PRIVE'
di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

  
  S
travaccato sul divano, concentrato sulle immagini di un film porno diffuso da un canale erotico satellitare, ho il cazzo duro che pulsa come un ossesso sotto il tessuto dei pantaloni.
   Cristo! Devo darmi una calmata. Ho bisogno di uscire di casa! Se resto prigioniero ancora per un po’ di tempo fra queste quattro mura potrei impazzire. Per tranquillizzarmi avrei bisogno di leccare una invitante figa pelosa, ma in subordine mi andrebbe bene anche una figa calva. 
   Da adolescente mi succedeva ogni mattina di svegliarmi con il cazzo duro. Talvolta mi sparavo una sega dietro l'altra perché era l'unico rimedio che avevo a disposizione per quietare l'ansia che mi portavo addosso. A trent'anni mi masturbo ancora, seppure non troppo spesso, ma preferisco che sia una donna a stringermi il cazzo nella mano per condurmi all'apice del piacere.

   Stasera la città è più colorata del solito. Le strade dell'Oltretorrente sono inquiete. Il traffico d'automobili è degno dei giorni di carnevale.  Bar e ristoranti sono stipati di clienti. Mentre percorro Strada D'Azeglio, alla guida del Bmw, distinguo un gran numero di teen-ager radunati a cavallo dei marciapiedi a bere boccali di birra davanti ai bar. Vado alla ricerca di un posto dove parcheggiare la vettura, ma non distinguo un solo buco libero dove piazzarla. 
   Cerco uno sguardo amico fra i visi delle ragazze che stazionano sui marciapiedi. I loro volti sono spenti e mi trasmettono una ansia muta. Immagino che per loro il futuro non sussista ed è il presente che gli fa paura. Seguito a spostarmi per le strade dell'Oltretorrente, con la speranza di distinguere il volto di qualche amica, possibilmente un po' troia, da caricare sulla mia macchina, invece dopo tanto girovagare finisco con parcheggiare il Bmw dinanzi alla Maison de l'Amour.

   La Maison de l'Amour è il più intrigante privè che opera in città, Si trova nell'Oltretorrente, poco distante dalla chiesa del Quartiere. L'ingresso è riservato ai soci, ma diversamente dagli altri privè della città possono mettervi piede anche uomini e donne non accoppiati. Eccomi di nuovo qui con una gran voglia di godere del piacere che sa darmi un incontro al buio, senza curarmi dei rischi a cui andrò incontro.
   Se le donne che frequento abitualmente mi vedessero mentre metto piede alla Maison de l'Amour sono certo che si scandalizzerebbero. Invece dovrebbero scrollarsi di dosso il loro perbenismo e considerare i club privè al pari di un qualsiasi esercizo d'impresa, luoghi che hanno come unico obiettivo quello di promuovere attività socializzanti a favore dei propri soci. E allora tutto sarebbe più facile.
   L'ultima volta che ho messo piede alla Maison de l'Amour, circa un mese fa, per prima cosa mi sono ritirato dentro uno dei bagni dove ho sniffato una riga di polvere bianca, dopodiché ho finito con lo scopare una ragazza asiatica, con i capelli unti di tricofilina e dalla pelle che puzzava di profumo come un intero bordello thailandese.
   Questa sera non ho bisogno di aspergermi le narici di polvere bianca, sono già eccitato a sufficienza. Ho soltanto voglia di ficcarmi in una delle stanze al buio, e scopare con una delle donne che non vogliono farsi vedere in viso mentre fanno sesso con uno sconosciuto.
   Chi si è preso cura di arredare la Maison de l'Amour, presumo un architetto, lo ha fatto ispirandosi alla Divina Commedia, suddividendo le diverse aree del privè in: Paradiso, Inferno e Purgatorio.
   Ogni area gode di uno scenario particolare. Evito lo spazio romantico del Paradiso, allestito con divani e poltrone di colore rosa, e pure quello del Purgatorio. Salgo al primo piano della Maison de l'Amour, occupata dalle stanze dell'Inferno, il cui arredo è ispirato alla passione con pareti e poltrone dai colori rosso fuoco.
   Al bancone di chi gestisce il settore dell'Inferno trovo una ragazza. Ha il capo completamente rasato. Un piercing le passa da parte a parte il sopracciglio sinistro, mentre sul collo ha tatuato una collana di spine. E' la prima volta che noto la sua presenza nel locale. Mi viene da pensare che sia stata assunta di recente alle dipendenze della Maison de l'Amour, ciononostante non mi faccio scrupolo di chiederle se almeno uno dei box adibiti a incontri al buio è libero.
   - Nella stanza preferisci che ci sia una femmina oppure un maschio? - mi chiede elargendomi un ambiguo sorriso.
   - Una femmina. - dico senza tradire nessuna esitazione.
   - Nella stanza gialla c'è già presente una femmina. E' in attesa di un maschio da una decina di minuti. Se gradisci la sua compagnia hai a disposizione mezz'ora. - mi informa ostentando un atteggiamento spocchioso, per niente appropriato al ruolo che svolge.
   - Com'è? Carina? Giovane oppure su di età?
   - Vuoi sapere troppe cose da me. Se davvero hai voglia di buttarti in un incontro al buio non mi devi rivolgere certe domande, se ti va di farlo ti accomodi nella stanza e accetti la presenza della ragazza per quella che è. D'altronde anche lei sopporterà lo stesso rischio dal momento che non ti può vedere. E' il bello di ogni incontro al buio.
   - Dunque nel box c'è una ragazza. - dico cercando una conferma. - Presumo che sia abbastanza giovane, altrimenti mi avresti detto che la stanza è occupata da una donna. Allora dimmi se è carina oppure no, dai, non fare la stronza.
   - Non insistere, conosci bene le regole del locale, vero?
   - Va bene, dai, non ti chiedo nient'altro. Allora vado... - dico avviandomi verso la stanza contrassegnata dalla porta gialla.

   Le stanze degli incontri al buio sono molto diverse da quelle degli altri box del privè. Per accedervi occorre che mi liberi degli abiti in una cabina attigua alla stanza, e superi un ambiente di disimpegno che fa da divisorio con la stanza dove è in attesa la ragazza con cui farò del sesso. In questo modo nessuno dei due soggetti sarà in grado di scorgere l'altro quando metterò piede nel box.
   Nella semioscurità dello spogliatoio mi libero dei vestiti. In un batter d'occhio mi ritrovo completamente nudo, con il cazzo in tiro, e una gran voglia di scopare l'occasionale compagna.
   La consapevolezza che oltre la porta troverò una ragazza in attesa di scopare mi eccita da stare male, forse avrei fatto meglio a sniffare un po' di roba accrescendo il mio stato d'eccitazione e sono pentito di non averlo fatto.
   Le note musicali di un pianoforte, diffuse dagli altoparlanti, mi danno il benvenuto quando mi affaccio nella stanza. Il buio è completo, fa eccezione una luce rossa, diffusa dai led fluorescenti di un orologio digitale, che indica agli ospiti il tempo di permanenza nel locale, tempo che non deve mai superare la mezzora.
   A stento distinguo l'ombra di una figura femminile stesa sul letto. Non dovrò parlarle, nemmeno lei lo farà. E' una delle rigide regole della stanza. L'unico scambio che avremo avverrà attraverso l'unione dei nostri corpi e i gemiti di piacere che usciranno dalle nostre bocche. Quello e basta.
   Memore delle volte precedenti in cui sono stato ospite nella stanza avanzo con cautela fintanto che raggiungo il giaciglio occupato dalla ragazza. La superficie del letto è foderata con una tela cerata facilmente lavabile all'occorrenza. La cosa non mi infastidisce più di tanto anche se preferirei scopare su un confortevole lenzuolo fresco di bucato.
   Appena salgo sul letto vengo a contatto con il corpo nudo della ragazza. L'odore che emana la pelle è un musk di fiori d'arancio e vaniglia. Un profumo, non troppo comune in verità, che mi è abbastanza familiare. Infatti, ho l'impressione di averlo già percepito sulla pelle di altre donne a me famigliari, ma non ricordo a chi. Mi stupisco nel sentirlo sulla pelle della persona con cui sono entrato a contatto perché è un profumo poco comune.
   Ci ritroviamo inginocchiati uno di fronte all'altra, curiosi uno dell'altra. A poca distanza dalla mia bocca avverto il moto accelerato del suo respiro. Tutt'a un tratto sono avvolto dalle sue braccia e vengo attirato verso di lei. Non faccio niente per resisterle, anzi, lascio che si abbandoni allo studio minuzioso della anatomia del mio corpo mentre con l'estremità delle dita si sofferma a esaminarmi a fondo il viso come se volesse lusingarmi. 
   Le estremità dei suoi capezzoli fanno pressione sul mio petto. Il gesto mi turba non poco. Ho voglia anch'io di toccarla e conoscerla a fondo.
   Ha i capelli lunghi e lisci. Chissà se è bionda oppure mora, mi domando. Le accarezzo il capo prima di capitombolare con le mani sui seni. Sono sodi, non troppo grossi, ma belli sodi. Chino il capo e incomincio a leccarle i capezzoli, certo di farle piacere, mentre con il palmo delle mani le circondo le natiche e l'attiro a me.
   Sono gemiti di piacere quelli che escono dalle sue labbra e la cosa mi lascia piacevolmente pago. Seguito a leccarle e morderle le tette mentre lei mi tormenta l'areola dei capezzoli con le unghie togliendomi il fiato. Ci sa fare la ragazza, eccome se si sa fare!
   Seguitiamo a toccarci e carezzarci, senza mai baciarci, anche se sarei fortemente tentato di farlo, fintanto che decide di appropriarsi del cazzo stringendolo nella mano.
   Vorrei che me lo prendesse in bocca, subito, anche se stasera, come tutte le altre volte che sono venuto alla Maison de l'Amour, non l'ho mai protetto col preservativo.
   Mi spinge il petto con tutte due le mani e mi trovo sdraiato sul giaciglio con lei sopra che mi fa una pompa. L'unica cosa che riesco a fare è accompagnare il movimento della sua bocca mantenendo serrate le mani attorno il suo capo, spingendolo a più riprese in profondità verso la radice del cazzo.
   E' evidente che ci trova gusto a succhiarmelo. Sbuffa dalle narici e sembra compiacersi di quello che fa. Succhia e contemporaneamente mi schiaccia i testicoli con una mano.
   Non voglio venire troppo in fretta, e credo che non lo desideri pure lei. Quando mi accorgo che sono prossimo a eiaculare le scosto il viso, allontanandolo dal cazzo, e sono sopra di lei. La obbligo a divaricare le cosce e mi tuffo col capo sulle labbra della figa. Sono conscio del pericolo che sto correndo nell'accostare la bocca ai suoi genitali, infatti, potrebbe essere affetta da una qualsiasi malattia venerea. Penso alla sifilide, in subordine alla candida e a qualche dannata forma di herpes, nondimeno seguito a leccare. Accetto di correre il rischio d'infettarmi come lei lo ha corso succhiandomi il cazzo. 
   Ha la figa calva e il clitoride più grosso del normale. Lo avverto pulsare fra le mie labbra mentre lo succhio allo stesso modo in cui lei mi ha fatto il pompino.

   Da quando ho cominciato a succhiare sono trascorsi soltanto un paio di minuti. Eppure con mia grande sorpresa sta già per montarle l'orgasmo, ormai mi è chiaro. Non pensavo che potesse venire così alla svelta. Geme e urla di piacere. Mi stringe forte le ginocchia intorno al capo, dopodiché mi spinge lontano con entrambe le mani perché insisto a leccarla.
   La stanza è riempita dai rumori del nostro ansimare. Abbiamo entrambi la pelle imperlata di sudore. Gli umori mischiati dei nostri corpi si confondono con gli odori primitivi della stanza e al musk di fiori d'arancio e vaniglia della sua pelle a me tanto famigliari.
   Abbiamo fatto sesso da arrabbiati, consapevoli che il tempo a nostra disposizione è davvero poco. Do un rapido sguardo ai led dell'orologio digitale. Sono trascorsi venti minuti da quanto ho messo piede nella stanza. Ci restano poco meno di dieci minuti, dopodiché dovremo abbandonare il locale per dare spazio ad altre coppie, se ce ne sono in attesa. 
   Entrambi non siamo per niente sazi uno dell'altra, anzi, tutt'altro. La obbligo a mettersi carponi, deciso a prenderla alla pecorina se il cazzo si riprende a sufficienza. Spingo la cappella nella vagina seppure tentato dalla vicinanza del buco del culo. Sistemo le mani attorno ai fianchi della mia compagna e me ne servo per fare leva mentre spingo la cappella avanti e indietro.
   La figa è bagnata come una spugna imbevuta d'acqua. Seguito a pompare come un forsennato madido di sudore. Lei muove il culo ed entriamo in simbiosi nei movimenti rendendo facile lo scorrere del cazzo nella cavità che lo ospita. Non mi preoccupo di farla godere, penso solo ad appagare i miei sensi, quello soltanto. Seguitiamo a scopare per una decina di minuti fintanto che vengo eiaculando nella vagina senza adottare nessuna precauzione certo di farle piacere. Lei viene subito dopo masturbandosi.
   La mezz'ora a nostra disposizione sta per terminare. I led luminosi dell'orologio segnatempo pulsano rapidi indicandoci che il tempo a nostra disposizione è prossimo a scadere. 
   Le regole della stanza dell'Inferno impongono alle coppie di non baciasi mai sulla bocca. A questi dettami ci siamo attenuti entrambi anche se avrei desiderato trasgredire la regola e baciarla. Sono certo che anche lei avrebbe desiderato farlo.
   E' la prima volta da quando frequento la Maison de l'Amour che faccio sesso con una donna che ci mette tanta passione. Prima di lasciare il giaciglio mi getto su di lei, la stringo forte e le do un morso sul collo. Quando la suoneria incomincia a trillare, avvertendoci che il tempo a nostra disposizione è scaduto, ho già raggiunto la porta di disimpegno comunicante con quella dello spogliatoio. Mi ritrovo a vestirmi, con il cazzo oramai avvizzito, ma con ancora tanta voglia di lei.

   Dietro il bancone di chi gestisce le stanze dell'Inferno ritrovo la ragazza con la testa rasata con cui mi sono intrattenuto a parlare prima di entrare nel box. Tolgo dal portafoglio due biglietti da cento euro, la cifra che mi tocca pagare per avere usufruito per mezz'ora della stanza. Glieli consegno, dopodiché mi allontano. Scendo a piano terra e vado a sedermi su uno dei divanetti che circondano la pista da ballo dove una ballerina di lap-dance sta esibendosi, allietando la serata dei clienti, poi resto in attesa. Di solito non mi trattengo nel locale dopo che ho scopato, non mi va di farmi vedere da colei che per mezzora è stata la mia partner, nemmeno sono curioso di scorgere il suo volto. Stasera invece, nascosto dietro un pilastro, resto in attesa che la ragazza con cui ho scopato scenda da basso per vederla in volto. Non passa molto tempo prima che si affacci dalla scalinata per andarsene dalla Maison de l'Amour.
   Quando la scorgo mi sento venire male. Incredulo fisso la figura della ragazza con cui presumo d'avere fatto sesso, e non posso fare a meno di riconoscere in quella ragazza Luana, mia sorella. Tutt'a un tratto mi ritrovo con il cazzo duro che prende a pulsare sotto il tessuto dei pantaloni, e ho di nuovo voglia di scoparla. 

 

 
 

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