LA MIA STORIA FINISCE QUI
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

    Scrivo a te, chiunque tu sia, ma soprattutto a te donna a cui piace sgrillettarti la passera mentre ti soffermi a leggere i miei racconti. Butto giù queste poche righe per comunicarti che ho deciso, una volta per tutte, di smettere di scrivere racconti erotici. Non è una decisione che ho preso in modo avventato, anzi, tutt'altro, perché l'ho ponderata a sufficienza prima di renderla pubblica, ed è frutto di una non facile presa di coscienza. Trovo sia sterile giustificarmi facendo ricorso a inutili giri di parole per spiegare questa mia scelta, magari sostenendola con puerili scusanti. La verità, la mia, è che da un po' di tempo scrivo racconti di malavoglia, forse perché non ho più molte cose da dire. 
   La scrittura, per quanto mi riguarda, non è mai stata una priorità assoluta nella mia vita, ma soltanto un modo divertente per occupare il tempo libero, anche se, col passare del tempo, si è rivelata molto di più che una semplice distrazione poiché ha saputo trasmettermi un inaspettato piacere. Questo perché scrivendo sono riuscita a emozionarmi come raramente mi era capitato in precedenza. Senza falsa modestia spero di essere riuscita a trasmettere delle emozioni a chi come te ha avuto la pazienza di leggere più di uno dei miei racconti.
   Scrivere racconti erotici mi ha fatto stare bene, anche se qualcuno dei miei amici e amiche si sono mostrati scandalizzati quando sono venuti a conoscenza della particolarità dei miei scritti, senza darsi pensiero che l'erotismo è insito nella natura umana ed è un ingrediente indispensabile per la sopravvivenza di tutti noi così come lo è il bere, il mangiare, fare la pipì, e il vestirsi. 
   Sono dell'idea che l'erotismo sia alla base della nostra esistenza, perché è il piacere assoluto. Infatti, quando sfocia nel fare del sesso e ancor più nell'amore, riesce a trasmetterci una visione positiva della vita, ed è questo che avrei voluto comunicare con le mie storie. Spero di esserci riuscita.
   Scrivere di sesso mi ha aiutata a sentirmi più libera, ma soprattutto si è rivelato un modo per essere felice, perlomeno più di quanto lo sono stata in passato. Ma se fino a qualche mese fa scrivere e leggere racconti erotici lo reputavo qualcosa di meraviglioso, ora mi annoia e non so spiegarmene la ragione. 
   Farmi ascoltare attraverso dei racconti erotici mi è servito per confessare, sotto pelle, quali sono i miei mali, intrappolando nelle pagine piene di parole, riflessioni, e ricordi che altrimenti si sarebbero dispersi nell'oblio col trascorrere del tempo.
   Scrivendo mi sono posta l'obiettivo di eccitare quei maschi e quelle femmine che si sono presi la briga di leggere i miei racconti, pagine in bianco e nero che mi sono servite per dare voce alle speranze del mio cuore, ma anche a fare ridere e piangere secondo qual era il mio stato d'animo. 
   Spesso mi sono trovata a scrivere racconti soltanto per sputare veleno verso tutto ciò che mi sta attorno, perché la sofferenza che manifestano molti dei personaggi protagonisti delle mie storie è parte integrante della mia persona. 
   Scrivere mi è servito per sentirmi un po' meno sola, anche se troppo spesso ho scritto cose che avrei voluto provare e non quelle che provo per davvero, perché resto dell'idea che quando si scrive è più esaltante riuscire a non raccontare una storia vera, ma congegnarla con proprie parole, descrivendo immagini e situazioni, per poi condividerle con gli altri. 
   In effetti, quando leggo un qualunque altro testo, se questo non riesce a evocarmi delle immagini, non mi piace, e allora quando scrivo qualcosa di mio mi piace dilungarmi in descrizioni dell'ambiente anche se questo, talvolta, può risultare noioso. Di sicuro non sono stata sufficientemente brava a esprimere, attraverso le parole, tutto quello che mi frulla nella testa e nel cuore, e che cerca in tutti i modi di saltare fuori, ma forse un giorno ci riuscirò. 

   Ciao.
   Farfallina 

* * *

   Merda! Ieri pomeriggio avevo buttato giù un laconico papiro di commiato, destinato a chi legge i miei racconti, e ora, a distanza di sole 24 ore, mi ritrovo per l'ennesima volta a descrivere un accadimento, oscenamente eccitante, di cui sono stata involontaria spettatrice stanotte.
   Dal nido della mia mansarda, arrampicata sui tetti della città, me ne stavo seduta sul divano, intenta a guardare un programma demenziale alla tivù (XFactor), quando dai vetri dell'abbaino ho rivolto lo sguardo, come spesso mi succede, verso le finestre dell'appartamento al quarto piano dell'edificio ubicato dall'altra parte della strada. 
   Il buio della sera era calato da un po' di tempo nella stanza da letto dell'appartamneto. Il locale era in penombra, soltanto la luce di una piccola abat-jour lo illuminava. Erano trascorse parecchie settimane dall’ultima volta che li avevo visti fare l'amore, quei due. Sul corpo smunto della donna non c'era nessuna traccia dei lividi che avevo scorto sulla pelle quando l'avevo vista nuda. Era distesa sul letto, legata mani e piedi alle sponde di ferro, braccia aperte, gambe spalancate, completamente nuda. Un bavaglio di stoffa nera, calato fra mascella e mandibola, sottraeva solo in parte la bellezza del viso. 
   Ho abbandonato la comodità del divano e mi sono avvicinata alla finestra dell'abbaino per guardare meglio la scena. L'uomo si è liberato dei vestiti mentre lei è rimasta immobile sul letto volgendo lo sguardo nella direzione del compagno, dopodiché anche lui si è mostrato completamente nudo ai miei occhi. Il primo colpo di frusta ha ferito la donna dritta al seno e l'ha fatta sussultare sul materasso. Gli altri colpi, abbattutesi sul giovane corpo in breve successione, le hanno marcato la pelle lasciandole delle vistose striature rossastre. Dieci, quindici, venti, trenta, cinquanta frustate. Nemmeno sono riuscita a contare i colpi di frusta che le ha scaraventato addosso quella bestia d'uomo. 
   Ho sempre pensato che la passione non può avere delle regole e nemmeno dei limiti. Spiando quei due impegnati a fare l'amore in quel modo brutale ne ho avuto la certezza. Mentre li osservavo l'eccitazione ha cominciato a montarmi fra le cosce. Vista da lontano lei era bellissima, quasi perfetta, e ho provato invidia per tutto il piacere che stava provando. Tutt'a un tratto mi sono trovata la fica bagnata fradicia, con l'eccitazione che seguitava a montarmi lenta. Il respiro ha cominciato a mandarmi in affanno, e non ho potuto fare a meno di toccarmi. 
   La donna, eccitata dal calore rovente provocatole dalle frustate, dava l'impressione di essere ormai vicina all'esplosione. Ha cominciato a dimenarsi nel letto e ha preso a urlare, seppure impedita dal bavaglio che le serrava la bocca, mentre i colpi di frusta non cessavano di sfregiarla e avevano assunto un ritmo frenetico. Il corpo nudo ondeggiava sul letto, offerto nella sua nudità alle voglie dell'uomo che da lì a poco l'avrebbe fatta sua di diritto, scopandola nel culo, sicuro che il dolore provocatole con quell'atto fosse condizione di perfezione assoluta per lei. Una sofferenza fisica che la donna agognava vivere in tutte le sue declinazioni e probabilmente dava senso alle sue fantasie.
   L'uomo ha seguitato a colpire la compagna mentre lei si dimenava sul letto. Sicuramente aveva una dannata voglia di toccarla, l'ho capito dalla quantità di sangue che fluiva nelle vene e gli aveva riempito i corpi cavernosi dell'uccello che si mostrava ai miei occhi grosso e dritto come un birillo. D'improvviso l'uomo è caduto in ginocchio a fianco del letto. 
   Dalla sua bocca sono capitombolati, lievi, quasi impercettibili, dei baci sulla pelle della donna tornata ad acquietarsi, sfiorata dalle labbra dell'uomo che ha iniziato a leccarle i capezzoli stirandoli fra i denti uno di seguito all'altro. Questo atto le ha strappato una smorfia che a lui invece sono certa gli è sembrato un sorriso. La limpidezza dello sguardo dell'uomo mentre baciava la compagna in tutto il corpo mi ha emozionata.
   Ho smesso di sfiorarmi il clito e ho cominciato a masturbarmi in profondità, con due dita nella passera, illudendomi di essere io la destinataria dei baci che l'uomo riversava sulla pelle della compagna mentre si scioglieva nel coccolarla.
   L'accanimento che fino a qualche istante prima contraddistingueva l'operato dell'uomo, e l'aveva visto riversare decine di frustate sul corpo della donna, ha fatto posto all'amore. E' salito sul letto, dopodiché si è sdraiato sul fianco accanto a lei. L'ha guardata a lungo senza toccarla, penetrandola soltanto col cuore, probabilmente. 
   Tutt'a un tratto le ha liberato il bavaglio, l'ha avvolta in un tenero abbraccio e le ha passato una mano intorno al capo, poi le ha afferrato i capelli, l'ha attirata verso sé, e l'ha baciata sulla bocca, pur mantenendole legate le braccia e le caviglie alle ringhiere del letto. Quando le labbra si sono staccate da quelle della compagna l'ha guardata con uno sguardo da farle male. Infine ha sciolto ogni legaccio che teneva la donna ancorata al letto per annodarne insieme dei nuovi, mischiando i corpi che parevano non trovare pace.

   Sul parquet spiccavano le corde allacciate alle barre metalliche, poste agli angoli del letto, ormai sciolte dal corpo a cui erano rimaste congiunte fino a qualche istante prima. La donna era pronta a essere usata. Senza che lui la obbligasse si è messa a quattro zampe su letto per essere penetrata, dandomi l'impressione di contare i secondi di quell'attesa, spazientendosi nello stesso tempo. Lui l'ha penetrata in un colpo solo, strappandole un gemito di dolore, dopo che in precedenza le aveva infilato un dito nel culo. 
   In quel momento mi sono sentita morire, avrei voluto essere là, al suo posto, e godere di quella penetrazione, invece ero nella mia stanza, sola, nascosta dietro la finestra dell'abbaino, con il pulsare delle vene a consumarmi mentre mi masturbavo. Ho cominciato a mordermi le labbra fino a farle sanguinare a causa del folle godimento che stavo cogliendo. Se mi era impedito d'ascoltare il rumore soffocato dei gemiti di piacere che stavano uscendo dalle labbra della donna, dentro di me ho sentito crescere uno strano senso di calore accompagnato alla rabbia e al dolore. 
   L'uomo ha cominciato a entrare e uscire con dei colpi dal culo della donna conficcandole i denti nella schiena, mordendola come sa fare soltanto un animale, mentre con le unghie, tenute appiccicate ai fianchi, le scorticava la pelle.
   Dopo che le è venuto nel culo lei si è girata per ricevere in bocca lo sperma che fluiva dal cazzo duro e lucido. Sono venuta anch'io con le gambe che mi tremavano grazie a tutta la potenza assorbita dallo spettacolo offerto ai miei occhi. Infine ci siamo addormentati tutt'e tre esausti, felici, e appagati come fossimo un solo corpo.

 

 

 

 
 

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