LA SPIAGGIA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  - Adesso vengo lì da te e ti tolgo lo slip. - disse Stefano, distante solo pochi metri da Marguerite prossima a essere investita dall'ennesima onda del mare.
   - Dai, non fare lo scemo c'è gente sulla spiaggia...eh.
   - Beh, non sarebbe la prima volta, no?
   - Va bene, dai, vediamo se riesci a prendermi.
   - Davvero sei convinta che non riuscirò ad acciuffarti?
   - No, affatto, ma io non resto qui ad aspettarti. - disse Marguerite mettendosi a nuotare verso la spiaggia distante soltanto qualche decina di metri.
   Quando Stefano l'ebbe raggiunta, dopo poche bracciate, le cinse un braccio attorno alla vita e l'attirò a sé.
   - Adesso ti tolgo lo slip.
   Con una mano cercò di toglierle la parte inferiore del costume da bagno. Marguerite, assai poco arrendevole, riuscì a liberarsi dalla stretta e respinse l'attacco di Stefano.
   - No, dai, non voglio. Non fare il cretino, la gente ci starà osservando.
   Lasciata libera dal compagno risalì verso la riva senza girarsi indietro. Soltanto quando fu sulla battigia girò lo sguardo dietro di sé e sorrise al compagno.

   Stefano e Marguerite erano giunti a Deauville, in Normandia, la sera precedente. Sarebbero rimasti ospiti del luogo di villeggiatura per due intere settimane, periodo in cui avrebbero assistito alle proiezioni dei film in concorso alla 25a edizione del Festival du Cinema Americain.
   A Deauville si erano conosciuti dieci anni addietro, in occasione della 15a edizione del Festival, dopo di allora non si erano più incontrarti. In quella circostanza la loro storia d'amore era durata un arco di tempo molto breve; due settimane, quanto la durata del Festival. Si erano lasciati scambiandosi un semplice bacio e nessuna promessa di rivedersi.
   A distanza di dieci anni da quell'accadimento, alla redazione del giornale per cui Stefano lavorava, era giunto un invito dalla direzione del Festival di Deauville, a lui indirizzato, a presenziare alla manifestazione. Il direttore del giornale, preso atto dell'invito, aveva acconsentito affinché vi partecipasse, stavolta non come inviato, ma concedendogli un periodo di ferie.

   L'Hilton International Hotel era l'albergo che si era visto assegnare dalla segreteria organizzativa del Festival. A Deauville era giunto dopo un viaggio di 1200 chilometri, percorsi in auto tutti d'un fiato, salvo le soste alle stazioni di servizio per fare rifornimento alle pompe della benzina.
   Sistemati i bagagli in camera si era recato nella sala da pranzo dell'albergo per consumare la cena. Lì, con grande stupore, si era imbattuto in Marguerite, la donna con cui dieci anni addietro aveva condiviso una travolgente storia d'amore.
   Stava seduta a un tavolo ed era sola.
   Quando la vide non gli parve vero che fosse lei. Le andò incontro e si scambiarono una serie di affettuosi baci sulle guance, dopodiché lei lo invitò a prendere posto al tavolo.
   - Seguiti a mantenere una bellissima erre arrotata, tipica di voi parmigiani.
   - Tu invece hai un'amabile erre francese. - sospirò Stefano che non riusciva a capacitarsi di trovarsi in quell'albergo insieme a lei
   - Ne sei sicuro?
   - Cosa hai combinato in tutti questi anni? - le chiese mentre i camerieri provvedevano a collocare sul tavolo un delizioso piatto di tartare di ostriche al caviale e un baudruche di frutti di mare.
   - Mi sono dedicata al lavoro, senza lasciarmi sedurre da futili distrazioni. Adesso sono titolare di una rubrica settimanale di critica cinematografica su Paris Noir.
   - Sei sposata? Hai figli?
   - No, non mi sono mai sposata.
   Mentre Marguerite rispondeva a quella domanda Stefano notò un certo disagio nel volto dell'amica, come se quella domanda l'avesse infastidita.
   - Hai qualche rimpianto? 
   - Beh, sono stati anni duri, pieni di sacrifici e privazioni. Ho perseguito l'obiettivo di realizzarmi professionalmente e devo ammettere che ci sono riuscita. A volte però, quando sono triste e sola, sono colta da un dubbio. E sai qual è? Di avere consumato i migliori anni della mia vita nella maniera sbagliata.
   - Sei legata sentimentalmente a qualcuno?
   - Lo sono stata. Con un uomo in particolare, ma adorava le droghe e qualsiasi roba lo facesse morire, così un bel giorno se n'è andato, trascinato via dal suo desiderio di morte.
   - Mi spiace.
   - E di cosa?
   - Che tu non sia felice.
   - E tu lo sei?
   - Io? Beh, credevo d'esserlo, poi di colpo mi è precipitato il mondo addosso.
   - Perché?
   - Ho congegnato la mia vita in funzione di una donna, ma un bel giorno mi ha lasciato per un altro uomo.
   - Ah! E ora?
   - Ora sono solo.
   - Mi spiace.
   - Il guaio di noi uomini è che c'innamoriamo di una donna non per quello che è, ma per come ci piace immaginare che sia. Così andiamo incontro a continue delusioni. 
   - Beh, a noi donne succede la medesima cosa, non lo sai?
   Terminata la cena Stefano e Marguerite seguitarono a conversare accomodandosi nel salone delle feste dell'Hotel. Verso mezzanotte, stanco per il lungo viaggio, Stefano si congedò dall'amica e si ritirò in camera. Solo allora, nell'intimità della stanza, ripensò alla stranezza dell'incontro con Marguerite.
  

* * *

   Dopo che Marguerite uscì dall'acqua Stefano la seguì dappresso. Si liberarono dei costumi bagnati e indossarono l'accappatoio, poi si rifugiarono sotto la tenda ad arco sistemata sulla spiaggia. Stretti l'uno all'altra, al riparo del vento, restarono a guardare il mare. Era il momento in cui il sole scompariva all'orizzonte. La spiaggia era quella di Houlgate, piccolo paese sul Mare della Manica.
   - Lo sai che strada è questa?
   Marguerite aveva posto quella domanda a Stefano qualche ora prima, mentre percorrevano in automobile la strada che da Deauville costeggia il mare in direzione Caen.
   - Ha qualcosa di speciale?
   - E dai! Un cinefilo come te lo dovrebbe sapere.
   - Posso provare a indovinare se vuoi, ma non lo so.
   - Non ti dice niente Anouk Aimée?
E Jean-Louis Trintignant?
  
- Dovrebbero?
   - Dai, non fare il cretino. E Claude Lelouch?
   - Ah, si, ora ricordo. Stai parlando del film "Un uomo e una donna", vero? Vuoi dirmi che il film è stato girato su questo lungomare?
   - Sì, proprio così, le scene dei lunghi viaggi notturni dei protagonisti da Parigi a Deauville sono state girate sul lungomare di Houlgate. Come puoi averlo dimenticato.
   - Certo che lo ricordo, come potrei scordarlo, dieci anni fa mi conducevi ogni giorno a percorrere questa strada.

* * *


   Stefano aveva conosciuto Marguerite dieci anni prima al bar dell'Hilton International Hotel dove entrambi erano ospiti. Marguerite era il classico tipo di donna che non passava inosservata. Sprigionava un tale fascino da lasciare stupiti. Gli occhi di un colore turchino sembravano assumere sembianze diverse secondo i momenti: colmi di speranza, collerici, oppure nauseati.
   Stefano aveva imparato a conoscere l'umore di Marguerite dal movimento delle ciglia che sbatteva di frequente quando qualcosa o qualcuno la infastidiva.
   Alta, magra, dal naso fiero e leggermente all'insù, possedeva una bocca ben modellata e le labbra sembravano disegnate da un artista. Portava i capelli lunghi e lisci di un colore biondo platino che le giungevano fino alle spalle. Qualsiasi giornalista, attore o regista, presente al Festival avrebbe voluto scopare con lei. Stefano invece non aveva mai pensato a una simile evenienza, la considerava una simpatica collega giornalista e niente più.

   La storia con Margherite era iniziata per caso, un pomeriggio che lui si era scordato a letto. Lei si era recata nella stanza d'albergo dove Stefano alloggiava e lo aveva redarguito per non essersi presentato all'appuntamento che avevano fissato per le quattro.
   - Mi spiace, hai ragione, mi sono appisolato e...
   - Dai! Sono quasi le cinque, fra venti minuti inizia la proiezione del film di Zemeckis. Scendi giù dal letto e andiamo là!
   - Ma sono nudo!
   Marguerite, contrariamente a quanto Stefano si sarebbe aspettato, non si era mostrata per niente sorpresa dalla notizia. Si era liberata degli abiti e nuda aveva preso posto fra le lenzuola lasciandolo esterrefatto.
   Quel pomeriggio non presenziarono a nessuna delle proiezioni. Soltanto verso l'ora di cena abbandonarono la camera dopo avere fatto l'amore per tutto quel tempo. In quella occasione Marguerite gli aveva rivelato che pur avendo scopato con molti uomini con nessuno era riuscita a raggiungere l'orgasmo, e nemmeno c'era riuscita masturbandosi da sola. L'importante, disse, era che gli uomini provassero piacere stando con lei e ammirassero la bellezza del suo corpo, tutto il resto lo giudicava irrilevante.
   L'alba li aveva sorpresi a letto addormentati. Al risveglio Stefano aveva preso di nuovo possesso del corpo della compagna senza riuscire, come gli altri uomini prima di lui, a farla godere ma senza farle raggiungere l'orgasmo.
   Rimasero a letto per il resto della mattinata. Si alzarono soltanto poco prima di mezzogiorno per presenziare alla consueta conferenza stampa mattutina.
   A lungo le aveva lambito la fica leccandogliela fino allo sfinimento, e in alcuni frangenti aveva avuto la percezione che non fosse così insensibile ai piaceri della carne come Marguerite gli aveva
dato a intendere.
   Durante il Festival seguitarono a fare coppia fissa, sia a letto che sul lavoro. La notte precedente il Gran Gala delle premiazioni si erano ritrovati a fare una corsa in auto verso Houlgate.
   Durante i giorni del Festival avevano fatto l'amore un'infinità di volte, in tutti i modi e posizioni, senza che Marguerite raggiungesse un vero orgasmo. Quella sera si erano ritrovati abbracciati sulla spiaggia un'ultima volta prima di lasciarsi.
   - Domani non saremo più insieme. Sono stata bene queste due settimane insieme a te, e tu?
   - Anch'io. - l'aveva rassicurata Stefano.
   L'acqua dell'oceano, che a quell'ora della notte aveva raggiunto il picco più basso, distava un centinaio di metri dai loro piedi. Avevano preso posto dietro il muretto che separava la spiaggia dal marciapiede lungo la passeggiata a mare. Sulla sabbia avevano riposto una coperta di lana che si erano portati appresso dall'albergo, un'altra gli era servita ad avvolgere i loro corpi tenendoli riparati dal freddo e dall'umidità della notte.
   - Pensi che ci rivedremo ancora? - gli aveva chiesto Marguerite quasi implorante.
   Stefano non le aveva risposto, l'aveva attirata a sé e baciata. Nemmeno aveva avuto bisogno di calarle le mutandine perché Margherite non le indossava mai. Aveva abbassato il capo fra le cosce della compagna, proteggendosi alla vista della gente con la coperta stirata sopra i loro corpi. Ancora una volta le aveva sfiorato la fica con la lingua. Dopo che Marguerite aveva cominciato a dimenarsi e ansimare Stefano aveva aumentato i movimenti delle labbra perdendosi a succhiarle il clitoride. Margherite aveva cominciato a contorcersi lottando per liberarsi dalla stretta.
   - Godo... Goodo... Goooodo... - urlò.
   Margherite aveva pronunciato quelle parole in italiano cercando di sciogliersi dall'abbraccio di Stefano che invece aveva mantenuto premuta la bocca sulla fica. Un urlo liberatorio le era uscito dalla gola ed era andato a confondersi col fragore delle onde che si spegnevano lontane.
   Quando Stefano aveva sentito il corpo di Marguerite vibrargli fra le braccia l'aveva penetrata e poco dopo lei aveva raggiunto l'orgasmo.
   

* * *

   A distanza di dieci anni Stefano e Marguerite si erano ritrovati sdraiati l'uno accanto all'altra, nella medesima spiaggia dove avevano fatto l'amore l'ultima volta. Entrambi avevano da poco superato i quarant'anni. Marguerite non aveva più i capelli lunghi fino alle spalle, adesso li aveva corti e le coprivano a malapena le orecchie.
   - Non hai trovato strano l'invito che la direzione del Festival ti ha fatto pervenire?
   - Sì, ma ancor più strano è stato ritrovarti qui dopo tanto tempo.
   - Hai ragione perché sono stata io a inserirti nella lista dei giornalisti da invitare. Ho usato il poco fascino che ancora mi rimane, ed eccoti qua.
   - Perché lo hai fatto? Nostalgia o cos'altro?
   La domanda di Stefano giunse a Marguerite non del tutto inaspettata, prima o poi avrebbe dovuto spiegargli il motivo di quell'invito. Trattenne il respiro e guardò Stefano negli occhi.
   - Desidero un figlio! E lo voglio da te.
   I rumori della spiaggia parvero ammutolirsi coperti da quell'affermazione. Una strana sensazione s'impadronì di Stefano, ma non era né sgomento né terrore. Si sentiva a disagio e del tutto impreparato di fronte a una simile richiesta.
   - Può sembrare una pazzia, lo so, ma ciò che ho provato quella notte, su questa spiaggia, non l'ho più provato con nessun altro. Di uomini ne ho avuti parecchi nella mia vita. Ma con te ho imparato a godere del mio corpo. Tu sei stato l'unico capace di farmi sentire una vera donna.
   Stefano si fece ancora più serio e riuscì a biascicare solo poche parole.
   - Non so cosa risponderti. Il tuo discorso mi ha colto di sorpresa.
   - Quello che ti chiedo, è di fare all'amore con me, ancora una volta. - disse Marguerite, quasi implorandolo.
   Stefano si alzò in piedi, raccattò le poche cose che si era portato appresso in spiaggia e prese la direzione delle cabine, Marguerite lo seguì dappresso tenendosi a breve distanza. Quando si trovarono dinanzi alla cabina dove la donna aveva riposto gli abiti, Stefano le fece segno d'entrare.
   La cabina a stento conteneva due persone. Stefano chiuse la porta dietro di sé, le slacciò la cintura dell'accappatoio e appoggiò le mani sulle spalle nude di Marguerite. Dall'ultima volta che l'aveva vista nuda non era cambiata. I capezzoli rosa si ergevano appuntiti sui seni minuti a forma di calice e le conferivano un aspetto fine e austero, così come i peli dorati che le sovrastavano il pube. Gli occhi, avevano mantenuto il colore turchino, ma sembravano spenti.
   - Perché vuoi un figlio da me? - Le chiese guardandola nelle pupille.
   - Perché sono sola. Non ti basta questo?
   - Avresti potuto trovare decine d'altri uomini disposti a fare l'amore con te, perché hai scelto me?
   - Te l'ho detto. Sei stato il primo a farmi raggiungere l'orgasmo. Prima di te nessun altro uomo c'era riuscito e questo non l'ho mai scordato.
   Marguerite gli liberò la cintura dell'accappatoio, appoggiò le ginocchia sopra il pavimento di legno e prese il cazzo fra le dita, poi lo infilò nella bocca. Stefano appoggiò la schiena contro la parete e lasciò che la compagna proseguisse nella sua azione. Marguerite non era più la donna sprovveduta che Stefano aveva conosciuto, ora ci sapeva fare e partecipava attivamente accompagnando col capo i movimenti della bocca sul cazzo. Non ebbe bisogno di prepararla prima di penetrarla, tanto Marguerite era eccitata. Mise la compagna cavalcioni puntellandole la schiena contro la parete di legno della cabina, poi la penetrò.
   Stefano era stato il primo uomo a farla godere. Le aveva insegnato a soddisfare se stessa, ma soprattutto a liberarsi dell'insana auto ammirazione di cui era prigioniera. Margherita desiderava rimanere incinta di Stefano come lo era rimasta dieci anni prima. Per nessuna ragione avrebbe confidato a Stefano quel segreto. Lo avrebbe custodito dentro di sé per sempre.
   Il figlio che avevano concepito non era mai nato. Quando si era resa conto di essere incinta aveva scelto di abortire preferendogli la carriera. Stavolta non avrebbe commesso il medesimo sbaglio. Desiderava un figlio più di ogni altra cosa al mondo. Se fosse nato maschio gli avrebbe imposto il medesimo nome del padre: Stefano, oppure Stefania se foss
e stata femmina.

 

 
 

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