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MERAVIGLIE
DELLA NATURA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico
adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il
contenuto possa offenderti sei
invitato a uscire.
Questa
lunga notte è lenta a morire. Emma se ne sta
di là, distesa sul letto, addormentata.
L'eco del suo russare è una nenia
assordante che non mi fa dormire. Seduto
sulla tavolozza del water osservo le
piastrelle che rivestono le pareti della
stanza da bagno, ma non sono in grado di
placare l'ansia che ho nel cuore.
Emma è una donna molto
appariscente. Le forme giunoniche del
corpo sembrano fatte apposta per
attirare gli sguardi impudichi
degli uomini. Da sempre provo una
forte attrazione per le donne in carne,
forse perché al contrario delle magre,
che detesto perché celano frustrazioni
e complessi d'ogni sorta, riescono a
trasmettermi allegria e una gran voglia
di vivere.
Abbiamo fatto conoscenza ai
tavoli della mensa dell'ospedale. A
presentarci è stato un collega medico
che in quella occasione mi aveva
avvicinato chiedendomi un favore. A dire
il vero avevo incrociato lo sguardo di
Emma in altre occasioni e ogni volta
l'impressione che ne avevo tratto era di
trovarmi di fronte a una donna speciale,
e non mi ero sbagliato.
- Carlo, avrei un piacere
da chiederti. Ho un'amica che avrebbe
urgente bisogno di eseguire una
radiografia del torace. Posso mandartela
in ambulatorio?
- Certamente, anche oggi,
magari nel tardo pomeriggio quando sono
più libero da impegni.
- Vieni, te la presento, è
una nostra collega.
Mi sono alzato da tavola e
l'ho seguito dappresso. Ha arrestato il
passo davanti a un tavolo occupato da
tre donne; una di loro era Emma.
Scorgendola ho desiderato che fosse lei
la donna da sottoporre a indagine
radiologica. Infatti, è stato proprio
così.
Dopo una breve
presentazione le ho fissato
l'appuntamento per le cinque del
pomeriggio, dopodiché sono tornato a
sedermi al tavolo che occupavo.
Durante
la breve presentazione una cosa mi aveva
particolarmente colpito: la sua voce.
Il timbro, contrariamente
all'aspetto fisico, era greve, quasi
mascolino, tipico delle donne dotate di
un alto tasso di testosterone nel
sangue.
All'ora convenuta Emma si è
presentata al servizio di radiologia
dove svolgo il mio lavoro di medico. Dopo averla
fatta accomodare in una delle sale di
diagnostica l'ho invitata a liberarsi
della camicetta e del reggiseno per
eseguire un radiogramma del torace. Una
volta a petto nudo sono rimasto
abbagliato dalla perfezione anatomica
dei seni. Rare volte mi è capitato di
osservare tette così ben fatte.
Voluminose quanto basta
erano esenti da pieghe nella parte
inferiore. L'areola dei capezzoli, di
colore marrone chiaro, circoscriveva un
cerchio non troppo grande, mentre le
punte turgide indicavano una certa
emozione da parte sua. Ho sistemato Emma
davanti allo stativo e le ho fatto
aderire il petto a contatto della lastra
radiografica, dopodiché mi sono
allontanato.
Al riparo dentro cabina ho
azionato i raggi X.
- Adesso si può rivestire.
- l'ho informata dopo avere eseguito il
radiogramma.
Il tempo di sviluppare la
lastra e dopo pochi minuti ero davanti
al negativoscopio, nel gabinetto
diagnostico, a osservare il radiogramma
del torace. Non erano presenti segni di
focolai. Quello di cui soffriva era una
forma di bronchite che si sarebbe
risolta nel volgere di pochi giorni.
- Dottore, non so come
ringraziala. Lei è stato così gentile...
- Non si preoccupi
signorina, piuttosto deve fare molta
attenzione a non esporsi al freddo.
Le ho stretto la mano e ci
siamo salutati.
Dopo quel primo incontro ho
avuto modo di incontrarla in altre
occasioni e parlarle. Ieri l'ho invitata
a cena e lei ha accettato.
La serata, iniziata al lume
di candela in uno dei migliori
ristoranti della città, è proseguita a
casa mia. Appena varcata la soglia di
casa ci siamo abbracciati e non ho
trovato ostacoli a farle scivolare
l'abito sul pavimento, scoprendo le
forme tonde del suo corpo, lasciandole
addosso soltanto l'intimo di tulle
trasparente che ne metteva in evidenza
l'areola dei capezzoli e i peli del
pube.
Ho fatto in modo che Emma si
coricasse sul tappeto del corridoio,
sorprendendola non poco per la mia
irruenza, E' stata lei a spogliarmi fino
a farmi cadere l'ultima difesa
trascinandomi gli slip sul pavimento.
Emma stava sdraiata ai miei
piedi e guardava incuriosita il cazzo,
poi ha iniziato a carezzarmi la cappella
con entrambe le mani, infine, dopo
avermi torchiato le palle, ha iniziato a
masturbarmi.
Ha proseguito a farlo per
alcuni interminabili minuti, dopodiché
mi sono chinato su di lei e le ho
liberato le tette dall'involucro del
reggiseno mentre badava a liberarsi le mutandine.
Inginocchiato davanti a
Emma sono rimasto a osservare il
cespuglio di peli che nascondeva ai miei
occhi la preziosa fessura, dopodiché le
ho infilato le guance fra le cosce e ho
posato le labbra sulla fica. Ciò che le
mie labbra hanno scoperto aveva
dell'inverosimile. Stavo leccando con la
punta della lingua le grandi labbra,
quando, risalendo verso l'alto, sono
incappato in una inusuale protuberanza.
Mai avrei immaginato di
scoprire un clitoride di tale
consistenza in una donna. La sporgenza
erettile era sviluppata più del
normale. Stupefatto ho sollevato il capo
e ho guardato Emma in viso. Lei ha
sorriso quasi a volermi rassicurare
dallo stupore che albergava nei miei
occhi, poi con la mano mi ha sospinto il
capo verso il clitoride. Ho cominciato a
leccarlo e succhiarlo eccitato come un
giovincello alle prime esperienze amorose.
Era flessuoso ma abbastanza rigido da
estendersi dritto, un vero bijou. Ho
seguitato a succhiarlo liberando tutta
la passione che avevo in corpo.
Sopraffatta dal calore
trasmessole dalla mia lingua avvertivo Emma godere. Cazzo se
godeva. Urlava di piacere!
Ho seguitato ad alternare
lenti passaggi di lingua sul corpo
erettile del clitoride a veloci
sfregamenti dell'apice, godendo di un
piacere inaudito nel succhiarlo.
Cazzo, se mi è piaciuto!
Ho iniziato ha goderne dal momento in
cui l'ho scappucciato e ho preso a
succhiarlo.
Per rendere più fluidi i
movimenti delle labbra mi sono aiutato
depositandoci sopra una grande quantità
di saliva. Più mi dilungavo nel
succhiarlo, più mi eccitavo e sbavavo
saliva affondando la bocca su quella
meraviglia della natura.
All'apice del piacere le ho
infilato due dita nella vagina. Emma ha
avuto un sussulto. Si è scossa in tutto
il corpo e ha spinto il pube in alto,
verso il mio mento.
- Sì... Sì... Godo! Godoo!
Godooooo. - ha urlato più volte.
Non sono riuscito a tenerla
ferma. Ha cominciato a dimenarsi tutta,
specie col bacino. Tenevo il suo corpo
stretto con le braccia, ma lei si
muoveva come una pazza scatenata,
urlando e inarcando il bacino.
- Basta... Basta!... Mi fai
morire... Basta!... Basta!!!!
Ma più m'implorava di
smettere e più continuavo a succhiare
quel meraviglioso cannone di clitoride.
- Uaah... Uaaahh... Sto
male, basta smettila!
Una serie prolungata di
orgasmi a grappolo hanno caratterizzato
quei momenti. Quando ormai era esausta
l'ho fatta mettere carponi sul pavimento
e le ho infilato il cazzo nella vagina
bagnata fradicia di umore.
- Sì... sì... Godi anche
tu. Spingilo dentro tutto! - ha urlato.
La posizione alla pecorina
è la mia preferita. Mi piace tenere le
mani appoggiate sui fianchi di una donna
mentre accompagno i movimenti del cazzo
dentro di lei. E' accaduto anche con
Emma. Il cazzo ha cominciato a scorrere
nella cavità aiutato dall'abbondate
umore. La fica ha iniziato a contrarsi
in maniera spasmodica. Ho accelerato i
movimenti e spinto sempre più in
profondità il cazzo.
Siamo venuti quasi
simultaneamente in un coro di urla e
grida, poi abbiamo ripreso di nuovo a
scopare.
Emma sta distesa sul letto.
E' addormentata. Chissà se è vera. Mai
avrei immaginato di fare l'amore con una
donna dotata di un simile attributo.
Mi alzo dalla tavolozza del
water dove sono rimasto seduto per più
di mezz'ora e mi trasferisco in cucina.
Accendo il fuoco della piastra del forno
a gas, appoggio il tegamino con dentro lo
spezzatino, avanzo della cena di ieri
sera, sulla fiamma e resto in attesa che
il piatto di carne si scaldi.
Tra un boccone di carne e
l'altro non posso fare a meno di pensare
che in questa vita ognuno è destinato a
essere qualcosa. Tu, Emma, eri destinata
a essere una donna straordinaria.
Continua a russare l'alba è ancora
lontana.
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