ULTRA'
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
   
Dopo che la squadra di calcio del Parma è approdata nella massima serie i costumi sessuali miei e di mio marito hanno subito un radicale cambiamento. Prima eravamo soliti occupare le serate sprofondati sul divano, appisolandoci dinanzi alla tivù, poi è accaduto il finimondo. 
   Parenti e amici ci consideravano una coppia felice e sessualmente appagata, invece fra noi regnava l'incomunicabilità. Il desiderio sessuale, prepotente negli anni che avevano preceduto il matrimonio, era andato via via affievolendosi. Facevamo l'amore soltanto alla domenica mattina per dovere coniugale, ma con la promozione del Parma Calcio in serie A la nostra vita sessuale subì uno sconvolgimento. 
   Tutto ebbe inizio il sabato che precedette l'esordio della squadra in serie A sul terreno amico dello stadio Tardini. Quel giorno, a tavola, mio marito si rivolse a me con queste parole:
   - Ti spiace tesoro se domani vado allo stadio per assistere alla partita del Parma?
   - No, vai pure, se proprio ti fa piacere. Perché dovrei impedirtelo?
   Con mio marito eravamo soliti trascorrere la domenica pomeriggio annoiati fra le mura casa. Io in cucina a stirare, guardando Pippo Baudo alla tivù, lui a occuparsi delle pratiche di lavoro che si portava appresso dall'ufficio. Verso sera eravamo soliti fare quattro passi per le vie del centro, soffermandoci in una delle caffetterie di Piazza Garibaldi, a consumare una cioccolata in tazza oppure sorseggiare l'aperitivo, in attesa che sopraggiungesse l'ora di cena.
   Il matrimonio era la nostra tomba. Conducevamo una vita piatta, senza stimoli, limitandoci a gestire la routine quotidiana. Invece avevamo tutt'e due bisogno di una scossa, e io di un amante capace di farmi uscire dallo stato di alienazione in cui ero precipitata.
   Quando Gianfranco fece ritorno a casa, dopo avere assistito alla partita, ero in cucina impegnata a stirare. La giornata era particolarmente afosa e addosso indossavo un grembiulino da cucina e null'altro, nemmeno le mutandine. Lo sentii arrivare alle mie spalle, ma indaffarata com'ero non feci caso a quella che consideravo una abituale presenza dentro le mura di casa. Tutt'a un tratto mi sentii afferrare da dietro. Gianfranco mi cinse i fianchi con le braccia, poi appoggiò le labbra sul mio orecchio.
   - Abbiamo vinto tesoro. Tre a zero!
   - Mi fa piacere. - risposi.
   Per niente turbata dal suo gesto seguitai a stendere il ferro da stiro sul tessuto di una maglietta. Non ero più abituata ai suoi slanci affettivi, nemmeno feci caso al cazzo che stava premendo contro le mie natiche.
   - Guarda che effetto mi ha fatto la partita. - disse.
   Girai il capo nella sua direzione e fui sorpresa nel trovarmelo con le mutande calate per terra e l'uccello in erezione. Mi obbligò a curvare l'addome sul tavolo e, dopo avermi divaricato le gambe, m'infilò l'uccello nella passera seppure asciutta.
   Era eccitatissimo e ansimava come non lo avevo mai sentito in tanti anni di matrimonio. Bastarono pochi colpi dell'uccello per sciogliermi d'umore. Rimasi china sul tavolo con le braccia stese, ad afferrare il bordo di legno, appena sopra il mio capo. Gianfranco seguitò a scoparmi in quella posizione sbattendomi l'addome sul tavolo con violenza, facendo scivolare l'uccello avanti e indietro nella passera.
   Stupita da tanto vigore rimasi contagiata dalla sua passione e iniziai a muovere le natiche assecondandolo nei movimenti.
   - Te la voglio sfondare! Ecco quello che mi piacerebbe fare! - disse - Il mio cazzo ha la stessa potenza del pallone che oggi ha riempito la rete degli ospiti tre volte.
   - Sì, dai sfondamela. - dissi in tono scherzoso, seppure eccitata da quella strana novità.
   Incoraggiato dalle mie parole prese ad affondare il cazzo con maggiore vigore, tanto che il tavolo iniziò a spostarsi slittando in avanti. Tutt'a un tratto arrestò lo slancio. S'inginocchiò e con la punta della lingua iniziò a baciarmi l'ingresso dell'ano. 
   In tanti anni di matrimonio era la prima volta che lo faceva e questo mi mise in imbarazzo. Accettai di buon grado che la lingua solcasse il lume del foro. In amore ho sempre creduto che non deve esserci pudore, però non avevo mai supposto di subire una simile violazione.
   La sensazione che provai fu strana. Dopo i primi istanti in cui rimasi rigida, opponendo una certa resistenza, iniziai a godere dello strano prurito che la lingua mi produceva sulla pelle. Mi allargò le natiche aiutandosi con le mani e con la lingua tentò d'insinuarsi in profondità, titillando sulle pieghe dell'ano, riuscendo ad avanzare di pochi millimetri.
   Piegata in avanti, con l'addome che premeva sul piano del tavolo, ero in affanno. A stento riuscii a trattenere la fuoriuscita della flatulenza che m'ingombrava l'intestino. I seni gonfi premevano sulla superficie del tavolo, mentre lungo le cosce avvertivo l'umore caldo che usciva dalla vagina e colava giù.
   Gianfranco iniziò a toccarmi con le dita là dove poco prima si era divertito a solleticarmi con la lingua. Un dito mi penetrò lo sfintere. Sorpresa dall'introduzione di quel corpo estraneo nel culo ebbi un sussulto. Non l'affondò completamente, si limitò a ruotarlo nella cavità provocandomi un gradito prurito. La successiva penetrazione del cazzo mi fece sobbalzare in avanti per il dolore e accelerò il mio stato di confusione. 
   Il mio orgasmo precedette quello di Giancarlo. Lo raggiunsi con una vampata di calore che mi salì dal culo alla passera sino al cervello lasciandomi inebetita. Strinsi forte i margini del tavolo sopra la mia testa con entrambe le mani, irrigidendomi lungo tutto il corpo, mentre con tutta la voce che serbavo dentro di me urlai:
   - Forza Parma! Forza Parma!
   A quell'esclamazione Gianfranco accelerò i movimenti del cazzo e avvertii persino odore di strinato. Mi sborrò nel culo e il seme scivolò fuori imbrattandomi le cosce. Quando Gianfranco si staccò da me l'odore di bruciato divenne ancora più intenso. 
   Il ferro da stiro, rimasto appoggiato sulla maglietta che poc'anzi stavo stirando, aveva fatto un mezzo disastro. Una macchia nera faceva bella mostra di sé sul tessuto intorno al ferro da stiro. Sollevai l'attrezzo e una nube di fumo si alzò dalla maglietta.
   - Non preoccuparti. - disse. - Ti comprerò una nuova maglietta. Ti assicuro che sarà una bella sorpresa.
   La sera seguente, come aveva promesso, mi portò in dono una T-shirt. Contrariamente a quello che avevo sperato non era un capo d'intimo, bensì una maglia di colore bianca e gialla, identica a quella che avevo visto indossare dai giocatori del Parma negli spezzoni di partite trasmesse alla tivù.
   Smanioso di vedermela addosso m'invitò a indossarla. Liberai i bottoni della camicetta, sganciai il reggiseno, e mi liberai della gonna restando con i soli slip, poi indossai la maglietta.
   Gianfranco presenziò al mio spogliarello davanti a me, con lo sguardo incantato. La maglietta aveva un fascino assai particolare su mio marito. Mi ordinò d'inginocchiarmi ai suoi piedi, aprì la patta dei pantaloni e liberò il cazzo impregnato di un acre odore di piscio. Lo infilai in bocca subendo il fascino della genuinità e della passione che ci stava mettendo mio marito. Succhiai la cappella fino al momento in cui dei fiotti di sperma fluirono nella mia bocca, antipasto alla cena che avremmo consumato da lì a poco.
   Quella sera mi obbligò a fargli una promessa. Ogni volta che la squadra di calcio della nostra città avrebbe giocato allo stadio Tardini, avrei dovuto indossare la maglietta prima del suo ritorno a casa.
   Da allora la nostra vita coniugale è cambiata radicalmente. Dentro casa non parliamo più né di vestiti, né di denaro, né tanto meno di lavoro. Abbiamo una sola passione: il gioco del calcio, ma soprattutto del Parma e dei suoi undici leoni.
   Se prima facevamo l'amore una sola volta alla settimana, adesso è sufficiente che indossi una qualsiasi delle magliette del Parma per suscitare in Gianfranco una irresistibile voglia di scoparmi. Ne possiedo una intera collezione di maglie, tutte autografate dai giocatori. Le ho riposte in ordine d'annata calcistica nei cassettoni del comò della stanza da letto, sono tutte profumate e pronte all'uso.
   A Gianfranco piace farmi indossare le vecchie maglie, gli ricordano gli allori conquistati dalla squadra in tutti questi anni. Inoltre sembrano trasmettergli una carica erotica fuori dal comune.
   Le rare volte in cui la nostra squadra esce sconfitta dal terreno dello stadio Tardini, mi preparo al ritorno di Giancarlo indossando la maglia della squadra avversaria. Abbiamo imparato a trarre godimento anche dalle circostanze sfavorevoli, infatti, quando la nostra squadra esce sconfitta dal campo amico le sue attenzioni si trasformano in sadiche punizioni cui devo sottostare.
   - Nel culo! Fottuti juventini, è lì che ve lo metto. E' ciò che vi meritate per avere corrotto arbitri e Lega Calcio.
   All'inizio di questa nuova avventura confesso che ho avuto paura, infatti, non sapevo se assecondarlo oppure rimanere immobile nella speranza che sbollisse il suo furore. Poi ho imparato ad assecondarlo negli eccessi d'ira, anzi, con l'andare del tempo ho persino desiderato che la nostra squadra perdesse più spesso, pur di vederlo in quello stato irato.
   Gli piace abusare del mio corpo frustandomi con un gatto a nove code sulle natiche. Lo eccita il rossore che provocano le sculacciate sulla pelle. Eppure, nonostante questi eccessi, Gianfranco è rimasto un marito affettuoso.
   La volta in cui il Parma conquistò la coppa Uefa battendo la Juventus, Gianfranco seguì la squadra nella trasferta di Milano. Al suo ritorno, verso le due di notte, mi feci trovare sveglia, distesa sul letto, pronta ad assecondarlo in ogni suo desiderio. Per festeggiare l'avvenimento colorai i peli del pube a strisce verticali bianconere.
   - Non c'è migliore soddisfazione che scopare la vecchia signora. Peccato che succeda di rado. - disse mentre mi cavalcava. 
   Quella notte seguitammo a fare l'amore fino all'alba, senza interruzioni. Per nessuna ragione al mondo avrebbe interrotto quella lunga cavalcata. Più mi scopava, più gli tornava la voglia di rifarlo. Finalmente alle sei del mattino, dopo avere rivisto per la terza volta la registrazione della partita, cadde sfinito sul letto e si addormentò. Si svegliò verso sera quando, dopo aver cenato, volle ancora una volta fare l'amore.
   Dallo scorso anno, con l'avvento della pay tivù, sono di nuovo cambiate anche le nostre abitudini sessuali. Gianfranco non ha più rinnovato l'abbonamento allo stadio, in compenso ha fatto installare sul tetto di casa un'antenna parabolica per assistere alle partite in diretta tivù. La nostra stanza da letto ha assunto le sembianze di una curva da stadio. Le pareti sono dipinte a strisce orizzontali gialloblu come i colori della nostra squadra.
   Giganti poster raffiguranti le diverse formazioni della squadra del Parma tappezzano le pareti. Ai piedi del letto ha fatto installare un grande schermo dove un videoproiettore riproduce le immagini digitali della partita.
   Ogni domenica mi fa travestire da Ape Maia. Calze di nylon nere, maglietta della squadra a strisce orizzontali gialloblu e un copricapo nero con inserite due piccole antennine di plastica.
   Preferisco fermarmi qui, lasciando a tutti voi indovinare cos'altro succede sul nostro letto. Un'ultima cosa ve la posso confidare. Quest'estate, durante le ferie, abbiamo fatto amicizia con una coppia tifosissima della Sampdoria. Nei pomeriggi trascorsi sotto l'ombrellone, abbiamo confidato a questa coppia i benefici di cui Gianfranco e io godiamo nel mischiare il tifo con il sesso. Il prossimo inverno, quando le nostre squadre s'incontreranno, lei e suo marito verranno a pranzo da noi. Forse ci capiterà di godere tutti e quattro sul nostro soffice letto della partita di calcio. Potrebbe essere l'inizio di tanti altri scambi con coppie di tifosi, voi che ne dite? Naturalmente Juventini esclusi.

 

 
 

------------------------------------

 
 

Racconti
1 - 100

Racconti
101 - 200

Racconti
201 - 300

Racconti
301 - 400

Racconti
401 - 500

Racconti
501 - 600

Racconti 601-700


.E' vietato l'utilizzo dei testi ospitati in questo sito in altro contesto senza autorizzazione dell'autore
I racconti sono di proprietà di Farfallina e protetti dal diritto d'autore.
L'usurpazione della paternità dei testi costituisce plagio ed è perseguibile a norma di legge.