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UN CORPO IN RIVOLTA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
I n
sella alla bicicletta Filibero
lasciò la città per raggiungere il Passo
della Cisa, ma non poteva prevedere che quella
pedalata gli avrebbe cambiato
per sempre la vita.
In prossimità
dell’abitato di Marzolara un'autovettura lo
investì facendolo stramazzare al suolo.
Nonostante indossasse il casco
protettivo l'impatto gli aveva procurato
un trauma cranico e diverse fratture
allo scheletro, ma soprattutto la
perdita di coscienza.
La
mattina dell'incidente la Val Baganza
era velata da una fitta nebbia e l’eliambulanza
non aveva potuto decollare
dall’eliporto di Parma per raggiugere
il luogo dell'incidente. Sennonché pochi minuti dopo l’incidente stradale
un’ambulanza, con al seguito un
infermiere e soprattutto un medico
rianimatore, transitò sul posto
diretta verso l'abitato di Berceto, dove
i sanitari sarebbero stati impiegati in
una iniziativa di primo soccorso a
supporto dei piloti impegnati in una
gara di auto d'epoca.
Il
medico rianimatore resosi conto dello
stato in cui versava Filiberto, ma
soprattutto delle difficoltà
respiratorie provocategli dal trauma
facciale, gli praticò una
tracheotomia. Azione che gli permise di farlo respirare più
facilmente. Immediatamente dopo la
tracheotomia il medico provvide,
insieme all'infermiere, a
immobilizzargli il femore fratturato e,
dopo averlo trasferirlo con una lettiga
sull'ambulanza, partirono a sirene
spiegate verso Parma. Una volta
raggiunto il Pronto Soccorso, stante le
gravi condizioni, Filiberto fu
trasferito in Rianimazione.
Operato
alla testa dall'equipe di neurochirurghi
per una emorragia cerebrale, rimase per una decina
giorni in uno stato di coma profondo,
dopodiché passò al coma vigile e
infine condotto, molto lentamente, al
risveglio.
Durante la degenza in
ospedale beneficiò della
costante presenza dei genitori, della
sorella e della fidanzata accanto a sé,
ma anche dei tanti amici che avevano
trascorso intere notti al suo capezzale
a vegliarlo senza mai lasciarlo solo.
A
distanza di due anni dall’incidente
Filiberto non ricorda niente dell'incidente
nè dei giorni
di coma, se non quello che gli hanno
raccontato i famigliari e gli amici. I
medici, prima dell'intervento di
neurochirurgia, non si erano pronunciati
sul suo recupero e sulla qualità della
vita che avrebbe potuto condurre, stante
i danni cerebrali subiti a causa del
trauma cranico.
Se prima dell’incidente a
Filiberto gli era pressoché impossibile
concepire la propria vita senza pedalare
in sella alla bicicletta, dopo il coma
nemmeno ricordava di essere stato, da
giovane, una promessa del ciclismo
dilettantistico.
In ogni caso l'essere
stato un atleta dal fisico robusto,
temprato alle sofferenze, l'aveva
aiutato a riprendersi dall'intervento
all'encefalo, ma il suo recupero era
avvenuto anche per merito di tutti quei
medici e terapisti della riabilitazione
che l’avevano assistito e aiutato nel
reinserimento lavorativo e sociale.
Prima
dell’incidente Filiberto era un
trentenne dedito al lavoro, sport e
fidanzata. Maturo ed equilibrato aveva
sempre avuto il rifiuto per le
eccentricità. Prossimo alle nozze con
la ragazza dei suoi sogni aveva condotto
una vita in positivo, impegnato in un
lavoro in banca e la passione per la
bicicletta, mentre la sera se non faceva
l’amore con Lucilla, sua fidanzata,
sodomizzandola come piaceva a lui,
trascorreva il tempo libero stravaccato
sul divano a guardare la tivù,
mangiando popcorn e bevendo Coca-Cola.
Dopo
il coma aveva vissuto una
sorta di rinascita. Infatti, si era
trovato nella condizione di dare a ogni
azione un valore che prima
dell’incidente stradale era
inimmaginabile. Dimesso dall’ospedale
si era sottoposto a lunghe sedute di
psicoterapia atte a sviluppare il
recupero della memoria, coadiuvato in
questa azione da un medico specialista
nella riabilitazione neurologica,
inoltre aveva dovuto anche allenarsi
all'uso della parola, ricordare i
vocaboli, e persino imparare da capo a
leggere perché si era trovato nella
condizione di chi non sapeva niente né di
storia né di geografia.
Il
recupero alla vita di Filiberto, a
parere dei medici che lo avevano avuto in cura, ne
aveva del prodigioso. Era come se fosse
rinato una seconda volta. C’è chi si
sveglia dal coma parlando una lingua
completamente diversa da quella che a
suo tempo gli avevano insegnato i
genitori, oppure con una personalità
discorde dalla precedente. Il
cambiamento che aveva riguardato
Filiberto era sul fronte
dell’orientamento sessuale, infatti,
si era scoperto gay.
Prima
dell’incidente gli erano sempre
piaciute le donne, infatti, non aveva
mai avuto problemi di sesso con nessuna
di loro, anzi era considerato un
erotomane perché, al pari della
bicicletta, aveva il pensiero fisso
della figa che gli frullava nella testa.
Sennonché durante la degenza in
ospedale in più di una occasione era
stato medicato da un infermiere, giovane
e aitante, dotato di profonda umanità
con cui aveva instaurato una splendida
relazione terapeutica.
Senza spiegarsene la
ragione si era trovato nella condizione
di nutrire una forte attrazione sessuale
verso quell'infermiere. E una volta in
cui gli era capitato di essere lavato, anche nelle
parti intime, si era trovato nella
condizione di avere una erezione; cosa
che lo aveva messo in forte imbarazzo,
ma anche eccitato moltissimo.
A
distanza di ventiquattro mesi
dall’incidente Filiberto vive
apertamente la propria condizione di
omosessuale ed è felice. Si è tinto i
capelli di colore biondo cenere, ha cominciato a
frequentare la palestra e ha recuperato
il peso perso durante la lunga degenza
in ospedale. Tornato alla vita normale
ha lasciato il lavoro in banca
frequentato un corso per imparare il
mestiere di parrucchiere per signora. Da
poco tempo ha inaugurato un negozio di
acconciature maschili e femminili,
inoltre ha un compagno fisso con cui
convive.
I
medici neurologi, specialisti della
riabilitazione, che lo hanno avuto in
cura per molto tempo non giudicano
strano il suo caso, poiché durante il
recupero dal coma il cervello stabilisce
nuove connessioni che possono innescare
cambiamenti, sviluppare capacità o
caratteristiche di cui le persone prima
del coma non erano consapevoli,
modificando persino l’orientamento
sessuale come è accaduto a Filiberto.
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