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LA
CALDA AMANTE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
L'ufficiale
giudiziario, un tipo attempato, con un
paio di basette larghe e spesse, estese
sino alla mascella inferiore, era pronto
a dare inizio all'asta. Nel condurre
l'incarico di battitore era coadiuvato
da una giovane assistente deputata a
stilare il verbale della seduta.
Mettendo piede nel salone
delle aste giudiziarie non mi ero
stupita nel costatare che il locale era
affollato perlopiù da donne, ansiose di partecipare
all'asta di oggetti messi all'incanto
dal tribunale.
Non era la prima volta che
prendevo parte a un'asta giudiziaria. A
quelle indette dal tribunale presenziavo
di frequente, anche se il più delle
volte non acquistavo nessuno degli
oggetti messi in vendita. Ci andavo per
soddisfare la mia curiosità e distrarmi
dalle giornate trascorse come infermiera
di corsia d'ospedale, ma se capitava
l'occasione di acquistare preziosi
monili o cornici argentate, specie se a
basso costo, non mi tiravo indietro.
Scorrendo l'elenco degli
oggetti messi all'asta, di cui avevo
preso visione navigando nel sito
internet del tribunale, ero rimasta
stupita nel costatare che
in alienazione era presente un un vasto
assortimento di capi d'intimo femminile. Tutta merce proveniente
dal fallimento di un Sexy Shop;
soprattutto corsetti, perizoma,
reggicalze e una infinità di altri
articoli di lingeria. Di questa
opportunità avevo fatto partecipe
Franca, una collega infermiera che da
qualche mese aveva preso servizio nella
clinica dove lavoro, cui avevo esteso
l'invito per intervenire all'asta.
Franca è nativa di Monte
Sant'Angelo, e come molte ragazze
diplomate infermiere provenienti dal
Gargano era giunta a Parma lusingata
dalla prospettiva di un lavoro sicuro.
Non disdegnavo la sua compagnia, anzi
dal giorno in cui avevo fatto la sua
conoscenza mi frullava per la testa
l'idea di scoparla.
Lei ancora non lo sapeva,
ma dal modo in cui insistevo a tenerle
gli occhi addosso ero certa che me
l'avrebbe data volentieri, la figa.
- Ti passo a prendere verso
le quattro a casa tua, va bene? - dissi
mentre uscivamo dalla clinica. - Ci
divertiremo, vedrai, ne sono certa.
- Non ho mai presenziato a
un'asta. Ma davvero c'è tanta
convenienza ad acquistare gli
oggetti messi in vendita?
- L'importante, per chi
compra, è non farsi prendere dalla
smania di assicurarsi a tutti i costi un
oggetto. Non bisogna mai mettersi in
concorrenza con gli altri acquirenti.
Questo atteggiamento serve solo a fare
lievitare il prezzo dell'oggetto a
scapito della convenienza, mi raccomando
non t'intestardire facendo dei rialzi,
eh!
- Ma se fra gli articoli
del Sexy Shop c'è qualcosa di molto
carino come ci comportiamo? Tu che fai?
Alzi la mano e fai una offerta?
- Perché no? Che c'è di
strano?
- Beh, io non ho
sufficiente faccia tosta per farlo.
- Se vuoi lo faccio io per
te, va bene?
- Sì, va bene, mi fido di
te. - disse mettendo fine al discorso,
stralunando gli occhi in segno di resa.
Il salone delle aste
traboccava di pubblico. Ci accomodammo a
metà sala, poco distanti dal corridoio
centrale, occupando due sedie
inspiegabilmente lasciate libere da una
coppia litigiosa fuggita via nel momento
in cui Franca e io mettemmo piede nel
capannone.
- Beh, che te ne pare?
- Un po' freddino come
posto, davvero poco accogliente.
- Cosa ti aspettavi?
- Non lo so, ma una
sistemazione migliore rispetto a questa
certamente sì.
- Non farti scoraggiare
dall'ambiente, osserva solo gli oggetti
messi all'asta. Il più delle volte si
tratta di mercanzia nuova.
- Spero che gli articoli
del Sexy Shop non siano di seconda mano.
- disse facendo della facile ironia.
L'assistente dell'ufficiale
giudiziario, una donna piccola, tonda,
con un paio di tette simili a bocce da
bowling, appoggiò sul tavolo un
servizio da tè in porcellana, subito
dopo il battitore diede inizio all'asta.
- Il prezzo base per questo
originalissimo servizio da tè è di
trenta euro. Chi offre di più?
La voce dell'ufficiale
giudiziario mise fine al brusio che
albergava nel salone, poi una voce di
donna risuonò alle mie spalle.
- Trentacinque!
Un'altra voce, sempre di
donna, proveniente dalle prime file,
incalzò la precedente.
- Quaranta euro!
La messa in asta del
servizio da tè si concluse quando il
battitore decretò l'acquisizione
dell'oggetto a una donna che si trovava
alle mie spalle per la cifra di
cinquanta euro.
- Adesso vi propongo cinque
preziosi vasi di stagno. Si parte da
quindici euro! - disse il battitore.
Il dialogo fra il pubblico
e il funzionario andò avanti in maniera
frizzante con simpatiche battute da ambo
le parti. Franca e io, poco interessate
a quel tipo di oggetti, eravamo in
attesa del momento in cui l'ufficiale
giudiziario avrebbe messo all'asta
l'oggettistica proveniente dal
fallimento del Sexy Shop.
Verso le sei del
pomeriggio, quando ormai disperavo che
l'asta degli articoli erotici avesse
inizio, il battitore diede una
comunicazione.
- A quest'ora avrei già
dovuto mettere all'asta gli oggetti
provenienti dal fallimento del "96
Shop". Suppongo che molti fra voi
siano al corrente di cosa si tratta
vero?
Qualche risolino si fece
largo sulle labbra delle donne che erano
in maggioranza fra le persone che
occupavano le sedie nel salone.
- Sarebbe imbarazzante per
me e soprattutto per voi partecipare a
un'asta di articoli di genere erotico.
Un'asta che comprende palline vibranti,
bambole gonfiabili, elettrostimolatori,
cinture di castità, fruste e collari di
ogni tipo susciterebbe un certo disagio.
Senza contravvenire alle regole di
questo tribunale ho deciso di mettere
all'asta gli articoli con offerte in
busta chiusa. Ognuno di voi, se lo
riterrà opportuno, potrà prendere
visione dei suddetti articoli
trasferendosi nella sala adiacente. Ogni
oggetto è stato contrassegnato da un
numero e da un prezzo base. Nei fogli
che vi saranno consegnati dovrete
indicare, oltre al vostro nome e
cognome, il numero dell'articolo che
avrete scelto e il prezzo da voi
offerto. Sono stato chiaro? Qualcuno ha
domande da fare?
Nessuno dei convenuti si
azzardò a prendere la parola. Mi infusi
un po' di coraggio e mi alzai in piedi
per chiedere una spiegazione.
- Mi scusi, ma
l'aggiudicazione degli oggetti come
avverrà?
- A fine seduta, verso le
sette, renderemo noti i nomi di chi si
è aggiudicato il materiale, va bene?
- Sì. - dissi soddisfatta.
La seduta riprese dopo la
comunicazione del battitore. Il
funzionario mise all'asta una bicicletta
da donna, oltretutto in buono stato, al
prezzo di 20 euro. Subito giunsero da
pubblico le prime offerte.
Per niente interessate a
quel genere di articoli Franca e io
abbandonammo il salone decise a prendere
visone degli oggetti erotici esposti nel
locale adiacente il capannone delle
aste.
Una serie di tavoli,
sistemati a ridosso delle pareti del
locale ospitava l'oggettistica
proveniente dal Sexy Shop. Messo da
parte l'iniziale imbarazzo prendemmo
visione del materiale, tallonate
dappresso da una schiera di uomini che ci
molestavano rivolgendoci imbarazzanti battute.
- Cosa t'interessa? - mi
chiese Franca mentre ci accostavamo a
uno dei tavoli.
- Boh! Non ho la più
pallida idea di quello che voglio. A te
invece cosa preme?
- A me interesserebbe
acquistare un completo intimo, oppure un
body, magari una guêpière.
- Vibromassaggiatori, no? -
le domandai stupendola non poco.
- Non ne ho mai fatto uso.
- rispose stizzita.
- Beh, che c'è di tanto
strano. Non ti delizierebbe possedere
quel coso lì? - dissi indicandole un
elegantissimo dildo tascabile, laccato
in oro, con piccoli rilievi utili per la
stimolazione vaginale. - Il prezzo
indicato nel cartellino è di soli dieci
euro. Offrine quindici, ma non un euro
di più, sono certa che te lo
aggiudicherai.
- Ma dai, stai scherzando,
vero?
- Affatto! E' di piccole
dimensioni, giusto! Ma un dildo di 14x9
centimetri può bastare per farti
godere, non credi?
- Accidenti! Che cretina
sei.
L'oggettistica esposta sul
tavolo dove c'eravamo soffermate, appena
messo piede nel locale, comprendeva
soprattutto vibrostimolatori.
Differenti modelli, di
diverse dimensioni, erano ammonticchiati dentro apposite custodie.
Passammo al setaccio le caratteristiche
di ciascuno, stupite dalle peculiarità
di quegli straordinari aggeggi di
piacere.
- Cosa ne pensi di questi
vibratori colorati, trasparenti e
luminosi. - dissi indicando una serie di
cazzi di gomma lisci o con grosse
venature in rilievo. - Ti piacciono?
- Se devo essere sincera,
dovendomi masturbare, mi piacerebbe farlo
con questi cazzi in lattice colore della
pelle e con nervature pronunciate. -
disse Franca sbilanciandosi non poco.
- Il Super Jumbo non ti
andrebbe bene?
- Che è?
- Quello nero là. - dissi
indicando con la mano un fallo lungo
almeno trenta centimetri, sottile e di
colore nero.
- No, quello proprio no! Te
l'ho detto, dovendo masturbarmi
preferirei farlo con un dildo in
lattice, sono più realistici, non
credi?
- Tipo quello accoppiato
anale e vaginale?
- Stai scherzando vero?
- Perché? Non c'è niente
di strano. Si gode di più.
- Ma dai.
- Allora potresti
acquistare quel manicotto da inserire a
cavallo del pene. E' in silicone! I
rilievi in superficie assicurano una
eccezionale stimolazione vaginale.
- Non dirmi che lo hai
visto infilato sul cazzo di qualche tuo
compagno mentre scopavi.
- Ancora no, ma ne possiedo
uno identico che ho inserito sopra un
vibratore e ti garantisco che il
divertimento è assicurato.
- Dai, passiamo oltre che
si è già fatto tardi.
- Hai preso nota degli
articoli che t'interessano?
- Non c'è niente che mi
piace. Tu invece? Hai fatto delle
offerte?
- Sì, ma ti dirò tutto a
fine percorso.
- Ah, bene, la cosa
m'incuriosisce.
Gli uomini che all'inizio
del nostro percorso ci avevano tallonato
d'appresso, facendo della facile ironia
sulla nostra presenza nella sala, li
smarrimmo poco per volta. Senza la loro
presenza alle calcagna incominciammo a
muoverci prive d'impedimenti fra i
tavoli.
- Questi Butt-plug ti
piacciono?
- Non so nemmeno a cosa
servono, anche se posso immaginarlo.
- Sono utilissimi
analmente. Hanno una circonferenza
variabile utile per modulare la
penetrazione nell'ano. Se osservi bene
hanno una forma a cuneo e una base ampia
che impedisce al dildo d'infilarsi
completamente nel culo. Altrimenti
potresti ritrovarti con il dildo che non
esce più dall'intestino. Stai
certa che ti ricovererebbero al Pronto
Soccorso per estrarlo.
- Non m'interessa 'sta
roba, dai!
- Potresti cominciare, se
non lo hai mai fatto, con quello piccolo
di colore rosa. E' indicato per le prime
esperienze anali.
- Mica ho detto di non
averlo mai preso nel culo, suvvia!
- Ops... scusa, ma non lo
sapevo.
- Beh, allora potresti
acquistare questo. - dissi indicando la
confezione del Mega-Plug che strinsi
nella mano. - Fra i plug anali è il più
grande in assoluto fra quelli prodotti
da questa ditta. Ha una circonferenza
massima di trentasette centimetri. Nel
cartoncino esplicativo c'è scritto di
usarlo con molta cautela.
- Beh, allora usalo tu.
- Dai vieni con me, andiamo
a vedere gli oggetti esposti su quel
tavolo là.
Il tavolo sull'altro lato
della stanza comprendeva solo capi di
abbigliamento intimo femminile. Gli
articoli erano custoditi dentro
confezioni di cellophane trasparente ed
erano fantastici.
- Quali sono le tue misure?
- dissi.
- Eh?
- Sto parlando di tette,
fianchi e culo.
- Non lo so, mica sto a
misurarmi le curve del corpo col
centimetro della sarta.
- Che taglia porti delle
mutande?
- La quarantadue.
- Reggiseno?
- La terza misura
- La stessa misura delle
mie tette. - la rassicurai.
- Lo immaginavo.
- Questa guêpière a rete
di maglia larga, corredata di calze, a
soli 20 euro ti piace? - dissi.
- Preferisco quel corsetto
con reggicalze in pizzo e velo
arricchito dal perizoma. Ti piace?
- Sì è carino. Ma
quest'altro in tulle trasparente, dalla
linea molto sgambata che lascia il seno
completamente scoperto?
- Bello, davvero, ma qui
tutto è bello e sensuale. Ci potrei
lasciare un capitale! Porterei via tutti
gli articoli di lingeria, ma non ho
abbastanza denaro per farlo. Sai bene
quanto mi costa l'affitto dell'appartamento
dove abito.
Qui a Parma i proprietari sono dei veri strozzini.
- E se acquistassi un body
leopardato? Come questo elasticizzato in
grado di modellare le curve del corpo in
modo perfetto?
- Ti vedrei meglio con
addosso reggiseno e mutande in
latex nero, e un frustino bene stretto
nella mano. Sarebbe di grande effetto
quando scopi con un uomo. Risveglierebbe
l'istinto di dominazione che è
prepotente in te.
- E se invece mi
presentassi vestita con il completo di
pelle nera? Ma non davanti a un uomo,
bensì a una donna? Magari davanti a te?
- Chissà! Potrebbe anche
piacermi. - rispose Franca per niente
imbarazzata dalle mie avance.
Mentre Franca sceglieva con
accortezza i capi d' abbigliamento
femminile di suo gusto mi impegnai a
compilare i foglietti degli oggetti che
avevo scelto indicando la cifra da
offrire e il numero corrispondente a
ciascun oggetto.
- Mai usate le palline
cinesi? - dissi.
- Eh?
- Sto parlando di queste. -
dissi indicando due palline dorate, con
all'estremità un laccetto in cotone,
della circonferenza di un Ferrero Roche.
- No.
- Dovresti provarle.
- E come si usano?
- Le metti nella passera
prima di uscire da casa e senti
l'effetto che ti fanno mentre cammini
per la strada.
- E che effetto fanno?
- Oh! Ma dico, sei di
coccio, eh!
- Ti dico che non lo so,
accidenti a te!
- Dentro l'involucro dorato
c'è una seconda pallina, più piccola
di quella che la ospita. Mentre cammini
sbatte contro la parete dell'involucro
dorato e produce delle vibrazioni sulla
mucosa della figa. Capito adesso!
- Si gode?
- Direi di sì, dipende
dalla sensibilità di ogni donna.
- E tu hai goduto?
- Secondo te?
L'orologio appeso alla parete dietro la pedana dove trovava
posto l'ufficiale giudiziario indicava
le sette di sera quando l'asta giunse a
termine. Gran parte dell'oggettistica
appartenuta al Sexy Shop fu aggiudicata
a una combriccola di quattro, cinque
uomini, verosimilmente proprietari di
negozi simili a quello fallito. Franca
non si aggiudicò alcunché, nemmeno il
corsetto di colore ciclamino con
reggicalze in pizzo e velo arricchito
dal perizoma a cui pareva tenere tanto.
Subodorando la possibilità
che qualcuno degli uomini che ci avevano
insidiato durante l'ispezione al
materiale esposto avesse fatto delle
offerte sugli articoli da me adocchiati,
mi ero premunita offrendo il 30% in più
rispetto al prezzo indicato su ogni
oggetto assicurandomi gran parte degli
articoli su cui avevo fatto delle
offerte, e il body in tulle nero che era
mia intenzione regalare a Franca.
- Sei la solita rottinculo!
A te riesce sempre tutto. - disse una
volta in strada.
- E' solo preveggenza la
mia. Te lo assicuro. - dissi
trascinandomi appresso due borse di
plastica colme di roba.
- Purtroppo non sono
riuscita ad accaparrarmi il corsetto a
cui tenevo tanto, ma penso che non ne
soffrirò, ne farò volentieri a meno. -
disse Franca.
- Andiamo a casa mia, dai,
ho una sorpresa per te.
- Una sorpresa?
- Una cosa che ho comperato per te. Vorrei fartene
dono.
- Dici davvero? - rispose
Franca stupita.
- Certo!
- E devo venire sino a casa
tua per entrarne in possesso?
- Sì.
- Perché?
- Voglio vedere come ti sta
addosso, cretina.
- Adesso m'incuriosisci.
Raggiungemmo la mia
abitazione dopo avere abbandonato la
circonvallazione a nord della città e
il caotico traffico.
- Abito qui. - dissi
indicando un palazzo di sette piani il
cui tetto sembrava toccare l'azzurro del
cielo.
- A che piano?
- All'ultimo.
- Beh, conducimi su, dai.
Sono curiosa di vedere dove abiti e
liberare dall'involucro il tuo regalo.
- Sarà una bella sorpresa.
- Mah!
L'ascensore ci condusse
sino all'ultimo piano in un batter
d'occhio. Franca si scoprì subito a
proprio agio nell'intimità
dell'appartamento. Prese posto sul
divano del salotto e mi chiese da bere
della Coca-Cola.
- Beh, allora, questo
regalo?
- Hai premura?
- No, affatto, ma sono
curiosa di dare una occhiata alle cose
di cui sei entrata in possesso.
Presi posto accanto a
Franca sul divano e appoggiai le borse
di plastica sul tavolino davanti a noi.
- Cazzo! Ma quanta roba ti
sei aggiudicata?
- Non spaventarti, non sono
mica impazzita.
- Dai, fammi vedere, dai.
- Ecco, questo è il body
che ho acquistato per te.
Tirai fuori dalla borsa la
confezione contenete un body in tulle
trasparente, dalla linea molto sgambata,
che lasciava il seno completamente
scoperto. Franca si mise a ridere, poi
gliene mostrai un altro dal tessuto
leopardato che avevo comprato per me.
- Ma quello che hai preso
per me lascia scoperte le tette.
- E allora?
- Mi sentirei ridicola
portandolo addosso.
- Ma no, dai, provalo.
- A patto che anche tu
indossi il body leopardato.
- Va bene, dai, andiamo di
là, in camera. Indossiamo tutt'e due il
body e ci guardiamo allo specchio. Sei
d'accordo?
- Sì.
Franca mi seguì dappresso.
Le feci strada sino alla stanza da
letto. Appena in camera iniziai a
spogliarmi e lei fece lo stesso. Ci
succedeva spesso di cambiarci d'abito
nello spogliatoio della clinica, ma
nuda, senza niente addosso, era la prima
volta che la vedevo.
- Hai un bel corpo. -
provai a tranquillizzarla quando ci
ritrovammo nude una di fronte all'altra.
- Eh?
- Ho detto che hai un
bellissimo corpo. Belle gambe, fianchi
stretti e tutto il resto è bene
proporzionato. Non potrei mai competere
con la bellezza che è in te.
- Dici sul serio?
- Perché dovrei
ingannarti? - mentii in maniera
spudorata. Ancora oggi stento a credere
d'averla abbindolata in quel modo
cretino, probabilmente finse di cadere
nella trappola che le avevo teso perché
desiderava essere scopata.
- Anche tu sei bellissima.
- disse.
Non si scostò quando le
lasciai cadere una mano sopra una tetta e
l'accarezzai con i polpastrelli. Ebbe un
sussulto e tremò di piacere. Acconsentì
che lambissi anche l'altra tetta,
dopodiché mi imitò e fece scorrere le
mani sui miei capezzoli turgidi come
siluri.
Scalpitavamo entrambi per
la voglia di scopare, seguitammo a lungo
a carezzarci, scuotendo i nostri corpi
di brividi per effetto dei leggeri
tocchi delle dita sulla pelle. Quando
cominciammo a sfiorarci con le labbra, e
le nostre bocche vennero a contatto,
avevo la figa liquefatta per
l'eccitazione.
Toccò a me penetrarla per
prima nella bocca inabissandomi con la
lingua fra le sue labbra. Ancora una
volta mi imitò inseguendomi con la
lingua sino in gola e finimmo per
vellicarci a vicenda. Franca si
inginocchiò ai miei piedi e cominciò a
spennellare con l'estremità della
lingua il mio corpo. Iniziò a farlo
partendo dalle tette e proseguì sino al
pube. Io mi consumai di piacere.
Seduta al bordo del letto
allargai le cosce e lasciai che la sua
bocca s'impadronisse del clitoride. Lo
succhiò sino a rimanere senza respiro,
inumidendolo con la saliva che le usciva
copiosa dalla bocca. Quando cominciò a
prendersi cura delle piccole labbra,
affaccendandosi a morderle a più
riprese, cominciò a grugnire come una
scrofa.
Resistetti più a lungo che
potevo ai movimenti della sua bocca che
pareva non stancarsi a succhiarmi il
clitoride. Fremevo dalla voglia di
scoparla e di infilarle le dita nella
figa.
A questo pensavo mentre
succhiava.
Quando ormai stavo per
venire Franca mi obbligò a coricarmi
con la schiena sul letto e mi fu sopra
sfregando a più riprese la sua figa
contro la mia facendomi urlare di
piacere.
Travolta da una folle
passione attirai la sua bocca alla mia e
la baciai a lungo, poi con la mano
cercai d'intrufolarmi fra le sue cosce
bagnate fradice di umore e arrivai sino
alla fessura della vagina, ma lei
ancora una volta si divincolò.
La rincorsi sul letto e la
obbligai a sdraiarsi sulle lenzuola. Con
la forza delle braccia la costrinsi a
tenere le gambe bene divaricate. Le fui
sopra e m'impadronii del clitoride.
Incominciai a mungerlo mantenendo le
labbra strette attorno l'escrescenza di
pelle turgida e nel contempo le strinsi
entrambi i capezzoli fra le dita
sfregandoli fino a farla urlare di
dolore.
- Basta, ti supplico. -
disse - Mi stai facendo male! Smettila.
Provocarle sofferenza era
quello che desideravo da quando avevamo
messo piede nella stanza da letto.
Lasciai che urlasse il suo dolore
disinteressandomi delle suppliche, certa
che stesse godendo. Avevo una gran
voglia di scoparla e le infilai due dita
nella vagina lasciandola senza respiro,
poi andai avanti e indietro con le dita
sino a quando raggiunse l'orgasmo e urlò
di piacere.
Franca lasciò il mio
appartamento soltanto dopo mezzanotte.
Addosso aveva il body in tulle
trasparente, dalla linea sgambata e con
il seno completamente scoperto, che le
avevo regalato.
Dopo quella sera seguitammo
a fare l'amore numerose altre volte,
compatibilmente con gli impegni assunti
con i nostri morosi. E' un peccato che
sia tornata a vivere al suo paese, Monte
Sant'Angelo, nel Gargano, perché era
davvero una gran bella gnocca e ora non
ho più niente che soddisfi la mia
bocca.
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