LA NOTTE PORTA 
SEMPRE BEI SOGNI

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  - Beh, adesso vi racconto un curioso sogno che ho fatto la notte scorsa, poi, se vi va, potreste avventurarvi nell'indicarmi una vostra interpretazione. - disse Brigida alle amiche occupate a consumare la colazione insieme a lei attorno un tavolo della caffetteria Garibaldi.
   - Un sogno erotico? - intervenne Marta, sbilanciandosi in un sorriso beffardo.
   - No, affatto, perlomeno non credo che il sogno sia riconducibile al sesso. Ma potrei anche sbagliarmi, ditemelo voi dopo avermi ascoltato. 
   - Dai, raccontaci tutto, ci hai incuriosite parecchio. - disse Elisa che delle amiche mostrava d'essere la più interessata alla natura del sogno.
   - Beh, se devo essere sincera non ricordo bene come ha avuto inizio il sogno, sta di fatto che mi sono trovata a percorrere una lunga strada, apparentemente deserta, dove a entrambi i lati della carreggiata trovava posto una recinzione muraria altissima che toglieva la vista al resto del panorama. Ma ciò che ricordo con molta apprensione è la presenza di tanti corvi che sostavano, immobili, sulla sommità delle recinzioni.
   - Dei corvi? - la interruppe Marianna sino allora rimasta silenziosa ad ascoltare il racconto dell'amica.
   - Sì, dei corvi, io li conosco bene. Sono uccelli spaventosi che gracchiano in continuazione. La campagna intorno alla mia casa di campagna ne è infestata.
   - Mi sembra abbastanza assurdo sognare quel tipo di volatili. Sono bestiacce schifose. - disse Marianna.
   - Io li fissavo e loro guardavano dritti nella mia direzione, per niente intimoriti dalla mia presenza, e seguitavano a gracchiare.
   - E poi? - disse Marta dopo avere allontanato dalle labbra la tazza piena a metà del cappuccino.
   - All'improvviso, dal nulla, lungo la strada è spuntata una figura maschile. Ho subito intuito che fosse sua intenzione aggredirmi.
   - Ci scommetto che era un tipo d'uomo giovane e belloccio, dall'occhio spermatico, naturalmente, vero? - disse Elisa mettendosi a ridere, contagiando le compagne che si misero pure loro a sogghignare. 
   - Non so se era giovane o vecchio, anche adesso l'immagine di quell'uomo mi appare piuttosto sbiadita, accidenti! Sta di fatto che mentre si apprestava a mettermi le mani addosso, deciso a violentarmi, presumo, mi sono svegliata con le palpitazioni al cuore per lo spavento. Secondo voi che significato devo dare a questo sogno?
   Le tre amiche rimasero mute, apparentemente indecise sul tipo di risposta da dare all'amica, infine Marianna prese la parola.
   - Innanzi tutto è risaputo che i corvi, nell'immaginario collettivo, sono uccelli ostili che portano sfiga. Se li hai sognati vuol dire che stai passando un periodo di grande angoscia e inquietudine. Giusto?
   - Mah! Non lo so, forse.
   - Non dire niente, non è il caso. - intervenne Elisa. - Probabilmente il tuo subconscio rivela delle paure che ti porti appresso. La strada che ti sei trovata a percorrere nel sogno, cinta d'assedio da spesse mura, dà a intendere che nella tua vita c'è qualcuno che ti costringe a fare cose che tu non vorresti fare. Perlomeno è questo che mi hai dato a intendere raccontandoci il tuo sogno.
   - Scusa se mi metto a ridere, ma nella mia vita non c'è nessuno che mi costringe a fare cose che non voglio fare.
   - Comunque dalle tue parole traspare abbastanza chiaro che hai paura di un uomo. Magari è qualcuno che conosci e di cui hai il terrore. Un'altra interpretazione potrebbe essere quella che nel tuo inconscio desideri per davvero essere violentata. E' così?
   - Ma no, dai, cosa ti viene in mente, non dire stronzate. E' pur vero che un uomo dotato di un cazzo grosso come quello di Rocco Siffredi non lo respingerei mai, ma da lì a desiderare d'essere violentata ce ne passa.
   - Beh, adesso vi racconto io un sogno che ho fatto di recente. - s'intromise Marianna accavallandosi alle parole di Brigida. - Purtroppo, e lo dico con sincerità, è un sogno che faccio abbastanza spesso e ogni volta mi mette addosso molta angoscia. 
   - Perché? - si intromise Elisa.
   - Beh, non lo so, ma per qualche ragione che non conosco sogno che il mio ragazzo mi tradisce.
   - Ah.
   - Nel sogno è sempre in compagnia con la medesima ragazza di cui, con mio grande rammarico, non riesco mai a scorgere il volto. Il più delle volte lui la sodomizza, la lega, la frusta e non vi dico altro perché ho vergogna a raccontarvi queste cose. Sennonché ogni volta va a finire che mi sveglio terrorizzata con la sensazione che sia tutto vero. Sarà mica una di voi la ragazza con cui mi tradisce, eh? - concluse dileggiando le amiche.
   - Se vuoi un mio parere. - intervenne Marta, - Tu hai realmente il dubbio che il tuo ragazzo ti tradisca. Magari non gli stai dando tutto quello che lui ti chiede, oppure hai la sensazione di non essere all'altezza del rapporto che avete instaurato. Secondo me hai il timore che una qualsiasi ragazza potrebbe portartelo via.
   - Scusa se te lo chiedo. - disse Brigida. - Ma quando fai del sesso con il tuo ragazzo sei disponibile a fare tutto quello che ti chiede oppure metti dei paletti?
   - Cosa intendi con "tutto"?
   - Pompini gliene fai?
   - Beh, sì, che c'è di strano.
   - E altro?
   - Cosa intendi per altro?
   - Ingoi?
   - Beh, sì, ma non sempre, eh.
   - Ti lasci sodomizzare? - finì per dire con schiettezza Brigida.
   Marianna esitò prima rispondere all'amica, incerta se dare conferma o meno a quella domanda, ci pensò Marta a trarla d'impaccio inserendosi nella conversazione. 
   - Se t'interessa conoscere il mio parere posso dirti che pecchi di autostima. Secondo me non è lui il tuo problema, invece dovresti farci l'abitudine a convivere con la paura di amare e di essere amata. Le tue paure, i tuoi incubi, derivano tutti da te stessa.
   - Forse hai ragione. - disse Marianna mostrando un certo imbarazzo.
   A questo punto, forse perché influenzata dalle confessioni delle amiche, anche Elisa finì per raccontare uno dei suoi sogni. 
   - Se devo essere sincera io sogno raramente, perlomeno questa è la sensazione che ho, perché la mattina, al risveglio, non ricordo mai niente di quello che ho sognato. Sennonché poche notti fa ho fatto un sogno che si è trasformato in un incubo. Nel sogno ero da sola al centro di una grande piazza quando è sopraggiunto un uomo che, rivolgendosi a me, ha detto: "Ho saputo che a Natale morirai", dopodiché l'uomo è svanito nel nulla così come era comparso. Poco dopo, nel sogno, mi sono trovata a dovere rispondere al telefono a mia madre che voleva vedermi con urgenza perché, a suo dire, a Natale avrei dovuto subire un intervento chirurgico durante il quale avrei perso la vita. Lei a tutti i costi voleva impedirmi di sottopormi a quella operazione chirurgica. 
   - Ma tu hai davvero in mente di sottoporti a una operazione chirurgica prossimamente? - le chiese Marianna preoccupata. 
   - No, affatto, non ci penso proprio. Beh, a dire il vero il pensiero di rifarmi le tette, per passare da una seconda a una quarta, l'ho fatto tempo fa, ma poi ci ho rinunciato.
   - Per quello che ne capisco il sogno che hai fatto è un invito a vivere a pieno, facendo tutto quello che ti senti dentro e hai sempre voluto fare. - intervenne Marta. - Da quanto tempo è che non stai con un uomo?
   - Un paio di anni. - disse Elisa con un certo imbarazzo. 
   - Il vero problema è che la vita scorre via veloce e non dobbiamo gettare via il tempo che abbiamo da vivere inutilmente. Sono d'accordo con quanto ti ha detto poc'anzi Marta, questo sogno è un invito a vivere e non a tirare a campare.
   - E la presenza nel sonno di mia madre che significa? Forse è preoccupata perché non ho nessun compagno accanto a me?
   - Probabilmente è così. - disse Marta. 
   La conversazione sembrò scadere d'interesse perché ognuna delle ragazze si affaccendò nel portare a termine la colazione buttandosi a consumare, caffè, cappuccino e brioche. Soltanto quando furono prossime a lasciare il tavolo, per raggiungere ognuna il proprio posto di lavoro, Brigida si rivolse a Marta.
   - E tu non ci racconti niente dei sogni che fai?
   - Chi io?
   - Sì, dai, raccontaci qualcosa. Non occorre sostenere che non sogni cose interessanti perché tanto non ci credo. - disse Elisa. 
   - In effetti, faccio dei sogni abbastanza strani. La cosa più curiosa è che da un po' di tempo la protagonista dei miei sogni è sempre la medesima persona: una donna. A essere sincera quella donna ha il volto di una di voi tre. 
   Elisa spiaccicò quelle parole con molta naturalezza anche se la rivelazione aveva tutta l'apparenza di un grosso macigno che ammutolì le amiche.
   - Le situazioni in cui mi sono trovata a fare del sesso con lei cambiavano di frequente, ma il volto della ragazza era sempre lo stesso, quello di una di voi tre. Diverse sere fa ho persino sognato che stavo a guardarla mentre faceva l'amore con un'altra donna. Intanto che scopava mi chiamava per nome ed io facevo finta di non sentire le sue parole mentre mi intrattenevo a guardarla impegnata com'era nel praticare un sessantanove. In quel frangente mi sono svegliata e mi sono trovata con la passera bagnata fradicia per l'eccitazione che mi aveva provocato la scena. Un'altra volta ho sognato che stavamo leccandoci la passera a vicenda ed eravamo felici. Di questa mia ossessione notturna prima di parlarne con voi ne ho fatto cenno con un uomo, lui mi ha detto che sognare di fare sesso con la stessa donna più di una volta, nell’arco di poco tempo, significa essersi presa una cotta per lei.
   - Non vuoi dirci chi è di noi tre? - disse Brigida.
   - L'uomo con cui ne ho parlato mi ha detto che se la sogno è perché durante il giorno la penso troppo spesso. Non nego che una di voi tre esercita su di me un certo fascino, e che penso spesso a lei, ma non credo di esserne innamorata. Secondo voi cosa significa questo sogno?
   Nessuna delle amiche diede risposta alla domanda posta da Marta. Imbarazzate dalla rivelazione dell'amica, incerte se credere o meno che fosse tutto uno scherzo oppure vero. Si alzarono in piedi e di fretta andarono verso la cassa per pagare le consumazioni lasciando Marta e i suoi interrogativi. Soltanto quando si trovarono tutt'e quattro in prossimità della porta d'uscita, prossime a recarsi ciascuna sul proprio posto di lavoro, Elisa si rivolse a Marta che stava in coda al gruppo.
   - Il consiglio che posso darti, a proposito del tuo sogno ricorrente, è d'invitare quella ragazza a cena. Potrebbe essere l'occasione giusta per verificare i suoi sentimenti e i tuoi.
   - Sì, penso che faro proprio così, grazie per il consiglio. - rispose seria Marta.
   Fuori dalla caffetteria una pioggerellina sottile bagnava la piccola piazza dell'Oltretorrente, a forma triangolare, dove si affacciava il locale. Aprirono ciascuna l'ombrello, si scambiarono un ultimo saluto, dopodiché presero ognuno la propria strada con l'impegno di rivedersi l'indomani allo stesso tavolo.

 

 
 

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