LA SUPPLENTE DI STORIA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

           

   Meno di dieci minuti e il suono della campanella porrà fine alla lezione di storia, dopodiché approfitterò dell'intervallo di metà mattina per trovare asilo in uno dei bagni della scuola e mi farò una canna. Cazzo! Non vedo l'ora di riempirmi i polmoni di hashish, mischiato al catrame del tabacco, per calmare l'ansia che mi porto addosso. E' una inquietudine che mi coglie soprattutto nel periodo che precede il mestruo, e oggi è uno di questi giorni.
   La professoressa Pollastrini, supplente di storia, è impegnata a esporci le ragioni che furono alla base della rivoluzione francese, una insurrezione popolare, a suo dire, che  provocò uno sconvolgimento sociale, radicale e violento, in tutta la Francia e successivamente contaminò l'Europa dove si diffusero le medesime idee rivoluzionarie.
   Durante la lezione si è infervorata parecchio quando ha cominciato a magnificare le parole "Liberté, Egalité, Fraternità", ripetendole più volte, perché, sempre a suo dire, quel motto caratterizzò quella rivoluzione, peraltro considerata da molti storici come l'espressione di maggiore successo nell'ambito delle lotte rivoluzionarie di tutti i tempi.
    Da come ne parla si capisce benissimo che le idee della professoressa sono quelle di una donna di sinistra, ma la cosa sembra interessare pochi o nessuno dei miei compagni di classe. Io invece seguito a rimanere affascinata dalle sue parole consapevole che i principi morali, enunciati da quella rivoluzione popolare, dovrebbero essere alla base del pensiero politico dei partiti che oggigiorno si richiamano al progressismo.
    La comparsa della professoressa Pollastrini a metà anno scolastico, in sostituzione della professoressa Rossini, in aspettativa perché gravida, ha sconvolto gli equilibri della classe, infatti, i maschi hanno provveduto a togliere, e immediatamente fatto sparire, il pannello anteriore della cattedra la cui funzione era d'impedire la visuale della porzione inferiore del corpo di chi sta seduto dietro la cattedra. A seguito della rimozione del pannello tutti gli sguardi dei maschi, ma anche quelli di molte femmine, io compresa, sono costantemente puntati verso le gambe della supplente di storia tutte le volte che fa lezione nella nostra classe.
   La professoressa Pollastrini, sguardo ostinato e fisico sensuale, predilige vestirsi in modo tutt'altro che sobrio. Provocante e seducente nei suoi atteggiamenti libertari è riuscita a sedurre, nel volgere di poco tempo, maschi e femmine della mia sezione, la 5a/C, anzi è probabile che a qualcuno dei maschi, vedendola agghindata come si è mostrata in classe questa mattina, gli abbia fatto schizzare la pressione delle palle sino a dieci atmosfere. Magari qualcuno che occupa uno dei banchi in fondo alla classe ci scommetto che si è pure toccato, io invece mi sono limitata ad accavallare le gambe perché mi sono ritrovata più volte con il clito che faceva le capriole mentre le guardavo le cosce.
   Della sua vita privata conosco davvero poco, anzi so soltanto che ha vent'otto anni: dieci più dei miei. Qualcuno ha messo in giro la voce che la prof. è lesbica, ma sono portata a credere che le piacciano soltanto gli uomini anche se, scapigliata com'è, potrebbe benissimo non disdegnare la compagnia femminile, comunque corre voce che sia poco tollerata dalle colleghe insegnanti che l'accusano di mantenere un look poco consono all'ambiente scolastico, inoltre il suo modo di fare anarcoide l'ha resa invisa anche al preside.
   La verità è che la professoressa Pollastrini è una gran figa, e come tale attira su di sé critiche di ogni tipo. Alta più del normale esibisce un fisico snello e scattante, un culo sporgente, fianchi stretti, e un seno non troppo abbondante, ma con la punta dei capezzoli talmente sporgenti che paiono dei siluri. Penso che se i miei capezzoli fossero come i suoi mi sentirei parecchio in imbarazzo, probabilmente li terrei nascosti sotto un generoso maglione. Lei invece non fa nemmeno uso del reggiseno, forse perché è un indumento intimo che le è d'impiccio, oppure non lo indossa semplicemente perché ha tette così perfette e sode che non ha  bisogno di sostenerle con alcunché di artificioso.

   Dal banco che occupo in prima fila, seppure un po' di lato rispetto alla cattedra, sono in grado di mantenere sotto controllo ogni movenza della professoressa Pollastrini, soprattutto dalla vita in giù. Oggi indossa una minigonna e dei meravigliosi stivali neri, lucidi, con tacco 12. Dal momento che ha preso posto dietro la cattedra ha seguitato ad accavallare con insistenza le gambe, un po' come ho visto fare a Sharon Stone nella famosa sequenza dell'interrogatorio nel film Basic Instinct, ma con la differenza che la prof. le mutandine le indossa per davvero. Difatti, oggi le ha bianche e linde e fanno una gran bella figura in contrasto con la pelle abbronzata. 
   Dal modo in cui le mette in mostra è probabile che sia orgogliosa delle sue belle gambe. Ormai mi sono fatta l'idea che lo fa apposta ad assumere pose a dir poco licenziose. Nemmeno si preoccupa di coprire le cosce e mostra in maniera sfacciata il tessuto delle mutandine, anche se ci sono stati giorni in cui ho persino dubitato che le indossasse. 
   Ormai mi sono fatta la convinzione che non le basta più mostrarsi con minigonne vertiginose, gonne lunghe con spacchi altrettanto esagerati, e camicette trasparenti, come ha fatto sino a oggi, e allora mi domando quali altre sorprese ci riserverà prima che giunga a termine l'anno scolastico. Probabilmente si sta divertendo a provocarci, conscia che alla nostra età ci vuole davvero poco per mettere in subbuglio i nostri ormoni, oppure la eccitano gli sguardi inquieti che fanno capolino soprattutto sui volti dei maschi della classe. Una gran troia la professoressa Pollastrini.

   Il trillo della campanella annuncia la fine della lezione. In una frazione di secondo sono ritta in piedi, afferrò la borsetta, e fra le prime ragazze a lasciare l'aula scolastica. I bagni più vicini si trovano in fondo al corridoio sulla destra, affretto il passo impaziente di rollarmi una canna prima che giunga il momento di fare ritorno in aula.  
   Dalla prossima settimana non ci saranno più le porte negli antibagni che si affacciano nei corridoi, lo ha deciso il preside per garantire, sostiene lui, l'evacuazione rapida degli alunni in caso di emergenze quali incendi o terremoti. Per giustificare la rimozione ha addotto come scusa che le porte si aprivano dall'interno, quindi fuori norma, invece il vero motivo per cui ha preso il provvedimento è quello di tenerci sotto controllo e in qualche modo contrastare l'uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti. In effetti, nei bagni della scuola si vivono situazioni di ogni tipo, dal sesso alla droga, ma fuori di qui non succede la stessa cosa?
   Appena raggiungo l’antibagno mi piazzo con la schiena contro una parete e mi arrotolo una canna. Raramente ne faccio uso nei bagni della scuola perché di solito le accendo a casa, nella mia camera, magari ascoltando un po' di musica perché fumare mi aiuta a studiare con migliori risultati. 
   Oggi invece mi va di farlo insieme alla combriccola delle mie amiche perché fumare è anche un rito che ci unisce, dopotutto è un po' come bere una birra al pub in compagnia. Sino a oggi non ne ho mai abusato, infatti, spendo poco più di venti Euro al mese per procurarmi questa roba cui potrei facilmente rinunciare, però mi piace farmi una canna perché mi è di aiuto a scaricare le tensioni.
   Clarissa, in compagnia di Flora e Cinzia, viene dritta verso di me. Non capisco cosa possa avere di tanto urgente da raccontarmi proprio adesso che mi sto facendo una canna, però le do ascolto.
   - Non immagini cosa mi ha appena chiesto Marco. Beh, ha voluto sapere come reagirei nell'apprendere dalla viva voce di un amico, da cui peraltro non sono per niente attratta, che lui si è masturbato mentre mi pensava oppure che lo ha fatto davanti a una foto che mi ritrae.
   - Soltanto qualche anno fa, se fossi venuta a sapere che un ragazzo provava piacere masturbandosi pensando a me, ti avrei risposto che la cosa mi faceva schifo. - dico dopo avere allontanato la canna dalle labbra. - Adesso invece se ne venissi a conoscenza mi farebbe soltanto sorridere. Dopotutto se a un amico piace masturbarsi pensando a me la cosa non mi turberebbe per niente, ma penso che sarebbero soltanto cazzi suoi. Giusto?
   - A tale proposito posso raccontarvi una esperienza che ho vissuto in prima persona quando a masturbarsi, pensando a me, è stato il mio migliore amico. - interviene Cinzia che del gruppo di ragazze che mi stanno attorno è senz'altro la meno sgambata. - In quella occasione giuro che sono rimasta pietrificata perché quella cosa da lui non me la sarei mai aspettata. Se invece a confessarmelo fosse stato uno qualsiasi dei ragazzi che abitualmente mi girano d'intorno come calabroni, allora mi avrebbe fatto quasi piacere perché mi sarei sentita apprezzata, anche se a dirmelo fosse stato uno da cui non sono particolarmente attratta, ma sentirmelo dire da un ragazzo che consideravo un amico questo proprio no.
   - Scusa se te lo chiedo, ma come hai appreso che il tuo migliore amico si è masturbato pensando a te? A rivelartelo è stato lui stesso? - interviene Flora.
   - Beh, non mi ha detto esplicitamente "Mi sono fatto una sega pensando a te nuda", ma lo ha fatto facendo ricorso a parole più velate, comunque il senso era proprio quello. Quando si è accorto che non avevo preso bene la cosa, come  sperava che fosse, allora ha buttato tutto in ridere scherzandoci sopra. Io però ci sono rimasta davvero male perché avevo sempre pensato a lui come a un amico e basta. - conclude Cinzia.
   - Proprio non riesco a capire perché ci sei rimasta male. - interviene di nuovo Flora. - A mio parere un ragazzo che rivela a una donna che si è masturbato pensando a lei lo fa perché considera quella confessione al pari di un gesto di ammirazione. Ma davvero non ci hai pensato a questo? Cazzo! E' chiaro che gli piaci un sacco se lo hai portato a dichiararsi in un modo che a te appare tanto assurdo.
   - Uhm... quello che non sopporto nell'episodio di cui sono stata protagonista è che a dichiararsi sia stato il ragazzo a cui avevo rivelato praticamente tutto di me stessa; uno a cui volevo un bene fraterno. E' questa la ragione per cui la rabbia che mi si è montata dentro ha superato di gran lunga il compiacimento che avrei provato se a dirmelo fosse stato un qualunque altro ragazzo. Capito?
   - Considerando che le probabilità che qualche ragazzo si masturbi pensando a me sono prossime allo zero. - interviene Clarissa, che fra tutte le compagne di classe è senz'altro la meno appariscente per il corpo filiforme del tutto simile a uno stecchino e il collo da giraffa. - In ogni caso non mi farebbe piacere sapere che qualcuno si masturba pensando a me. Trovo che sia volgare dirlo, ma non il farlo.
   - Io penso che un maschio che si prende la briga di rivelare a una ragazza che si è masturbato pensando a lei è il migliore dei complimenti che le possa fare. - intervengo io. - Posso capire che una ragazza provi fastidio se a rivelarglielo è un vecchio bavoso. Se dovesse succedere, tanto per fare un esempio, che quello sgorbio del prof. Manganelli, che di anni ne ha all'incirca sessanta, mi prendesse da parte e mi dichiarasse che si è masturbato pensando a me, allora gli faccio un culo così. - dico congiungendo a cerchio le dita delle mani, mimando un buco. 
   - Sotto sotto, anche se non lo si ammette, ricevere attestati di questo genere fa pure bene all'autostima, infatti, non penso che il ragazzo con cui faccio coppia fissa possa mancarmi di rispetto nel rivelarmi che si è masturbato pensando a me, il discorso cambia se a confessarmelo è, tanto per fare un esempio, un parente stretto come lo è un cugino. - sembra concludere Flora, che invece prosegue nel suo discorso - Scusate se insisto, ma spero che nessuna di voi vorrà negare che non si è mai sgrillettata la passera pensando a un ragazzo. Magari c'è chi lo avrà pure fatto con una certa insistenza. Vero?
   - A me è capitato di farlo abbastanza spesso, però senza pensare a persone reali, fatta eccezione per i ragazzi con cui ho fatto coppia fissa, compreso il mio attuale, però non mi basta il ricordo dei loro attributi fisici per eccitarmi e condurmi a toccarmi. - si inserisce nel discorso Clarissa. - In genere quando lo faccio mi metto a pensare al profumo della loro pelle, immagino il tono della voce, il modo che hanno di baciarmi e soprattutto... delle volte che gli ho menato il cazzo. 
   - E tu Erika non dici niente? - dice Flora rivolgendosi a me.
   Presa come sono dagli effetti che ha su di me la canna che sto fumando non riesco a concentrarmi a sufficienza per darle una risposta.
   - Sotto l'aspetto del solo sesso mi farebbe piacere sentirmelo dire dal ragazzo di cui sono innamorata, anzi ne sarei orgogliosa e non posso negarlo. A chi non piace sentirsi desiderata? Adesso che mi ci fate pensare mi vengono in mente  tutte le persone che, quando cammino per la strada, mi guardano come se volessero spogliarmi. Magari ci sarà di sicuro fra loro chi lo ha fatto. Più che masturbarmi pensando a qualcuno a me capita di fare dei sogni bagnati su una persona che mi piace, oppure che m'intriga anche solo a livello mentale.
   - E possiamo sapere chi è questa persona che t'intriga tanto da condurti a bagnarti nel sonno? - dice Cinzia.
   - Meglio di no, è un segreto.
   Il suono della campanella segna la fine dell'intervallo. Il gruppo di amiche che occupano i bagni riservati alle femmine si squaglia in un baleno. Mentre faccio ritorno in classe non posso fare a meno di rammentare tutte le volte che mi sono sgrillettata la passera pensando ad alcune delle mie compagne di classe, sognando di farci del sesso. Avere delle fantasie erotiche che coinvolgono molte di loro penso sia normale, più di tutto mi piace masturbami col doccino, nella vasca da bagno, pensando di scopare con la professoressa Pollastrini, la mia insegnante di storia.

 
 

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