L'EXORCÎSTA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

         La vita sulla terra è stabilmente minata dalla presenza di spiriti maligni. Misfatti e crimini orrendi sono perpetrati ogni giorno, in qualunque angolo del pianeta, e le vittime sono perlopiù donne, anziani, e bambini innocenti.
   Satana possiede molti apostoli ed è in grado di assumere le sembianze più disparate mutando d'aspetto e forma. Contrariamente a quello che i nostri genitori ci hanno fatto credere il diavolo non possiede le corna, né ha la barbetta e tanto meno le zampe caprine. Demoni e spiriti maligni prediligono assumere sembianze di gente comune. Ma è pur vero che Satana può rivelarsi anche sotto forma di oggetti di desiderio, impulsi affettivi e importanti dottrine filosofiche, oppure tentandoci attraverso la musica, i fumetti, la televisione e non ultimo la misteriosa rete di internet.
   I ministri di Dio nell'espletamento dell'attività pastorale su questa terra hanno a che fare con l'incognita del satanismo. Chi venera il Maligno punta a rovesciare e distruggere i valori dell'amore e della solidarietà che sono principi nel cuore di ogni essere umano. Gli adepti alle sette sataniche, all'apparenza persone normali, puntano a creare insicurezza nei giovani con l'obiettivo di costruire una società al contrario, priva di precetti morali, in cui il male diventa il bene e il bene diventa il male.

   Frate Edouard da Bruges, sacerdote esorcista, era stato interpellato dalla madre superiora del Monastero di Château Blanc affinché le venisse in aiuto per salvare la vita di una giovane religiosa posseduta dal demonio. Consultato l'arcivescovado il frate aveva accettato di mettere a disposizione le proprie conoscenze per liberare la monaca dal Maligno.

   L'imponente abbazia, destinata agli esercizi del silenzio e alla contemplazione, dove la monaca aveva la dimora insieme a una decina di altre suore, era situata in una posizione dominante rispetto l'abitato di Château Blanc, punto panoramico da cui si esercitava il controllo su tutta la valle sottostante.
   Il frate raggiunse il borgo dall'aspetto medievale al calare delle tenebre. Gli erano occorse soltanto poche ore di viaggio per arrivare a Charleroi dalla sua parrocchia. Lasciata l'autostrada aveva proseguito per Rochefort, nel sud del paese, distante una decina di chilometri dall'abbazia, dopodiché aveva percorso i ripidi tornanti che dal fondovalle conducevano all'antica borgata.
   Dal centro del paese si era incamminato lungo il sentiero sterrato che conduce all'abbazia. Il chiarore della luna, nel suo ultimo quarto, gli illuminò il cammino consentendogli un'andatura spedita, ma rallentò il passo quando si trovò a salire gli oltre duecento gradini che conducevano al portone d'ingresso del monastero.
   La priora del convento diede il benvenuto al frate ricevendolo sul portone d'ingresso. Suor Clotilde, questo era il nome della madre superiora, condusse il prelato attraverso il cortile fino a raggiungere il torrione semicircolare, difeso da una porta di legno di antica fattura, cui si accedeva mediate un ponte levatoio, tuttora esistente, seppure non più in uso. Il frate salì l'ampia scalinata fino al secondo piano della costruzione. Davanti a una delle celle Suor Clotilde si fermò.
   - E' qui. - disse la monaca prima di sospingere la porta che immetteva in un locale angusto largo qualche metro quadrato.
   La stanza, semibuia, era fornita di una piccola feritoia che dava su un cortile. Suor Marceline, la religiosa vittima della possessione diabolica, era distesa su un modesto giaciglio legata ai polsi e ai piedi, completamente nuda, con la figa glabra, priva di peli, esposta alla mercé di chi avrebbe messo piede nella stanza. Intorno alla branda, inginocchiate sul pavimento, tre suore erano impegnate nella preghiera.
   La vista del corpo nudo della religiosa non mancò di stupire Frate Edouard. Prima di allora non si era mai trovato a dovere fronteggiare un Maligno dotato di una bellezza così inquietante.
   - Suor Marceline non mangia né beve acqua da tre giorni. Le sorelle le hanno collocato un asciugamano umido intorno alla bocca, come bavaglio, per non sentirla vomitare oscenità dopo che da alcuni giorni a questa parte ha iniziato a farlo. E' posseduta dal demonio! - disse la priora facendosi il segno della croce.
   Frate Edouard guardò con attenzione il corpo della giovane donna. La pelle chiara faceva risaltare le areole scure dei capezzoli, colore vinaccia, appuntiti come chiodi. La figa, spalancata, pareva una voragine volta a fagocitare qualsiasi oggetto somigliante a un cazzo le arrivasse a tiro.
   Suor Marceline, disturbata dalla presenza nella stanza del frate esorcista, cominciò ad agitarsi nel letto, scuotendo il bacino sul materasso. Alzò più volte il capo insolentendo il prelato senza riuscire a farsi capire per la presenza del bavaglio che le serrava la bocca. Frate Edouard cominciò a muoversi con prudenza nella stanza. Com'era sua abitudine voleva accertarsi che la persona a cui stava per fare l'esorcismo fosse davvero vessata dal diavolo. Ma prima di tutto voleva verificare che non fosse affetta da una malattia psichica come spesso gli era capitato di osservare accorrendo al capezzale di persone che parevano possedute dal demonio.
   Gli elementi caratteristici della presenza del diavolo nel corpo di un qualsiasi individuo il frate li conosceva alla perfezione. Eseguiva esorcismi da più di trent'anni e sapeva come riconoscere il Maligno quando si impadroniva di un corpo.
   Stando a quanto gli era stato riferito da Suor Clotilde la giovane religiosa aveva cominciato a parlare, senza una ragione apparente, una lingua sconosciuta, mostrando una forza fisica poco consona alla sua giovane età, manifestando con la blasfemia ostilità e repulsione a Dio.
   Il frate, con l'autorità conferitagli dalla chiesa, avrebbe imposto al Maligno di allontanarsi dal corpo della donna restituendola a Dio.
   Frate Edouard tolse dalla sporta la stola di colore viola che si era portato appresso, e la avvolse attorno al collo in modo che le due estremità gli cadessero sopra il petto come distintivo del proprio ministero. Prese il breviario e, prima di aprirlo, baciò la croce dorata stampata sulla copertina in pelle.
   - Sono pronto. Toglietele il bavaglio e liberatele le mani. - disse rivolto alle religiose inginocchiate attorno il letto di Suor Marceline.
   Un ruggito uscì dalla bocca della suora. Un getto di sangue, mescolato a coaguli, andò a colpire in pieno viso il frate. Dalla bocca della religiosa uscirono degli escrementi d'ogni genere e forma, come se al posto della bocca la donna avesse il buco del culo anziché l'esofago e i bronchi. La materia fecale continuò a uscire dalle labbra della donna che tornò a sorridere e prese a parlare uno strano idioma irridendo il frate.
   - Uscite della stanza. - disse frate Edouard rivolto alle monache che, spaventate dalla posseduta, se ne stavano ritte in piedi con la schiena appoggiata alle pareti della stanza. - Anche lei madre priora. - disse rivolto a Suor Clotilde che gli stava al fianco.
   Prima di dare inizio al rito vero e proprio il frate si mise alla ricerca di possibili tracce di energie negative all'interno della stanza oltre a quelle già presenti nel corpo della suora. Stranamente non ne ebbe sentore alcuno. L'indemoniata, per niente intimorita dalla presenza del frate, cominciò a masturbarsi passando le dita sul bocciolo del clitoride che spuntava a malapena fra le labbra della figa.
   - Ti delizierebbe che ti succhiassi il cazzo, eh? Dimmi la verità vecchio porco, chissà quante ragazzine ti sei scopato nella tua vita eh! Chissà quante seghe ti sei fatto nel buio del confessionale ascoltando le confessioni di spose e fanciulle.
   Il frate per niente turbato dalle parole che uscivano a getto continuo dalla bocca della religiosa iniziò a leggere, a voce alta, dei brani di salmi stampati sulle pagine del breviario.
   - Che Dio si faccia avanti e i suoi nemici saranno dispersi. Fuggano davanti a Lui quelli che lo odiano. Come svanisce il fumo, svaniscano pure loro, come la cera fonde nel fuoco, così periscano i peccatori davanti a Dio.
   - Ehi, predicatore del cazzo, la vuoi la mia figa? Da quanti giovani fanciulli ti sei fatto sbocchinare oggi? Due? Tre? E' un crimine tenermi legata a questo letto potrei fartelo io un bel bocchino invece di quei principianti di birbantelli. Ti piace la carne giovane eh? Dai vieni qua, finocchio, che ti succhio la cappella.
   - Ecco la Croce del Signore, fuggite potenze nemiche. Noi ti esorcizziamo spirito immondo, potenza satanica, invasione del nemico infernale. D'ora in avanti non osare più, perfido serpente, a ingannare il genere umano, perseguitando la Chiesa di Dio. Evita di scuotere e crivellare, come frumento, gli eletti di Dio.
   - Smettila di recitare la tua parte, vecchio pervertito. Un molestatore di bambini ecco quello che sei. Ma ti piacerebbe scoparmi, vero? Guardami, stronzo! Osserva bene la mia figa. Chissà quante volte ti sarà capitato di volere cedere alle mie lusinghe e scoparmi. Ti piacerebbe farlo eh! Non vorresti cominciare questa esperienza?
   Frate Edouard continuò a recitare i versi dei salmi, seppure turbato dalle parole del Maligno che si era impossessato del corpo della religiosa. Guardarla mentre si masturbava lo eccitava. Aveva il cazzo duro e la cappella gli pulsava sotto il saio.
   Il demonio conosceva bene lo stato in cui si trovava il frate, per questo insisteva nel tentarlo facendo ansimare di piacere la giovane donna che giaceva nuda nel letto con le tette gonfie e la figa traboccante d'umore.
   - Hai voglia di leccarmela, eh! Magari ti piacerebbe scoparmi e infilare il tuo bel cazzo duro nel mio culo. Ti piacerebbe incularmi, eh?
   - Cessa d'ingannare le umane creature. Vattene Satana, inventore e maestro d'inganni, nemico della salvezza dell'uomo. Umiliati davanti alla potente mano di Dio, trema e fuggi all'invocazione che fa tremare l'inferno. Dalle insidie del diavolo, liberaci, o Signore
   Il frate asperse il corpo della giovane religiosa con dell'acqua benedetta. Il liquido, venuto a contatto con la pelle della ragazza, la fece sobbalzare ripetutamente sul letto. Nonostante l'impegno profuso frate Edouard non riuscì a scacciare il maligno dal corpo della giovane suora. Spossato e quasi privo di forze uscì dalla stanza.
   Suor Clotilde sorresse frate Edouard quando si affacciò sulla porta prostrato dalla fatica. Insieme con altre due religiose lo accompagnò nell'appartamento attiguo l'oratorio dove erano solite trascorrere il tempo dedicandosi alla preghiera e assistendo a cerimonie religiose. Quella notte il frate riposò male, la presenza del demone nel corpo della religiosa lo aveva turbato profondamente.
   Da poco aveva superato i sessant'anni e con l'avanzare dell'età gli era venuta a mancare l'esuberanza di quando era giovane. Ora gli era diventato più difficile contrastare il Maligno, faceva fatica a combatterlo portando a compimento, vittorioso, le sue battaglie.
   Per svolgere il ministero d'esorcista occorreva essere persona di provata pietà, scienza e integrità di vita, oltre a una specifica preparazione per l'uffizio. Frate Edouard possedeva tutte queste virtù e poteva permettersi di restare da solo alla presenza della persona indemoniata.
   La mattina seguente, di buon'ora, il frate tornò nella cella della religiosa. La stanza, nottetempo, era stata ripulita dalla materia fecale uscita dalla bocca dell'indemoniata. Suor Marceline giaceva completamente nuda sul letto con una salvietta umida attorno alla bocca come l'aveva vista la sera prima. Non la liberò del bavaglio, stavolta si sarebbe confrontato direttamente con il demonio intimandogli di andarsene dal corpo della donna, nonostante fosse molto rischioso.
   Indossò la stola e diede inizio al rito d'esorcismo. Asperse d'acqua benedetta, intesa come memoria della purificazione ricevuta col battesimo, il corpo della suora impossessata dal demonio, coniugando l'aspersione con la recita di litanie e salmi che imploravano la protezione dell'Altissimo ed esaltavano la vittoria di Dio sul Maligno.
   Seguitò a bagnare con acqua benedetta il corpo della donna facendo cadere gli spruzzi sulle tette e la fessura della vagina, colpevole secondo il frate delle manifestazioni di lussuria che la religiosa manifestava.
.
   Per un'intera settimana frate Edouard ripeté il rito secondo una procedura consolidata nel corso della lunga carriera d'esorcista. Una sera, durante una delle sedute, nel momento in cui impose le mani sul corpo della donna, posseduta da Satana, invocando la forza dello Spirito Santo affinché il diavolo uscisse dal corpo della religiosa, una forza oscura lo spinse a compiere degli atti di libidine sul corpo di Suor Marceline.
   D'improvviso gli prese uno sfrenato desiderio di carezzarla nelle parti più intime del corpo. Il frate si trovò con il cuore in subbuglio e il respiro in affanno. Lasciò cadere la mano sulla superficie arcuata fra le cosce della donna, all'ingresso della fessura della vagina, e incominciò a carezzarle le labbra umide di umore. La religiosa gli diede l'impressione di essere in balia di un sonno ipnotico, ma non era così. Il demonio si stava servendo di lei per sconfiggere il ministro di Dio.
   Frate Edouard era dominato da una forza che lo spingeva ad approfittare sessualmente della donna. Aveva sessant'anni ed era vergine. Non si era mai congiunto con una donna, nemmeno da ragazzo, prima di entrare in seminario. Per il Maligno frate Edouard era una di quelle rarità che non poteva lasciarsi sfuggire, tanto più che le difese del frate erano scemate nell'invecchiare. Ora lo teneva in suo potere e poteva fare di lui ciò che voleva.
   Frate Edouard si ritrovò nudo, inginocchiato sul letto, davanti al corpo della ragazza. Le allargò le cosce, mantenute divaricate dai lacci applicati alle caviglie fissati alla sponda del letto, prima di penetrarla.
   Davanti a sé aveva due splendide tette e una invitante rosea fessura. Mentre la penetrava gli sembrò di riesumare un luogo a lui famigliare, perché era da lì, fra le morbide pareti di un utero, che era nato.
   Spingere il cazzo nella vagina di una posseduta dal demonio gli diede godimento. Non immaginava fosse così piacevole scopare abituato com'era nel soddisfare il proprio piacere con delle masturbazioni solitarie.
   - Vecchio porco! Ti piace scopare la mia fighetta. Allora scopami e godi dei piaceri della mia carne.
   Sì, certo, che gli piaceva scopare perché era un piacere intenso. Si trovò ad ansimare, sudato in tutto il corpo, e condusse avanti l'amplesso senza mai eiaculare. Quello che stava vivendo era uno stato cerebrale unico, entrava e usciva dalla vagina senza interrompere la cadenza del coito. Voleva venire ma non riusciva a farlo, una forza maggiore sembrava trattenerlo impedendogli di raggiungere l'agognato orgasmo. Quando finalmente lo raggiunse, dopo mezz'ora di cavalcata, le sborrò nella vagina scuotendo violentemente il corpo.
   Suor Clotilde, priora del convento, avvertita di prima mattina, dalle monache, stupite dal fatto che il frate Edouard non era uscito dalla cella della loro consorella dalla sera precedente, si decise ad aprire la porta.
   Il frate stava riverso sul pavimento, completamente nudo, sommerso da escrementi. Suor Marceline giaceva coricata sul letto, addormentata e serena, perché liberata dal demonio.

   La primavera giunse in ritardo dopo un inverno particolarmente lungo e freddo. Erano trascorsi dodici mesi dal giorno in cui frate Edouard era stato ritrovato senza vita ai piedi del letto della suora. Il convento aveva subito molti cambiamenti. L'anziana priora era stata trasferita presso un altro convento. Suor Marceline aveva messo al mondo un bimbo di tre chili e trecento.

   Il diavolo è un soggetto vivo e reale. Il male non è un concetto astratto Il Male è Satana, il Male è il diavolo che fa di tutto per allontanarci da nostro Signore. Se cerchiamo in Dio la nostra forza e il nostro rifugio, nulla potrà accaderci di male.

 

 

 
 

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