EVELYN
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

   La suoneria della radiosveglia ti scuote dal torpore notturno. Lasci trascorrere alcuni secondi, sfili la mano da sotto il lenzuolo, e premi l'interruttore che arresta il fastidioso rumore. Non abbandoni immediatamente il letto, rimani qualche istante a goderti il tepore della trapunta di piume d'oca che infonde calore al tuo corpo prima d'intraprendere una nuova giornata di lavoro.
     Non ti poni il problema del bagno occupato come succede agli uomini sposati perché non hai moglie né figli. 
     Tu sei solo. 
     Una volta espletati i bisogni corporali mattutini ti infili nel box della doccia, apri il rubinetto dell'acqua calda e lasci che il corpo si purifichi dalle scorie. 
     Detesti raderti la barba con le lamette e il sapone da barba con cui in passato hai avuto a che fare, adesso preferisci utilizzare il rasoio elettrico.
     Dopo che hai terminato di vestirti prepari la colazione. Dal frigorifero togli la caraffa del caffè d'orzo e lo versi nella tazza di maiolica che ti premuri di collocare nel forno a microonde. In pochi secondi il caffè è caldo. Il tempo di mangiucchiare tre biscotti, tre, sorseggiare la bevanda calda, e sei pronto a uscire da casa.
     Quando la lancetta dell'orologio, quella più lunga, è sullo zero, e la piccola sulle otto, esci fuori dal cancello condominiale spingendo la bicicletta. Lo fai in maniera furtiva, quasi fosse tuo desiderio non incontrare nessuno dei condomini.
     In una delle sacche del portapacchi della bicicletta, unico mezzo di locomozione a tua disposizione, hai riposto il tuo pranzo: due fette di torta alla cioccolata, avvolte nella carta per alimenti, una mela e una bottiglia di Gatorade. Sali in sella alla bicicletta e vai dritto verso il posto di lavoro.

     Stamani la temperatura dell'aria, piuttosto fredda rispetto ai giorni scorsi, è un malinconico presagio dell'inverno che sta per arrivare. Freddoloso come sei hai indossato tre maglioni di lana, tre, e un giubbotto di pelle di montone.
     Sul viso hai riposto una mascherina di tipo chirurgico per proteggere i polmoni dai gas di scarico delle automobili. In una decina di minuti raggiungi il luogo di lavoro: l'ospedale.
     Hai quarant'anni, e ne hai trascorsi più della metà a eseguire la medesima indagine radiologica. Sul lettino dell'ambulatorio diagnostico a Raggi X hai visto coricarsi splendidi corpi di giovani donne e quelli deformi di anziane signore, ma di nessuna di loro porti il ricordo.
     A una certa ora del mattino, mezz'ora dopo mezzogiorno, smetti di lavorare. Pranzi con le due fette di torta di cioccolata che ti sei portato appresso, sorseggi il contenuto della bottiglia di Gatorade che dal primo mattino hai seguitato a bere a intervalli regolari, dopodiché riprendi a lavorare.
     Quando esci dalla Clinica, dopo otto ore di lavoro, è già sera. Timbri il cartellino nell'orologio marca tempo, e lo riponi nel contenitore accanto a quello dei tuoi colleghi. Appena fuori dalle mura dell'ospedale getti la bottiglia di Gatorade, ormai vuota, nel cassonetto per la raccolta differenziata dei rifiuti, dopodiché prosegui in sella alla bicicletta nella corsa verso casa.
     Pedalando a grande velocità percorri la medesima strada che al mattino ti ha condotto sul luogo di lavoro, ma stavolta la percorri nel senso inverso. Nei tuoi spostamenti non cambi mai itinerario. Ripeti le medesime azioni ogni giorno.
     A casa non hai nessuno ad aspettarti. Riordini la stanza da letto, spolveri con scrupolo gli arredi del salotto e quelli della cucina. Quando arriva l'ora di cena estrai dalla cella del frigorifero un barattolo di gelato alla crema e cioccolato, dopodiché torni nel salotto. Vai a sederti sul divano, accendi la tivù, e col telecomando ti sintonizzi su Discovery, il canale satellitare che trasmette documentari sulla natura.
     Infine inizi a gustarti il gelato.
     E' mezzanotte quando decidi di recarti a dormire. Un tempo, sotto le coperte di quel letto a due piazze, c'era la tua donna ad aspettarti. Stasera non c'è nessuno. La tua compagna se n'è andata per sempre. E' accaduto la notte in cui, l'automobile alla cui guida c'eri tu, è uscita di strada capottando. Lei è morta insieme alle due bambine che viaggiavano insieme a voi.
     Soltanto tu sei sopravvissuto.
     Ti spogli, spegni la luce dell'abat-jour, e il nero riempie di buio la stanza da letto. Stasera fatichi a addormentarti. Hai un dannato bisogno di compagnia. Il dolore che ti angoscia non ti consente di restare solo con i tuoi pensieri. Ti avvicini all'armadio e da un'anta estrai il prezioso oggetto che custodisce. 
     E' una bambola ad acqua.
     Riponi la bambola sotto le coperte con la celata speranza che possa surrogare il calore che un tempo sapeva trasmetterti la tua donna.
     E' un rituale che ripeti già da alcuni mesi. 
     Tutto è iniziato quando, navigando in internet, sei incappato in uno dei siti web che commercializzano materiale pornografico per corrispondenza. E' lì che hai scoperto l'esistenza di Evelyn, la tua bambola ad acqua.
     Ti è costata qualche centinaia di euro o poco più, ma valeva la pena portarsela a casa. Lei sa trasmetterti un piacere sessuale del tutto simile a quello di una donna. E tu ne hai davvero bisogno.
     Evelyn è un modello sintetico di donna erotica, il migliore succedaneo posto in commercio dal mercato pornografico. La superficie in lattice di cui è rivestita è simile alla pelle di una donna in carne e ossa.
     Il pube intorno alla fessura della vagina artificiale è ricco di peli. Sono di colore castano, identici al colore della parrucca, e sono simili ai capelli della tua Giovanna.
     Un termostato tarato a trentasette gradi centigradi mantiene la temperatura dell'acqua costante, donando alla bambola la morbidezza e l'elasticità di un corpo umano.
     Nell'oscurità della camera inizi a toccarti il sesso. E' una pratica che non hai mai abbandonato, nemmeno quando tua moglie era in vita. Le dita accarezzano la sottile striscia di pelle che congiunge l'ano ai testicoli. Ti piace avere lo scroto che si ritrae fra le tue dita mentre assume dimensioni sferiche. Come tutti gli uomini hai iniziato a toccarti da ragazzo e sai come trarre piacere dai tuoi toccamenti.
     Sfiori con le dita la superficie sottile e tesa della cappella sino a riempire i corpi cavernosi. Fremi di piacere a ogni sfregamento e sei pronto a cavalcare il corpo di Evelyn.
     La saliva che hai depositato sulle dita è un utile lubrificante. La spalmi sul cazzo che introduci poco per volta nella fessura fra le cosce di Evelyn. Le pareti sono morbide e calde. 
     Hai provveduto a divaricarle le gambe e questo facilita l'affondo del cazzo nella fessura.
     Inizi a scoparla nello stesso modo che eri solito fare con la tua donna.
     Quando hai raggiunto il giusto ritmo di scopata premi il tasto "play" del registratore audio appoggiato sul comodino.
     Un tempo tu e Giovanna vi divertivate a registrare i rumori dei vostri amplessi. Godevate nel riascoltare i bisbigli, i silenzi, le grida di piacere che pronunciavate mentre facevate all'amore.
     Le voci riempiono il silenzio della stanza. Il gemiti dell'amplesso ti accompagnano nel frugale rapporto con Evelyn. Muovi il cazzo nel serbatoio di plastica e non pensi più a Giovanna. L'unica cosa che ti preme è godere del piacere che riesce a darti la scopata con Evelyn.
     Interrompi più volte i movimenti del bacino per non eiaculare troppo in fretta. Cospargi nuova saliva sulla cappella e riprendi a penetrare la cavità con maggiore vigore. Anche stasera fai di tutto per sincronizzare il piacere che stai provando con le voci registrate nell'audiocassetta, in modo che la sborrata coincida con il coito inciso sul nastro.
     Raggiungi l'orgasmo in perfetta sincronia con la voce registrata della tua donna, dopodiché ti accasci sulla sagoma di Evelyn. Sfili il cazzo dalla fessura e ti asciughi con il bordo del lenzuolo. Spegni il registratore e ti metti a dormire.
     La tua vita si consuma uguale, giorno dopo giorno. Se la vita è solamente un lungo sogno, e noi viviamo all'interno di quel sogno, allora lo strano è vivere.

 

 

 
 

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