Lo
sfintere del retto si dilata a dismisura
provocandomi un intenso dolore. Arriccio
il naso e digrigno i denti per contenere
la voglia che ho di urlare. Non sono mai
stato inculato, è la prima volta che
accade. Qualche settimana fa me ne sarei
vergognato, ora non più.
Ho il cazzo duro per
l'eccitazione, ma soprattutto per il
piacere che Luca sa infondermi nel
sodomizzarmi. La sua cappella scivola
avanti e indietro, lentamente,
provocandomi un intenso bruciore. Le
gambe mi tremano. Sto godendo e mi
sorprendo a pensare che non avrei mai
paventato di raggiungere un simile piacere sessuale.
Un mese prima...
[ Sabato 21 aprile ]
Il cinema è uno dei grandi
piaceri della mia vita. Sono solito
metterci piede il sabato pomeriggio
quando sono libero da impegni di lavoro e le sale
sono pressoché semivuote, ed è possibile
assistere alla proiezione di un film
senza essere disturbati da chi
sgranocchia popcorn e aspira Coca-Cola
con la cannuccia dalle lattine.
Nonostante il pomeriggio
primaverile scelgo di fare visita alla
multisala Capitol dove è in
programmazione da circa una settimana
"L'ultimo bacio" di Gabriele
Muccino. Il film è una commedia sui
sentimenti, le paure, gli amori e le
insoddisfazioni di una generazione,
quella dei trentenni, poveri d'ideali e
ricchi di contraddizioni. Perlomeno è
questo ciò che ho letto nella
recensione del film sulla Gazzetta di
Parma, il giornale della mia città.
Il traffico sulla Via
Emilia è intenso. Parcheggio l'auto
nell'ampio piazzale che circonda la
multisala ed entro nel cinema. Due
bambini accompagnati dai genitori mi
precedono alla cassa. Il padre ritira
quattro biglietti per la sala 2: quella
in cui si proietta Il Gladiatore. Pago e
ritiro un biglietto per la sala 1,
quella del film di Muccino.
Un drappo scuro fa da
cuscinetto fra la sala d'aspetto e la
platea dove si proietta la pellicola.
Quando metto piede nella sala sullo
schermo stanno scorrendo i titoli
iniziali del film. Lascio trascorrere un
po' di tempo per adattare gli occhi
all'oscurità della sala prima di
mettermi alla ricerca di un posto dove
andare a sedermi. Finalmente distinguo le fila di
poltrone.
Una coppia, poco distante
da punto in cui sono fermo, sta
scambiandosi dei baci appassionati, per
niente interessati alle immagini del
film. Discendo il corridoio centrale fra
le poltrone della platea e giro il capo
verso la coppia che ancora sta
baciandosi. Solo allora mi accorgo che
si tratta di due uomini, almeno così mi
è parso di vedere, ma non ci faccio
troppo caso. Prendo posto su una
poltrona alcune fila davanti a loro e
rivolgo la mia attenzione allo schermo.
Nell'intermezzo fra il
primo e il secondo tempo le luci si
riaccendono nella sala. La platea è
semivuota. Mi guardo attorno e conto una
quindicina di persone. Giro il capo
nella direzione della coppia di maschi
che avevo intravisto baciarsi e resto
sorpreso nel costatare che uno dei due
è Luca, un dirigente amministrativo
dell'azienda presso cui lavoro. I nostri
sguardi s'incrociano, ma evito di
salutarlo.
Sbalordito dalla singolare
scoperta sprofondo col culo nella
poltrona mentre un fascio luminoso
spunta dalla cabina di proiezione e
riprende a illuminare lo schermo.
Incuriosito dall'intreccio
di storie del film proseguo nella
visione della pellicola scordandomi
della presenza di Luca alle mie spalle.
[ Giovedì 26 aprile ]
Dopo una settimana di
vacanza ho fatto ritorno al posto di
lavoro. Prendo possesso della mia
scrivania, apro il giornale e leggo i
titoli in grassetto. Do un'occhiata alla
pagina sportiva e poco dopo sono davanti
allo schermo del computer a inserire
cifre di numeri.
La collega con cui
condivido l'ufficio oggi è assente.
Tornerà solo mercoledì, ma la cosa non
mi disturba. Durante tutta la mattinata
sto a lavorare davanti al monitor.
Quando mi concedo una pausa è
mezzogiorno. Decido di allontanarmi
dall'ufficio per consumare un caffè al
distributore automatico poco distante
dalla mia postazione di lavoro, prima
però mi dirigo in bagno.
Entro nel vestibolo e mi
avvicino a uno dei due gabinetti che
trovano posto nel locale. Da una delle
porte ne esce Luca.
- Ciao! - mi saluta,
accompagnando il segno di cortesia con
un sorriso.
Contraccambio il gesto con
un cenno del capo ed entro in uno dei
cessi lasciando Luca nell'antibagno.
Non mi sento imbarazzato
dalla sua presenza. E non c'è ragione
per cui debba cambiare atteggiamento nei
suoi confronti. Se gli piacciono gli
uomini sono cazzi suoi.
Abbasso la lampo ed
estraggo il cazzo per pisciare.
- Beh, ti è piaciuto il
film?
Ho lasciato la porta del
bagno spalancata alle mie spalle e la
voce di Luca mi giunge chiara. Suppongo
che sia impegnato a lavarsi le mani e
magari mi osserva mentre piscio. Cazzo!
Che frocio!
- Sì certo, l'ho trovato
molto interessante. - rispondo.
Dirigo il getto di piscia
nella direzione del water e l'urina va a
confondersi con l'acqua lurida che
ristagna sul fondo della copertura di
maiolica. Quando mi giro Luca è in
piedi dinanzi al lavandino e guarda la
mia immagine riflessa nello specchio alla parete. Mi avvicino al lavandino e
premo il pulsante che comanda la
fuoriuscita del sapone liquido dal
serbatoio, ma non ne esce una sola
goccia.
- Il sapone liquido è
terminato. - m'informa Luca. - Tieni,
prendi questa saponetta.
Fa scivolare la saponetta
dalla sua mano alla mia sfiorandomi con
le dita, cosa che mi provoca un certo
disturbo.
La saponetta scivola nel
lavandino.
- Ops... scusa.
Adesso che fa questo rotto
in culo? Ci prova? È quello che sto
pensando mentre raccoglie la saponetta
dal fondo del lavandino e me la porge di
nuovo.
Questa volta non accompagna
il gesto con il contatto delle dita.
- Non sapevo ti piacesse
recarti al cinema di pomeriggio.
- E' l'unico modo che ho
per assistere alla proiezione di un
qualsiasi film senza essere disturbato
dai rumori delle persone.
Luca si asciuga le mani con
un foglio di carta che ha estratto dal
contenitore fissato al muro. Do ascolto
alle sue parole senza dedicargli troppa
attenzione mentre mi parla di film
d'autore. Lo guardo attentamente in viso
cercando nei suoi tratti qualcosa che
abbia il sapore di gay.
Mostra d'avere venticinque anni
o poco più, comunque dieci meno dei
miei. E' un tipo gracile, anche se so,
perché me lo ha confidato Giovanna, una
collega di ufficio, che si reca spesso
in palestra. I capelli piuttosto lunghi,
di colore castano chiaro, gli coprono
per intero le orecchie e la fronte. Ha
gli occhi di colore turchese. Cazzo! Non
ci avevo mai fatto caso prima. Ed è
alto qualche centimetro più di me. Il
portamento è quello di un uomo
elegante, infatti, l'ho sempre visto
vestito con giacca e cravatta.
- Avrai capito che anche a
me piace andare al cinema. Qualche volta
potremmo andarci insieme, se ti va. Sono
nuovo di questa città. Non ho amici con
cui andarci, che ne dici?
La proposta mi coglie di
sorpresa. Sarei tentato di rispondergli
con un rifiuto, ma non voglio essere
scortese.
- Beh, sì... Magari ne
riparliamo, eh!
Strappo una salvietta di
carta dal contenitore e mi asciugo le
mani, poi lo precedo verso l'uscita del
bagno.
[ Sabato 28 aprile ]
Stamani per destarmi non ho
avuto bisogno della musica della
radiosveglia. Decido di rimanere a letto
più del solito per godermi la quiete
della giornata prefestiva. Stanotte ho
fatto le ore piccole al pub dove ho
bevuto birra con gli amici. Da quando
Rossana è andata a vivere per proprio
conto conduco una vita sregolata. A nulla mi
è servito affogare la malinconia
nell'alcol.
Non riesco a
riaddormentarmi. Ho il cazzo duro che mi
pulsa fra le cosce e stranamente mi
ritrovo a pensare al momento in cui ho
incontrato Luca nel bagno. Forse presume
che io sia gay come lui, avrei dovuto
negarmi e dirgli che non avevo alcuna
intenzione di andare al cinema con lui.
Cazzo!
Decido di masturbarmi. Non
sono solito farlo di prima mattina, ma
avverto il bisogno di scaricare l'ansia
che mi porto addosso.
Con la mano sfioro la
superficie della cappella e l'accarezzo
più volte, socchiudo gli occhi e mi
ritrovo a fantasticare sulle dimensioni
del cazzo di Luca. Accelero i movimenti
delle dita e una grande quantità di
sperma fuoriesce dall'uretra
insudiciandomi la mano.
[ Mercoledì 2 maggio ]
Questa mattina l'ufficio è
al completo. Giovanna ha fatto ritorno
al posto di lavoro dopo il ponte
festivo. Ha il volto arrossato,
probabilmente ha trascorso il periodo di
vacanza al mare in compagnia di uno dei
suoi boy friend.
Preferisco non chiederle
niente e dedicare le mie attenzioni al
lavoro, piuttosto che sorbirmi le
stucchevoli storie che è solita
raccontarmi al ritorno da ogni viaggio.
Poco più tardi mi imbatto
in Luca concentrato nell'effettuare
delle fotocopie nell'ufficio accanto al mio.
Nella stanza siamo solo lui e io. Non
sono a disagio come invece mi è
accaduto quando ci siamo incrociati nel
bagno.
- Ciao, hai trascorso bene
questi giorni di festa? - gli domando.
Intento com'è
nell'eseguire una serie di fotocopie sembra non
porre attenzione alla mia domanda.
- Sono andato al mare, a
casa di amici. - risponde seccato.
- Io invece mi sono
annoiato. Ho trascorso gran parte del
tempo a guardare vecchi film alla tivù.
L'ultimo foglio si va a
impilare nello scompartimento
dell'impaginatore. Soltanto allora Luca
si gira verso di me.
- Se può interessarti ho
una intera collezione di film in DVD. Quasi tutti d'autore, ma
ne ho anche qualcuno d'altro tipo... Se
vuoi te ne presto qualcuno. C'è un
genere che preferisci?
Il modo con cui si è
offerto di prestarmi i DVD è
piuttosto ambiguo, come se nelle sue
parole ci fosse un doppio senso.
- Mi piacciono i film
divertenti e poco impegnati, magari
conditi di un sano erotismo.
Luca raccoglie i fogli
dall'impaginatrice e li dispone seguendo
un ordine prefissato sopra il tavolo.
Ora è arrivato il mio turno di fare le
fotocopie. Mi avvicino alla
fotocopiatrice e programmo
l'impaginazione. Luca, che nel frattempo
ha terminato d'impilare i fogli del
documento, mi si affianca. Osserva i
fogli che s'incasellano negli
scompartimenti, ma con il ginocchio
preme più volte contro la mia coscia.
Il contatto che in altre occasioni avrei
considerato del tutto casuale capisco
che è intenzionale, ne sono certo.
Lo lascio fare senza
ritrarmi sperando che la fotocopiatrice
acceleri i movimenti di trascinamento
dei fogli mettendo fine al lavoro di
fotocopiatura. Sono turbato. Il contatto
con il suo corpo mi sta provocando uno
scombussolamento ormonale. Nella stanza
l'unico rumore è quello dello scorrere
dei fogli di carta, ma ben più forte è
il ritmo dei battiti del mio cuore.
L'arresto della fotocopiatrice pone fine
al mio imbarazzo.
[ Venerdì 4 maggio ]
- Ti ho portato alcuni DVD.
Li puoi guardare durante
il week-end. Ho fatto bene?
Luca pronuncia le parole
sull'uscio del mio ufficio e resta in
attesa di una risposta che tardo a
fargli arrivare.
- Sì, grazie.
- Sono film polizieschi, ma
ce né anche qualcuno di altro genere. Spero che
siano di tuo gradimento.
Torno a sentirmi a disagio,
ma lui non lo è per niente.
Giovanna è seduta dietro
al tavolo accanto al mio. Luca accosta
l'anca sul cordolo della mia scrivania
trovandovi un solido appoggio, poi si
rivolge a me.
- Se ti va una di queste
sere potremmo uscire insieme? In città
ci sono molte birrerie dove è possibile
trascorrere la serata che ne dici?
- Sì, certo, potremmo
farlo.
Avrei voluto rispondergli
di no, invece sono lusingato dal suo
invito. Giovanna si sta mangiando Luca
con gli occhi e resta in attesa che le
rivolga la parola per scambiare quattro
chiacchiere con lui.
- Allora una sera della
prossima settimana usciamo insieme?
Okay!
Giovanna, che è rimasta zitta per tutto
il tempo, fa sentire la sua voce.
- Potrei accodarmi anch'io
con voi?
- E' no! Le serate al pub
sono riservate ai soli uomini, in
un'altra occasione estenderò l'invito
anche a te, ma senza la presenza di una
compagnia maschile. Io e te soli... Beh,
ora vi lascio. Torno in ufficio. Buon week-end!
Luca sparisce dietro alla porta dell'ufficio
e rimango in compagnia di Giovanna.
[ Venerdì 4 maggio ]
Questa sera il mio
appartamento è più vuoto del solito,
da troppo tempo non ci mette piede una
donna. Rossana mi manca. Mi mancano i
suoi baci, le coccole, le scenate
isteriche, i piatti rotti gettati sul pavimento,
le grida. Mai come stasera avverto il
bisogno di qualcuno che sappia
infondermi calore e affetto. Ogni oggetto che
adorna l'appartamento è legato a un suo
ricordo. Li ha acquistati tutti lei e
ogni stanza riflette i suoi gusti
piuttosto che i miei.
Sprofondato sul divano
guardo la tivù. Accanto a me, sul
tavolino alla mia destra, c'è
l'apparecchio telefonico. Da troppi mesi
sono in attesa di una sua telefonata.
Forse non giungerà mai, ma non so
rassegnarmi ad averla perduta per
sempre.
Accendo una Marlboro e
aspiro il fumo. Sullo schermo del
televisore si susseguono le immagini di
un varietà musicale. Mi alzo e
inserisco nel lettore Dvd uno dei film che Luca mi ha
consegnato stamani.
Le prime immagini non
lasciano dubbi sul contenuto della
storia. Si tratta di un film
pornografico. Giust'appunto quello di
cui ho bisogno per rallegrare una serata
morta come questa.
Il primo episodio ha come
protagonista una ragazza orientale che
si fa penetrare da due stalloni maschi.
La seconda storia ha come protagonisti
due gay. E non poteva essere altrimenti.
Dovevo aspettarmelo da Luca. Forse si è
davvero convinto che io sia gay, invece
non provo nessuna attrazione per gli
uomini. Però se Luca me lo chiedesse
potrei anche succhiargli l'uccello. Lo
so, ne sono certo.
Le scopate fra maschi si
susseguono sullo schermo. Ciò che trovo
seducenti sono i loro cazzi. Tutt'a un
tratto compare un ragazzetto
particolarmente dotato che si fa
spompinare il cazzo da un coetaneo.
L'uccello mi diventa duro, abbasso la
cerniera dei pantaloni e mi masturbo.
[ Giovedì 10 maggio ]
Sono le due di notte quando
io e Luca usciamo dal pub. Le ombre del
buio vengono rischiarate da improvvisi
lampi che si accompagnano al rumore di
tuoni e saette, annuncio dell'imminente
temporale. Ho trascorso l'intera serata
in compagnia di Luca a bere birra senza
che si sbilanciasse in una qualsiasi
proposta di sesso.
Camminiamo lungo i
marciapiedi a passo lento. Entrambi
vacilliamo sulle gambe. Prima di stasera
non avevo mai confidato a nessun uomo le
mie vicissitudini sentimentali, con lui
invece è stato facile parlarne. Gli ho
raccontato del mio rapporto con Rossana
e di quanto ne sento la mancanza.
L'aria fresca della notte
mi desta dal torpore causatomi
dall'alcol che ho consumato. Abbracciati
l'uno all'altro, per sostenerci,
procediamo verso il parcheggio della
Pilotta dove abbiamo collocato le
nostre autovetture.
Un acquazzone ci coglie
impreparati mentre attraversiamo Piazza
Garibaldi. Ci ripariamo sotto il balcone
del Palazzo del Governatore e restiamo
in attesa che cessi di piovere.
Ampie
pozzanghere si formano in breve tempo
sul lastricato del piazzale.
Le luci dei lampioni si
riflettono sul selciato insieme a quelle
dei fari delle autovetture che a
quest'ora della notte circolano in città.
Quando la precipitazione sembra sciamare
d'intensità decidiamo di abbandonare il
nostro riparo. Di corsa oltrepassiamo lo
stretto vicolo che conduce alla
piazzetta della Steccata e proseguiamo
oltre.
- Qui va a finire che ci
bagniamo da capo a piedi. - grido mentre
la pioggia ha ripreso a cadere con
maggiore intensità.
- Fermiamoci sotto i
portici del Teatro Regio. - urla Luca
quando siamo a pochi passi
dall'imponente edificio.
Trafelati, con poco fiato
in corpo, saliamo i gradoni che
conducono ai tre portoni d'ingresso
dello storico teatro. Lo spazio dove
abbiamo trovato rifugio è piuttosto
esiguo. Nell'ampio porticato veleggiano
una serie di colonne alte una decina di
metri, di grande circonferenza. Sono
separate una dall'altra da uno spazio
ristretto che ci consente di rimanere al
riparo dalla pioggia.
- Ehi! Siamo bagni fradici.
La tua camicia è inzuppata d'acqua -
dico, indicandogli il tessuto.
Siamo vicinissimi. Ho la
schiena appoggiata a una colonna e Luca
sta di fronte a me. Tutt'a un tratto
infila un mano fra i bottoni della mia
camicia e appoggia le dita sul petto.
Non distoglie nemmeno per un attimo lo
sguardo dal mio viso. Sembra abbia
voglia di scavarmi dentro. Mi accarezza
un capezzolo, solleticandolo. Il gesto
non mi coglie di sorpresa, ma non so
oppormi. Lo lascio fare anche quando
avvicina la guancia alla mia. La
sensazione che provo è inusuale, non mi
è mai capitato di strusciarmi contro i
peli di una barba.
Strofina le labbra sul mio
viso e insinua la lingua nel mio
orecchio provocandomi un indubbio
turbamento ormonale.
- Ho voglia di te. -
sussurra al mio orecchio con voce
suadente. La sua mano scivola decisa
sulla patta dei miei pantaloni e abbassa
la lampo.
Ho l'uccello duro, che
pulsa. Luca fa scivolare il mio prezioso
gingillo fuori dalle mutande e inizia a
menarlo. Mi tremano le gambe. Resto con
la schiena puntellata alla colonna di
marmo, nascosto alla vista di eventuali
passanti. Luca s'inginocchia ai miei
piedi e mi prende la cappella in bocca.
Vorrei fermarlo, ma non oso o meglio non
voglio farlo. Vengo alla svelta, come un
adolescente.
Luca ingoia lo sperma fino
all'ultima goccia, leccandomi ogni
traccia residua depositata sulla
cappella. Restiamo alcuni istanti senza
scambiarci una sola parola, ma forse non
ce n'è bisogno.
Rinchiudo la patta dei pantaloni e
riprendo la corsa verso il parcheggio.
Lui mi segue d'appresso.
Quando raggiungiamo il
parcheggio salgo a bordo della mia
vettura. Sto per avviare il motore
quando Luca si avvicina. Vorrebbe dirmi
qualcosa. Stoppo le sue parole sul
nascere. Metto in moto la macchina e
riparto lasciandolo di sasso.
[ Venerdì 25 maggio ]
Sono trascorsi quindici
giorni dalla sera in cui Luca mi ha
succhiato il cazzo dietro il colonnato
del Teatro Regio. Durante questo periodo
di tempo ho evitato di rimanere solo con
lui. Luca, al contrario, fa di tutto per
avvicinarmi e sta diventando una vera
ossessione. Sono tempestato dalle sue
telefonate. Devo trovare una soluzione e
porre fine alle sue molestie, altrimenti
rischio d'impazzire.
Ma non è di Luca che ho
timore, ciò che più mi spaventa è
l'avere provato piacere nel farmi
succhiare il cazzo da un uomo. Ancora
non so capacitarmi come sia potuto
accadere. Debbo reprimere questo
desiderio sessuale a tutti i costi,
magari scopando con delle puttane.
Decido di scendere
nell'archivio per consultare alcune
pratiche che giacciono nei registratori
porta documenti. Il locale è situato
nello scantinato dell'edificio in cui
lavoro. Lunghe file di scaffalature
metalliche, perfettamente allineate,
accolgono migliaia di fascicoli
custoditi nei registratori. Impegnato
come sono nella mia ricerca non faccio
caso alla porta che si apre alle mie
spalle, solo quando sento il rumore del
chiavistello chiudersi mi giro.
Davanti all'uscio c'è
Luca. Fa alcuni passi e si ferma dinanzi
a me. Non ci scambiamo una sola parola.
I lineamenti del suo viso mi appaiono più
sensuali del solito. Allunga la mano e
mi accarezza i capelli, dopodiché
accosta le labbra alle mie e mi bacia.
Mi coglie una vampata di calore. Esito.
La punta della sua lingua penetra fra le
mie labbra. Chiudo gli occhi. Il piacere
che provo mentre mi bacia non ha niente
di diverso da quello che sono solito
avvertire quando sto con una donna.
Lascio che mi frughi nella bocca, infine
l'assecondo e contraccambio il suo
slancio. Rovisto con la lingua l'interno
della sua bocca e incrocio la sua..
Proseguiamo a scambiarci
tenere effusioni senza mai staccare le
labbra. Ho il cazzo duro che pulsa e non
vedo l'ora che Luca me lo stringa fra le
dita. Lui sembra percepirlo perché mi
slaccia la cinghia dei pantaloni e mi
stringe fra le dita le palle.
Continuiamo a baciarci
appassionatamente. Anche lui si sbottona
le brache e mi trascina la mano sul suo
cazzo. E' la prima volta che mi succede
di stringere fra le dita un cazzo che
non è il mio. Quello che provo è una
sensazione completamente nuova,
piacevole. Lo accarezzo, lo strofino, lo
palpo. E' duro, turgido, grosso. Con un
certo timore inizio a masturbarlo. Nella
posizione in cui mi trovo sono a
disagio. Non sono abituato a muovere la
mano in senso inverso rispetto a quando
mi masturbo da solo. Soffro di
inesperienza. Lui invece mi masturba con
grande abilità.
- Girati!
L'invito sopraggiunge
inaspettato, proprio mentre sto godendo
dei movimenti della sua mano. Luca fa
scivolare le mie mutande verso il basso
obbligandomi a chinare l'addome sulla
scrivania che sta al centro del locale.
S'inginocchia dietro di me e con la
punta della lingua mi cosparge di saliva
l'ano, solleticandomi con lievi
penetrazioni. Si rialza in piedi,
m'invita a dilatare il culo come quando
sto per evacuare. Il cazzo mi penetra
nell'ano con difficoltà. La parete del
retto si dilata a dismisura provocandomi
un intensa sofferenza fisica. Ho male,
arriccio il naso e digrigno i denti per
contenere la voglia che ho di urlare.
Non sono mai stato inculato, è la prima
volta che succede. Soltanto qualche
settimana prima me ne sarei vergognato,
ora invece ne sono felice. Ho il cazzo
duro per l'eccitazione, ma anche per il
piacere che la cappella di Luca sa darmi
mentre si muove avanti e indietro dentro
di me.
Le gambe mi tremano.
Godo... Godo... Finalmente
godo.
Luca tiene una mano distesa
sul mio cazzo e, mentre m'incula, lo
accarezza.
[ Domenica 27 maggio ]
Ho trascorso l'intero
pomeriggio a dipingere. Seduto sul
divano, con le gambe accavallate,
osservo la tela che ritrae il volto di
Luca. Il quadro è quasi ultimato,
mancano soltanto pochi ritocchi poi sarà
pronto per essere incorniciato. Tutt'a
un tratto il telefono squilla.
- Pronto!
- Ciao!
Una voce femminile sta all'altro capo del telefono.
- Scusi, ma chi con chi parlo?
- Dai, non fare il cretino...
Sono io. Rossana.
- Dai, non fare il
cretino... Sono io. Rossana.
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