NON CHIAMARMI PER NOME
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

          Scrivere racconti mi fa stare bene, soprattutto perché mi dà la possibilità di viaggiare con la fantasia. E se per qualche motivo non dovessi più riuscire a farlo sono certa che mi sentirei smarrita. Mi piace scrivere storie, principalmente di genere erotico, anche perché scrivere di sesso è un modo affascinante per scavare dentro me stessa ed entrare in intimità con le persone che mi leggono. Amo raccontare la realtà che mi circonda, fotografando la quotidianità, anche se, a mio parere, chi scrive deve essere bravo a rielaborarla, ma talvolta la realtà può superare l’immaginazione.
   La mia vita è intessuta di storie, cronache e narrazioni, che leggo o mi vengono raccontate. Io le elaboro e poi le scrivo. Talvolta le storie sono quelle che sogno, immagino, o che vorrei soltanto riuscire a scrivere. E' il caso della vicenda di cui sono venuta a conoscenza stamani sfogliando le pagine della Gazzetta di Parma, il giornale della mia città. Ero impegnata a fare colazione nella caffetteria situata sotto casa, quando, fra le notizie di cronaca della città, l'occhio mi è caduto su un titolo in grassetto dall'assunto boccaccesco.

                   "Chiama l'amante con il nome di un altro: 
            donna al pronto soccorso, denunciato un 35enne"


   L'autore dell'articolo di cronaca cittadina dava notizia di una donna che, mentre faceva l'amore, aveva sbagliato nel pronunciare il nome del partner. La reazione dell'uomo era stata violenta e immediata. Dapprima si era sfogato distruggendo parte del mobilio dell'appartamento, dopodiché aveva scaricato tutta la rabbia sulla donna, colpendola a calci e pugni, spedendola al Pronto Soccorso da cui è stata dimessa, dopo le cure dei sanitari, con una prognosi di 10 giorni.
   Stando a quanto ha scritto dall'estensore dell'articolo la donna, approfittando dell'assenza del marito impegnato sul posto di lavoro, si era incontrata con l'amante nella propria abitazione. Ma durante il rapporto sessuale, all'apice del piacere, aveva pronunciato il nome sbagliato, chiamando l'amante con un nome non solo diverso da suo ma anche da quello del marito. Soltanto l'arrivo della Polizia, chiamata dai vicini di casa, aveva messo fine all'inusuale lite.

   Mentre vado incontro a Lorenzo ripenso all'articolo di stampa che stamani ho letto sul giornale. Tutto sommato, alla luce di quanto è accaduto alla donna, penso che la cosa migliore da fare quando si è in intimità con un uomo sia quella di chiamarlo sempre con l'appellativo "Amore" e mai per nome, altrimenti si potrebbe facilmente incorrere nell'errore di confonderlo con quello di un altro uomo. 
   I partner con cui  ho avuto delle storie, prima di conoscere Lorenzo, ero solita chiamarli con dei nomignoli. Micio, Micione, Cucciolo, erano i miei preferiti ma anche Orsacchiotto. Mentre Lorenzo mi piace chiamarlo soltanto per nome, e non lo sbaglio mai.
   Dall'età di quattordici anni, periodo della mia vita in cui da sprovveduta adolescente ho perduto la verginità, sono sempre andata alla ricerca di nuovi modi di amare. Dopo di allora ho posseduto molti uomini, alcuni per una sola notte e altri per periodi più o meno lunghi, e tutte le volte sono sempre stata io a scaricarli. Ne ho posseduti tanti, faccio persino fatica a ricordarmeli tutti, è se l'ho fatto è perché avvertivo un dannato bisogno di sentirmi viva, ma da un paio di anni non ho più la necessità di cambiare partner per scopare.
   Sono innamorata di un uomo sposato più vecchio di quindici anni rispetto a me. Lavoriamo tutt'e due nello stesso ospedale; lui come tecnico di radiologia e io come infermiera professionale. All'inizio ho vissuto la nostra storia senza molto impegno, anzi alla giornata. Mi importava soprattutto di scopare con lui, quello e basta. Tutt'e due ci cercavamo continuamente, anche sul posto di lavoro, forse per colmare i vuoti che sua moglie e i miei occasionali partner non riuscivano a riempire. Ora che la nostra relazione è diventata una cosa importante stiamo scoppiando.
   In passato, dentro le mura di casa, stavo bene in compagnia della mia solitudine, adesso invece quando sono da sola sto male. Sempre più spesso sono confusa, gravata da attacchi di panico, e nella mia testolina mi creo un sacco di problemi. Al contrario, quando sono insieme a lui, in balia del suo cazzo, sto dannatamente bene. 
   Ormai non so più che tipo di donna sono. Non ho mai provato nulla di simile facendo l'amore con altri uomini. Lorenzo è riuscito persino a strapparmi dalla mente il ricordo del piacere che ho rubato ai partner che mi sono piaciuti. E' un molestatore sessuale capace di farmi sentire una vera donna. Siamo arrivati al punto di scopare ogni giorno, in qualunque posto, soprattutto nei bagni dell'ospedale quando siamo di turno sul posto di lavoro. Purtroppo un paio di settimane fa sua moglie ha scoperto la nostra relazione. Non so in che modo è venuta a conoscenza della mia identità, nemmeno m'interessa saperlo, sta di fatto che mi ha tempestato di telefonate producendosi in scenate di gelosia, urlandomi addosso tutta la sua rabbia. Troia! E' l'epiteto più garbato che mi ha detto. Infine ho ceduto alle sue lacrime, e ho accondisceso a interrompere la relazione con Lorenzo. Che altro avrei potuto fare?
   Prendere atto d'essere la causa del dolore di un'altra donna, manifestamente ferita dai tradimenti del suo uomo, mi ha messo in crisi. A Lorenzo ho parlato della mia intenzione di mettere la parola fine alla nostra relazione,  così per stare lontana da lui mi sono presa una settimana di ferie. 
   Durante tutto questo tempo sono rimasta chiusa dentro le mura di casa, con cellulare spento, le finestre serrate e gli scuri chiusi, rifiutandomi di vederlo e dare ascolto alla sua voce.
    Ho seguitato ad accendere e spegnere il cellulare andando a leggere e rileggere i suoi messaggi fino a impazzire. La dura realtà è che per Lorenzo sarò sempre e soltanto la sua amante. Merda! In più di una occasione mi ha detto e ripetuto che non ama la moglie, che potrebbe anche lasciarla, ma che ha paura delle conseguenze. E' confuso e teme che col tempo potrei lasciarlo per un uomo più giovane di lui. Dice che pensa a me anche quando fa l'amore con la moglie, ma io non gli credo anche se quello che dice potrebbe essere vero.
   Malauguratamente o forse no, la decisione di troncare la nostra relazione è durata soltanto lo spazio di qualche giorno. Ieri sera non ho più trovato la forza di resistergli. All'ennesima telefonata ho dato risposta alla sua voce e ho acconsentito a vederlo oggi. La verità è che non riesco a stare per troppo tempo lontano da lui, e dal suo cazzo.

   Un gruppo di ferrovieri in divisa e alcuni giovani universitari, carichi di zaini e borse da computer, mi vengono incontro mentre esco dalla stazione ferroviaria di ritorno da Milano, là dove sono andata a fare visita a mia madre. Mi dirigo verso il bar all'angolo con Via Piacenza dove ho appuntamento con Lorenzo. Sono in anticipo sull'ora che abbiamo convenuto. Prendo posto a un tavolo e resto in attesa. L'aroma del caffè tostato, un profumo che è essenza di sensualità, mi riempie le narici come un torrente in piena. Sto avvicinando la tazza in ceramica dell'espresso bollente alle labbra quando, sul marciapiede umido di pioggia, scorgo la figura di Lorenzo prossimo all'ingresso della caffetteria. Entra e si guarda intorno. Mi vede, e si avvicina. 
   Il sapore amaro del caffè che sto bevendo, solo in parte dolcificato con canna da zucchero, si accompagna al desiderio di fare l'amore che agita le mie viscere mentre Lorenzo si avvicina sempre di più al tavolo. 
   - Ciao Erika. - è tutto quello sa dirmi mentre prende posto di fronte a me.
   - Prendi qualcosa da bere? - dico.
   - Un espresso, grazie.
   Al ragazzo che sta dietro il bancone faccio segno di portarci un altro espresso. Il sibilo della caldaia della macchina del caffè da cui, dopo un gorgoglio e uno sbuffo di vapore, cola il liquido bollente, riempie il vuoto che c'è fra noi. I suoi occhi gelidi seguitano a fissarmi, misteriosi, come i pensieri che si celano nella sua mente.
   Nessuno dei due è propenso a parlare per primo. I suoi e i miei pensieri apparentemente sono altrove, ma non è così. Probabilmente attende che sia io a rivolgergli la parola e non lo voglio deludere.
   - Sei ancora convinto che dei due sono stata io a farti perdere la testa?
   - Sì.
   - E se dicessi il contrario?
   - Non ti farebbe onore, soprattutto alla tua bellezza.
   - Non hai messo in conto che tua moglie mi avrebbe telefonato, vero?
   La domanda deve averlo colto di sorpresa. Stira la schiena all'indietro e la spinge contro lo schienale della sedia mentre sono in attesa di una risposta.
   - Dovrei lasciarla?
   - Non lo so. Quello che è certo è che sa tutto di noi.
   - Me lo ha detto.
   - E allora?
   - Non voglio perderti.
   - Potrei essere io a decidere di lasciare te, magari per mettermi insieme a qualcun altro che non sia sposato.
   - La nostra storia all'inizio era solo sesso per tutt'e due. Adesso invece non posso fare a meno di te. Quello che provo non ha niente a che fare con i sentimenti di fratellanza che ormai avverto per mia moglie. Questi giorni di distacco hanno dato una grossa scossa alla nostra relazione ed ho scoperto che non posso lasciarti andare via.
   - Ma tu cosa vuoi veramente da me?
   - Non lo so. Da una parte ci sono mia moglie e mia figlia, mentre nell'altra ci sei tu.
   - E io cosa sono per te?
   - Tutto!
   - E tua moglie?
   - Il mio matrimonio sta in piedi solo a parole perché io e mia moglie abbiamo una figlia. E' questa la ragione per cui non mi sento di lasciarla.
   - E allora?
   - Ho voglia di fare sesso con te. Se invece desideri che la nostra storia finisca qui lo accetterò. Non voglio complicarti la vita.
   Quello che vorrei dirgli è che mi piacerebbe avere una famiglia e dei figli come tutte le mie amiche. Non mi basta avere il suo amore. Invece quello che mi si prospetta, se do retta all'istinto, è di trascorrere il resto della vita in attesa di qualcosa che sono certa non arriverà mai.
   - La verità è che non riesco a troncare la nostra relazione. Mi sono concessa una settimana di ferie per stare lontana da te, poi mi sono accorta che ci cerchiamo sempre e non riusciamo a stare lontani. E' vero?
   - Sì.
   - Quando tua moglie mi ha telefonato sono rimasta sconvolta. In quei momenti di tristezza e rabbia ho preso la decisione di non dare più ascolto ai tuoi appelli mentre seguitavi a chiedermi di vederti. Se l'ho fatto è stato per dare una scossa alla situazione in cui ci siamo venuti a trovare.
   - Cioè?
   - Voglio capire cosa vuoi veramente da me.
   - Fare l'amore con te, adesso, subito.

   L'aria fresca di questo scialbo pomeriggio di novembre mi rinfresca il viso mentre Lorenzo e io mettiamo piede all'esterno della caffetteria. Oggi pomeriggio Piazza Dalla Chiesa è pallida come un cencio di lenzuolo a causa della fitta nebbia. Attraversiamo la piazza, dominata dal monumento a Vittorio Bottego, e prendiamo la strada che conduce verso la mia abitazione. E' l'esigenza di raggiungere nuove armonie, e di una riaffermata intimità, quella che mi ha spinto ad accettare la sua richiesta di lasciare la caffetteria. Un brivido caldo mi consuma fra le cosce mentre penso che ancora una volta non potremo esimerci dal fare l'amore.

   Mentre ci avviciniamo al portone della mia abitazione, velata da una densa coltre di nebbia, mi domando se a letto, dopo quanto è accaduto in quest'ultima settimana, è cambiato qualcosa fra noi. Ho pensato molto a questo momento. Ormai non facciamo l'amore da più di sette giorni. Tanti! Ho la figa in liquefazione e sono pronta a fare sesso di nuovo, eppure tremo per l'emozione. Sono certa che starà lì a guardarmi mentre mi spoglio. Gli piace farlo, lo fa sempre. Mi bacerà? E poi mi metterà le mani addosso prima di farmi stendere sul letto? Boh! Quello che so è che ho tanta voglia di godermelo, il suo cazzo.

   Sta seduto sul bordo del letto e guarda nella mia direzione. La camicetta di seta bianca che ho addosso, appena sbottonata, mostra il solco del seno. Il tessuto copre i capezzoli, ma glieli fa vedere eretti, accessibili al tocco delle mani. Sbottono la camicetta e lascio che il tessuto cada sul parquet senza fare rumore. La gonna la segue dappresso. Rimango con indosso il reggiseno e il tanga. Su di me avverto il suo sguardo indagatore. Tutt'a un tratto ho vergogna, cosciente di avere il tanga bagnato sul davanti che tradisce la mia eccitazione. Ma non voglio darglielo a vedere. Ho paura del contatto delle sue mani; temo di non sentirne più il calore.
   - Spogliati tutta - dice. 
   Sgancio il reggiseno e subito dopo sfilo le mutandine lasciando che scivolino dalle ginocchia fino alle caviglie. Con un calcio le spingo verso Lorenzo. Lui le raccoglie, le annusa, poi sorride. Adesso il suo sguardo è fisso sui riccioli neri della mia passera umida di desiderio. Chiudo gli occhi augurandomi che mi ordini di avvicinarmi a lui. Ho voglia di essere toccata senza pudori dalle sue mani indiscrete. Desidero baciarlo sulla bocca mai sazia della sue labbra. Ma soprattutto ho voglia del suo cazzo e del seme caldo che mi scivolerà in gola.
   Eccomi finalmente davanti a lui. Mi cinge le braccia attorno ai fianchi e mi bacia l'addome. Lo fa dolcemente, sfiorando con la lingua la pelle attorno l'ombelico. Sono certa che brucia di desiderio per me anche se non lo dice. Magari gli piacerebbe uccidermi di piacere.
   Abbandona il capo di traverso sul mio addome e mi attira a sé schiavo di un tormento che lo consuma di piacere. Cedo al suo richiamo e mi stendo sul letto mentre incomincia a spogliarsi. Spalanco le cosce per fargli capire che desidero accoglierlo al più presto dentro di me. 
   La luce del giorno filtra dalle tapparelle abbassate. Strisce bianche e grigie lambiscono il mio corpo nudo. Stavolta sono io a guardare nella semioscurità della camera il suo corpo scarcerato dagli abiti. La mia pelle freme di brividi primitivi mentre guardo il cazzo turgido che si inalbera dal suo pube.
   Lorenzo giace sopra di me. Lo accolgo a braccia aperte e avverto lo spessore del cazzo a contatto delle cosce. Affondo le unghie nella sua schiena mentre si dilunga a confezionarmi parole dolci all'orecchio. Voglio impadronirmi della sua bocca, ne ho voglia, e la cerco. La mia lingua mulinella dentro la sua bocca. I denti si scontrano ripetutamente. Seguitiamo a baciarci voracemente. Mi fa dono della sua saliva, e mi toglie il respiro.
   Lorenzo mi fa impazzire. Siamo affamati una dell'altro con addosso una dannata voglia di annientarci di piacere a vicenda. Non sono mai stata così bene come oggi.
   Tutt'a un tratto solleva il bacino e mi penetra. I suoi fianchi cominciano a muoversi. Il ritmo è quello che mi dà tanto piacere. Ho i seni gonfi e imperlati di sudore al pari dei capelli sciolti. Il piacere mi brucia dentro e fuori il corpo. Mi piace sentirmi addosso l'odore pungente della sua pelle mentre mi scopa. Affondo le unghie nel suo culo e accompagno il movimento delle anche. 
   Ormai stiamo scopando da una decina di minuti. Le bocche sono sempre più ansimanti. Avverto il suo godimento addosso. Mi morde il collo quasi a farmi male. Sono sfinita dentro. Gli spasmi dell'utero si susseguono rapidi al pari di quelli che scuotono la sua schiena. Ormai sono prossima a venire. Vengo!!!
   L'orgasmo sopraggiunto incontrollato mi ha lasciato senza forze. Grondo di sudore e di umori. Soffoco i gemiti che seguitano a uscire dalla mia bocca mentre spasmi di piacere scuotono la schiena di Lorenzo ed eiacula dentro di me.
   La mia voce rompe il silenzio della stanza.
   - Ti amo Micione.
   - Anch'io Flavia.
   Scioccata e confusa, soffoco la rabbia che mi coglie dopo che ho ascoltato il nome di donna pronunciato da Lorenzo, che non è il mio e nemmeno quello di sua moglie. Accidenti a me!

 

 
 

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