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IMPRONTE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Cammino
sulla battigia, ora asciutta ora
bagnata, dove a ritmo irregolare si
infrangono le onde del mare. La mia
attenzione seguita a essere rapita dalle
impronte lasciate sulla sabbia dai piedi
di una donna.
Mi precede di qualche metro
e non volge mai il capo all'indietro,
ignorando, di fatto, la mia presenza
alle sue spalle, attenta soltanto alle
evoluzioni che compie il cane che
l'accompagna nel suo vagabondare.
L'animale, un dobermann dal
mantello nero e corto che ne fa
risaltare la struttura muscolosa, va
incontro alle onde per ritirarsi appena
ne viene a contatto.
La donna mostra d'avere una
trentina d'anni, non di più. E' vestita
con un pareo dai ghirigori arabeschi che
ne celano, solo in parte, il costume da
bagno; un bikini bianco dal tessuto
sottile che le trafigge le natiche.
Sulla
fascia di arenile che si estende davanti
ai miei occhi c'è soltanto la donna che mi
precede in compagnia del suo cane. Sono
appena le sei di mattina e il sole ha
appena fatto capolino alle mie spalle.
L'ombra lasciata dal mio corpo sulla
sabbia bagnata mi sopravanza mentre
proseguo nel mio cammino.
Le impronte lasciate nella
sabbia dai piedi della donna sono
talmente belle e profonde che mi perdo
ad ammirarle per il fascino che
esercitano su di me. Mi succede ogni
volta che seguo le tracce dei piedi di
una donna disegnate sulla sabbia umida.
Dieci impronte di dita, una
diversa dall'altra, con i talloni che
sprofondano in misura maggiore rispetto
alla pianta dei piedi nei granuli di
renella. E' questa l'immagine che mi sta
offrendo la donna che mi sopravanza.
Osservo il profilo delle
caviglie e il dimenare delle natiche,
alternando la vista dell'una e
dell'altra parte del suo giovane corpo.
L'odore di salsedine giunge
prepotente alle mie narici insieme
all'abbaiare del cane e al rumore delle
onde che si rifrangono sulla battigia
rincorrendosi una dietro l'altra.
La passione per i piedi
delle donne è un piacere che ho
scoperto soltanto di recente. Tutto ha
avuto inizio quando, durante una vacanza
a Bangkok, ho fatto sesso con una giovane
prostituta asiatica.
Dopo quella nottata di
intenso piacere il piede e le dita sono
la parte del corpo di una donna che più
adoro toccare ma anche solo guardare.
Non sono un feticista,
perlomeno non credo d'esserlo, però
trovo sensuali i piedi piccoli, la pelle
bianca, le unghie ben curate, e i
sandali allacciati intorno alle
caviglie, specie se strette e
affusolate. Il piede nudo, smalto o non
smalto, mi eccita da morire. Soprattutto
mi piacciono le unghie laccate di rosso
sanguigno, anche se ci sono piedi che
risaltano maggiormente se guardati nella
loro genuina naturalezza.
Cammino
sulla battigia con l'acqua del mare che
mi lecca i piedi mentre scivola sulla
sabbia per ritrarsi subito dopo. Mi
fermo a osservare una delle impronte
lasciate dalla donna che mi sopravanza e
aspetto che giunga l'onda che la può
cancellare. Con il sopraggiungere delle
onde l'impronta va consumandosi poco
alla volta. Fra non molto ne resterà
solo una immagine sbiadita nella mia
memoria.
Le impronte di questi piedi
sono così belle che il mare vuole
prendersele tutte per sé. E' questo ciò
che penso mentre l'acqua salata le sta
cancellando via.
Tutt'a un tratto la donna
abbandona la battigia e si dirige col
cane verso uno degli stabilimenti
balneari. La osservo mentre si allontana
e giocherella con l'animale. Una leggera
brezza di vento le solleva il pareo
scoprendole le natiche.
L'acqua del mare seguita a
leccarmi i piedi lasciandomi sulla pelle
una sottile striscia di sale simile a
quella che lascia una lumaca dietro di sé
nel suo cammino.
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