LO SPIETATO FASCINO
DELL'UMILIAZIONE


di
Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

      Sono trascorsi dieci anni da quando io e Roberto ci siamo sposati. La nostra vita coniugale si è rivelata abbastanza movimentata, con un debole verso la realizzazione di fantasie erotiche particolari seppure considerate innocenti dalle coppie di nostri amici. Sennonché un paio di anni fa, mentre facevamo l’amore, mi ha confessato che gli sarebbe piaciuto guardarmi mentre facevo sesso con un altro uomo.
        Lì per lì ho pensato che questa inusuale fantasia erotica, esplicitata mentre facevamo l’amore, avesse come unico scopo quello di eccitarci vicendevolmente, tant’è che l’ho assecondato dicendogli che mi sarebbe piaciuto farlo, certa che le sue fossero soltanto parole di un gioco erotico, uno dei tanti messi in atto nel corso degli anni, al pari delle diverse posizioni del kamasutra, per accrescere il nostro comune piacere. 
      Stante l’insistenza nel pormi quella proposta, esplicitata ogni volta che facevamo l’amore, mi sono chiesta se la sua era soltanto una fantasia oppure un capriccio erotico da realizzare concretamente con me consenziente. Ma l’idea che fosse soltanto un gioco è venuta meno col passare del tempo quando ho compreso che parlava sul serio. Allora mi sono sentita offesa, anzi umiliata. Mi ha ferito sentirmi dire, dopo dieci anni di matrimonio, che mi considerava alla stregua di una qualsiasi puttana, anche se mi era sempre piaciuto esserlo quando facevamo l’amore fuori e dentro la nostra stanza da letto.
        A dire il vero l’idea di fare sesso con altri uomini era una delle fantasie erotiche che mi sono passate per la testa più volte nel corso degli anni, questo perché l’unico uomo con cui avevo fatto l’amore, perlomeno sino a quel momento, era mio marito. A lui solo mi ero data, e basta! 
     E' questa una delle ragioni, anzi la principale, per cui, al di là delle intenzioni di Roberto, non mi sarebbe dispiaciuto dare seguito alla sua richiesta. Ma a frenarmi era stata la paura delle conseguenze nefaste che avrebbe potuto avere sulla nostra vita coniugale.
        Il pericolo a cui sarei andata incontro, accettando la proposta, era di allontanarmi in modo definitivo da lui nel caso l’esperienza fosse risultata negativa ai suoi occhi. All’inizio l’idea di mettere le corna a mio marito, seppure con il suo benestare, mi aveva sconcertata, ma col passare delle settimane il pensiero di umiliarlo, rendendolo felicemente cornuto, magari facendo sesso con un uomo bello, affascinate, e ben dotato, mi ha conquistata.
        Eppure mi riusciva difficile considerare l’idea che mio marito potesse godere nell'essere umiliato mentre ero montata da un altro uomo e lui, verosimilmente, si sarebbe masturbato fissando lo sguardo su di me. Dopo averci riflettuto a lungo, considerando che un conto era parlarne per eccitarci a vicenda, ma tutt’altra cosa era di farlo per davvero, infine, dopo avere superato i contrasti che ci rendevano ostili, mi sono lasciata convincere a tradirlo per fare di lui un uomo felice e cornuto.

        Roberto sembrava in procinto d'impazzire se non avessimo portato a compimento, entro breve tempo, la sua fantasia. Così l’avevo accontentato. Ed è stato l'inizio di una lunga serie di atti d'infedeltà che si perpetuano a tutt'oggi.
      La prima volta che ho fatto sesso con un uomo diverso da mio marito, con lui presente, è accaduto una sera in cui, a sorpresa, si è presentato alla nostra abitazione, verso l'ora di cena, con appresso un sedicente amico, completamente estraneo al nostro giro di amicizie. Lo ha invitato senza informarmi per tempo, cogliendomi alla sprovvista.
        A tavola, durante la cena, mio marito aveva seguitato a rivolgermi apprezzamenti lusinghieri, lodando a più riprese la mia avvenenza, magnificando soprattutto il modo in cui facevo sesso con lui. 
       Nel dopo cena, accomodati tutt'e tre in salotto, si era premurato di proiettare sullo schermo della tivù un dvd porno. Complice qualche bicchiere di troppo e il fumo di uno spinello, eccitata dalla visione del film, avevo acconsentito a imitare i protagonisti della pellicola erotica, aderendo alla richiesta di mio marito di denudarmi.
       Il nostro ospite abituato a svolgere quel tipo di ruolo non si era mostrato per niente imbarazzato dalla situazione che si era venuta a creare nella stanza e lo stesso era capitato a me. 
     Quella sera è accaduto quello che da molte settimane mio marito bramava che accadesse. E io sono rimasta rapita da quella esaltante esperienza.
        Ho consumato un rapporto sessuale completo con quell’uomo, seppure rifiutandomi di prenderglielo in bocca, il cazzo, e anche di farmi sodomizzare come avrebbe desiderato. Mio marito, presente nella stanza per tutta la durata dell'amplesso, era rimasto a guardarci masturbandosi godendo della scena di sesso che gli passava davanti agli occhi.
        Quella prima volta, dopo essermi assoggettata al volere di mio marito, sono stata colta da mille dubbi. Soprattutto ho avuto paura che non mi avrebbe più considerata la medesima donna di prima, vedendomi con occhi diversi dalla brava moglie che ero stata prima di vedermi fare sesso con un altro uomo, invece era stato risoluto nel chiedermi di ripetere quell'esperienza, praticandola sempre con il medesimo uomo. Infine mi sono ritrovata nella condizione di trovare molto piacevoli quegli incontri. Le mie paure poco per volta sono scomparse e ho lasciato che l’amico di mio marito facesse del mio corpo tutto quello che voleva, anche sodomizzarmi.

      Da un giorno all'altro, senza averlo desiderato, mi sono ritrovata nella condizione di essere complice attiva della fantasia di mio marito che da quella prima esperienza non ne aveva tratto alcuna reazione negativa, anzi, la nostra vita di coppia e anche sessuale ne aveva tratto beneficio.
        Mio marito ha sempre vissuto le nostre avventure con il sorriso sulle labbra, e lo stesso è accaduto anche a me una volta superate le iniziali paure. Essere scopata da un altro uomo mentre mio marito sta a guardarmi, cornuto e contento, mi eccita da morire.
        La complicità che si è instaurata fra me e lui è qualcosa di travolgente, anche se da un po' di tempo ha paura che possa innamorarmi di un altro uomo, cosa che comporterebbe l’annichilimento del nostro matrimonio.
        E poi mi ha confidato che gli piace, soprattutto, stare a guardarmi mentre scopo con un uomo più dotato di lui. Infatti, è convinto che a una maggiore dimensioni del pene maschile corrisponda un maggiore godimento da parte mia, ma sbaglia perché non è in base alle dimensioni che godo. Mi ci vuole molto di più. E' lui invece che trae beneficio dalla visone di un grosso cazzo che mi penetra. Ma questo non gliel’ho mai detto.

       Roberto insiste perché esibisca i lati più sexy della mia sessualità durante questi incontri. Gli piace guardarmi mentre interpreto il ruolo della donna affamata di sesso e desidera godere nelle braccia di un uomo diverso dal marito. Così ho imparato a comportarmi da puttana quando scopo con gli altri uomini mentre lui ci osserva, e più sono troia più il nostro legame si rafforza. 
        Nel corso degli ultimi mesi le richieste di tradimento di mio marito sono diventate sempre più insistenti e non so più come fare a tenere a freno la smania che lo divora. Mi piace farmi scopare dagli altri uomini, specie se a sceglierli sono io. Da un po’ di tempo ho cominciato a fare anche del sesso di nascosto da mio marito, spedendogli sul cellulare immagini che mi ritraggono mentre succhio il cazzo ai miei amanti. Sono il genere di fotografie che predilige perché le utilizza per masturbarsi lontano dal mio sguardo. 
        Sono diventata una donna profondamente diversa da quella morigerata che ero soltanto un paio di anno fa. Sono perversa e puttana, lo so, e me ne compiaccio perché la cosa mi eccita parecchio, soprattutto perché con questo atteggiamento so di fare contento quel cornuto di mio marito.
       Mi faccio scopare senza metterci il cuore, solo per divertimento e per dare piacere a mio marito, a cui racconto ogni particolare delle mie avventure, giocandoci sopra mentre scopiamo, perché né io né lui non consideriamo tradimento il sesso che pratico con gli altri uomini.


                                         * * * *

      E’ una notte di caldo umido che toglie persino il respiro. Mi sento piena di energie e ho una voglia matta di fare sesso, possibilmente con un uomo giovane e bello. Anche stavolta c’ha pensato mio marito a procacciarmelo.
        In previsione della serata che trascorrerò al Nautilus insieme a un maschio a me del tutto sconosciuto, ha voluto che mi agghindassi da troia. E io ancora una volta l’ho accontentato. Infatti, ho scelto di indossare una minigonna vertiginosa, davvero mini, camicetta bianca scollata e trasparente, autoreggenti, scarpe rosse con tacchi simili a stalattiti.
        Allo scoccare della mezzanotte il campanello della nostra abitazione si mette a trillare. Mi avvicino al citofono, lo sollevo, e do riposta. Afferro la borsetta, saluto mio marito, e sono per strada.
        Il tipo che ha procacciato Roberto non è per niente male. Mostra d’avere trent’anni o giù di lì, ed è al corrente che dovrà condurmi al Nautilus. Il locale in questione è situato in prossimità di Ponte Enza a cavallo fra la provincia di Parma e quella di Reggio Emilia.
        Prendo posto sul sedile dell’Alfa Romeo, colore bordeaux, accanto all'uomo alla guida. Ci allontaniamo in tutta fretta dalla mia abitazione e lungo il percorso di avvicinamento al Nautilus, nostra meta, contravvengo agli insegnamenti di mio marito liberandomi del reggiseno e anche degli slip.  Allungo entrambi i capi di lingeria al mio compagno di viaggio collocandoglieli sul volante, sorprendendolo non poco. Mi faccio più ardita e accentuo la scollatura liberando dalle asole un paio di bottoni della camicetta, mostrandogli l’avvenenza dei seni ancora sodi nonostante i miei trentadue anni.
        Il mio accompagnatore, fedele ai suggerimenti che gli impartisco, parcheggia l’automobile distante dalle autovetture che occupano l’area prospiciente l’ingresso del Nautilus. Mentre ci dirigiamo  a piedi verso l'ingresso del locale gioco a fare la cretina, cercando di essere seducente ai suoi occhi, sporgendomi con tette e fianchi verso di lui per fargli ammirare, senza alcun pudore, le grazie del mio corpo.
        Da maiala quale sono gli sussurro parole porche all’orecchio certa di fargli piacere e accrescere la sua eccitazione. Sfiliamo davanti ai tavoli occupati da una teoria di donne e uomini arrapati. Scegliamo di sederci a un tavolo in disparte, passando a poca distanza da mio marito, confuso ai nostri occhi con l'ambiente, che ha corso come un matto alla guida della sua automobile per precederci nel locale. 
        Appena seduti mi adopero a compiere delle avance al mio accompagnatore sfiorandogli, ripetutamente, con il palmo della mano la patta dei pantaloni. Dalla camicetta lascio che strabordino i seni e lui possa adocchiare i capezzoli colore vinaccia, turgidi ed estesi. Allargo le cosce dandogli a intendere che sono arrapata e con una grande voglia di scopare.
        Lo ha duro come il marmo, il cazzo. Desisto dal tirarglielo fuori della patta e prenderlo in mano, invece seguito ad accarezzarglielo da sopra il tessuto dei pantaloni. Il tipo mi sta attaccato addosso come una calamita. Mi mette le mani dappertutto come fossero i tentacoli di un polipo. E’ affamato e mi succhia i capezzoli accrescendo il suo e mio piacere.
        Mio marito sta a osservarci poco lontano. Lo guardo con la coda dell’occhio e immagino che abbia il cazzo duro come il marmo pure lui. Anch’io ho una gran voglia di scopare e lo faccio capire al mio accompagnatore, chiedendogli di uscire dal locale per trovare rifugio nell’abitacolo della sua Alfa Romeo.
        L’auto è parcheggiata in un angolo spopolato del parcheggio. Ciò darà modo a mio marito di spiarci dai finestrini. Perché è questo il motivo per cui stasera siamo qui.
       Appena dentro l’abitacolo il mio occasionale compagno mi salta addosso. Mi lascio spogliare e mi abbandono alle sue fantasie erotiche. In un battibaleno mi ritrovo nuda, a gambe all'aria sul sedile posteriore dell’Alfa Romeo, con indosso le sole autoreggenti e le scarpe con tacco 12.
       Il cazzo entra ed esce dal mio corpo riempiendomi ogni buco mentre, fuori dell’abitacolo, sono certa che a mio marito sono scoppiate le palle mentre sta a guardarci.

       Ho le ossa rotte dopo che ho trascorso mezzora abbondante a fare sesso dentro l’abitacolo dell’Alfa Romeo. Sfinita faccio ritorno al Nautilus mano nella mano con l’uomo con cui ho appena scopato. Trovo mio marito seduto al tavolo dove l’ho lasciato in precedenza. Ho i capelli arruffati, il trucco sfatto, e gli abiti spiegazzati. Roberto mi sorride e dall'espressione del suo viso capisco che anche stasera l’ho accontentato.

       Le lancette dell’orologio che indosso al polso segnano le 2e30  quando apro l'uscio di casa. Mio marito è ad aspettarmi, semiseduto, nel nostro letto con un libro aperto. Lo raggiungo curiosa di conoscere la sua reazione dopo quello che mi ha visto fare stanotte.
       E’ arrapato, rosso in viso, e desideroso di possedermi. Lo capisco da come mi guarda. Mi svesto e nuda mi accomodo accanto a lui. Mi allarga le cosce e si catapulta con la bocca sulla vagina, desideroso di leccarmi nella mia intimità, dicendomi che lo eccita mondarmi con la lingua dal seme che lo sconosciuto con cui ho fatto sesso mi ha lordata. Mentre mi monta non smetto di dirgli che è un porco, consapevole che sono parole che lo eccitano. Ma tutto quello che riesce a dirmi è che la prossima volta dovrò farmi scopare in bocca e anche nel culo una o più volte da quel tipo. E mentre mi dice queste parole viene, umiliato e contento per come si è conclusa la serata.
       Amo mio marito. In questa nuova veste di cornuto è felice e non saprei vivere accanto a un altro uomo diverso da lui.

 

 

 
 

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