L'ARENILE ROSA
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
  
S
aint Girons Plage è una piccola località balneare, ubicata nel  territorio delle Landes, nel sud-ovest della Francia. Io e Stefania c'eravamo arrivati dopo avere soggiornato per una intera settimana a Pont-Aven, ospitale borgo bretone, universalmente noto per essere meta di artisti e scrittori. Avevamo lasciato la Bretagna di prima mattina per raggiungere Pau, città ai piedi dei Pirenei, dove avremmo assistito a un paio di arrivi di tappa del Tour de France. Ma i nostri programmi furono stravolti dagli avvenimenti che ci videro protagonisti sulla spiaggia della piccola cittadina balneare affacciata sull'Oceano Atlantico.

   L'autostrada A63 in direzione Bayonne, distante poche decine di chilometri dalla frontiera con la Spagna, era intasata all'inverosimile da camper, automobili e motociclette. Ero al volante da dodici ore ed ero stanco morto. Nell'abitacolo il caldo era soffocante. Stefania, seduta sul sedile al mio fianco, indossava soltanto reggiseno e slip, e seguitava ad agitare con insistenza il ventaglio nonostante i finestrini fossero abbassati. 
   Saremmo dovuti uscire al più presto dall'autostrada per trovare un posto dove pernottare. L'uscita più vicina, come indicava uno dei cartelli segnaletici, posti ai lati della corsia dell'autostrada, era a Castetes, distante poco più di cinque chilometri dal punto in cui ci trovavamo.
   Stefania afferrò la guida Michelin dei campeggi appoggiata sul cruscotto e iniziò a consultarla. Nelle immediate vicinanze di Castetes, sparsi sul litorale atlantico, la guida turistica indicava la presenza di un certo numero di campeggi.
   - Stanotte potremmo dormire in questo camping. - disse, indicando sulla guida alcune righe in grassetto. - E' un campeggio Municipale ed è indicato come Les Tourterelles. Si trova a 100 metri dalla spiaggia. Ti sta bene?
   - Piuttosto, auguriamoci che ci sia posto, altrimenti ne troveremo un altro.
   Abbandonata l'autostrada c'inoltrammo per una strada panoramica che, stando alle indicazioni della guida Michelin, conduceva al litorale attraverso una incantevole pineta.

   Il Camping era posizionato a pochi passi dal mare. Una sequela di dune di sabbia facevano da barriera al vento marino. Mentre una distesa di pini marittimi proteggeva tende e roulotte dai raggi del sole. Un posto ideale per il pernottamento.
   Impiegammo pochi minuti a piazzare la tenda a igloo in uno dei rari spazi disponibili. Una porzione di tonno in scatola, insaporito con foglie d'insalata e camembert, fu la nostra cena.
   Dopo le fatiche accumulate durante il lungo viaggio eravamo tutt'e due sfiniti, e una volta stesi sulle brande ci addormentammo.
   La mattina seguente, consumata una abbondante colazione, decidemmo di fare visita alla spiaggia prima di riprendere il viaggio verso Pau.

   A quell'ora, erano le 9.00, l'arenile era pressoché sgombro di persone. Nell'aria si avvertiva soltanto il rumore delle onde che andavano a rifrangersi sulla riva. La costiera sabbiosa pareva estendersi per chilometri da una parte all'altra dal punto in cui eravamo fermi.
   Una leggera brezza giungeva dal mare e sollevava granelli di sabbia. Prendemmo posto sopra gli stuoini e iniziammo a cospargerci sulla pelle della crema solare. 
   La giornata era splendida. Il cielo privo di nubi era di un colore blu cobalto. Mi incantai a guardare un gruppo di adolescenti che praticavano il surfing, cavalcando in equilibrio le onde dell'oceano, esibendosi in piedi sulle tavole, volteggiando verso riva.
   Col trascorrere dei minuti la spiaggia si animò di persone. In poco tempo ci trovammo circondati da uomini, donne e bambini completamente nudi. Senza averne l'intenzione c'eravamo sistemati nel tratto di spiaggia che faceva da spartiacque fra i bagnati in costume e i naturisti. A quale dei due gruppi avremmo dovuto fare riferimento Stefania e io?
   Le persone sembravano muoversi con naturalezza in entrambi i versanti della spiaggia. Nessuno pareva preoccuparsi delle nudità dei vicini. Decidemmo di liberarci del costume conformandoci alle usanze dei naturisti che occupavano quel tratto di spiaggia.
   Quando mi liberai del costume lo feci con uno certo timore, preoccupato di mostrare una erezione, circondato com'ero da belle ragazze, ma non accadde. Anzi, col trascorrere dei giorni, mi ritrovai a mio agio fra le donne nude che mi gravitavano d'intorno.
   Cominciai persino a trovare ridicole le persone che si ostinavano a indossare il costume da bagno. Stefania, al contrario, non ebbe alcuna esitazione a liberarsi dello slip mentre il reggiseno non lo indossava già da prima.
   Col passare dei giorni prendemmo confidenza con il luogo, e abbandonammo l'idea di trasferirci a Pau per assistere alle tappe pirenaiche del Tour de France. 
   Una mattina m'incamminai da solo lungo l'arenile e raggiunsi il tratto di spiaggia dove stazionavano i giovani dediti surfing. Era in quel tratto che prendevano il sole le ragazze più belle del camping. 
   Camminai sull'arenile a passo lento, guardando con curiosità le ragazze coricate sulla sabbia che, del tutto indifferenti al mio sguardo, seguitavano a esporre il corpo nudo ai raggi del sole.
   Improvvisamente incrociai un gruppo di ragazze, una decina, coricate sulla battigia, con le gambe spalancate e le cosce esposte verso le onde del mare, a ricevere la schiuma fra le labbra della fica.
   Il colore biondo dei capelli e la carnagione chiara mi convinsero che dovevano essere nordiche a eccezione di una soltanto fra loro. 
    Abbronzata, capelli neri come la pece, mostrava in maniera indecente le labbra rosee della fica che il colorito abbronzato della pelle faceva apparire ancora più desiderabili.
   Per la prima volta dopo giorni che mi muovevo sulla spiaggia mi ritrovai ad avere un'erezione. Imbarazzato mi tuffai in acqua per nascondere il cazzo che aveva iniziato a pulsare. Rimasi con la schiena rivolta alle onda del mare, a guardare il gruppo di ragazze che parevano non rendersi conto dello stato in cui mi ero venuto a trovare.
   Protetto dalla massa d'acqua che mi giungeva fino al petto strinsi nella mano il cazzo e iniziai a masturbarmi. Non mi era mai capitato di farlo davanti a tante fiche spalancate. Il pube della ragazza dai capelli mori era ricoperto da una fitta selva di peli neri. I seni esuberanti le conferivano un aspetto provocante. Le altre ragazze tenevano il medesimo atteggiamento, ma ai miei occhi la loro fica era meno attraente della ragazza mora, forse a causa del colore della pelle slavata e i peli chiari. Seguitai a guardare il frutto acerbo piazzato fra le cosce della ragazza mora e andai avanti a masturbarmi senza scompormi.
   I cavalloni d'acqua martellavano la mia schiena a cadenza regolare spingendomi verso riva. Restai lì, immobile, a godere del piacere che la mano sapeva trasmettermi mentre mi toccavo eccitato da quella irrinunciabile visione.
   Considerai che la pressione dell'acqua avrebbe rallentato l'eiaculazione e in effetti fu così. Seguitai a masturbarmi per un quarto d'ora senza mai venire. Mai avrei immaginato di ritrovarmi a vivere una simile esperienza.
   Nell'attimo in cui eiaculai, il seme fuoriuscì dall'uretra a fiotti incontrando una certa resistenza provocata dalla pressione dell'acqua salata sulla cappella.
   Il seme galleggiò per alcuni istanti sulla superficie del mare, poi un'ondata lo trascinò verso riva contro le fiche spalancate delle ragazze. Restai lì a rimirare le loro labbra dorate, dopodiché me ne tornai da Stefania.
   Nel campeggio soggiornammo per un'intera settimana, dopodiché tornammo in Italia abbronzati come non lo eravamo mai stati. L'anno seguente tornai ancora una volta al Camping Municipale Les Tourterelles, ma stavolta ero solo. 

 

 

 
 

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