AFRODISIACI
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

    Nell'ambulatorio dove esercito la professione di medico internista vengo quotidianamente a contatto con donne di tutte le età. A volte sono turbato dalla nudità del loro corpo, ma più di tutto resto confuso dagli odori che ne emana la pelle. Ma non sono i profumi ottenuti per sintesi chimica aspersi sulla loro pelle a procurarmi piacere, e nemmeno quelli ricavati da erbe e fiori. Quello che mi turba è l'odore intrinseco sviluppato dai pori della pelle. Non stupitevi da questa mia affermazione, ma se mi concedete solo un po' di attenzione vi racconto come ho sviluppato questa propensione. 
     Tutto ha avuto inizio l'estate di due anni fa.
     Un pomeriggio, di ritorno a casa, reduce da una stressante giornata di lavoro trascorsa in ospedale, non vedevo l'ora d'infilarmi nel box della doccia per un po’ di refrigerio.
     - Marianna! Sono tornato a casa! - dissi pronunciando la frase a voce alta appena ebbi oltrepassato la porta d'ingresso della nostra abitazione. - Vado in bagno per farmi la doccia.
     Durante il tragitto verso la stanza da letto mi liberai uno dopo l'altro degli indumenti che avevo indosso. Lasciai cadere i capi di vestiario sul copriletto e andai dritto verso la stanza da bagno. Soltanto quando raggiunsi la porta del bagno avvertii il tipico rumore dello scroscio d'acqua che stillava dai fori della doccia. Aprii la porta e dietro la paratia a vetri del box intravidi la figura di mia moglie.
    - Ti spiace se entro anch'io nel box? Facciamo la doccia insieme.
     Il rumore dell'acqua si attenuò. La paratia di vetro si aprì e il viso di Marianna, mischiato a una densa nube di vapore, fece capolino dal box.
     - Sono tornata a casa da poco anch'io. Avevo voglia di darmi una rinfrescata e... - disse come se volesse scusarsi.
     Il corpo di mia moglie, imperlato di stille d'acqua e sapone, non mancò di turbarmi. Marianna non è il tipo di donna appariscente, ma i modi eleganti e raffinati di cui va fiera le conferiscono una carica erotica non comune, ed è una delle ragioni che mi hanno indotto a sposarla.
     La pelle, ricoperta da gocce d'acqua e sapone, diffondeva riflessi luminescenti. Sui seni minuti facevano bella mostra le areole appuntite dei capezzoli inturgiditi per effetto dell'acqua sulla pelle. I lunghi capelli, di colore rosso carminio, raggrumati dall'acqua, le cascavano lungo il collo lambendole il petto. 
     - Vieni dentro, dai, che aspetti? C'è posto per tutt'e due.
     Trovai posto nel risicato spazio del box a stretto contatto con il corpo di Marianna. Una ottima occasione per fare l'amore, pensai quando la mano di mia moglie prese a carezzarmi lo scroto per poi toccarmi l'orifizio dell'ano.
     Un lieve fremito delle gambe mi fece vacillare quando mi afferrò il cazzo divenuto turgido. Appoggiai la schiena alla parete di piastrelle e rimasi fermo. Marianna strinse per intero il cazzo nella mano e cominciò a masturbarmi. Adottò un ritmo lento, affaccendando le dita sull'esile superficie della cappella, mentre il getto d'acqua che sgorgava dal bulbo della doccia bagnava i nostri corpi.
     Iniziai a sfiorarle con le labbra la nuca e mi incaponii a morderle la pelle. Quando insinuai la punta della lingua fra le pieghe di un orecchio l'effetto su Marianna fu immediato. Le gambe iniziarono a vacillarle, anche il resto del corpo prese a fremerle. Bisbigliò parole incomprensibili al mio orecchio di cui non riuscii a cogliere appieno il significato. Divaricò le gambe e aprì uno spiraglio fra le cosce. M'insinuai con le dita fra i peli che le decorano il pube, sfiorai le grandi labbra impiastricciate d'umore e mi soffermai a sfiorarle il clitoride.
    La sporgenza carnosa era gonfia e turgida al pari del mio cazzo. Marianna prese dal portasapone, incassato nella parete, del sapone di Marsiglia che è solita utilizzare per il bucato e lo passò nelle mie mani.
      Le piaceva detergersi la pelle utilizzando il sapone di Marsiglia che preferiva alle saponette in commercio, sostenendo che contenessero sostanze irritanti e nocive per una pelle delicata come la sua, mentre il sapone di Marsiglia, a suo dire, manteneva la pelle lucente e vellutata, ma soprattutto le conservava intatto l'odore della pelle così come piace a me.
     Ruotò il rubinetto della doccia rallentando la caduta dell'acqua. Subito dopo i nostri corpi, cosparsi di bolle di sapone, presero a sfiorarsi scivolando l'uno sull'altro producendo palpitanti tremori di piacere a entrambi.
     Marianna mi fece dono di innumerevoli lampi di godimento. Ma quel pomeriggio fu soprattutto l'inizio di nuove eccitanti scoperte che hanno contraddistinto il nostro futuro rapporto amoroso.
    - Ne ho voglia, non ne posso più! - mi sussurrò all'orecchio. Allargò le gambe e prese a pisciare.
   Un intenso getto d'urina colorata di rosso le uscì dalla fica e finì sui miei piedi. Mi stupii nel vedere l'insolito colore della pipì. A essere raggiunto dal getto della sua piscia c'ero abituato. Era pratica comune che riversasse nelle mie mani le scorie della vescica quando facevamo la doccia insieme. Ma scorgere l'urina colorata di un intenso colore rosso mi spaventò e nello stesso mi eccitò a tal punto che, al termine della minzione, le sollevai una coscia e la penetrai spingendole la schiena contro la parete. Marianna, eccitata dalla mia irruenza, contrasse le pareti della vagina attorno al cazzo e prese a mugolare di piacere.
     L'amplesso non durò a lungo per il forte stato di eccitazione in cui mi ero venuto a trovare. Le sborrai nella vagina, senza adottare alcuna precauzione, dimenticando che da un po' di tempo aveva interrotto l'utilizzo della pillola anticoncezionale. A giudicare dal modo convulso con cui la sentii gemere di piacere fui certo che avesse raggiunto un meraviglioso orgasmo. Dopo quegli attimi di disordine mentale mi prese un forte senso di paura e profonda preoccupazione.
     - Hai notato il colorito delle tue urine? - dissi.
     - Non è niente, non t'impressionare. - rispose. - Il tuo collega allergologo mi ha prescritto un farmaco per debellare l'allergia da polline. Quando mi ha scritto la ricetta mi ha avvertita che il farmaco avrebbe potuto colorare le urine di rosso.
      La scoperta di quella inusuale colorazione della pipì ci spinse a tuffarci a capofitto nella soddisfazione di nuovi piaceri sessuali. Da quel giorno sulla nostra tavola non scarseggiano le confezioni di coloranti alimentari naturali. Siamo entrambi consapevoli della tossicità di questo tipo di sostanze, che potrebbero produrre danni irreversibili al nostro organismo, ma non ne possiamo più fare a meno.
      Non ci consideriamo dei tossicomani, infatti, ne facciamo uso con parsimonia e solo all'occorrenza. Da alcuni mesi ci siamo buttati anima e corpo nello studio delle piante aromatiche, specie in quelle da frutto, e applicandoci abbiamo fatto altre scoperte.
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     Ormai sono trascorsi due anni dal giorno in cui abbiamo fatto nostri gli effetti dei coloranti sull'urina. L'estate scorsa, mentre ero in bagno, intento a radermi la barba, sono stato invitato da Marianna a tenerle compagnia dentro il box della doccia.
     - Vieni, entra, dai. Ho qualcosa d'importante da farti gustare.
     - Ma dai, lo sai che ho fretta. Sono maledettamente in ritardo, dovrei già essere per strada per essere puntuale al lavoro.
     - Assecondami, dai. Vedrai che non te ne pentirai.
     L'accontentai ed entrai nel box della doccia.
     - Inginocchiati. Chiudi gli occhi e allarga la bocca.
     Fra le mie labbra cominciò a scorrere un liquido caldo dal sapore dolciastro molto simile all'arancio. Rimasi sorpreso da quella scoperta. Eccitato aprii la porta del box. Trascinai Marianna sul pavimento del bagno e la misi carponi davanti a me. Sputai un po' di saliva sulle dita e la penetrai nel culo allargandolo per bene. Subito dopo accompagnai con la mano il cazzo dentro di lei.
     In quella occasione abbiamo scoperto che è sufficiente nutrirsi per un giorno intero, pranzo e cena, esclusivamente di frutta della specie Citrus, per ritrovare nelle urine il medesimo sapore del frutto ingerito.
     Al momento alterniamo pasti normali con altri vegetariani a base di limone, arancio e pompelmo. La pelle di Marianna è sempre lucente e, a differenza della maggioranza delle altre donne, non ha bisogno né di profumi né di oleose fragranze per risultare attraente. Così viviamo felici e contenti.

 

 

 
 

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