La
suoneria del cellulare annunciò
l'arrivo di un messaggio. Lorenzo fissò
lo sguardo sul display su cui era
comparsa l'immagine di una busta gialla.
Sulla tastiera effettuò una leggera
pressione delle dita su un tasto e sullo
schermo comparve una scritta.
"Ti aspetto al solito posto! Un
bacio. Barbara"
Prima di soccombere alle lusinghe del
minuscolo apparecchio telefonico aveva
riflettuto a lungo sull'utilità di
quell'aggeggio infernale, divenuto
prodotto di largo consumo, oramai alla
portata di tutte le tasche.
A fargli cambiare idea
sull'utilità del cellulare era stata la
scomparsa delle cabine telefoniche,
motivo che aveva reso pressoché
impossibile effettuare una qualsiasi
telefonata lontano dalle mura
domestiche, specie dopo che i bar
avevano eliminato le postazioni
telefoniche pubbliche a pagamento.
In più di una occasione
era stato sul punto di acquistare un
cellulare, ma ogni volta ne aveva
rimandato l'acquisto. Se ancora non l'aveva
fatto non era per spilorceria, né per
una questione etica, ma soltanto perché
non sapeva cosa farsene
dell'apparecchio, convinto che nessuno
lo avrebbe cercato a quel numero
telefonico. L'apparecchio gli sarebbe
stato utile soltanto in particolari
situazioni di emergenza. Era questa la
ragione che, dopo tanti dubbi, l'aveva
spinto all'acquisto, seppure portato a
termine con riluttanza.
Dopo che Mariella lo aveva
abbandonato, preferendogli un altro
uomo, non aveva alcuna intenzione di
intraprendere una nuova compagna: solo
l'idea di farlo lo stancava. Molto
meglio scopare una qualsiasi delle
prostitute slave che ogni notte
popolavano le strade periferiche della
città.
Oramai si era rassegnato al
mutismo cronico dell'apparecchio
telefonico che nella sua abitazione
giaceva intristito nel salotto a lato di
una abat-jour. Le rare volte in cui
trillava era perché qualcuno,
dall'altro capo del telefono, si
confondeva nel digitare la selezione dei
tasti e componeva per errore il numero
di quell'apparecchio, oppure a parlare
era la voce di qualche venditore
interessato a fargli sottoscrivere un
abbonamento a Sky, Alice o Wind
Infostrada.
*
* *
Il sabato mattina Lorenzo era solito
muoversi per la città nell'affaccendarsi
a fare shopping. Verso mezzogiorno, dopo avere
camminato per un paio d'ore, raggiunse
il quartiere dell'Oltretorrente. Lì,
sotto i portici dell'Ospedale Vecchio,
un paio di giorni alla settimana, gli
ambulanti esponevano oggetti di
modernariato.
Gli piaceva intrattenersi
ad ammirare le cianfrusaglie sparse sui
banchi degli ambulanti, ma più di
tutto era interessato all'esposizione di
fumetti di cui era un accanito
collezionista.
Si trattenne a lungo
davanti a una bancarella che
commercializzava fumetti e libri antichi
affascinato da alcune copertine di Corto
Maltese. Seguitò a sfogliare le pagine
dei fumetti di Milo Manara rapito dalla
particolarità del disegno, indeciso se
acquistarne una o più copie.
Stava soppesandone
l'acquisto quando il cellulare si mise a
trillare. Impegnato a sfogliare le
pagine disegnate da Milo Manara non si
prese la briga di togliere dalla tasca
il cellulare per leggere la missiva, forse perché gli
unici SMS che riceveva erano
aggiornamenti sportivi e qualche
messaggio di pubblicità.
Poco più tardi stava
camminando lungo il marciapiedi di Via
d'Azeglio, soddisfatto per l'acquisto di
un paio di fumetti di Corto Maltese,
quando trasse dalla tasca il cellulare e
si mise a leggere il messaggio sul
display.
Le parole che apparvero
sullo schermo lo lasciarono
esterrefatto. Arrestò il passo e tornò
daccapo a leggere il testo del
messaggio.
"Ho voglia di farti un pompino.
Ti aspetto alle 18.00 alla Multisala
Capitol. Sarò nella Sala Tre, dove
proiettano il film Notti selvagge.
Occuperò una poltrona nella terzultima
fila a sinistra del corridoio centrale.
Non mancare. Barbara"
Lorenzo si soffermò a leggere il
messaggio una seconda volta incredulo.
Il numero telefonico da cui proveniva il
messaggio era quello di un cellulare, ma
non apparteneva a nessuno degli
apparecchi riconducibili alla stretta
cerchia di amici e amiche annotati nella
memoria dell'apparecchio telefonico.
Il messaggio aveva tutta
l'apparenza di una burla ordita a suo
danno da qualche buontempone, oppure un
maldestro errore compiuto nella
digitazione dei tasti. Di sicuro il
messaggio era pervenuto a lui per
errore, pensò. Infine l'ipotesi dello
scherzo gli sembrò la più
plausibile.
Fatti pochi passi sfilò il
cellulare dalla tasca e compose il
numero telefonico da cui aveva preso
avvio il messaggio che gli era stato
inviato.
"L'utente
è momentaneamente irraggiungibile"
Nelle ore immediatamente successive la
comparsa del messaggio compose più
volte il medesimo numero, ma la risposta
fu sempre la medesima.
"L'utente
è momentaneamente irraggiungibile"
Il messaggio, soprattutto per la natura
oscena, aveva incuriosito Lorenzo e non
poteva essere altrimenti. Si chiese chi
poteva essere l'autore del messaggio.
Una donna? Una puttana? Oppure una
ninfomane? Probabilmente doveva essere
una di quelle femmine mai paghe di
succhiare un cazzo dietro l'altro. Di
questo doveva trattarsi, ne era certo.
*
* *
In
anticipo di mezz'ora rispetto all'ora
fissata dalla sua corteggiatrice uscì
di casa per raggiungere la Multisala
Capitol, distante un paio di chilometri
dalla sua abitazione. Quando mise piede
nella Sala Tre, quella dove era
proiettato il film "Notti
selvagge", citato nel messaggio,
mancavano dieci minuti alle 18.00.
Una volta in platea
rimase per un po' di tempo sul
fondo della sala, con la schiena
appoggiata contro una parete, cercando
di adattare gli occhi all'oscurità.
Sullo schermo scorrevano i
titoli iniziali del film quando, con un
certo timore, andò a occupare la
poltrona, in penultima fila a sinistra
del corridoio centrale, appena dietro la
poltrona della terzultima fila indicata
nel messaggio. Si guardò attorno
nell'oscurità della sala, pressoché
vuota di persone, con addosso una forte
eccitazione.
Il film lo aveva visto
qualche giorno addietro e non prestò
attenzione alla storia raccontata nella
pellicola. Il lungometraggio descriveva una storia
torbida da fare accapponare la pelle. Il
protagonista, un bisessuale ammalato di
AIDS, intratteneva rapporti con uomini e
donne contagiando tutti coloro che
venivano a contatto con lui.
Ricordando il tema trattato
nella pellicola Lorenzo prese coscienza
della strana situazione in cui si era
venuto a trovare. Impaurito da ciò che
gli sarebbe potuto accadere,
intrattenendo rapporti sessuali con una
sconosciuta, era sul punto di
allontanarsi dalla sala quando una
figura femminile, comparsa dal nulla,
andò a sedersi nella fila di poltrone
davanti a lui, accanto alla poltrona
vuota indicata nel messaggio che aveva
ricevuto sul cellulare.
La donna aveva un aspetto
giovanile. Il viso, visto di profilo,
pareva quello di una trentenne,
perlomeno questa fu l'impressione che
Lorenzo ne ricevette.
Mentre le immagini del film
scorrevano sullo schermo non smise un
solo istante di guardarla approfittando
del riverbero della luce proveniente
dallo schermo che le illuminava il
volto. Era nervosa e ne aveva tutte le
ragioni. Insisteva a guardare di
continuo l'orologio al polso, ma anche
lui era nervoso, forse più di lei.
Infine si fece coraggio e prese posto
nella poltrona accanto a quella occupata
dalla donna, poi si rivolse a lei.
- Barbara?
- Sì, sono io. - gli
rispose.
Ciò che avvenne in seguito
era come se l'era immaginato. Barbara
gli sbottonò la patta dei pantaloni,
gli tirò fuori il cazzo, e cominciò a
accarezzarglielo. Per facilitarle il
compito Lorenzo si lasciò scivolare con
la schiena in avanti e divaricò le
cosce.
La bocca della donna gli
sommerse la cappella aderendo con le
labbra alla superficie scabra del cazzo,
dopodiché cominciò a succhiarglielo
per niente imbarazzata dalla loro
estraneità.
La cosa più strana fu che
la donna aveva dato per scontato che lui
fosse l'uomo a cui aveva dato
appuntamento.
Forse si trattava di un
incontro al buio, di quelli tanto di
moda nelle chat erotiche, ma l'unica
cosa che gli importava era che stava
godendo come raramente gli era accaduto
scopando con la sua ex moglie.
Sborrò nel bocca della
donna che, una volta deglutito lo sperma
e ripulito la cappella con le labbra, se
ne andò via lasciandolo seduto nella
poltrona del cinema con il cazzo
penzoloni fuori dai pantaloni.
Durante il breve incontro
lui e Rossana non si erano scambiati una
sola parola, forse perché anche una
sola in quella situazione sarebbe stata
di troppo.
Nei giorni seguenti Lorenzo
cercò più volte di mettersi in
contatto con la donna componendo il
numero di telefono rimasto impresso
nella memoria del cellulare, ma nessuno
gli diede risposta.
Il successivo sabato
pomeriggio, quando mancavano pochi
minuti alle 18.00, si presentò alla
Multisala Capitol con la segreta
speranza d'incontrarla di nuovo. Occupò
la medesima poltrona della volta
precedente, nella penultima fila a
sinistra del corridoio centrale, appena
dietro la poltrona che aveva occupato
quando la donna gli aveva succhiato il
cazzo.
La sala era pressoché
vuota di gente. Un ragazzo entrò nella
sala e andò a occupare la poltrona
davanti a lui, là dove Barbara gli
aveva fatto il pompino. La cosa non gli
sembrò per niente strana, quindi non si
stupì quando la vide comparire e andare
a sedersi accanto al ragazzo. Anche
stavolta, come era accaduto a lui, si
mise a succhiare il cazzo
all'occasionale compagno fino a farlo
venire, ingoiando lo sperma.
Seguì la scena stando
dietro le loro poltrone, toccandosi il
cazzo per tutto il tempo del pompino,
senza venire, anche se avrebbe
desiderato farlo eccitato dalla scena a
cui stava assistendo. Quando la donna si
alzò dalla poltrona Lorenzo le andò
dietro. Prima che raggiungesse il drappo
scuro che faceva da cuscinetto fra la
sala d'aspetto e la platea la bloccò
- Barbara?
- Sì?
- Ti ricordi di me?
- Dovrei?
Lorenzo le prese la mano e
l'avvicinò al cazzo facendoglielo
tastare. Il contatto con il cazzo duro
ridiede vigore alle voglie mai sopite
della donna.
- Vieni, andiamo. - disse
Barbara invitandolo a sedersi su una
poltrona dell'ultima fila.
Stavolta, finito il
pompino, Lorenzo ebbe il tempo di
comunicarle il proprio numero di
cellulare prima che lei scomparisse.
*
* *
Sotto i portici dell'Ospedale Vecchio
Lorenzo stava intrattenendosi dinanzi a
una bancarella che commercializzava
fumetti quando la suoneria del cellulare
annunciò un messaggio. Effettuò una
leggera pressione su un pulsante della
tastiera e una scritta prese vita sul
display.
"Ti
aspetto al solito posto! Un bacio.
Barbara"
L'appuntamento con la donna del pompino
più che un'abitudine era diventato una
necessità a cui non sapeva sottrarsi.
Lei lo chiamava e lui accorreva. Tutt'e
due sapevano poco o niente dell'altro, i
loro incontri si svolgevano nella sala
di un cinema senza altre complicanze e
forse era meglio così.