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IL MIO NOME E' "SELVAGGIA"
E DI MESTIERE FACCIO LA PUTTANA
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
L'annuncio
che ho pubblicato sulla bacheca di
"Scopiamo Insieme", un
sito web destinato a uomini in cerca
di una donna con cui fare sesso, recita
così: "Cosa ti piacerebbe fare
con me?".
Sono una escort
e il sito d'incontri dove ho l'abitudine
di adescare clienti è il più hot del
mercato del sesso, perlomeno fra quelli
che trovano posto in internet, questo
perché dà modo agli uomini di mettersi
facilmente in contatto con donne di
qualsiasi razza, età e religione,
disposte a realizzare ogni genere di
fantasie sessuali, peraltro a prezzi
accessibili a tutte le tasche.
Il
posto dove esercito la professione è
una casa a schiera, facilmente
raggiungibile, ubicata in una zona verde
alla periferia della città. Un ampio e
funzionale piazzale, dove i clienti
possono parcheggiare l'automobile,
consente, nella discrezione più
assoluta, tramite un paradisiaco
giardino ricco di fiori e piante
rampicanti, un accesso diretto alla mia
abitazione.
La
casa a schiera articolata su due livelli
comprende un soggiorno, la cucina, una
stanza da bagno, e due camere da letto.
Nella camera dove do ospitalità ai
clienti trova posto un letto a due
piazze, e sul cui soffitto mi sono
premurata di fare installare un enorme
specchio rotondo. Sulle pareti a tinta
rosa della camera ho sistemato un paio
di poster che ritraggono donne nude,
sdraiate sul bagnasciuga di spiagge di
sabbia bianca come quella che si trova
alle Maldive.
Mentre sono in attesa del prossimo
cliente ho dato fuoco allo stoppino di
un paio di candele profumate. Quella di
spargere profumo di magnolia
nell'ambiente è una abitudine a cui
faccio ricorso perché dà ai clienti
una parvenza di raffinata eleganza al
posto, ma soprattutto ingentilisce la
mia persona e la professione che svolgo.
Sono una donna mediterranea. Ho occhi
scuri, pelle ambrata, e un seno pieno e
tondo che tracima dal reggiseno che di
solito indosso. Un taglio di capelli a
caschetto, del tutto simile a quello
della Valentina disegnata da Guido
Crepax, caratterizza la mia
capigliatura.
Ho 31 anni e
sono piacevolmente avvenente.
Quando penso a mia madre che, al prezzo
di un salario da fame, ha trascorso
tutta la vita lavorando a una catena di
montaggio per l'imbottigliamento del
vino, mi vengono i brividi e non
cambierei la mia professione con
nessun'altra al mondo.
Di
mestiere faccio la puttana, ma non mi
considero una puttana. Quando ho scelto
di intraprendere questo genere di vita
l'ho fatto perché volevo essere utile
agli altri, allo stesso modo delle
infermiere o delle assistenti sociali
che si prendono cura delle persone che
hanno bisogno di aiuto. E’ una
professione che mi permette di
guadagnare parecchio denaro con il
minimo sforzo, ma come poche donne sono
capace di suscitare in uomini e donne
pensieri proibiti, e non è cosa da
poco.
Sono
capace come poche altre donne di offrire
piacere agli uomini. Chi sceglie di fare
sesso con me, giovani o anziani, lo fa
per una molteplicità di ragioni.
Immagino che l'attrazione che provano
verso noi prostitute sia dovuta in gran
parte a un mix fra l'eccitazione e la
possibilità d'infettarsi.
La maggioranza degli
uomini fanno sesso con noi perché si
sentono perdutamente soli, altri ci
avvicinano perché ciò che li eccita è
il gusto del proibito che gli fa
raggiungere un maggior godimento
rispetto a quando fanno sesso con le
loro compagne.
Fra i clienti
c'è chi si avvicina a noi per
realizzare quelle pratiche sessuali che
con la propria donna non gli sono
permesse, ma anche per sentirsi liberi e
non essere giudicati, oppure soltanto
per dare sfogo a un primario istinto
bestiale. E poi c'è anche chi ritiene
sia molto più pratico pagare una donna
con cui fare sesso, piuttosto che
impegnare del tempo a corteggiarla.
Sono
parecchi gli uomini che scelgono di
scopare una prostituta, farlo gli dà
l'illusione di essere amato più della
loro compagna. Poi ci sono i tipi che si
rivolgono a noi perché hanno paura di
fare l'amore con donne
"normali", forse perché da
noialtre vogliono molto più sesso di
quello che gli sanno dare le loro
compagne, oppure soltanto perché
desiderano scopare con donne diverse da
quelle che frequentano abitualmente.
Per molti
uomini fare sesso con noi prostitute è
un vizio che col trascorrere del tempo
si è trasformato in una dipendenza di
cui non riescono a liberarsi, altri lo
fanno perché hanno denaro da buttare e
se scopano con una donna
"normale" non riescono a
essere loro stessi, brutali e infami,
oppure non vogliono coinvolgimenti
emotivi. Ad alcuni piace farlo a
pagamento per il solo gusto di tradire
la propria donna, altri per non
instaurare un rapporto vero e duraturo.
Non ultimo c'è
chi si avvicina a noi prostitute perché
la sua donna non riesce a soddisfarli,
oppure soltanto perché ha difficoltà a
incontrare una donna con cui fare sesso
senza dovere sottostare ai rituali
dell'amore. Molti uomini hanno paura
dell'amore e lo vengono a cercare
facendo sesso con noi prostitute, così
sono sicuri di non trovarlo e si esimono
dal sognare una vita diversa da quella
che vivono ogni giorno.
Quando
sto in compagnia con un cliente non
faccio altro che allargare le cosce e
aprire la bocca, poi lascio che mi
spingano dentro il cazzo. Sono brava a
farli godere illudendoli che anch'io sto
godendo del medesimo piacere. Il più
delle volte li assecondo e mi lascio
sfuggire dei gemiti dando a intendere
che mi stanno facendo godere, perché
dopotutto è questa la ragione per cui
mi pagano.
Ci sono giorni
in cui non ho voglia di lavorare. Penso
che accada a molte delle persone che
ogni mattina sono costrette ad alzarsi
da letto per recarsi al lavoro. Eppure
non desidero avere una vita diversa da
quella che conduco. Mi piace il mestiere
della puttana, soprattutto perché mi
permette di entrare a contatto con
uomini che hanno bisogno del mio corpo
per sentirsi importanti e appagati.
Nessuno
dei cliente, perlomeno sino a oggi, mi
ha maltrattata fisicamente, nemmeno ho
subito violenze verbali se non quando ho
praticato dei giochi di ruolo. Invece
prima di intraprendere questo mestiere
sono stata fatta segno di abusi sessuali
da uomini con cui ho avuto delle storie,
tanto che sono piena di cicatrici nel
cuore che mi hanno profondamente
segnato.
Madre
natura mi ha dotata di un paio di tette
abbondanti. Cosicché quando cammino per
le strade della città faccio in modo
che strabocchino dalle camicette che ho
l'abitudine d'indossare. Mi piace
esibirle e soprattutto essere al centro
dell'attenzione di uomini e donne che
incontro.
Mi consumo la
bocca per il piacere che mi dà il
succhiare il cazzo ai miei clienti. Mi
piace farmi sborrare sul viso e in bocca
oppure sulle tette; specie quando mi
adopero a fare una spagnola. A volte mi
carezzo il clitoride mentre mi scopano.
A dire il vero succede di rado, ma se lo
faccio è perché mi è sempre piaciuto
masturbarmi ed è l'unico modo in cui
posso raggiungere l'orgasmo. Da
adolescente mi masturbavo guardando i
poster degli attori americani appiccicati
alle pareti della mia camera da letto. A
quell'età pensavo che ci fosse qualcosa
di orrendamente sbagliato nella mia
persona, soltanto col tempo ho preso
coscienza che è normale masturbarsi.
Il
trillo della suoneria azionata dal
cliente di cui sto in attesa mi informa
della sua presenza. Premo il pulsante
che apre il cancello che dal mio
giardino si affaccia sulla strada e mi
affaccio sulla porta.
Lo
accolgo con indosso un classico vestito
nero, superaderente, in pelle latex
dotato di una grossa scollatura a V sul
davanti, certa di piacergli agghindata
così.
Non conosco né
l'identità né l'età del cliente con
cui ho preso contatto sul sito internet
dove metto gli annunci. Spero soltanto
di non trovarmi a dovere soddisfare le
voglie di qualche vecchio bavoso dalla
pelle avvizzita e il cazzo moscio,
magari smanioso di dimostrare a se
stesso e alla sottoscritta che è ancora
in grado di scopare.
Detesto gli
anziani che hanno difficoltà erettili
perché so già che dovrò faticare non
poco a farglielo diventare duro e magari
sarò anche costretta a dare ascolto
alle loro parole. Gli anziani dovrebbero
riempirsi lo stomaco con pastiglie di
Viagra o Cialis prima di venire da me.
Preferisco di gran lunga avere a che
fare con uomini di mezza età, sposati o
divorziati, mentre i giovani, seppure a
prima vista normali, nascondono spesso
dubbi e inquietudini.
Con
indosso l’abito in latex apro la porta
e accolgo il mio ospite con un sorriso
accattivante. Mi accingo a scambiare la
stretta di mano, ma rimango sorpresa
quando lo guardo in viso. Esito prima di
decidere se farmi riconoscere, ma non
come Selvaggia, la puttana che soddisferà
ogni suo desiderio sessuale, piuttosto
come Brigitta la donna che sono.
-
Selvaggia? - mi chiede mentre ci
stringiamo la mano.
-
Sì, sono io. - annuisco. -
Accomodati, dai, non restare sulla
porta. - dico invitandolo a entrare
dentro casa, poi mi affretto a chiudere
la porta alle sue spalle.
Trovo
strano che non mi abbia riconosciuta
anche se adesso sono bionda e non più
mora. Magari preferisce fingere di non conoscermi per
non mettermi in imbarazzo. Sono indecisa
se rivelarmi come una sua vecchia
compagna di scuola oppure lasciare che
Lorenzo mi consideri soltanto una
puttana. Scelgo quest'ultima soluzione;
d'altronde
una
puttana è ciò che sono.
Sono
lontani i giorni in cui, all'età di
quindici anni, in virtù
dell’avvenenza, riempivo la mia vita e
quella di Lorenzo e Francesco, miei
compagni di classe al primo anno di
liceo, prima di trasferirmi a Milano
insieme ai miei genitori.
A quell'età
mamma e papà non si rendevano conto che
potessi avere dei desideri sessuali,
invece da un paio di anni avevo scoperto
tante cose a proposito del mio corpo,
infatti, avevo già cominciato, davanti
allo specchio, nell'intimità della mia
camera, a guardare con curiosità le
sporgenze e cavità del mio corpo.
Mi piaceva
soffermarmi a osservare le mie sembianze
che cambiavano giorno dopo giorno,
settimana dopo settimana, e soprattutto
come si gonfiava il mio petto e come
crescevano i peli fra le mie cosce,
finché un giorno sono andata ben oltre
il semplice carezzarmi i capezzoli e ho
provato piacere nel toccarmi nella
profondità nella vagina.
All'inizio l'ho
fatto con un po' d'impaccio, forse per
placare la sensazione di inquietudine
che a quell'età avevo addosso, poi ci
ho preso gusto perché ciò che provavo
era un piacere intenso cui non mi andava
di rinunciare. Per molte tempo ho
seguitato a masturbarmi tutte le sere,
nel mio letto, prima di addormentarmi,
finendo per trovarmi ogni volta bagna
fradicia fra le cosce, ma felice per la
sensazione di appagamento che coglievo.
Lorenzo,
Francesco e io eravamo in separabili. Restavamo
insieme da mattina a sera ed ero
brava a non metterli uno contro l'altro.
Riempivamo la nostra vita di sogni,
paure, speranze, coltivando delle
aspettative di vita che poi sono andate
via via scemando perché represse dalla
società in cui siamo stati costretti a
vivere.
Volevo
bene a tutt'e due in eguale misura,
seppure come una sorella. Se però
capitava che ci recavamo a guardare film
porno in qualche cinema a luci rosse,
all'epoca capitava abbastanza spesso, mi
obbligavano a prendere posto nella
poltrona in mezzo a loro due, dopodiché
abbassavano entrambi la patta dei
pantaloni obbligandomi a prendere i
cazzi nelle mani per masturbarli
contemporaneamente, azzardando ogni
volta un pronostico con me stessa su chi
dei due sarebbe venuto per primo. E
Lorenzo mi inondava ogni volata la mano
di sperma prima che Francesco
raggiungesse anche lui l'orgasmo.
Non
ho mai scopato con nessuno dei due, anzi
neanche un solo bacio ho scambiato con
loro perché non volevo correre il
rischio di fare a pezzi il legame
d'amicizia che ci teneva uniti, seppure
conscia dell'attrazione che provavano
entrambi per me, soffocando il pressante
desiderio di essere posseduta.
Adesso
Lorenzo è qui, davanti a me, disposto a
pagarmi per scoparmi, magari nel culo se
lo vorrà. Più chiaro di così.
Accompagno
Lorenzo nella camera e prima che inizi a
spogliarsi prendo l'iniziativa. Mi
avvicino a lui e pongo la mano sulla
patta dei pantaloni come ero solita fare
da adolescente. L'ha già duro, il cazzo,
e la cosa non mi sorprende conoscendo le
sue abitudini giovanili. Accarezzo il
tessuto che protegge la cappella dal
palmo della mano e gli abbasso la
cerniera della patta. A fatica riesco a
tirargli fuori il cazzo e glielo
accarezzo. La conferma che ho a che fare
proprio con Lorenzo me la dà un piccolo
neo che fa bella mostra di sé sulla
pelle del prepuzio. Nemmeno rammentavo
la presenza di questo particolare
anatomico prima di scorgerlo sulla
pelle. Restiamo in piedi una contro
l'altro con Lorenzo che mi accarezza le
tette protette dal tessuto trasparente
del vestito in latex.
-
Ne hai tanta voglia eh! Lo hai bello
duro... - dico proponendomi di metterlo
a proprio agio con le mie parole.
Ho
persino paura che possa sborrarmi nella
mano troppo presto tanto lo ha duro. Non
voglio che possa esplodere da un momento
all'altro, perciò desisto dal
masturbarlo anche se avrei tanta voglia
di farlo venire al più presto e
trattenere nella bocca tutto lo sperma.
-
Non voglio che mi fai una sega, capito.
- dice serio.
-
E cosa vuoi da me?
-
Incomincia a spogliarti, dai...
Mi
allontano facendo un passo all'indietro.
Seguito a guardarlo fisso negli occhi e
mi libero poco per volta del vestito in
latex sfilandolo dall'alto verso il
basso. Arresto il movimento quando il
tessuto è sceso sino all'altezza
dell'ombelico. Abbasso lo sguardo sulle
tette col chiaro intento di richiamare
la sua attenzione sulla bellezza del mio
petto e subito dopo riprendo a
guardarlo.
-
Vai avanti a spogliarti. - dice alquanto
deciso.
Metto
le mani sui fianchi e spingo l'abito
verso il basso lasciando che cada sul
parquet, mostrandogli con orgoglio la
nudità della vagina del tutto priva di
peli.
Lorenzo
si spoglia e finiamo per trovarci nudi
entrambi, sdraiati sul letto, una
accanto all'altro.
Mentre
mi palpa le tette giocando con
l'estremità dei capezzoli, stringendoli
fra le dita, afferro da sopra il
comodino la busta del profilattico che
mi sono premurata di togliere dalla
scatola che li custodisce. Lorenzo mi
sfiora con le dita le labbra della figa
e sembra abbia voglia di infilarcele
dentro.
-
Ti piace la mia figa glabra? Non devi
avere timore, infilaci pure le dita, se
ti va di farlo.
Lui
si limita a sorridere e seguita a
carezzarmi le grandi labbra senza
prestare troppa attenzione alle mie
parole. Apro la busta del profilattico e
con la bocca glielo srotolo sul cazzo.
Inginocchiata fra le
sue cosce comincio a succhiargli la
cappella, poi vado giù con la testa
sino in fondo, e incomincio a fargli un
pompino mentre gli tengo le palle
strette nella mano e gliele accarezzo.
Lorenzo
guida il movimento del mio capo con
tutte due le mani mentre gli faccio il
pompino. Ansima e ciò mi fa pensare che
sto offrendogli delle piacevoli
vibrazioni di piacere, allora mi prodigo
a succhiare con maggiore vigore sperando
di farlo contento.
-
Sei fantastica!
Mi
mette carponi, quattro zampe, e mi punta
la cappella contro il lume della vagina.
Faccio un movimento di culo all'indietro
e mi penetro da sola.
-
Bravo... scopami così! Vai sino in
fondo!
Lorenzo
entra e esce dalla vagina, mi
schiaffeggia più volte le natiche,
seguita a baciarmi sul collo. Dà
continuamente dei colpi con le reni,
ansima e gode. Oramai sento che è
prossimo all'orgasmo e allora mi scanso
e gli propongo di cambiare posizione.
Lo
metto disteso con la schiena sul letto e
gli sono sopra. Accompagno il cazzo fra
le mie cosce e mi lascio penetrare di
nuovo.
Voglio
guardarlo in viso mentre do ascolto ai
suoi gemiti di piacere. Lorenzo fa
altrettanto e mi accarezza le tette. Non
resiste molto in questa posizione. Mi fa
girare di nuovo carponi ed è di nuovo
dentro di me. I suoi gemiti gli si
strozzano in gola mentre viene e si
adagia col torace sulla mia schiena.
Sfinito resta qualche istante dentro di
me, poi si sfila.
Libero
il cazzo dal preservativo dove si è
raccolto lo sperma e mi premuro di
annodarlo. Mi alzo dal letto e anche il
mio compagno fa lo stesso.
-
Puoi andare in bagno se ti va. - dico
indicandogli la porta che dalla camera
conduce nella stanza da bagno.
Lorenzo
fa ritorno in camera dopo qualche minuto
vestito di tutto punto e mi trovo in
imbarazzo a chiedergli di pagarmi la
prestazione. Per fortuna è lui a
togliere dalla tasca il portafogli e
porgermi i 200 Euro che abbiamo pattuito
al momento dell'appuntamento, quando
ancora non conoscevo la sua identità.
E con indosso la vestaglia da camera lo
accompagno verso l'uscita
dell'appartamento.
Ci salutiamo
con un semplice: - Ciao!
Chiudo la porta
alle sue spalle e resto in attesa di
ricevere il prossimo cliente con cui ho
appuntamento fra mezz'ora.
Trovo
strano che Lorenzo non mi abbia
riconosciuta. Probabilmente ha solo
finto di non riconoscermi e se non
l’ha fatto sono problemi suoi. Io
invece sono una donna che ha il coraggio
di rivendicare il proprio essere
puttana. Le persone che mi stanno
d'intorno talvolta mi guardano in modo
particolare. Probabilmente non
condividono il mestiere che faccio, però
mi accettano per come sono. Più che
pensare al futuro voglio vivere il
presente, anch'io come tutte le donne ho
dei sogni, ma dubito che si possano
realizzare specie dopo le tante
delusioni che ho ricevuto dagli uomini
nel corso della vita.
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