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LA MOGLIE
DEL MIO MIGLIORE AMICO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Ho
fatto
sesso con la moglie del mio migliore
amico e adesso ne sono pazzamente
innamorata. E’ accaduto durante la
festa di addio al nubilato di una comune
amica ed è stato
elettrizzante fare l’amore con lei. Il
mattino seguente quando ci siamo
lasciate, dopo l'intera notte trascorsa
a sgrillettarci la passera l'un l'altra,
mi ha confessato, con la semplicità
d’animo di una donna che ha conservato
l’innocenza e il candore di una
adolescente, di non avere mai spalancato
le cosce a nessun’altra donna prima di
me. Sono la prima a cui ha dato modo di
assaggiare la propria figa anche se,
dopo quella notte di sesso sfrenato, ha
seguitato a considerarsi eterosessuale.
La
mattina seguente, congedandoci per fare
ritorno alle nostre rispettive
occupazioni, mi ha fatto promettere che
mi sarei dimenticata del sesso consumato
quella notte, illudendosi, forse, che la
nostra amicizia sarebbe tornata a essere
quella di prima. Sennonché non ha messo
in conto che mi ero innamorata persa
della sua passera e del resto del corpo.
Eppure prima di quella
notte di sesso non mi era mai passata
per la mente di scoparla, pur se dotata
di una straordinaria bellezza, essendo
felicemente sposata con il mio migliore
amico, un uomo che ha saputo starmi
vicino in diversi momenti tristi della
mia vita, ma il destino ha voluto che
m'innamorassi di lei.
Nei
giorni seguenti, ripensando a quanto era
accaduto in quella camera d’albergo,
mi sono convinta che quella che avevamo
vissuto Letizia e io non poteva essere
la storia di una notte soltanto, ma che
fra noi era sbocciato qualcosa di molto
più importante: forse l’amore di cui
da troppo tempo ero in attesa. E adesso
vivo col timore che il sentimento che
provo verso la sua persona non sia
ricambiato.
Sono
lesbica
da sempre, ma ho imparato ad accettarmi
per quella che sono soltanto quando ho
raggiunto i sedici anni d'età. E'
accaduto quando mi sono innamorata persa
di
una compagna di classe, travolta dalla
consapevolezza che il sentimento che
stavo provando era completamente diverso
da quello che nutrivo per le ragazze che
mi gravitavano intorno, e allora ho
preso coscienza della mia diversità.
Lei e io eravamo sempre insieme. E nelle
ore in cui, terminata la scuola, eravamo
lontane ci telefonavamo a ogni ora del
giorno e pure della notte. Un
pomeriggio, mentre passeggiavamo
tenendoci mano nella mano lungo un
sentiero sterrato del Parco Ducale, ha
preso l'iniziata e ha provato a baciarmi
e da quel gesto ho capito tutto.
Ho ricevuto quel
bacio, all'apparenza fuggente, senza
ritrarmi, ma subito dopo l’ho
contraccambiato buttandole le braccia
intorno al collo, attirandola con forza
a me. Abbiamo seguitato a limonarci per
un periodo di tempo che lì per lì mi
è parso interminabile, carezzandoci,
lambendo ognuna i seni dell’altra,
soggette tutt'e due agli spasmi delle
pareti della figa che si contraevano per
l’eccitazione. Da quel giorno mi sono
messa l’anima in pace, ed ho preso
atto in modo definitivo che sono
lesbica.
Quando
da bambina giocavo a marito e moglie con
le bambole mi piaceva assumere la parte
del maschio. Sentivo di essere portata
per quel ruolo e ne ho avuto la certezza
negli anni a seguire. Le prime
esperienze di sesso saffico le ho fatte
scambiando carezze e baci con un’amica
che occupava con la sua famiglia un
appartamento nel mio stesso caseggiato.
Tutt'e due avevamo poco meno di dodici
anni quando siamo pervenute alla
decisione di scambiarci quei baci. Lo
avevamo fatto un po' per gioco e un
po’ per curiosità, come un
“allenamento”, tanto per
“esercitarci”, sostenevamo entrambi,
considerandolo un passaggio obbligato
prima di praticare del sesso con qualche
maschio e non trovarci nella condizione
di fare la figura delle imbranate.
Gli
anni della pubertà li ho trascorsi
davanti alla tivù guardando i fumetti
della mia eroina preferita: Lady Oscar,
colpevole di essere nata femmina e
costretta dal padre a fingersi uomo,
vestita da soldato nonostante fosse
provvista di una invidiabile quarta di
seno, come del resto sono dotata pure
io.
Da
sempre ho avvertito una forte attrazione
verso il corpo delle altre donne. Ai
tempi del liceo ho pure fatto sesso con
alcuni maschi miei coetanei, ma non
riuscivano a provocarmi gli stessi
scombussolamenti ormonali che mi
causavano i rapporti lesbo, così ho
scelto di stare meglio con me stessa,
facendo sesso soltanto con le ragazze,
perché essere lesbica non è affatto
disdicevole come sostengono certi
cattolici benpensanti poiché è nella
mia natura. Insomma mi sono resa conto
di essere attratta soltanto da chi ha il
mio stesso sesso, cosicché dopo alcune
esperienze fatte con i maschi mi sono
innamorata esclusivamente di ragazze.
Alla
festa di addio al celibato della nostra
comune amica Letizia e io avevamo bevuto
parecchio, anzi a dirla tutta eravamo
brille. E una volta terminati i
festeggiamenti ci eravamo ritrovate
sdraiate sul letto della mia camere
d’albergo, dove tutte due avevamo
preso alloggio, e non so come e perché
ci eravamo messe a guardare un film alla
tivù.
La
pellicola se ben ricordo era un thriller
a sfondo erotico dal titolo “Torbido
inganno”. Attratta dal tema ambiguo
della pellicola, ma soprattutto dalla
bellezza della protagonista femminile,
icona omosessuale del cinema americano,
ci eravamo ritrovate sedute sul letto,
con la schiena appoggiata alla parete
della stanza, accoccolate una
all’altra, turbate dalle scene lesbo,
complici della strana situazione in cui
ci eravamo venute a trovare, cosicché
è accaduto quello che forse non sarebbe
mai dovuto accadere.
Ho
lasciato cadere una mano fra le sue
cosce e ho cominciato ad accarezzarla,
eccitata dal ruolo di lesbica buch
sostenuto dalla protagonista della
pellicola. Nel corso della mia vita ho
sempre pensato che, piuttosto che
ritrarsi, valga la pena mettersi alla
prova tuffandosi in nuove esperienze
quando la passione mi travolge,
consapevole che è molto meglio essere
oppressi da un rimorso piuttosto che
essere gravati da un rimpianto. Lei non
si è ritratta e mi ha lasciato fare,
nemmeno si è scostata quando le nostre
labbra sono venute a contatto ed è partito un lungo bacio.
Nonostante
la promessa che ci siamo fatte, dopo la
notte trascorsa a fare l'amore, non
abbiamo mai smesso di cercarci. Lo
abbiamo fatto indirizzandoci degli SMS,
ma soprattutto scambiandoci carezze e
baci tutte le volte che ne abbiamo avuto
l'occasione, anche se tutt'ora lei
seguita a sostenere di essere follemente
innamorata del marito.
Stamattina, poco
prima di mezzogiorno, Letizia mi ha
telefonato. E' accaduto durante una
pausa del mio di turno di lavoro da
infermiera strumentista in sala
operatoria. Appena le ho dato risposta
Letizia non si è dilungata in troppi
giri di parole. Senza fare ricorso a
inutili preamboli mi ha chiesto se
stasera poteva venire a casa mia,
annunciandomi che il marito sarebbe
rimasto assente dalla città per alcuni
giorni essendo all’estero per ragioni
di lavoro.
Ho supposto che
avremmo trascorso le prossime notti a
fare l'amore nel mio letto e ogni
mattina, al momento di lasciarci, mi
avrebbe detto che si sentiva in colpa
per quello che era accaduto durante la
notte.
Ormai
mi sono fatta l’idea che Letizia,
prima di conoscermi, abbia sempre avuto il
desiderio di fare sesso con una donna, come
fosse una fantasia spuria e
null'altro, mentre facendo l’amore con
me si è accorta che le piace scopare
con chi ha il suo stesso sesso e fatica
ad ammetterlo.
Quando
stamattina ho preso servizio in clinica
sulla città germogliavano le prime luci
dell’alba. Per tutto il turno di
lavoro sono rimasta in piedi, nella
penombra della sala operatoria,
coadiuvando i medici impegnati in
interventi chirurgici. Alle quattro del
pomeriggio, stanca morta, concluso il
turno di lavoro, ho fatto ritorno a
casa. Appena ho messo piede
nell'appartamento mi sono lasciata
cadere sul letto e ho dormito come una
marmotta per un paio d'ore. Al risveglio
mi sono infilata sotto la doccia e, dopo
essermi rinfrescata, ho deterso il corpo
con una crema nutriente di latte di
cotone e burro di karatè che mi ha
lasciato la pelle morbida come non
raramente ho avuto prima d’oggi.
Da poco ho terminato di lavare piatti e
stoviglie della cena che ho consumato da
sola come ogni sera. Seduta sulla
poltrona, davanti allo schermo della tivù
al plasma, sto pensando che Letizia fra
poco sarà qui. Rifletto su questa
eventualità quando avverto trillo della
suoneria del portone di casa. Mi alzo
dalla poltrona e mi avvicino alla
cornetta del citofono, dalla voce che
esce dall'apparecchio ho la conferma che
si tratta di Letizia.
Le vado incontro
all'ingresso della abitazione mentre
l’ascensore sale verso il mio
appartamento. Me la ritrovo davanti
appena mette piede sul pianerottolo ed
è una visione divina.
Letizia
sfoggia con sciccosa eleganza un
decolleté che la fa apparire bella da
morire. L’abbraccio e mi ritrovo con
la bocca umida incollata alla sua bocca.
Assaporo il gusto mielato della sua
saliva e respiro l’odore della sua
pelle, poi chiudo la porta alle nostre
spalle.
-
Infine sei venuta… - dico mentre
l’accompagno verso il salotto, anche
se più di tutto desidererei saltarle
addosso, sbatterle la schiena sul
parquet, spalancarle le cosce, e
leccarle la figa sino a farla urlare di
piacere.
-
Il mio problema è che ogni volta che mi
ritrovo insieme a te sento che sto per
tradire mio marito. In quattro anni di
matrimonio non ho mai pensato di
tradirlo con nessun altro uomo, sono
sempre stata salda nei miei valori…
perlomeno sino a quando ho incontrato
te.
-
E ti dispiace avermi incontrata? - dico
cingendole i fianchi con entrambe le
braccia, avvicinando le labbra alle sue
senza baciarla e facendole assapora
l’alito della mia bocca.
-
C’è una parte del mio cervello che
vorrebbe secretare questo nostro stare
insieme per cercare di capire cosa mi
sta succedendo, mentre c’è un’altra
parte del cervello che vorrebbe che
fossi sincera e trasparente con mio
marito. Il risultato è che le due
parti, al pari degli emisferi cerebrali,
sono alla pari. Capisci? E poi quello
che sta accadendo fra noi non l’ho mai
considerato un tradimento. Sbaglio?
-
Non lo so.
-
A volte mi ritrovo a pensare quali
considerazioni mi troverei a fare nel
caso venissi a sapere che mio marito ha
una storia con un uomo. Secondo te in
quel caso dovrei essere gelosa?
-
Boh! Non lo so.
-
La verità è che ho cercato in tutti i
modi di liberarmi della tua presenza
nella mia vita, poi mi sono accorta che
sto male se rimango per troppo tempo
lontana da te.
Mi
sistemo seduta sulla poltrona. Letizia
fa lo stesso, ma si mette col culo di
traverso sulle mie ginocchia. Mi
allaccia le braccia intorno al collo e
appoggia il capo sul mio seno. Le
accarezzo il capo e restiamo mute mentre
mi ostino a sedurla stirandole i
capelli.
-
Anch’io provo qualcosa di forte verso
di te, ormai lo avrai capito, vero? -
dico mentre seguito a carezzarle i
capelli senza riuscire a cogliere
l'espressione del suo volto. - Cerchiamo
piuttosto di vivere questa nostra storia
senza porci troppi problemi, io la penso
così. E tu come vivi questo nostro
amore… se mi permetti di chiamarlo così.
-
Fai le cose facili perché non sei
sposata.
-
Ti assicuro che più passa il tempo più
mi accorgo che siamo maggiormente unite.
Ancora non so darmi nessuna risposta sul
modo in cui la nostra storia potrà
evolversi. Quello di cui sono certa è
che la passione sta disgregando tutte le
mie difese, l’unica cosa che posso
dirti è che mi sono innamorata persa di te. -
dico mentre le infilo una mano fra le
cosce e lei mantiene il capo calcato sul
mio seno.
-
Sono parole grosse quelle che hai
pronunciato, stai mettendomi in
imbarazzo, lo sai?
-
Sono soltanto sincera. Non dovrei
esserlo?
-
Quello che mi sento di dire è che in
questo preciso momento, accanto a te,
non provo alcun senso di colpa verso mio
marito. Mentre quando sono lontana da te
e penso alla storia che stiamo vivendo,
allora mi preoccupo dei sentimenti che
mi tengono legata a mio marito e non
vorrei che il mio contegno potesse in
qualche modo ferirlo. Ti assicuro che
non è facile per me vivere accanto a
lui avendo la coscienza sporca come lo è
la mia, dovrei essere in crisi invece
stando accanto a te sono felice, calma e
rilassata.
-
E te ne sei fatta una ragione?
-
Forse perché facendo sesso con te ho
provato sensazioni che prima di
conoscerti non avevo mai avvertito con
nessun altro uomo.
-
Mi fa piacere sentirti parlare così. -
dico spingendomi con le dita della mano,
affossata fra le sue cosce, verso la
parte più intima del suo corpo.
-
Conoscerti intimamente mi ha messo in
crisi, non so più chi sono e cosa
voglio. Oltre a piacermi i maschi ho
sempre provato una certa attrazione
verso le femmine, un genere di
turbamento che ho sempre cercato di
soffocare senza riuscire a
razionalizzare quello che provavo.
Adesso che ti ho conosciuta in profondità
ho bene presente il motivo
dell’attrazione che in qualche modo
provavo verso certe mie amiche, specie
le più belle. Prima di conoscerti mi
sono spesso ritrovata a guardare con
ammirazione il volto o il corpo di
qualche ragazza, specie di quelle nude
ritratte in certe riviste patinate. Ma
non ho mai pensato di andare a letto con
nessuna donna e soprattutto
intraprendere una storia, perché ho
sempre pensato alla mia vita unicamente
in compagnia di un uomo con cui mettere
al mondo dei figli.
-
Io l’ho sempre saputo di essere
lesbica, anche se ai tempi del liceo mi
ero fissata di uscire con dei ragazzi
nonostante mi sentissi attratta soltanto
dalle mie coetanee.
-
E ci hai scopato con qualche ragazzo?
-
Sì, qualche volta. Pensa che ho
raggiunto persino l’orgasmo, ma non mi
hanno mai coinvolto di testa. Mi
capisci? Mi sono accorta che le
infatuazioni e le emozioni che provavo
con le ragazze erano di gran lunga molto
più intense e appaganti, anche
sessualmente, rispetto al sesso
praticato con i maschi.
-
A me piace fare l’amore con mio
marito.
-
E con me ti piace farlo?
-
Con te… ancora di più.
-
Ah.
-
E a te non capita mai di rimanere
affascinata da qualche maschio?
-
Se per strada scorgo un bel ragazzo mi
viene spontaneo essere attratta da lui,
magari ci potrei anche scopare, però
ultimamente provo persino nausea tutte
le volte che qualcuno di loro fa il
cascamorto con me soltanto perché gli
piacerebbe scoparmi.
-
Allora non sei mai stata innamorata di
un uomo?
-
Che mi sia innamorata di un uomo non è
mai accaduto e nemmeno penso possa
accadere.
-
E prima di me ti sei innamorata persa di
qualche altra donna?
-
A essere sincera mi sono innamorata di
molte ragazze prima d’incontrarti.
Ognuna ha saputo coinvolgermi in maniera
totale, ma nessuna mi ha conquistata
come è successo con te.
Letizia
solleva il capo e avvicina la bocca alla
mia. Le sue labbra sanno di buono, si
rivelano ancora una volta morbide, e
avverto crescere la pulsione di
morderle.
Con estrema dolcezza
comincia a leccarmi le labbra fintanto
che cedo alla sua insistenza. Sollevo la
serranda dei denti e lascio che la punta
della sua lingua mi penetri e incominci
esplorarmi la bocca.
Ci
adoperiamo nel titillare la lingua una
contro l’altra accrescendo la nostra
eccitazione. Rimaniamo abbracciate,
impigliate nella voglia di baciarci,
abbeverandoci ognuna della saliva
dell’altra. Tutt’a un tratto
m’infila una mano sotto la camicetta e
si impadronisce di una tetta
sollecitandomi con le dita il capezzolo.
Ho
la figa bagnata fradicia e il respiro mi
si è fatto affannoso. Letizia mi bacia
sul collo e dietro l’orecchio mentre
mi mordo le labbra per non lasciarmi
sfuggire i gemiti di piacere che
altrimenti mi uscirebbero dalla bocca.
-
Andiamo di là, dai. - mi sussurra
all’orecchio Letizia.
-
Va bene. - rispondo mentre si solleva
dalle mie ginocchia e si dirige verso la
camera da letto.
Accendo
la luce della camera e inizio a
togliermi gli abiti di dosso. Letizia si
libera le spalline del vestito che cade
sul parquet lasciandola completamente
nuda. Non mi stupisco nel costatare che
non indossa né reggiseno né mutandine.
Ha il corpo perfettamente abbronzato. I
seni, pieni e sufficientemente sodi, le
conferiscono l’aspetto di una attrice
di film porno. Il bacino, non troppo
largo, si stringe nella vita mostrando
un ventre piatto. Mi incanto a guardare
i capelli neri, fluenti fino sotto le
spalle, che racchiudono i lineamenti di
un viso acerbo seppure non propriamente
giovane. Gli occhi di colore marrone
scuro calamitano ancora una volta la mia
attenzione. Questa propensione verso le
curve, le gambe, le labbra, gli occhi,
le tette e soprattutto il pube delle
donne l’ho sempre avuta, infatti, mi
eccita tantissimo guardare il corpo nudo
di Letizia che sta di fronte a me. Lei
allunga una mano nella mia direzione e
mi costringe a coricarmi sul letto.
I
nostri corpi nudi si ritrovano avvolti
dal piumino d’oca. L’ingombrante
presenza dei suoi seni a contatto della
mia pelle mi ha messo addosso un dannato
desiderio di possederla. Ho il clito che
pulsa per l’eccitazione e non posso
fare a meno di dirglielo. Ma lei questo
lo sa già.
Liberata
da ogni residua inibizione Letizia mi
accarezza le tette, sode e di misura
consiste, perlomeno rispetto alle sue,
stordita dalle sensazioni di piacere che
ciò le provoca. Una sorta d’istinto
primitivo guida la sua azione. Mi lecca
le tette tutt’intorno le areole dei
capezzoli, addentandoli con una certa
energia, e resto conquistata da questi
baci. Le attanaglio il culo e affondo le
unghie nelle natiche attirando il corpo
intero di Letizia su di me.
Scopertamente eccitata mi lascio
sfuggire più di un gemito di piacere.
Assecondo il movimento delle dita della
mia compagna che si diletta a carezzarmi
il clitoride saccheggiandomi fra le
cosce. La lascio fare, asservita ai suoi
desideri perdutamente persa di testa.
Riprendo
in mano la situazione e mi inginocchio
fra le sue gambe. Risalgo con movimenti
lenti e delicati le ginocchia e le
cosce, tenute opportunamente divaricate,
sino a raggiungere con le dita la figa.
Un
istinto che bene conosco mi guida
prepotente. Lascio che la lingua scivoli
nell’intimità del suo corpo e prendo
a leccarla intorno alle grandi e piccole
labbra. Insisto a morderle
ripetutamente, prodigandomi in qualche
incursione con la punta della lingua
all’interno della vagina. Il suo
clitoride è turgido ed è più
sviluppato del mio. Lo scappuccio, lo
lecco, lo succhio, dalla sommità sino
alla radice, mentre con due dita la
penetro e la scopo.
Quello
che le provoco è un duplice orgasmo,
clitorideo e vaginale. Sono molto brava
a succhiarle il clitoride perché la
reazione di Letizia non si fa attendere.
Il suo corpo inizia a tremare ed è
prossima a raggiungere l’orgasmo. Godo
nel sentirla urlare e fremere di
piacere. Ho la sensazione di avere nelle
labbra con cui le succhio il clitoride
un immenso potere e ne sono compiaciuta.
Tutt’a
un tratto ci ritroviamo con le guance
affondate ognuna fra le cosce
dell’altra riempiendo di piacere la
nostra bocca. Rimango pietrificata dal
modo in cui mi lecca la figa, incredula
per quanto mi sta succedendo. Insiste a
carezzarmi le cosce e si danna l’anima
a lacerarmi con morsi le labbra della
vagina sino a farmi urlare per il dolore.
Le
sue labbra mi succhiano il clitoride con
le medesime movenze con cui presumo è
abituata a succhiare il cazzo al marito.
Gli orgasmi si susseguono a grappoli uno
dopo l’altro nello spazio di breve
tempo, appagate tutt’e due dal
piacere.
Incrocio
le cosce fra le sue e mi metto a
sfregare il clitoride, ritto e turgido,
contro la sua fighetta. Letizia fa lo
stesso con me. Ho ripreso il sopravvento
su di lei e la conduco a una danza di
piacere che presumo debba apparirle del
tutto sconosciuta. Non so per quanto
tempo, giorni, settimane, mesi, forse
anni, riuscirò a portare avanti
quest’estasi erotica, ma ne vale
davvero la pena, penso mentre godo.
L’alba ci trova
abbracciate nel mio letto, vestite
soltanto di calde carezze, dopo una
notte d’amore. Letizia
mi prende una mano, la stringe forte
intrecciando le dita con le sue, e io mi
ritrovo affacciata sul mondo insieme a
lei. Ma non so cosa mi riserva il
futuro.
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