|
I FALO' DELLE LUCCIOLE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
I
fuochi accesi ai margini della strada
che costeggia il torrente Enza, a
cominciare dalla Via Emilia sino al
bivio per Monticelli Terme, aumentano di
numero e vivacità con il sopraggiungere
delle ombre della sera. Le lucciole,
tutte giovanissime, sono accompagnate
sul posto dai magnaccia già dal primo
pomeriggio e rimangono lì a
prostituirsi sino a notte fonda,
mostrandosi pressoché nude con ai piedi
zeppe dai tacchi vertiginosi.
Nei lunghi mesi invernali
utilizzano le fiamme sprigionato dai
fuochi per scaldarsi, ma soprattutto per
richiamare l'attenzione degli
automobilisti di passaggio. Infatti,
danno fuoco a vecchi copertoni di
automobile, oggetti di plastica, e ogni
genere di materiale infiammabile che
recuperano dai cassonetti
dell'immondizia sparsi lungo la strada,
producendo miasmi di nubi tossiche dal
fumo nerastro che inquinano l'aria
rendendola pressoché irrespirabile.
Mentre alla guida del Bmw,
in compagnia di Silvia, Lorenzo
percorreva la Strada degli Argini
diretto verso la città, capannelli di
prostitute, raccolte intorno ai falò,
richiamavano la loro attenzione agitando
le braccia, facendo segno di fermarsi,
prospettandogli la possibilità di
godere della morbidezza dei loro corpi
fra le piante di gaggia e i canneti dove
i magnaccia, durante il giorno, si erano
premurati di collocare puzzolenti
materassi e tende a igloo senza fare
troppo caso ai cumuli d'immondizia ed
elettrodomestici, sfasciati e
infiocchettati con preservativi, di cui
era colmo il terreno a ridosso
dell'argine del torrente e mai rimossi
dalle imprese di pulizia adibite allo
sgombero di materiali inermi.
Nel momento in cui era transitato
dinanzi ai primi falò Lorenzo si era
premurato di accendere i fari
abbaglianti del Bmw, rimanendo
concentrato nella guida
dell’autovettura per non incorrere
nella possibilità d'investire una delle
prostitute che gli venivano incontro,
sbracciandosi e sventolando borsette.
Alcune si azzardavano a invadere la sede
stradale per indurlo a fermarsi
mettendolo in imbarazzo, soprattutto per
la presenza della donna seduta al suo
fianco.
Era cosciente che la
maggior parte della gente considera
l'appartarsi con delle puttane una
condizione da sfigati. Lui aveva
cominciato a scoparci quando aveva meno
di diciotto anni, ma non aveva mai
vissuto sfavorevolmente quel genere di
incontri, soprattutto perché da
adolescente le prostitute erano le
uniche donne con cui, timido com'era,
riusciva a dare sfogo allo scompiglio
ormonale tipico di quell'età senza
dovere fare ricorso alla masturbazione.
Successivamente, dopo essere entrato in
intimità con parecchie ragazze,
prendendoci gusto nel fare sesso con
loro, non aveva mai smesso di appartarsi
con le prostitute e non aveva trascurato
di masturbarsi.
Raggiunta una discreta posizione
sociale era giunto alla conclusione che
il denaro era la migliore delle carte
che aveva a disposizione per sedurre le
donne e divertirsi in loro compagnia. Si
compiaceva nell'invitarle a cena nei
migliori ristoranti della città, per
poi confonderle con costosi regali:
gioielli, vestiti, e intere collezioni
di biancheria intima.
Se un uomo è bello nessuno si fa meraviglia se per sedurre una
ragazza fa ricorso alla propria
avvenenza, lui che bello non lo era mai
stato, nemmeno da adolescente, si
compiaceva per il modo in cui sapeva
mettere a profitto la propria simpatia,
ma soprattutto il denaro che possedeva
per togliersi qualche sfizio con donne
che altrimenti lo avrebbero ignorato.
Se si dava da fare in quel modo,
scialacquando carrettate di denaro, era
perché gli era sempre piaciuta la
compagnia di belle ragazza. Difatti, era
felice quando il viso delle donne con
cui si stava in compagnia si
rallegrava mostrandogli di gradire un
suo regalo. E lo era ancora di più a
fine serata se, dopo avere consumato la
cena, le ragazze si lasciavano scopare,
anche se l'ansia da prestazione era
sempre stato il suo tallone d'Achille,
anzi una emozione alquanto negativa che
non gli aveva mai fatto godere a pieno
questo tipo di piacere. E poi se gli
veniva voglia di fare una vera scopata,
di quelle fatte come dio comanda, sapeva
bene a chi rivolgersi. Da un po' di
tempo si era messo a frequentare una
casa d'appuntamenti dove si
prostituivano escort bellissime, perlopiù
dell'est Europa, professioniste del
sesso, che sapevano farlo godere e della
cui compagnia non sapeva fare a meno.
Tutt'a un tratto si ritrovò in
coda a una lunga fila di automobili e fu
costretto ad arrestare la marcia del Bmw.
L'automobile fu immediatamente presa di
mira da una drappello di prostitute che,
incuranti della presenza di Silvia,
seduta al suo fianco, si incaponirono a
battere le mani contro il parabrezza, ma
soprattutto contro il finestrino a lato
del posto di guida.
- Guarda come è bella la mia
figa. Scopami e ti assicuro che ti
condurrò in paradiso. - gli urlò
addosso una puttana dal chiaro accento
francese che si affrettò ad abbassare
lo slip per mostrargli la mercanzia
pelosa. Ma non fu l'unica delle puttane
a mettersi in mostra ostentando la
propria merce.
- Puoi succhiarmi le tette se ti
va. - disse un'altra puttana
mostrandogli un paio di tette niente
male che si premurò di stringere col
palmo delle mani una contro l'altra,
estraendo più volte la lingua dalla
bocca, mimando con quel gesto di fare
una spagnola, come chi tiene un cazzo
infilato nel solco fra le tette.
- Sei un porco, vero? Sono sicura
che ti andrebbe di mettermelo nel culo.
- fu la proposta che gli spiaccicò
l'ultima delle ragazze che subito dopo
gli esibì le curve di uno sporgente
deretano. - Trenta Euro ed è tutto tuo.
- concluse prima che la fila di
automobili riprendesse la corsa.
Strada degli Argini era occupata
da una lunga fila di falò che parevano
fare le veci dei catarifrangenti dei
paracarri su ambo i lati della
carreggiata. Per tutto il tempo in cui
le prostitute gli avevano scaricato
addosso proposte oscene Silvia era
rimasta muta, per niente imbarazzata
dalle sceneggiate a cui le ragazze
l'avevano costretta ad assistere. Un
gesto in verità lo aveva fatto,
infatti, si era premurata di sistemare
il palmo della mano sulla coscia di
Lorenzo e aveva seguitato a carezzarlo
ripetutamente, spingendosi con
l'estremità delle dita all'interno
della coscia sino a sfiorargli il pube,
probabilmente eccitata dalle avance
delle puttane. Solo allora a Lorenzo fu
chiara la ragione per cui, all'uscita
del locale dove avevano consumato la
cena, Silvia aveva tanto insistito
affinché percorressero quella strada
per raggiungere la città anziché
l'altra più breve di Via Traversetolo.
Tutte le volte che usciva in
compagnia con una ragazza, seppure bella
e desiderabile, e la portava a letto
inseguendo l'illusione di una storia
d'amore, nelle ore successive la cosa
gli procurava un grande vuoto dentro.
Quando era stato giovane e si infrattava
in qualche carraia per scopare con una
puttana era cosciente dei rischi cui
andava incontro, infatti, oltre alla
possibilità di contrarre qualche
contagio, c'era pure l'incognita di
ritrovarsi a scopare con donne che
avrebbero potuto fregargli il
portafogli, oppure che non riuscivano
nemmeno a farglielo diventare duro il
cazzo perché fredde come il marmo,
ciononostante aveva seguitato a
cercarle.
Fare sesso con le ragazze
con cui si intratteneva a cena non lo
soddisfaceva mai completamente, mentre
scopare una escort lo appagava sempre,
infatti, con loro, a differenza di ciò
che succedeva con le ragazze, poteva
saltare la barriera dell'approccio e del
corteggiamento, instaurando
esclusivamente un rapporto commerciale,
fine a se stesso, dove prima di
appartarsi lui si accordava sul prezzo e
tipo di prestazione sessuale che più
gradiva e questo genere di rapporto lo
faceva sentire maschio.
La Via Emilia era ancora
piuttosto lontana. Lorenzo procedeva
lentamente rallentato dalle continue
soste provocate dagli automobilisti che
lo precedevano, impegnati a contrattare
prestazioni con le puttane che
accerchiavano le autovetture.
- Gli uomini che scopano con le
puttane sono degli insicuri. - disse
Silvia che da quando aveva infilato la
mano fra le cosce di Lorenzo non l'aveva
più tolta da lì, seguitando a
carezzarlo con una certa insistenza, pur
rimanendo muta dopo che avevano
imboccato la strada che da Monticelli,
luogo dove avevano consumato la cena,
conduceva alla Via Emilia.
- Perché dici questo? – disse
Lorenzo infastidito.
- Chi si apparta con una puttana,
specie con una dalla pelle nera, per
consumare un rapporto sessuale, non
cerca la solita figona di turno, ma ben
altro. E poi nel buio della notte sono
certa che nemmeno riesce a distinguere i
lineamenti del loro viso tanto sono
scure di pelle. Probabilmente avverte
soltanto la puzza di cui è permeata la
loro pelle e questo probabilmente li fa
godere.
- Credi di sapere tutto, eh! Ma
forse sbagli a trarre delle affrettate
conclusioni.
- Chi scopa con una qualsiasi
puttana, di pelle bianca o nera non
importa, lo fa per noia, oppure perché
ha voglia di trasgredire. Sono convinta
che un uomo si accompagna con le puttane
soprattutto perché vuole fare fronte
alla propria solitudine. Il rapporto con
questo tipo di donne gli conferisce un
senso di sicurezza che altrimenti con
una moglie o una fidanzata non ha. Ho
ragione?
- Boh. Di trascorsi con puttane
non ne ho di alcun tipo. – disse
Lorenzo mentendo spudoratamente. -
Comunque credo che scopare con loro
debba essere un sesso deludente poiché
non ci sono né preliminari né scambio
di baci, giusto? E poi le puttane
vogliono concludere in fretta il
rapporto e liberarsi del cliente.
- Adesso mi piacerebbe sapere
perché stamattina, quando sono venuta a
farti visita in ufficio, hai accettato
immediatamente l'invito a cena che ti ho
rivolto. Neanche mi conoscevi, era la
prima volta che c'incontravamo, eppure
non lo hai rifiutato.
- Beh, innanzi tutto nel corso
della mia vita non mi sono mai trovato
nella condizione di essere invitato a
cena da una donna, e la cosa come puoi
immaginare mi ha incuriosito parecchio.
E poi nessun uomo avrebbe potuto
rifiutare l'invito avanzato da una donna
carnale come te.
- Questo e basta è il motivo?
Non hai pensato che appena ti ho visto
mi ha preso una dannata voglia di andare
a letto con te? Sì, lo so, non sono
oggettivamente piacente come Belen
Rodriguez, neanche sono una stangona di
donna come Dominique Sanda e poi come
avrai certamente notato ho pure un seno
piccolo.
- Adesso però non sottovalutarti
troppo perché sai benissimo di essere
un tipo di donna straordinariamente fascinoso.
- Molti uomini mi giudicano spregiudicata e quando vengono a
letto con me vorrebbero fare delle cose
estreme come fisting, scat, e pissing,
mentre è un genere di cose che
assolutamente non pratico con nessuno.
L'intimità che si era instaurata
in così poco tempo con Silvia aveva
sorpreso non poco Lorenzo. Davano
l'impressione di conoscersi da parecchio
tempo, invece si erano conosciuti
soltanto quella stessa mattina quando
lei si era presentata presso gli uffici
della agenzia immobiliare, di cui lui
era il responsabile, per chiedere
informazioni in merito all'acquisto di
un appartamento.
- Potremmo continuare la nostra
conversazione questa sera a cena. - gli
aveva suggerito Silvia dopo un po' che
parlavano, come se l'invito, rivoltogli
con nonchalance, fosse una cosa
normalissima. La richiesta lo aveva
colto impreparato, ciononostante aveva
risposto in modo affermativo all'invito,
cosi quella sera stessa si era trovato a
consumare la cena in un ristorante di
Monticelli Terme, scelto da lei,
distante una decina di chilometri dalla
città.
Durante la cena avevano
conversato amabilmente senza mai
sfiorare l'argomento dell'appartamento
cui era interessata all'acquisto.
All'uscita dal locale, prendendolo
sottobraccio, lo aveva sollecitato a
giovarsi, per fare ritorno in città,
della strada che costeggia gli argini
del torrente Enza, che lui sapeva essere
frequentata notte e giorno da lucciole
dalla pelle nera. La cosa lo aveva
sorpreso non poco, ciononostante aveva
acconsentito a soddisfare questo suo
desiderio.
Non gli era mai capitato di
essere in amicizia con una donna
anticonformista come Silvia, nemmeno era
preparato a trovarsi nella condizione di
dovere subire le sue avance, cosicché
quando, senza troppi giri di parole, lei
gli aveva lanciato la proposta di
infrattrasi in una carraia,
sussurrandoglielo garbatamente
all'orecchio, mentre con la mano
infilata fra le cosce gli carezzava con
insistenza il cazzo che pulsava come un
ossesso, non le rispose. Lasciò
trascorrere qualche secondo poi le fece
presente che era da pazzi infrattarsi in
una delle carraie a ridosso del
torrente, correndo il rischio di farsi
sorprendere da qualche pattuglia della
polizia. Seguitò a guidare con Silvia
che nel frattempo, tutta eccitata, aveva
provveduto a slacciargli la cintura dei
pantaloni, dopodiché, una volta
abbassata la cerniera della patta,
aveva cominciato a masturbarlo.
Le fiamme dei falò e la presenza
delle puttane di colore avevano eccitato
a dismisura Silvia che pareva averci
preso gusto nel masturbarlo. Presa
consapevolezza che era intenzione della
donna di condurlo al più presto a
eiaculare, mentre lui non era per niente
dell'avviso di portare a termine la
serata in quel modo, anche se trovarsi
in compagnia di una cagna di donna in
calore come lei, ed essere toccato dalla
sua mano, gli stava procurando un
dannato piacere. Quando ormai stava per
arrendersi al calore della mano di
Silvia raggiunsero l’incrocio con la
Via Emilia, in prossimità del ponte
sull'Enza, lasciandosi alle spalle le
fiamme dei falò.
- Dove mi accompagni adesso? -
disse Silvia allontanando la mano dal
cazzo.
- Tu dove vuoi andare?
- Non lo hai ancora capito?
Poco dopo Lorenzo aveva
provveduto a parcheggiare il Bmw
nell'area di parcheggio dell'Ipercoop.
Senza troppi preamboli si ritrovò con
le gambe fra le cosce della compagna e
la montò con la rabbia di un animale.
Ormai sono trascorsi nove mesi
dalla sera in cui Lorenzo e Silvia hanno
fatto sesso nell'area di parcheggio
dell'Ipercoop. Quello che a lui aveva
sempre fatto difetto, prima di conoscere
Silvia, era di non essere mai stato in
grado di portare avanti un rapporto
sentimentale stabile di coppia. Sino
allora aveva coltivato l'archetipo del
puttaniere: di "una botta e
via", mentre avvertiva un assoluto
bisogno di scrollarsi di dosso quella
concezione della vita. Ma per seguitare
a scopare con Silvia, perlomeno nel modo
adeguato, facendole raggiungere ogni
volta più di un orgasmo, così come
desiderava lei, aveva preso coscienza
che occorreva essere dotati di un cuore
da super atleta ed essere in piena
forma, altrimenti avrebbe messo a dura
prova il proprio fisico. Intanto,
seppure stremato, non era ancora morto e
poi ci stava da dio in compagnia di
Silvia.
|
|
|