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LUI LEI E GLI ALTRI
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Il
trillo del telefono mise fine al sogno
erotico che Leonardo stava facendo. Nel
buio della stanza da letto volse lo sguardo verso
il display luminoso della radiosveglia
sistemata sopra il comodino. Si lasciò
sfuggire una smorfia d'insofferenza
quando si avvide che indicava appena le
tre e dieci minuti. Allungò un braccio
nella direzione dell'abat-jour, schiacciò
l'interruttore, e diede luce alla
stanza.
- Chi può essere a
quest'ora? - disse la moglie distesa nel
letto accanto a lui.
- Non lo so.
- Vai a rispondere?
- Sì.
Si alzò da letto,
allarmato dall'inusuale chiamata, e a
piedi nudi percorse il breve tratto che
lo separava dal salotto. Si fermò
dinnanzi l'apparecchio telefonico,
sistemato su un ripiano a fianco del
divano, sollevò la cornetta e diede
risposta mettendo fine al rumore della
suoneria.
- Pronto! - disse
preoccupato per ciò che avrebbe potuto
riservargli l'inattesa telefonata.
Invece dall'altra parte della linea
telefonica la risposta tardò ad
arrivare.
- Pronto! - disse una
seconda volta accentuando il tono della
voce.
Un clic interruppe la
comunicazione lasciandolo sconcertato.
Depose la cornetta e fece ritorno nella
stanza da letto accolto dalla voce
cicalante della moglie.
- Chi era al telefono a
quest'ora? Nessuna notizia preoccupante,
spero. - disse la donna apparentemente
turbata dalla telefonata notturna.
- Se devo essere sincero non lo
so proprio. Dall'altro capo del telefono
hanno interrotto la comunicazione appena
hanno udito la mia voce.
- Ah. Strano... magari si
è trattato di qualcuno che ha sbagliato
a comporre il numero.
- Strano davvero. Tu non
hai proprio idea di chi può essere
stato?
- Io? No, affatto! Perché
dici questo?
- Forse chi ha fatto la
telefonata è qualcuno che cercava te. E
quando ha sentito la mia voce ha
preferito interrompere la comunicazione,
il coglione.
- Non dire stronzate e
mettiti a dormire, dai. Chi mai potrebbe
prendersi la briga di cercarmi a
quest'ora della notte? Te l'ho detto,
probabilmente è qualcuno che ha
sbagliato a comporre il numero. E'
l'ipotesi più plausibile non credi?
Leonardo spense la luce
dell'abat-jour determinato a riprendere
il sogno interrotto, perlomeno fu questo
che cercò di fare perché il pensiero
della telefonata appena ricevuta prese a
rodergli come un tarlo nel cervello.
I led luminosi della
radiosveglia indicavano le tre e trenta
quando l'apparecchio telefonico riprese
a trillare. Stavolta Leonardo saltò giù
dal letto senza preoccuparsi di
accendere la luce dell'abat-jour. Andò
dritto verso il salotto, sollevò la
cornetta del telefono, l'avvicinò
all'orecchio, e diede risposta alla
chiamata.
- Pronto. - disse
sconcertato dal ripetersi della strana
telefonata notturna. - Pronto! - ripeté
una seconda volta, ma il rumore di un
clic, sopravvenuto a interrompere la
comunicazione, mise fine alla
telefonata.
Senza accendere le luci
della stanza da letto s'infilò sotto il
piumone evitando di fare cenno a
proposito della telefonata con la
moglie. Ma ancora una volta fu lei a
rivolgergli la parola.
- Beh, posso almeno sapere
chi era al telefono?
- Davvero non lo sai?
- Ma cosa ti viene in
mente? Sei matto?
- Potrebbe essere uno
qualsiasi dei tuoi amanti.
- Non dire stronzate. Gli
incontri che ho con gli uomini con cui
mi costringi a scopare sono del tutto
casuali, a nessuno ho mai rivelato la
mia vera identità e soprattutto dove
abito.
- Mah! Allora chi può
essere lo stronzo, perché sono sicuro
che è un uomo, che telefona a quest'ora
della notte? Dracula il vampiro?
- Deve essere per forza un
uomo? E se fosse una tua amante? - buttò
lì Margherita a sua difesa.
- Se davvero fosse come
dici tu non avrebbe troncato la
comunicazione nell'udire la mia voce, non
credi?
- E' vero! Hai ragione! E
allora?
Seguitarono a discutere in
maniera vivace nel buio della camera
fintanto che, per l'ennesima volta, nel
giro di mezzora, il telefono si mise a
squillare per la terza volta.
Stavolta ad alzarsi dal
letto, anticipando la mossa del marito,
fu Margherita. Corse verso il salotto
sfidando il buio, si avvicinò al
tavolino dove era sistemato l'apparecchio telefonico, sollevò la
cornetta e diede risposta.
- Pronto! - disse ansiosa
di scoprire di chi fosse la voce della
persona che si celava all'altro capo
della comunicazione.
Trascorse una decina di
minuti prima che Margherita riprendesse
il proprio posto a letto. Soltanto
quando fu sotto il piumone, al caldo,
Leonardo le rivolse la parola.
- Beh, allora? Non mi dici
niente?
- Cosa dovrei dirti? C'è
qualcosa che t'interessa sapere?
- Mi stai prendendo per il
culo? - disse Leonardo dopo essersi
girato su un fianco, nella direzione
della moglie, di cui, nel buio della
camera, riusciva a scorgere, seppure in
maniera confusa, i lineamenti del viso
rischiarato dalla luce che filtrava
attraverso le persiane lasciate
socchiuse.
- Scusa, ma per quale
ragione dovrei prenderti in giro?
- Adesso mi devi dire chi
c'era al telefono. Ti sei intrattenuta
una decina di minuti a parlare e stento
a credere che si è trattato di qualcuno
che ha sbagliato a digitare il numero,
vero? Perché è una storia che non mi
bevo.
- Ti racconto tutto a
colazione, adesso pensiamo soltanto a
prendere sonno, dai che è tardi e
domattina dobbiamo andare tutt'e due al
lavoro.
- Sei una gran troia! Ecco
quella che sei. D'altronde non è una novità, l'ho sempre saputo.
- E ne hai avuto conferma
soltanto stanotte?
- Troia la sei sempre
stata, ma negli ultimi tempi la sei
ancora di più. - disse Leonardo
premurandosi di infilarle una mano fra
le cosce. Non si stupì quando si ritrovò
con le dita impiastricciate dall'umore
di cui era colma la vagina. - Beh, è
questo l'effetto che ha avuto su di te
la telefonata?
- Ti spiace?
- No, anzi, mi delizio nel
cogliere con le dita il frutto che
l'uomo della telefonata ha fatto nascere
in te. Presumo che ti sei eccitata non
poco ad ascoltare le sue parole, vero?
- Non dirmi che a quest'ora
della notte ti è venuta una
incontenibile voglia di assaporare
l'umore della mia figa?
- Potrei fartelo gustare a
te... - disse estraendo dalle cosce
della moglie un paio di dita bagnate di
umore che avvicinò alla propria bocca,
e subito dopo depose sulle labbra
di Margherita.
- Uhm... ciò che produce
la mia vagina sa di buono, vero?
- E il cazzo dell'uomo che
ti sei scopata stanotte che sapore
aveva?
- Adesso non dirmi che sei
diventato geloso, eh.
- Per carità... dopo tanti
anni che stiamo insieme dovresti saperlo
che godo mentre sto a guardarti mentre
scopi con un altro uomo. Però siamo
d'accordo che devi rendermi partecipe
delle tue azioni perché voglio godere
delle tue emozioni.
- Stasera al parcheggio del
cimitero ti ho forse lasciato in
disparte? Rispondi, dai.
- No.
- Ti è piaciuto spiarmi
mentre in piedi, con la schiena
appoggiata contro il muro di cinta del
cimitero, tenevo quello sconosciuto,
rimorchiato in tutta fretta in un pub,
tra le cosce. Ti sarai accorto che per
farti piacere mi sono premurata di
mantenere le gambe bene spalancate.
- Sì, mi è piaciuto stare
a guardarti, lo sai bene. D'altronde non
è una novità.
- Hai lasciato che pompasse
la cappella, dura come il marmo, dentro
la mia carne con tutta la rabbia che
aveva in corpo restando opportunamente
nascosto alla nostra vista, ma comunque
presente. Presumo che tu abbia seguitato
a masturbarti per tutto il tempo della
scopata, vero?
- E allora, con questo? Per
te non dovrebbe essere una novità
quello che faccio mentre ti fai montare
da qualche sconosciuto. Mi piace stare a
guardarti mentre dai piacere agli altri
uomini come una qualsiasi puttana da
marciapiede.
- L'uomo che ieri sera mi
ha scopata ti confesso che non era un
granché. Comunque spero che ti sia
piaciuto stare a guardarmi mentre gli
offrivo piacere.
- Ce l'aveva troppo
piccolo, forse?
- No, per niente. La verità
è che al tipo gli puzzava il fiato!
- Mi stai prendendo per il
culo?
- No, affatto, sto dicendo
sul serio. Ha provato a baciarmi, ma io
mi sono ritratta.
- Ti sei scoperta di non
essere di bocca buona?
- Lo sono sempre stata,
perlomeno prima di conoscerti. Stando
con te ho perso ogni pudore, ma a tutto
c'è un limite. A quello l'alito puzzava
di marcio, probabilmente aveva dei denti
cariati oppure aveva mangiato
dell'aglio.
- E' questo il motivo per
cui non gli hai voluto fare il pompino?
Eppure sei solita farlo con quasi tutti
gli sconosciuti con cui ti apparti.
- Secondo te?
- Non lo so, prova a
dirmelo tu.
- Mentre con la veste
arricciata sul bacino, le cosce
spalancate, il tizio mi sbatteva con
forza il cazzo nella vagina ho pensato
che ti sarebbe piaciuto stare a
guardarmi mentre approfittava della mia
arrendevolezza. Ti dirò che avrei
voluto chiedergli di violarmi il buco
del culo. - disse Margherita
premurandosi, dopo avere pronunciato la
frase, di stringere il cazzo nel palmo
della mano certa che lo avrebbe trovato
duro come il marmo. Una volta accertata
la consistenza del rotolo di carne
cominciò a fare scorrere la mano avanti
e indietro.
- E allora perché non gli
hai chiesto di farlo? Non dirmi che ti
sei vergognata a chiederglielo perché
conoscendoti so che mentiresti.
- Gliel'ho sussurrato
all'orecchio mentre mi sbatteva il cazzo
su e giù nella vagina, ma il coglione non
ha voluto farlo. Ancora sto a chiedermi
come abbia potuto rifiutarsi di farmi
quel servizio. Ero certa che ti avrebbe
fatto piacere vedermi china
sull'asfalto, inginocchiata a novanta
gradi, con lui dietro che me lo spingeva
tutto dentro. - concluse Margherita
mentre il ritmo della mano attorno il
cazzo si era fatto più intenso seppure
alternato da momenti di pausa.
- Sei una gran troia! Ecco
quella che sei.
- So bene di esserla.
D'altronde è proprio per questo che ti
piaccio, vero?
- Sì. - rispose Leonardo
lasciando cadere una mano sopra una
delle tette per poi raggiungere con le
dita il capezzolo. Fu tanta la forza che
mise nell'affondare le unghie nella
carne che sembrò volerle stritolare
l'areola e di conseguenza farle venire
le lacrime agli occhi.
Margherita non urlò per il
dolore procuratole, trattenne il fiato e
dopo un attimo di smarrimento seguitò a
masturbare Leonardo per niente
intimorita dall'atto di violenza del
compagno.
- Lo sai che mi hai fatto
venire voglia di leccarti là dove
quell'uomo ti ha concesso piacere.
- E cosa aspetti a farlo?
Leonardo si mise in
ginocchio fra le cosce della moglie,
chinò il capo sul fitto cespuglio di
peli del pube, e si mise a leccare la
figa. I gemiti di piacere che uscirono
dalla bocca della moglie mentre le
succhiava il clitoride, affaticandosi
non poco perché lei tardò a lungo
prima di raggiungere l'orgasmo, li
considerò come un tacito risarcimento
all'ennesima scopata portata a termine
con uno sconosciuto, là nel posto che
avevano scelto come luogo degli
incontri, in prossimità delle mura del
cimitero.
Seguitò a leccarla,
mantenendo affondato il mento fra le
cosce, succhiandole con insistenza il
clitoride, pizzicandole nel contempo i
capezzoli, sino a quando la sentì
urlare di piacere senza riuscire a
contenersi come in precedenza l'aveva
vista fare soltanto in un'altra
occasione allorché l'aveva accompagnata
a fare un giro sulle montagne russe.
Tremò tutta quando raggiunse l'agognato
orgasmo e attirò con forza Leonardo a sé
stringendogli le cosce attorno il capo.
- Troia! - fu il termine
con cui Leonardo apostrofò la moglie
quando staccò la lingua dalla figa.
Risalì con le labbra umide di umore
tutto il corpo della compagna per
congiungere le bocche e baciarla.
La montò nella posizione
del missionario perché ciò gli permise
di seguitare a parlarle respirando nella
bocca in cui la stava baciando.
- Sì, sono la tua troia! -
ripeté più volte Margherita, conscia
di fare piacere al marito pronunciando
quella parola.
Leonardo seguitò a
spiaccicarle addosso ogni genere di
insolenti appellativi mentre pompava il
cazzo nella vagina, fintanto che venne
e, stremato, si lasciò cadere addosso a
lei. Gli sarebbe piaciuto
riaddormentarsi in quella posizione,
stretto alla moglie, ma dopo un po' andò
a occupare il solito posto dall'altra
parte del letto e si addormentò.
La suoneria della
radiosveglia destò Leonardo. Le luci
dell'alba avevano fatto capolino nella
stanza da letto avvertendolo che una
nuova giornata stava per iniziare.
Avrebbe voluto seguitare a crogiolarsi
al caldo del piumone, ma non poteva
perdere altro tempo a sonnecchiare
dovendo recarsi al lavoro. Quella che lo
attendeva non sarebbe stata una giornata
qualunque, infatti, uno strano
presentimento albergava nella sua mente
dopo che la moglie, prima di
addormentarsi, gli aveva confessato che
a farle quella strana telefonata
notturna era una donna.
Leonardo non aveva
cognizione di come si sarebbe evoluto il
rapporto con la moglie dopo quella
rivelazione, ma avrebbe avuto del tempo
per pensarci.
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