NEGARE TUTTO... NEGARE SEMPRE !
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  

   Sono trascorsi sette anni da quando mi sono unita in matrimonio con Fabrizio. C'eravamo conosciuti durante una festa organizzata da comuni amici, e la sera stessa eravamo andati a letto insieme.
    Inciclonata per il troppo bere, ma lusingata dall'interesse che aveva riversato sulla mia persona, stregata dalla bella presenza, avevo ceduto alle sue avance lasciando che mi scopasse.
     Nei tre anni che avevano preceduto il nostro matrimonio il sesso era filato via liscio, anzi mi sento persino di sostenere che fare l'amore con lui era qualcosa di travolgente. Lo facevamo ogni volta che ne sentivamo il bisogno, e succedeva quasi tutti i giorni, sennonché da sposati, dopo pochi mesi di convivenza sotto lo stesso tetto, sono iniziati i problemi. 
     Uno scontato stereotipo recita che il matrimonio è la tomba dell’amore, cosicché ho dato per scontato che sarebbe stato inevitabile un calo del desiderio sessuale in entrambi. Ma non potevo immaginare quello che sarebbe accaduto da lì a poco nell'intimità della nostra stanza da letto.
     Quando avevo accettato di sposarlo lo avevo fatto con un po' di timore perché sono figlia di genitori divorziati, ma pienamente convinta che lo avrei amato per sempre. Sennonché col passare del tempo mi sono trovata nella condizione di chi è costretta a sbattere la testa contro la dura realtà della vita quotidiana che ha cominciato a picchiare giù duro.
     Poco per volta, a letto, mio marito ha smesso di cercarmi. A nulla sono serviti i ripetuti tentativi che ho messo in atto per cercare di farlo uscire dal torpore sessuale in cui era precipitato. Se è vero che il desiderio sessuale per sopravvivere all’usura del tempo ha bisogno di essere nutrito di continuo, allora io ce l’ho messa tutta per sfamarlo, ma senza ottenere alcun risultato.
     Oggi siamo arrivati al punto che fra noi si è instaurata una assenza totale di rapporti intimi. Sesso a parte stiamo bene insieme, anzi siamo una coppia abbastanza affiatata poiché abbiamo i medesimi gusti e interessi. Fabrizio è una persona meravigliosa. E’ buono, calmo, premuroso e compensa il mio carattere di donna irrequieta, impulsiva e insofferente.
     All'inizio della nostra convivenza ero sempre io che lo cercavo desiderosa di fare sesso. Lui mi contraccambiava, seppure senza l’entusiasmo e la passione che era solito metterci da fidanzati, poi col trascorrere dei mesi ho cominciato ad avvertire un completo distacco sessuale verso la mia persona, freddezza che col passare del tempo è diventata sempre più crescente.
   A nulla sono servite le diverse strategie che ho messo in atto per stuzzicarlo sessualmente. In più di una occasione ho cercato di affrontare l’argomento con lui. L'ho fatto con molta delicatezza, ma in talune occasioni anche con rabbia perché non riuscivo a spiegarmi il suo cambiamento senza ottenere alcun risultato apprezzabile perché ha seguitato a rifiutarmi.
     La risposta alle mie domande è stata sempre la stessa, confermandomi che non c’era nessun problema e che fra noi filava tutto benissimo. Fintato che un bel giorno gli ho detto che probabilmente quello di cui avevamo bisogno era del supporto di uno psicologo, possibilmente esperto nei problemi di coppia o in subordine di un medico specialista sessuologo. 
    Messo con le spalle al muro Fabrizio si è infuriato. E' arrivato persino a minacciarmi con le mani, infine mi ha detto chiaro e tondo che dovevo smetterla di rompergli i coglioni perché non c’era nessuna ragione per cui dovevamo sottoporci a delle visite mediche da uno specialista. E allora mi sono rassegnata, convincendomi che potevamo essere felici anche senza fare sesso. E non intendo poco sesso, intendo NIENTE sesso!
   
Ho seguitato a piangere di nascosto perché umiliata nell'essere ripetutamente rifiutata da mio marito. E tutte le volte che qualcuno dei nostri amici mi chiedeva: “Quand’è che vi decidete a mettere al mondo un bambino?” io mi sentivo morire dalla vergogna. Infine da un anno a questa parte, dopo che per tanto tempo abbiamo vissuto come fratello e sorella, mi sono fatta l’amante.

     Gli amanti non sempre si cercano, però succede che nel corso del tempo talvolta capitano nella propria vita e a me è accaduto. E' complicato e difficile scegliere il modello di vita su cui ognuno fa cadere la propria scelta, specie per chi, come sta succedendo alla sottoscritta, di vite ne sta vivendo due nello stesso tempo.
     Non sono orgogliosa di essermi fatta l’amante, ma nemmeno mi sento in colpa. All’inizio con Alberto, il mio amante, è stato solo sesso, poi mi sono innamorata di quest’uomo perché mi ha fatto sentire di nuovo desiderata. Penso che la cosa fosse inevitabile, dopotutto se mio marito ha fatto le sue scelte, giuste o sbagliate che siano, io ho fatto le mie perché a un certo punto mi sono detta che la vita è una sola e mi stava fuggendo via. 
    Tradire è una cosa ignobile, lo so bene, e sono convinta che le persone che mi stanno attorno difficilmente potranno comprendere la mia scelta. Farsi un amante non è una cosa leggera, anzi per i miei principi morali è stata una scelta complicata. Non so per quanto tempo sarò in grado di portare avanti questa storia, però voglio a tutti i costi trarre profitto da tutto ciò che di bello e buono mi dà il vivere questa esperienza, anche se amare due persone nello stesso tempo anziché deliziarmi mi intristisce il cuore.
     Con Alberto ci conosciamo da una vita. Infatti, prima di unirmi in matrimonio con Fabrizio avevamo avuto una storia. A dire il vero fra noi c’erano stati molti tira e molla, finché c'eravamo persi di vista e ritrovati un paio di volte prima che mi legassi con mio marito, poi da un anno a questa parte abbiamo ripreso a scopare. 
    Probabilmente quello che ci unisce non è soltanto sesso, ma non è neanche soltanto amore, infatti, è molto di più. Siamo complici e molto affiatati, anzi a dire il vero penso proprio d'avere perso la testa per lui oppure sono prossima a perderla.
     Avere un amante come Alberto, che ha una moglie e due figli, implica che possiamo condividere soltanto dei brevi momenti d’intimità, attimi di piacere che ciascuno ruba alla propria famiglia. Spero soltanto che la relazione extraconiugale che abbiamo messo in piedi non seguiti a sopravvivere soltanto perché vogliamo dare sfogo al nostro istinto sessuale, mi spiacerebbe se lui ignorasse tutti gli altri elementi che sono alla base di una relazione di coppia. Non so cosa potrà riservarmi questa storia in un prossimo futuro, quello che so per certo è che fra pochi minuti mi incontrerò con lui.
     Alberto ha ottenuto da me tutto quello che voleva: la mia mente, il mio corpo, la mia bocca, la figa. Da un po' di tempo mi ha espresso più volte il desiderio di scoparmi nel culo, ma io non gliel'ho ancora consentito. Il culo non l’ho mai dato a nessuno, nemmeno a mio marito, ma penso che oggi pomeriggio cederò alla sua richiesta, se lo vorrà.

     Mi avvicino al Bmw grigio metallizzato parcheggiato dinanzi alla caffetteria Ducale. Seduto davanti al volante Alberto mi apre la portiera e prendo posto al suo fianco. I nostri occhi s’incrociano, complici del desiderio che ci accomuna, mentre sul viso gli spunta un velato accomodante sorriso. 
   Il cuore mi va a mille mentre il suo sguardo mi cattura l’anima e le sue labbra, apparentemente imbronciate, mi fanno rotolare verso di lui. Le nostre bocche si sfiorano per un breve istante poi le sue labbra fuggono via. Ho l’impressione che voglia dirmi qualcosa d'importante, invece dice soltanto: - Dove andiamo?
     - E’ una stupenda giornata di primavera potremmo andare in riva al fiume, staremo bene là. - dico accennando un sorriso.
     L’auto prende la medesima direzione che mi ha visto arrivare. Lasciamo alle nostre spalle la periferia della città e in poco tempo ci troviamo a percorrere una strada in aperta campagna. 
    Dopo un paio di chilometri deviamo per una strada sterrata che costeggia l’argine del fiume Taro. La corsa termina all’ombra di un bosco di pioppi di notevoli dimensioni che occupano una vasta area golenale.
     L’abitacolo di una automobile non è il posto migliore per fare l’amore, ma non avendo a disposizione un appartamento ci accontentiamo del Bmw dove possiamo trascorrere un’ora in intimità, facendo attenzione a non dare testate contro il tettuccio e incocciare contro la leva del cambio.
     Fare l’amore nell’abitacolo di una automobile non è roba esclusiva dei giovani. Noi ne siamo la prova evidente, anche se è scomodo farlo su dei sedili perché occorre avere doti da contorsionisti, ma resta il posto più intimo e romantico che ci possiamo permettere. E poi quando siamo insieme ci lasciamo alle nostre spalle il mondo intero.

     Nuda, intrappolata fra le braccia di Alberto, mi sento protetta e al sicuro. Seguitiamo a baciarci e toccarci come due adolescenti, impegnati ad appagare i nostri sensi, sedotti dalla bellezza del corpo dell’altro. Una frenesia di baci brucia le nostre labbra. Il cuore sembra scoppiarmi tanto sono eccitata. Ci dilunghiamo in un avvincente gioco di lingue che stimola una maggiore produzione di saliva nelle nostre bocche. A lui piace il bacio umido alla francese a me invece eccita maggiormente cogliere il gusto naturale della sua bocca, che trovo essere inebriante. 
    Alberto mi morde il labbro inferiore e lo stira delicatamente fra i denti procurandomi una prelibata sensazione di piacere. Mi prende la mano e l’accompagna a contatto del cazzo. E’ duro e pulsa fra le mie dita. E' come se volesse esortandomi a masturbarlo e mi adopero a farlo. Imito il suo gesto, allargo le cosce, e lascio che le sue dita esplorino la voragine della vagina bagna fradicia.
     Seguitiamo a toccarci a vicenda fintanto che mi obbliga a sistemarmi a pancia in giù, carponi sul sedile posteriore della vettura, dove nel frattempo abbiamo preso posto. Delicatamente con movimenti sempre più ampi mi allarga le natiche, come se fosse sua intenzione scoprire e dilatarmi il buco del culo, suppongo. Insiste a carezzarmi le natiche e fionda la lingua sul mio fondoschiena. La fa scorrere lentamente verso il basso in direzione della vagina e inizia a leccarmi l’ano.
     Mi irrigidisco terrorizzata al pensiero di quello che sta accingendosi a fare. Istintivamente, da sotto, metto una mano davanti al buco del culo per proteggerlo da una eventuale intrusione. Alberto non si scoraggia e mi scosta le dita garbatamente, ma con decisione. Poi insiste a mantenere la lingua umida di saliva a contatto dell’ano amplificando in questo modo la sensazione di piacere che sa darmi il contatto con la bocca.
     Seguita a leccarmi, insaziabile, muovendo la lingua dall’alto verso il basso finendo ogni volta per attivare un movimento circolatorio sullo sfintere anale. Mantiene entrambe le mani sulle mie chiappe e fa in modo di tenerle allargate per leccare più agevolmente l’ano.
     La lingua abbandona più volte il buco del culo e scende verso il basso a esplorare il tratto di pelle che conduce verso la vagina, conscio che sono particolarmente sensibile in questa parte del corpo e leccarla mi fa eccitare più di quanto lo sono già. 
    Spingo il bacino verso l’alto sperando che si dedichi a leccarmi le labbra della vagina, invece non lo fa e prolunga la mia attesa. Sfiora con le dita le labbra della vagina come fosse sua intenzione verificare se sono eccitata o meno. Penso di rassicurarlo perché l’ho bagnatissima con le labbra gonfie e dilatate. Alberto fa scivolare un dito e poi un altro nella vagina. Mi penetra un paio di volte, quel tanto che gli è consentito per lubrificare a sufficienza le dita d’umore.
     Si adopera nel fare cadere un grumo di saliva sul buco del culo e con il dito bagnato dell’umore della figa penetra lo sfintere. Sobbalzo ma non mi ritraggo. Stringo i denti intimorita e non offro nessuna resistenza al passaggio del dito. Lascio che lo muova in modo circolare mentre entra in profondità fra le pareti dello sfintere.
     Ero convinta che avrei provato un intenso dolore invece quello che ho avvertito è assai simile a ciò che si prova nell'infilare nel culo una supposta.
     Il dito entra ed esce dallo sfintere che al passaggio del corpo estraneo sembra dilatarsi. Adesso mi è chiaro che sta simulando quello che sarà il passaggio alla successiva vera penetrazione. In verità mi sento già posseduta anche se non mi ha ancora penetrata col cazzo. La cosa, infatti, incomincia a piacermi, sono eccitata all’inverosimile, anche perché con l’altra mano non smette un solo istante di carezzarmi la vagina.
   Seguita a penetrarmi ripetutamente col dito finché all’apice di piacere, desiderosa di venire, supplico Alberto di incularmi.
     A novanta gradi, il petto a contatto del tessuto del sedile, sono pronta a ricevere il cazzo. 
    Sorprendendomi non poco, invece d'incularmi, Alberto affonda la cappella nella vagina, ma dopo avere provveduto a lubrificare per bene il cazzo avvicina la cappella al buco del culo.
     Appena avverto la cappella che spinge contro il lume dell’ano trattengo il fiato e spingo all'infuori il muscolo dello sfintere come se stessi per evacuare. Alberto va sino in fondo, e lo fa delicatamente mentre trattengo il respiro per non urlare.
      Il tempo di metterlo dentro sino alla radice una prima volta, estrarlo subito dopo, che spinge il cazzo di nuovo dentro. Oramai lo sfintere, dilatato all'inverosimile, si è abituato a ricevere il cazzo e finalmente possiamo praticare il sesso anale.

    Mentre faccio ritorno verso casa penso che se qualcuno venisse a conoscenza della storia che ho con Alberto sarei giudicata in maniera severa. Ma io non voglio accontentarmi delle briciole di affetto che sa dispensarmi mio marito, mentendo a me stessa e rincorrendo fantasie erotiche che con lui non si avvereranno mai, allora è molto meglio che seguiti a scopare con Alberto, seppure pronta in ogni momento a negare tutto nel caso a mio marito venissero dei dubbi sulla mia fedeltà.

 

 
 

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