IL GIORNO DELLA MARMOTTA
(Ricomincio da capo)

di Farfallina

AVVERTENZA

Il linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto possa offenderti sei invitato a
uscire.

 

           Il film "Ricomincio da capo" è oggetto di culto per chi come il sottoscritto è fanatico di cinema e della storia del cinema. Ieri mattina, alle 11.00, vigilia di Natale, Canale 5  ha mandato in onda per l'ennesima volta questa pellicola e non ho saputo esimermi dal guardarla.
        La pellicola racconta lo svolgersi di una intera giornata vissuta dal protagonista della storia che, giorno dopo giorno, si trova nella condizione di riviverla sempre uguale. Ventiquattrore replicate con il medesimo ordine di avvenimenti, un tormentone che nella maggioranza degli spettatori provoca risate, ma che allo stesso tempo si rivela angosciante. E' un film comico, forse, ma non per me.
    Uno spiritoso Bill Murray, protagonista maschile del film, impersona un giornalista ambizioso e cinico che conduce un programma di previsioni del tempo per conto di un importante network televisivo.
      In pieno inverno il direttore dell'emittente televisiva per cui il giornalista lavora lo spedisce in missione a Punxsutawney, piccola cittadina della Pennsylvania, per realizzare un reportage sul cosiddetto "giorno della marmotta".
    Ogni anno, il 2 febbraio, terminato il letargo, una marmotta esce dal suo rifugio invernale e, in relazione al modo d’agire dell'animale, gli abitanti del piccolo centro abitato stimano se l'inverno durerà altre sei settimane oppure no.
      Arrivato a Punxsutawney con la propria troupe televisiva il protagonista della storia si trova imprigionato in un incubo apparentemente senza fine. Ogni mattina, allorché si sveglia, tutto si ripete uguale come lo aveva vissuto il giorno precedente. Stessa stanza da letto, stessa piccola pensione, stesse parole che si trova a scambiare con le persone con cui viene a contatto e stesse azioni. Insomma si scopre a rivivere le medesime ventiquattrore all'infinito come se fosse rimasto vittima di un incantesimo.
    Quando ero ragazzina, due decenni fa, possedevo Doom. All'epoca era un videogioco molto famoso fra noi adolescenti di cui ne conservo una copia in CD. Beh, ogni volta che mi capita di rivedere in tivù il film "Ricomincio da capo" ho le medesime sensazioni di quando giocavo con quel videogame. Questo perché la regola di Doom era di ricominciare da capo per superare gli ostacoli che si presentavano ogni volta, sempre uguali e ripetitivi. Situazioni che ero obbligata ad affrontare una seconda, terza, quarta volta, sino alla nausea se volevo proseguire nel gioco. Ho consumato tre mesi della mia vita applicandomi notte e giorno in quel maledetto videogame, dopodiché non ho più voluto saperne di giocare a nessun'altra partita, se non a quella della vita.
    Il film è divertente, d'accordo, ma "Il giorno della marmotta" (Ricomincio da capo), sembra la storia della mia vita. Che differenza c'è fra la vicenda raccontata nel film, in cui il protagonista rivive la stessa giornata all'infinito, e la mia? Nessuna, penso.
      Vivo a Parma, piccola città di provincia, e al pari del protagonista del film i miei giorni trascorrono tutti uguali. Addirittura ho l'impressione che la nozione che provo al trascorrere del tempo sia solo una illusione. Forse è davvero così.
    Ogni volta che mi capita di assistere alla proiezione del film riverso su me stessa le medesime sensazioni del protagonista della pellicola. Allora mi prende una maledetta paura perché prendo coscienza dell'uso sterile che sto facendo del tempo che mi è concesso di vivere.
    Sono una donna strana, lo so, e non ho bisogno di qualcuno che me lo dica. Mi piace fare tutto quello che mi fa male, anche guardare film come "Ricomincio da capo" che la maggioranza delle persone giudica soltanto divertente.
    Ogni storia di sesso o d'amore che ho condotto sino a oggi, specie quelle con uomini, mi hanno consumato lasciandomi addosso un vuoto profondo. Sono sfiduciata, mi manca la forza d’imbastire una nuova storia. Al momento preferisco fare sesso con emeriti sconosciuti, possibilmente belli, aitanti e superdotati, senza pormi troppi problemi. Una botta e via, senza correre il rischio di impelagarmi in coinvolgimenti emotivi che potrebbero farmi soffrire.
    Merda! Da quando ho interrotto la relazione con Letizia conduco una vita troppo riservata. Vado avanti per inerzia, con le giornate che scorrono tutte uguali. Fuggo dagli uomini, ma ho un dannato bisogno di riempire il vuoto che ho dentro di me.
        Se non mi arrischio a cercare qualcuno d'amare è perché ho paura di svegliarmi nel mio letto con accanto un uomo e scoprire che l'amore che ci legava è finito.
    Ho paura d'innamorarmi di un uomo che potrebbe farmi soffrire. Ma nel contempo ho tanta voglia di essere amata e di sentirmelo dire. Non voglio più riconoscermi in una donna schiava e brava soltanto a succhiare il cazzo a un uomo soltanto quando lui me lo ordina. Ho bisogno di coccole, carezze, baci e tanta, tanta tenerezza. La cosa più delicata che mi ha detto Lorenzo, l'ultimo uomo in ordine di tempo con cui ho avuto una storia, durante i nostri frequenti momenti d'intimità, è stata: "Girati!".
    Gli piaceva mettermelo nel culo, ci andava pazzo, e ancora non so spiegarmi la ragione di questa sua fissazione per le mie natiche. Nulla mi concedeva, ma da me esigeva tutto. Forse era questo a renderlo ai miei occhi così attraente. I suoi modi bruschi e minacciosi mi bruciavano le viscere, al pari delle parole sconce che sapevano di alcool puro che mi riversava addosso nel sodomizzarmi.
    Adesso ho bisogno di colmare il vuoto che c'è in me, voglio dare più di un significato a queste mie giornate, anche se sono convinta che la mia vita è soltanto una grande corsa verso il nulla.

      Nei giorni scorsi mi è capitato di assistere alla tivù a una intervista fatta all'attrice Claudia Cardinale, sempre bella e affascinante nonostante la veneranda età. Alla domanda dell'intervistatrice che le chiedeva se, avendone l'opportunità, avrebbe cambiato qualcosa del suo passato, ha risposto che non avrebbe cambiato una sola virgola della sua vita.
      A differenza della Cardinale, se ne avessi la possibilità, ricomincerei la vita tutta da capo. Di sicuro non mi affaticherei a fare l'infermiera, ma farei di tutto per diventare velina o letterina. Il fisico dopotutto non mi manca… anche se di anni ne ho già trentadue. 
    Nei giorni scorsi mi era passata per la testa una strana idea: cambiare il nickname Farfallina e ricominciare tutto da capo. E poi? 

 

 

 
 

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