|
IL
LETTO E' SFATTO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Il
letto è sfatto. La trapunta di piumino
damascato ricopre solo in parte il mio
corpo nudo. Ho fatto l'amore con Ascanio
fino allo sfinimento godendo delle sue
attenzioni come rare volte mi è
accaduto con un uomo. Adesso sono
esausta. Lui invece sembra propenso a
ricominciare da capo perché ha ancora
voglia di me.
- Non capisco perché
insisti a chiedermi se prima di
conoscerti ho consumato dei rapporti
lesbo. - dico stizzita dopo essermi
liberata del suo abbraccio. Cerco un
cuscino dove appoggiare il capo e lo
trovo da qualche parte abbandonato nel
letto.
- Sono curioso, lo sai, e
poi mi eccito quando racconti delle
esperienze che hai avuto con gli uomini
che ti hanno posseduta. Non sono geloso,
anzi, tutt'altro, però mi piace
ascoltare dalla tua viva voce i modi con
cui hai fatto l'amore con loro.
- Io al contrario non ti ho
mai chiesto niente delle donne che hai
avuto prima di me.
- Puoi farlo quando vuoi,
anche adesso, se la cosa ti stimola, e te
ne renderò conto.
- Raccontandomi delle
bugie, probabilmente.
- Perché dici questo?
- Ho l'impressione che tu
sia un gran bugiardo. Sei il tipo d'uomo
che racconta un sacco di balle alle
donne. Non è forse vero?
- Stiamo insieme da sei
mesi, ormai dovresti conoscermi
abbastanza bene. Non capisco perché
insisti a dire che non sono sincero.
- Mah.
- Ne dubiti?
- Ti voglio fare una
domanda, ma devi rispondermi in modo
franco. Pensi davvero che io abbia fatto
l'amore con delle donne?
- Vuoi davvero saperlo?
- Certo.
- Quello che penso di te è
che sei una gran figa! Questo e basta. E
io sono un uomo fortunato ad averti
conosciuta.
- E' un'altra delle tue
stronzate?
- Sei affascinante come
poche altre donne, ed è questa la
ragione per cui penso che hai dovuto
patire le avance di altre donne.
Sbaglio?
- Beh, sì, certo che ne ho
avute. E allora?
- Dai, raccontami una delle
tue storie lesbo.
- Vere storie non ne ho
avute, ma incontri occasionali questo sì.
- dico con un certo imbarazzo.
- Il sesso fra donne lo
considero un fatto abbastanza normale,
mentre quello fra uomini mi riesce
difficile da giustificare.
- Visto che insisti, allora
ti racconto della mia prima esperienza
saffica. Va bene?
- Ma ne hai avuta più di
una?
- Sì, ma ti racconto
soltanto della mia prima volta.
- Dai, parla, sono
curioso.
- Avevo sedici anni quando,
in occasione di un week-end, una
compagna di liceo mi ha invitata a
trascorrere la notte a casa sua. I suoi
genitori erano partiti per un viaggio e
lei desiderava un po' di
compagnia. Mamma e papà non sollevarono
alcun problema e mi permisero di
trascorrere la nottata nella casa della
mia amica. Mica potevano immaginare che
il solo motivo per cui mi aveva rivolto
l'invito era per sedurmi, a dire il vero
non c'ero arrivata a capirlo nemmeno io.
- Non ci credo. Tu non eri
così ingenua come vuoi darmi a
intendere.
- A quell'età la ero, è
così strano?
- Mah.
- Non ci credi?
- Vai avanti, racconta,
dai.
- Abbiamo trascorso la
serata stravaccate su un divano a
guardare la tivù. Quando è giunto il
momento di andare a dormire mi ha
chiesto di condividere il suo letto,
anziché riposare nella cameretta
riservata agli ospiti come mi aveva spiegato
al momento dell'invito. Ho
accettato la cosa malvolentieri,
soprattutto perché il letto era troppo
piccolo per ospitare due persone. Al
momento di coricarci ho tirato fuori
dalla sacca che mi ero portata appresso
il pigiama. Sotto gli occhi vigili della
mia amica l'ho indossato, poi mi sono
infilata sotto le coperte. Lei,
stupendomi non poco, si è liberata
degli abiti ed è rimasta nuda, dopodiché
è venuta a sdraiarsi nel letto accanto
a me con niente addosso.
- E tu cosa hai pensato
vedendola nuda?
- Che sotto gli abiti era
fatta meglio di me. Aveva un paio di
tette che erano la fine del mondo.
- Beh, le tue non sono mica
male.
- Nel buio della camera,
coricate sul fianco, una di fronte
all'altra, abbiamo seguitato a
chiacchierare e prenderci in giro come
si fa di solito fra amiche, fintanto che
ha infilato una mano fra le mie cosce. Lì
per lì non ci ho fatto troppo caso,
perlomeno fino a quando ha incominciato
a carezzarmi il tessuto delle mutandine
cercando il contatto con la fessura
della mia passera.
- Che troia, la tua amica!
- Presa alla sprovvista mi
sono trovata in difficoltà, non sapevo
come comportarmi. Mi sentivo stranita, e
poi non avevo mai ricevuto quel tipo di
attenzioni nemmeno dai pochi ragazzi con
cui avevo flirtato.
- E allora?
- Mi sono ribellata. E le
ho detto: "Ma cosa ti salta in
mente?"
- Tutto qui?
- Cosa avrei dovuto dirle?
- Se non volevi subire le
sue attenzioni dovevi allontanarle la
mano. Al limite andartene da lì.
- Lei ha smesso di
carezzarmi, dopodiché, per niente
turbata dalle mie parole, mi ha preso la
mano e l'ha accompagnata su uno dei suoi
seni. In quel momento non so cosa mi ha
preso. Ho avvertito una forte
eccitazione mentre faceva scorrere le
mie dita sul suo capezzolo turgido. E'
stato un accavallarsi di emozioni a cui
non sono stata in grado di resistere. Ha
infilato le dita sotto l'elastico del
pigiama ed è arrivata a toccarmi le
labbra della passera. Non l'ho
assecondata, ma nemmeno ho avuto la
forza di fermarla, forse avrei dovuto
farlo, ho lasciato che seguitasse a
toccarmi eccitata dal piacere
trasmessomi dalla situazione in cui mi
ero venuta a trovare. Nemmeno mi sono
ribellata quando ha avvicinato la bocca
alla mia e mi ha baciato, mentre con le
dita mi sgrillettava la passera.
- E' eccitante stare ad
ascoltare dalla tua viva voce la
descrizione della situazione in cui ti
sei venuta a trovare. Lo sai che me lo
hai fatto diventare di nuovo duro?
- E non è finita qui.
- Vai avanti nel racconto,
allora.
- Mi sono trovata con la
passera allagata, come fosse una piscina,
a baciare una ragazza e la cosa mi è
piaciuta un sacco. Abbiamo seguitato a
limonare e toccarci fintanto che, con
fare deciso, mi ha abbassato i pantaloni
del pigiama e le mutandine. Si è
tuffato a capo fitto fra le mie cosce e
ha cominciato a baciarmi la passera
districandosi fra i peli del pube, poi
ha tirato fuori la lingua e ha seguitato
a lungo a leccarmi dolcemente le grandi
labbra. Non sono riuscita a bloccarla
perché godevo come una pazza. Gemevo di
piacere e lei se n'è resa conto perché
tutt'a un tratto ha staccato la bocca
dalla passera e ha detto: "Ti
piace?". A quel punto cosa avrei
dovuto risponderle?
- Non lo so, dimmelo tu.
- Le ho detto
"Parecchio!", e l'ho invitata
a continuare nella sua opera decisa a
raggiungere al più presto l'orgasmo
come ero solita fare quando mi
sgrillettavo nell'intimità della mia
camera. Lei ha affondando la lingua fra
le grandi labbra, soffermandosi ogni
tanto a succhiare il clitoride. Ho
spalancato le cosce e ho preso a muovere
fianchi e bacino in modo da accompagnare
il ritmo della sua bocca. Sono venuta
quando la mia amica si è concentrata
sul clitoride. Ha cominciato a
succhiarmelo come sono solita fare
anch'io quando succhio il cazzo a te.
Hai capito? Beh, sono esplosa in un
orgasmo di quelli complicati con un
sacco di scosse dello scheletro. Da prima
alle gambe, poi alla pancia, e infine al
resto del corpo, tanto che a momenti non
mi riusciva più di fermarmi. Ho
lanciato più di un urlo, dopodiché ho
spinto lontano la mia amica e ho stretto
le cosce arricciandomi su me stessa. Lei
mi ha abbracciato e baciato, così dalla
sua bocca mi è riuscito di gustare il
sapore mielato dei miei umori. Mi ha
chiesto di leccarla allo stesso modo in
cui si era adoperata sulla mia passera.
Ho avuto una crisi di pianto e le ho
dato la schiena. Mi ha abbracciato da
dietro e con sue le mani avvinghiate
attorno alle mie tette mi sono
addormentata.
- Bella storia. Eccitante
soprattutto.
- Ti è piaciuta?
- Dopo hai fatto sesso
altre volte con quella ragazza? E con
altre donne?
- T'interessa davvero
saperlo?
- Adesso non più.
- Perché?
- Mi sono già dato una
risposta da solo.
- E tu hai mai avuto
esperienze omosessuali?
- Io?
- Hai vergogna a parlarne.
- Se fosse successo non
avrei problemi a confermartelo.
- Ma ne hai avute?
- Secondo te?
- Penso di sì.
- Io...
Stoppo con una mano la
bocca di Ascanio, non voglio che
aggiunga altro a quello che ha già
detto. Desidero tenerlo a lungo stretto
a me, anzi vorrei che non si staccasse
mai. Spero soltanto che non sia troppo
tardi.
|
|
|