COSI' FANNO TUTTE
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
  
    
C
ala Ginepro è una oasi di tranquillità simile a molte altre spiagge lungo le coste della Sardegna. A due passi dal mare trova posto un moderno villaggio turistico circondato da una vasta macchia di pini marittimi. Le villette bifamiliari, cinquanta in tutto, simili una all'altra, sono il posto ideale per chi come me desidera trascorrere una villeggiatura serena.
  Ero ospite da circa una settimana del villaggio vacanze insieme a Annalisa quando una coppia di clienti prese possesso dell'appartamento attiguo al nostro, nella villetta bifamiliare che occupavamo. Incontrandoli mentre toglievano le valigie dall'automobile ci scambiammo un sorriso di circostanza, e niente di più.
   Annalisa, da vera impicciona, appurò che la coppia di turisti era di nazionalità svedese. Lo desunse dalla targa della Volvo station-wagon parcheggiata nello stradello che conduceva alla villetta.
   Nel primo pomeriggio, una volta preso possesso dell'appartamento, la coppia si presentò in spiaggia. Il colore biondo platino dei capelli tagliati corti, la pelle lattescente e il contegno impudico che la ragazza esibì mostrandosi nuda, con la figa glabra, attirarono l'attenzione di molti villeggianti e la mia soprattutto, mettendomi addosso una certa curiosità.
   Annalisa sembrò accorgersi del mio interesse verso la ragazza e non mancò di farmelo notare ringhiandomi addosso del coglione. E aveva ragione perché mi ero incantato a guardare le forme seducenti del corpo della ragazza come un voyeur. Nessuna delle donne affaccendate a prendere il sole in quel tratto di spiaggia poteva millantare curve appetitose come le sue.
   Oltre alla figa glabra e le labbra sporgenti, particolari davvero speciali, mostrava un culo tondo e un paio di tette da togliere il fiato tanto erano sode. E poi i capezzoli, di colore rosa, apparivano compatti da mettere l'acquolina in bocca a chiunque si fosse soffermato ad ammirarli anche per pochi istanti.
   Helga, questo era il nome della ragazza, aveva vent'anni. Appurai il nome e l'età in un secondo tempo quando entrammo in confidenza con lei e il compagno.
   Al suo ingresso in spiaggia corse diritta verso la battigia e si tuffò in mare. La insegui con lo sguardo fintanto che il corpo si confuse con le onde del mare. Lei e il compagno rimasero a lungo in acqua, nuotando e giocando, spruzzandosi addosso come fanno i fanciulli. Quando fecero ritorno sulla battigia andarono a occupare i lettini distanti pochi passi dalla postazione mia e di Annalisa.
   Prima di coricarsi rimasero qualche istante ad asciugare il corpo al calore dei raggi del sole, poi il ragazzo prelevò da una borsa un flacone d'ambra solare e incominciò a spargere del latte idratante sulla pelle della ragazza che nel frattempo aveva preso posto sul lettino sdraiandosi con il ventre all'ingiù.
   Igmar, questo era il nome del ragazzo, si diede da fare a spalmare la crema solare sulla pelle della compagna. Lo fece con accuratezza, senza fretta, distribuendo l'unguento sulle spalle, poi sulle braccia e le natiche, ripetendo più volte la stessa manovra, infine cosparse il latte idratante sul dorso delle cosce e le gambe carezzandole senza spazientirsi, eccitato da quei toccamenti, pensai.
   Sorvegliai con interesse l'opera di Igmar senza perdere di vista i movimenti delle mani che muoveva a rilento sulla pelle della compagna, stimolandola con meticolosità.
   Il cazzo mi diventò duro e la cappella pareva dovesse uscirmi da un momento all'altro dall'elastico degli slip tanto ero eccitato. Stavo coricato sul ventre, allo stesso modo della ragazza, nascondendo a Annalisa la mia eccitazione, ma soprattutto le dimensioni del cazzo calcato contro il telo del lettino su cui ero sistemato.
   Durante il massaggio Helga mantenne il capo ruotato nella mia direzione, consentendomi di guardarla in viso mentre soggiaceva alle carezze del compagno, turbandomi con i suoi occhi che emanavano una luce particolarmente sensuale.
   Oh, sì, che me la sarei scopata, l'avrei presa da dietro, alla pecorina, sbattendole il cazzo nella passera, una fantasia che mi passò per la testa sotto il sole cocente.
   Tutt'a un tratto i nostri occhi s'incrociarono e restammo a guardarci per qualche istante. In quell'attimo, seppure fugace, sono persuaso che la ragazza percepì il desiderio che albergava nella mia mente. Sta di fatto che ruotò il capo dal lato opposto ed evitò il mio sguardo, dopodiché si mise supina sul lettino in attesa di essere raggiunta da nuove carezze da parte del compagno. 
   Igmar, nudo pure lui, intrattenutosi per tutto il tempo a lato del lettino, impegnato a massaggiare la ragazza, dirimpetto alla postazione che occupavo, proseguì a praticarle i massaggi senza preoccuparsi della mia presenza. Spruzzò la crema d'ambra solare sulle mammelle e la cosparse con le dita provocandole l'inturgidimento dei capezzoli.
   Seguitò a spalmare il latte idratante deliziandomi con i toccamenti delle dita sul corpo della ragazza che anche a lui procurava piacere, stando a quanto di duro mostrava fra le cosce.
   La ragazza, esposta ai raggi del sole, lasciò che il compagno le esplorasse ogni parte del corpo, senza dolersene, anche quando le cosparse la crema solare attorno i recessi più nascosti.
   Furono sussulti brevi e inconsulti quelli che uscirono dalle labbra di Helga quando il massaggio si fece maggiormente impudico. Non scostò le dita del compagno quando la riempì di carezze e crema solare sul pube e intorno l'ano, anzi lasciò che la lusingasse donandole un discreto piacere. 
   Le persone assiepate intorno alla coppia sembrarono non accorgersi dei loro giochi amorosi. Ai più parevano gesti innocenti, invece Igmar incominciò a sfiorarle il clitoride, e io provai piacere nell'osservare il loro amoreggiare dalla postazione in cui mi trovavo.
   D'improvviso la ragazza divaricò le cosce lasciando che il compagno esercitasse dei movimenti ancora più audaci. Depositò la mano sulle labbra della figa e la penetrò ripetutamente con un dito, il medio.
   Sì, lo ammetto, mi prese una gran voglia di masturbarmi, ma non lo feci. Che altro avrei potuto fare? Oh, sì, sarei stato in grado sfregare il cazzo sulla branda eseguendo dei piccoli movimenti, senza farmene accorgere da Annalisa, ma non lo feci. Mi abbandonai a un piacere cerebrale provocatomi dalla visione di quegli audaci toccamenti.
   Il ragazzo proseguì nella sua opera ignorando le persone che gli stavano d'intorno. Inginocchiato davanti al lettino, con il cazzo duro mantenuto nascosto fra le cosce. Seguitò a detergere la crema solare sulle gambe della ragazza fino a raggiungere le falangi dei piedi.
   Incominciò a strofinarli con devozione, solleticandole gli alluci, provocandole un certo fastidio, infatti, la ragazza sembrò patire il solletico e trascinò i piedi da una parte mettendo fine al massaggio. Solo allora il compagno prese posto sul lettino accanto a quello della compagna.
   La ragazza, prima d'immergersi nella lettura di un libro, lanciò un ultimo sguardo nella mia direzione e sorrise. Rimasi col fiato sospeso lasciando che lo stato di eccitazione sbollisse poco per volta, poi girai il capo verso mia moglie impegnata a leggere una rivista femminile protetta da spesse lenti scure, e mi addormentai.

   Quanto accaduto sulla spiaggia mi lasciò addosso una grande voglia di scopare. Purtroppo Arianna era indisposta per la presenza del menarca e non ci fu verso di convincerla a farsi sodomizzare, ma durante la notte accadde qualcosa che generò in entrambi molta curiosità.
   Una sottile parete separava la nostra stanza da letto da quella di Helga e Igmar. La permeabilità del tramezzo che divideva le due stanze consentiva d'ascoltare anche il più piccolo rumore che perveniva al di là della parete.
   Io e Annalisa avevamo trascorso le ore del dopo cena ascoltando musica, ballando e consumando un paio di cocktail di rum e Coca-Cola al piano bar. A letto ci addormentammo quasi subito, ma fummo svegliati da un rumore sordo che proveniva dalla parete alle nostre spalle.
   I colpi, veri scossoni, seguivano un andamento cadenzato, come se la spalliera del letto sul cui materasso riposavano gli ospiti della camera accanto sbattesse contro la parete. Gemiti e sospiri accompagnavano il rumore sordo del letto.
   Diedi ascolto ai gemiti e al rumore della spalliera che sbatteva contro la parete, eccitato da quanto stava accadendo nella camera accanto alla nostra, e provai a immaginare il modo in cui i due svedesi stavano facendo sesso.
   Pensai a Igmar coricato sul letto con Helga che gli stava sopra, cavalcandolo, nella posizione a smorzacandela. Cancellai quella visione dalla mente e provai a immaginare la ragazza carponi sul materasso con lui che la scopava da dietro alla pecorina. Sì, doveva essere così, pensai, mentre il cazzo mi era diventato duro.
   Annalisa non mancò di lamentarsi del chiasso causato dai nostri vicini oltre la parete.
   - Stanno scopando? - disse.
   - Sembra.
   - E' la prima volta che mi succede di sentire due che scopano.
   - Lo trovo curioso. - dissi facendo scivolare la mano sotto il sottile elastico delle mutandine di Annalisa.
   - Anch'io mugolo cosi?
   - Di più. - dissi.
   - Eccitante, non trovi?
   - Sì. - dissi baciandola sul collo, dando inizio a un amplesso notturno.
   - Ho il mestruo.
   Prestare attenzione al rumore di sesso che proveniva dalla parete alle nostre spalle si dimostrò molto eccitante. Saltammo i preliminari per non perderci l'effetto dei rumori di sottofondo. Annalisa si mise con le gambe divaricate a cavallo del mio bacino. Afferrò il cazzo e lo trascinò dentro la vagina trattenendolo dentro di sé, poi cominciò a muovere il culo su e giù.
   Il telaio e la rete del letto presero a vibrare allo stesso modo del letto che stava oltre la parete. Annalisa mantenne per tutto il tempo le mani appoggiate sul mio torace strofinandomi i capezzoli. Mi comportai allo stesso modo carezzandole le tette. Nell'oscurità della stanza potevo scorgere l'ombra del suo corpo abbassarsi e sollevarsi dal cazzo mentre accompagnava la scopata con dei gemiti.
   I sospiri e i mugolii che le uscirono dalla bocca andarono a mescolarsi agli altri che provenivano dalla camera attigua alla nostra in un concerto di suoni che ci condussero all'orgasmo.
   All'apice del piacere Annalisa si lasciò sfuggire un urlo che mi lasciò sbalordito. Non percepii l'attimo in cui la coppia di svedesi raggiunse anch'essa l'orgasmo, probabilmente accadde nel medesimo istante in cui Annalisa e io ce lo procurammo, perché dopo gli spasmi di piacere successivi al nostro orgasmo il silenzio calò nella nostra camera e in quella accanto.
   Il mattino seguente recandoci in spiaggia c'imbattemmo in Helga e Igmar. Nessuno dei quattro fece cenno a quanto era accaduto durante la notte, stavolta a differenza di quanto era successo il giorno precedente ci presentammo, se così si può dire, rivelando i nostri nomi.
   Dopo l'arrivo di Helga e Igmar nel villaggio io e Annalisa seguitammo a scopare ogni notte allietati dalla confusione di gemiti che provenivano dalla parete accanto alla nostra. Helga e Igmar parevano instancabili, ma noi non gli eravamo da meno dandoci da fare per farglielo intendere. Quello che è certo è che non ho mai goduto in maniera così intensa come nelle notti insonni trascorse al villaggio vacanze a scopare. 
   A Annalisa non ho mai chiesto se i gemiti che le uscirono dalle labbra durante quelle notti fossero simulazioni oppure reali. Propendo per la prima ipotesi. D'altronde così fanno tutte.

 

 

 
 

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