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A VOLTE CI
SI INNAMORA
DI UNA IMPERFEZIONE
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
Una
antica torre di avvistamento,
perennemente circondata da una cortina
di gabbiani in volo, si
affacciava su una caletta dalle acque
trasparenti, ricche di sassolini
punteggiati da pinnacoli rocciosi, e dal
fondale basso di sabbia rosa. Era lì
che Silvia e Alessandra si erano recate
dopo avere consumato la cena in un
tipico ristorante sardo, ubicato nel
villaggio di pescatori dove, con i
rispettivi genitori, erano ospiti per un
periodo di vacanze.
Una
brezza secca e fresca, proveniente dal
mare, soffiava verso la caletta e
muoveva i rami delle piante di ulivo che
lambivano la spiaggia dove le due
ragazze, protette dal promontorio di
scogli alla vista della gente, erano
coricate sopra degli stuoini, una accanto
all’altra, incantate nel guardare le
onde del mare che s’infrangevano sulla
riva, a pochi passi da loro, generando
una schiuma bianca.
Avevano approfittato
della momentanea assenza dei genitori,
in viaggio verso Porto Cervo smaniosi d'assistere a un concerto, per trattenersi
in intimità. Nel primo pomeriggio si
erano messe d'accordo per non seguirli, smaniose di approfondire
la loro conoscenza avendo preso
coscienza delle affinità che avevano in
comune.
-
Soltanto di recente ho preso coscienza
che sono lesbica. Lo sono sempre stata,
anche quando ero piccola, solo che non
riuscivo a capirlo e tanto meno ad
accettarlo perché non volevo essere
diversa dalle altre bambine. E' questa
la ragione per cui l'ho tenuta celata persino a me stessa. - disse
Silvia volgendo lo sguardo nella
direzione del viso di Alessandra,
coricata sullo stuoino accanto a quello
che occupava lei. - Non è stato facile
accettarmi per quella che sono. Ma alla
fine ho capito che certi atteggiamenti
che assumevo da bambina, specie verso le
mie coetanee, traevano origine dalla mia
cosi detta diversità.
-
Capita… ma ti assicuro che non sei
l’unica ragazza che si è venuta a
trovare nella medesima situazione. -
disse con tono pacato Alessandra.
-
Quando frequentavo la scuola elementare
avevo un’amica con cui mi piaceva stare in sua
compagnia. Era una specie di bambolina,
tanto era bella, e ne ero super gelosa,
infatti, non sopportavo che in certe
circostanze preferisse la compagnia di
altre bambine ignorando, di fatto, la
mia presenza. A distanza di anni mi sono
resa conto che ciò che mi legava a lei
non era soltanto amicizia. Mi piaceva
fisicamente e mi sentivo fortemente
attratta da lei. Capisci?
-
Anche a me è capitato da bambina di
sentirmi istintivamente attratta da
alcune coetanee. Dopodiché, una volta
raggiunta l’età preadolescenziale,
tra i 9 e i 12 anni, ho seguitato a
pensare che quello che provavo era
soltanto una amicizia particolare e
nient’altro, sbagliando ovviamente.
-
La stessa cosa è capitata anche a me. -
disse Silvia, incoraggiata dalle parole
dell’amica.
-
A tredici anni ho avuto una storia con
un ragazzo che era più maturo di un
paio di anni rispetto a me, sennonché
quando ci baciavamo immaginavo di farlo
con una compagna di classe per cui
provavo una forte attrazione, poi con
l’andare del tempo ho preso
consapevolezza che sono lesbica. - disse
Alessandra senza mai distogliere lo
sguardo dalla luna che illuminava i loro
corpi distesi sugli stuoini che si erano
premurate di stendere sulla sabbia.
-
Io invece, come ti ho appena detto, già
da bambina mi sentivo istintivamente
attratta verso chi era del mio stesso
sesso, senza però capirne appieno la
ragione. Anzi adesso, ripensandoci,
credo di essere lesbica da quando ero
nella culla. - disse Silvia ponendo
l'accento sul tono scherzoso di
quell'affermazione.
-
In culla?
Allora sei una lesbica precoce…
-
Beh, ti assicuro che per quanto mi
riguarda non è stato facile accettarmi
per quella che sono. Ed è un bene che
sia accaduto relativamente abbastanza
presto perché quando è accaduto avevo
solo 14-15 anni.
-
E quando ne hai preso coscienza hai
cominciato ad avere delle storie con
delle ragazze?
-
Nessuna! Può sembrarti strano, lo so,
ma a tutt'oggi non ho mai fatto sesso
con nessuna ragazza e meno che meno con
un maschio. Pratico dell’autoerotismo,
quello sì e abbastanza spesso, e mentre
mi tocco penso sempre di fare sesso con
una delle ragazze che conosco; in questo
modo riesco a godere di più.
-
Non c’è niente di strano nel
praticare l'autoerotismo, piace anche a
me masturbarmi.
-
E tu hai avuto molte storie? - disse
Silvia curiosa di entrare in intimità
con l’amica.
-
Ho conosciuto Carlotta, quella che
considero la mia ragazza, un paio di
anni fa. Avevo da poco compiuto 16 anni
e da allora stiamo insieme.
-
Come l’hai conosciuta?
-
Siamo compagne di classe. Ma se devo
essere sincera è stata lei a farmi il
filo e dichiararsi. Probabilmente devo
averlo marchiato in fronte che sono
lesbica, non credi?
-
Io ti trovo particolarmente femminile più
di quanto la sono io che sono una
maschiaccia impenitente.
-
Quello che mi rincuora è che quando
faccio l’amore con Carlotta riesco
sempre a farle raggiungere l’orgasmo,
anche quello vaginale, senza troppi
problemi.
-
Ah.
-
Ti stupisce la cosa?
-
Io sono esperta nello sgrillettarmi il
clito e basta, amori con cui fare sesso
non ne ho mai avuti. Te l'ho già detto,
no?
-
Quando con Carlotta facciamo l'amore
raramente adoperiamo vibratori o dildi
di qualsiasi genere, dopotutto non sta
scritto da nessuna parte che un aggeggio
che fa le funzioni del cazzo sia
indispensabile per due ragazze che hanno
voglia di fare sesso, non credi?
- Sì, beh, se lo
dici tu io ci credo.
- Ci sono tanti modi per godere e fare godere una compagna di
letto. Innanzitutto servendosi delle
mani, poi con la lingua, il classico
ginocchio, lo strofinamento, e più di
tutto praticando un eccitante 69.
L'importante è spendersi con la
fantasia se si vuole stare bene insieme.
Ti è mai capitato di fare visita su
internet in uno dei siti dove illustrano
le posizioni del kamasutra lesbico?
-
No, non sapevo nemmeno che esistesse un
kamasutra appropriato per noi lesbiche.
-
Beh, ti assicuro che il Kamasutra
lesbico è un eccellente aiuto per chi
vuole trarre ispirazione per praticare
il sesso e aumentare il piacere di
coppia tutto al femminile, questo perché
il kamasutra classico non tiene in
considerazione che i partner possano
essere dello stesso sesso.
-
Adesso che mi ci fai pensare anch'io
sono dell'idea che per arrivare a un
soddisfacente rapporto sessuale non sia
sufficiente la fantasia, ma che occorra
anche una certa conoscenza delle diverse
posizioni, ma soprattutto che sia
opportuno possedere una gran voglia di
osare. - disse Silvia entusiasta per
essersi espressa in quella maniera con
l'amica.
-
E’ pur vero che quando si fa sesso con
un’altra donna è limitante
soffermarsi alla sola attrazione fisica
perché si va ben oltre, e ti assicuro
per esperienza personale che l'amore non
è un elemento trascurabile in una
relazione fra donne. Riuscire a dare
piacere all’altra persona è molto
appagante ed è un incentivo a spingersi
oltre sino a praticare una sessualità
oserei persino dire perversa.
-
Ah.
-
Tieni conto che possiamo fare
affidamento su vari modi per scopare fra
noi donne e dare e ricevere piacere. Se
è vero che non possiamo fare
affidamento sulla presenza di un cazzo
vero, possiamo comunque provare lo
stesso piacere con la stimolazione dei
nostri genitali, aiutandoci con le mani,
la bocca e lo strofinamento della
passera una contro l'altra.
-
Se lo dici tu… ci credo.
-
La stimolazione del clitoride fa
impazzire una donna. Ma se provi a
soffermarti a guardare le immagini delle
diverse posizioni del Kamasutra lesbico,
da quelle classiche alle più
acrobatiche, allora ti accorgerai che vi
sono effigiate molte rappresentazioni di
contatti di sfregamento fra due vagine.
Questo perché la stimolazione
attraverso questo tipo di movimento è
molto, ma molto eccitante per entrambi
le donne. E questo te lo posso
assicurare per le esperienze che ho
avuto modo di sperimentare in prima
persona.
-
Ah.
-
Naturalmente ci sono diverse posizioni
in cui fra ragazze si cerca il contatto
tra sesso e sesso, sia davanti che da
dietro, e in cui lo scopare si focalizza
unicamente in quel movimento.
-
E si raggiunge sempre l’orgasmo?
-
Io l’orgasmo lo raggiungo in pochi
minuti con questo tipo di strofinamento.
Mi piace tantissimo strofinare la
passera contro quella di un’altra
ragazza.
-
Ah.
-
In ogni caso se vuoi vedere degli esempi
pratici basta che ti metti a smanettare
un po’ su internet e trovi di tutto e
di più. Resta il fatto che, se c’è
fantasia e feeling e voglia di
esplorare, non c'è bisogno di
consultare manuali che trattano delle
diverse posizioni del Kamasutra oppure
guardando un film porno.
-
Mi rimetto alla tua esperienza.
-
Ma devi tenere presente che, dal momento
che le sensazioni partono e ritornano
tutte ai lobi del nostro cervello, le
posizioni e la fisicità contano in modo
relativo. Infatti, è molto più
importante essere capaci di provocare
eccitazione e stimolare la fantasia
della nostra compagna entrando in
sintonia con i suoi brividi, e le sue
emozioni. Un altro consiglio che mi
sento di dispensarti è d'intrattenerti
a guardare le espressioni del viso della
donna con cui andrai a fare l’amore
quando la tocchi. E' bellissimo e
appagante.
-
Beh, stare ad ascoltarti mentre parli di
sesso credo di essermi tutta bagnata.
-
E poi ogni lesbica ha i propri gusti e
preferenze. Mica si può generalizzare,
dopotutto anch’io posso vantare solo
poche esperienze, ma ti assicuro che
nessuna ragazza con cui ho fatto l'amore
si è mai lamentata; nemmeno il solo
maschio con cui ho praticato del sesso
si è lamentato.
-
Come ti ho appena confessato non ho mai
avuto alcuna esperienza di sesso. Questo
parlarne in modo libero dell'amore te lo
invidio parecchio.
-
Sono lesbica al cento per cento, ma non
per questo escludo l’eventualità che
un giorno potrei anche innamorarmi di un
uomo perché credo nell’amore a
prescindere dal sesso, e anche
nell’affermazione di chi dice che non
occorre “Mai dire mai”.
-
Ti senti bisessuale?
-
Mi sento lesbica, però non mi sento di
escludere alcunché perché un giorno o
l'altro potrei desiderare la maternità.
-
Sì, è vero, anch’io ci penso a
questa cosa.
-
Comunque con Carlotta, la mia ragazza,
ho provato a penetrarla anche facendo
ricorso a oggetti fallici, anche se da
questo tipo di oggetti io non ne traggo
beneficio se non un piacere platonico e
non fisico, perché quest'ultimo è
quello che prova lei mentre la penetro.
-
Io invece penso che quando sarà il
momento in cui farò l’amore con una
donna dopo non tornerò più indietro.
-
La tua affermazione ha tutta
l’apparenza di una enunciazione
piuttosto affrettata. Le persone si
evolvono, crescono, si innamorano, fanno
sesso e ci si può innamorare di
chiunque, anche della persona che
d’acchito detestiamo.
-
Io sono innamorata persa di una mia
insegnate. Mi capita di sognarla di
notte e spesso penso a lei anche durante
il giorno. Non vedo l’ora che si
affacci sulla porta della nella mia
classe, impegnata a fare lezione, per
poterla vedere. Prima di stregarmi per
la sua bellezza e il fascino che emana,
non mi era mai capitato di provare una
simile attrazione verso una donna, anche
se come ti ho detto non ho mai avuto
esperienze di sesso, però ho provato
attrazione per più di una ragazza.
-
E questa attrazione la stai provando
anche per me? - disse Alessandra
mettendosi sul fianco per riuscire a
osservare meglio l’espressione del
viso dell’amica a quella domanda.
-
Te l’ho detto che l’ho tutta
bagnata?
-
Volevo sentirtelo ripetere un'altra
volta dalla tua bocca.
-
Comunque, sempre a proposito della mia
insegnante, se mi capita di parlarle e
guardarla negli occhi dopo pochi secondi
incomincio ad arrossire per
l’imbarazzo. Non so come comportarmi
perché so benissimo che il mio è un
amore impossibile, però non posso fare
a meno di pensare a lei. Adesso con le
vacanze estive non la vedrò per almeno
tre mesi e sto già impazzendo.
-
Non devi preoccuparti perché hai tutto
il tempo per innamorarti di un’altra.
Sta nella logica della sessualità fare
nuove esperienze perché le persone si
evolvono crescendo. Ci si innamora e
senza troppa paura si fa l’amore, e
ogni volta che capita di farlo con una
persona diversa le si concede una parte
della propria essenza, anche quando
capita di praticare una così detta
botta e via.
Dopo
quella frase Silvia e Alessandra si
guardarono dritte negli occhi per un
istante che a entrambi sembrò eterno,
desiderose di fondersi una nell’altra.
Alessandra avvicinò le labbra a quelle
di Silvia, senza baciarla, facendole
sentire il respiro caldo sulla sua
bocca. Poi avvenne tutto lentamente come
se il mondo d’improvviso si fosse
fermato.
Le
loro labbra si sfiorano e quello che ne
venne fuori fu un bacio a bocche chiuse.
A quel contatto Silvia percepì il
calore che le stavano trasmettendo le
labbra morbide dell’amica, dolci come
un prelibato nettare. Intimorita staccò
le labbra e si perse a guardare in viso
l’amica. Alessandra le apparve
bellissima, da non essere vera. Ma non
si tirò indietro quando l’amica posò
di nuovo le labbra sulle sue e le infilò
la lingua dentro la bocca come se il suo
spazio naturale fosse quello.
Silvia
si abbandonò al primo bacio della sua
vita. Lo contraccambiò desiderosa di
darsi completamente all’amica con
tutto l’amore che custodiva nel
proprio cuore perché non pigliasse il
volo, mentre un forte abbraccio la
faceva sentire un tutt’uno con
l'amica. Eccitata dalla lingua di
Alessandra che le si muoveva come un
aspide dentro la bocca, desiderò che
quel momento di estrema dolcezza non
dovesse mai finire. Quei baci bagnati da
una grande quantità di saliva e con la
lingua che la frugava nella bocca, che
in qualche modo cercò di ricambiare, li
considerò pari a una danza
d’accoppiamento e talmente eccitanti
che sarebbe voluta morire all'istante
fra le braccia dell’amica.
Eccitata
dal profumo del corpo di Alessandra,
esaltata dal sapore della bocca
dell'amica, e con gli ormoni in
subbuglio, Silvia non aveva cognizione
per quanto tempo sarebbero andate avanti
a baciarsi e cosa sarebbe potuto
accadere dopo, ma cercò di non pensarci
e godere di quella felicità tanto
attesa e tanto desiderata. Tutt'a un
tratto le sembrò d'essere sopra una
nuvola da cui non sarebbe mai voluta
scendere per la felicità che stava
provando.
Alessandra
seguitò a baciare Silvia a lungo
fintanto che, appurata la disponibilità
dell’amica, si diede da fare a
sbottonarle la camicetta. Subito dopo si
staccarono una dall'altra giusto il
tempo di sfilarsi entrambi i jeans.
Quando ebbe finito di denudarsi Silvia
ebbe paura di salirle addosso, ma non
fece niente per ritrarsi quando
l’amica incominciò a percorrerle il
corpo nudo con carezze e baci fintanto
che Alessandra si rivolse a lei.
-
Qualunque cosa accadrà stasera fra me e
te sarà stupenda, e non devi avere
paura. Capito?
Silvia
ricambiò quelle parole spiaccicando le
tette contro quelle a calice della amica
che subito si premurò di stringerla
forte a sé.
-
Ho voglia di fare l’amore con te. –
fu quello che, in maniera vergognosa,
Silvia trovò la forza di sussurrare
all’orecchio dell’amica, dopodiché
le cercò disperatamente la bocca e la baciò.
I loro sapori si
fusero e il cuore sembrò mettere la
quinta marcia mentre Alessandra le
accarezzava i capelli come fosse sua
intenzione proteggerla o coccolarla.
Spossata
per le sensazioni di piacere che non
aveva mai provato prima di quella sera
Silvia si abbandonò alle carezze
dell’amica che, fattasi più audace,
le affondò la mano fra le cosce e
subito dopo andò alla ricerca del
clitoride, gonfio e duro, protetto da
una fitta peluria, poi incominciò a
tormentarlo con le dita.
La mano di Silvia si
sovrappose a quella dell’amica e
l’aiutò a percorrere con le dita il
suo sesso caldo e umido, mentre con
l’altra mano, tremolante, si adoperò
a carezzarle le tette sollecitandole i
capezzoli appuntiti.
-
Hai paura? - disse Alessandra mentre
baciava Silvia sul collo.
Silvia
scosse la testa e la bacio lungamente
mentre la lingua dell’amica le
scivolava di nuovo nella bocca
perfettamente fusa con la sua e le dita
andavano su e giù fra le cosce.
Mentre
i gemiti crescevano nella bocca di
entrambe, soffocati dalle onde del mare
che seguitavano a rifrangersi sulla
spiaggia, seguitarono ad amarsi.
-
Sì…sì…sì… - gridò più volte
Silvia mentre Alessandra, aggrappata con
le mani alle chiappe dell’amica, dopo
che ebbe tralasciato di baciarla sulla
bocca, le leccava il clitoride,
divorandolo, succhiandolo, fintanto che
con un gemito trattenuto Silvia arrivò
all’orgasmo conficcando le unghie
nella schiena dell’amica.
Finirono
con l’abbracciarsi, dopodiché Silvia
sussurrò qualcosa nell’orecchio
dell’amica e la ringraziò per il
piacere che aveva saputo darle nella sua
prima notte d’amore.
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