Perché dovrei mentirti?
   - Non lo so, neanche mi pongo il problema.
   - Tu l'orgasmo lo raggiungi facilmente?
   - Problemi ad arrivare all'orgasmo non ne ho mai avuti. Quello che posso dirti è che fra l'orgasmo vaginale e quello clitorideo ho più facilità a raggiungere quest'ultimo. E' più veloce, istantaneo e ci arrivo facilmente quando il clito mi viene toccato, leccato o sfregato. Più di tutto mi piace se qualcuno me lo lecca. In ogni caso non riesco a tollerare a lungo che un uomo me lo succhi dopo che ho goduto, perché mi provoca dolore quando la stimolazione mi viene fatta in tempi troppo ravvicinati.
   - Anche a me succede quando qualcuno dei miei uomini insiste a leccarmelo a lungo anche se non raggiungo mai quello che chiamano orgasmo.
   - Il mio orgasmo vaginale invece non è sempre uguale, dipende dal partner e dal modo in cui muove il cazzo dopo che me lo ha seppellito nella vagina.
   - Tu mia cara sai di orgia ambulante. Lo si percepisce a prima vista guardandoti. Questa cosa l'ho sempre pensata di te. E' un pregio sai, mica un difetto. Il tuo viso ha qualcosa di peccaminoso e non so che sia.
   - Vuoi dire che appaio un po' puttana?
   - Forse. - dico sorridendo.
   - Cazzo! Ma davvero non senti niente quando scopi?
   - Uffa! Te l'ho detto. Mi eccito, avverto piacere, ma non so ancora cosa sia un vero orgasmo.
   - Non ci credo.
   - Ma tu cosa senti quando lo raggiungi, sarei curiosa di saperlo. Magari l'ho raggiunto anch'io e manco me ne sono accorta, boh!
   - Quando ho l'orgasmo sono soggetta a contrazioni spasmodiche dell'utero, specie se il mio compagno mi palpa i capezzoli. A volte li tocco da sola se chi mi scopa non lo fa. E poi ho persino degli spasmi al buco del culo. Incredibile eh?
   - E poi?
   - Le contrazioni dei muscoli mi prendono tutto il corpo, specie all'addome e ai glutei.
   - A me non è mai successo niente di tutto questo che hai descritto.  Deve essere parecchio appagante il raggiungere l'orgasmo.
   - Liberatorio direi, perché tutta la tensione che accumuli mentre scopi si libera d'improvviso e ti viene da urlare come una pazza! A me succede sempre, è una cosa da non credere.
   - E lì, nella passera, cosa senti?
   - Soprattutto delle forti contrazioni ritmiche alle pareti dell'utero precedute da tremori. Dopo, quando sono venuta, mi coglie un improvviso senso di sollievo e un profondo rilassamento. Te l'ho già detto, no?
   - Io non ho mai raggiunto il rilassamento di cui parli.
   - Per forza, se non hai raggiunto l'orgasmo.
   - Sì, deve essere così.
   - In ogni caso quando ti succederà d'averne uno te ne accorgerai facilmente perché è una esperienza ben riconoscibile.
   - Eppure all'inizio, quando faccio sesso, provo sempre un forte desiderio verso il mio partner, anche quando mi adopero in una scopata occasionale. Avverto piacere nei preliminari, il più delle volte mi ritrovo con la passera fradicia di umore. E quando mi penetrano provo delle sensazioni gradevoli. Ma la cosa si ferma lì, non vado mai oltre. Ma resto comunque soddisfatta quando il mio uomo viene dentro di me e gode del piacere che ho saputo dargli.
   - Io non sono una stakanovista del coito continuo, anche se quando esco con un uomo riesco a mantenere le cosce chiuse soltanto per 20 minuti perché subito dopo gliela do, è più forte di me. Il mio ginecologo dice che alla frequenza con cui uso il diaframma avrei bisogno di rifare il tagliando alla fica molto più spesso di quanto lo faccio di norma con lui.
   - Lo immaginavo.
   - Però i miei orgasmi non sono sempre tutti uguali a volte riesco ad averne un secondo e anche un terzo o quarto quasi in successione, dipende dalle circostanze e dalla persona con cui faccio sesso. Spesso mi succede di raggiungere l'orgasmo dopo pochi movimenti del cazzo dentro la passera, specie se chi mi penetra ce l'ha bello grosso. Il più delle volte ho bisogno di essere stimolata a lungo da carezze e baci. Ma più di tutto mi piace essere solleticata con la lingua sul clitoride. Mi piace quando un uomo me lo lecca e succhia come faccio anch'io col suo cazzo. Allora sì che parto con la testa e nessuno mi ferma più.
   - Beata te.
   - Prenderlo nel culo c'hai provato? 
   - No e non penso che lo faro mai. - mento anche se faccio di tutto per non darglielo a vedere. Non mi va di dirle che è già accaduto.
   - Eccitante non lo è, anzi, tutt'altro, però potresti provare anche questa esperienza. Io non ho mai raggiunto un orgasmo facendomi sodomizzare, soffro troppo a farlo, ma sono certa che ai tuoi uomini piacerebbe scoparti nel buco del culo.
   - Lo so bene, ma ho sempre rifiutato di concederlo a chiunque.
   - Ecco vedi qual è il tuo problema. Sei il classico tipo di donna inibita che si autocontrolla, hai paura che possa succederti chissà cosa e non riesci a vivere i momenti d’intimità con estrema serenità.
   - Sono ansiosa questo sì. Te ne sarai accorta frequentandomi, vero?
   - Infatti, non capisco perché la sei. Prova a lasciarti andare alle sensazioni che in certi momenti diventano più intense. Lo fai?
   - Non lo so. E' che...
   - Scusa se te lo dico, ma tu hai bisogno di uno psicologo capace di analizzare i problemi che hai con il sesso. Mi domando se hai subito dei traumi sessuali che possono renderti difficoltoso il raggiungere l'orgasmo. Hai subito delle violenze? Scusami se te lo domando.
   - No, affatto.
   - Con chi hai perduto la verginità?
   - Con un compagno di liceo. - mento di nuovo.
   - Anch'io sai l'ho fatto per la prima volta con un ragazzo della mia età. Tutt'e due avevamo sedici anni ed è un piacevole ricordo quello che mi porto appresso perché a sverginarmi ci avevo pensato da sola con una candela. Magari la tua è solo ansia da prestazione, probabilmente desideri così tanto arrivare all'orgasmo che t'impedisce di lasciarti andare alle emozioni e rende il rapporto difficile.
   - Forse.
   - In questo momento mi viene da pensare a Josef Fritzl, te lo ricordi no? E' il padre incestuoso di cui hanno tanto parlato giornali e televisioni, quello che ha tenuto segregata per 24 anni la figlia nello scantinato della loro casa e da cui ha avuto più di un figlio. Nemmeno ricordo il numero dei figli, forse sei o sette credo. In una donna che ha subito simili traumi è normale che possa avere difficoltà a raggiungere l'orgasmo, altrimenti è solo una questione di ansia come nel tuo caso.
   - Mio padre era un tipo amorevole, affettuoso, delicato. Non avrei potuto avere genitore migliore di lui.
   Ho un crampo allo stomaco. Avvicino il bicchiere dell'aperitivo alle labbra. La mano mi trema mentre sorseggio la bevanda analcolica. Roberta sembra non accorgersi del mio stato. Trovarmi a citare mio padre mi toglie ogni volta il fiato. Non ho la forza per raccontarle delle violenze che ho subito da lui. Ha cominciato ad abusare della mia persona quando ero poco più di una bambina e ha proseguito a farlo da adolescente, fintanto che sono fuggita da casa. E' accaduto cinque anni fa, poi non l'ho più rivisto, nemmeno gli ho fatto visita in ospedale quando, lo scorso anno, dopo una breve malattia, è morto per un tumore ai polmoni.
   Roberta ha ragione. Infatti, dovrei fissare un colloquio con uno psicologo, raccontargli tutto, e liberarmi del peso che mi porto addosso. Prima o poi lo farò, forse.

 

 
 

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