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IL
FORO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
-Q uanti
uomini ti hanno scopato nel culo prima
di me?
- Spara una cifra, dai!
Sono curiosa di sapere dove può
arrivare la tua immaginazione.
- Una opinione me la sono
fatta, ma preferisco che sia tu a dirmi quanti uomini ti hanno
sodomizzata nel didietro, magari sborrandoci
dentro.
- Cinque? Dieci? Cento?
Indovina, dai.
- Una troia come te ne deve
avere presi un gran numero, vero?
- Mah!!
- Dimmi di sì. Lo sai che
mi piace sentirmelo dire.
- E' vero! Mi sono fatta
inculare da molti uomini, ormai dovresti
saperlo. Sei contento adesso?
- Quanti?
- Che importa, nemmeno lo
ricordo.
- Dimmi quanti cazzi hai
preso, dai.
- Molti. Davvero molti.
- Grossi come il mio?
- Anche di più.
- Ah, sì.
- Beh, che c'è di strano.
- Niente, niente. Dicevo
tanto per dire qualcosa.
- Ah!
- Ti sei fatta inculare da
uomini che conosco?
- No, soltanto da uomini
estranei al nostro giro di amicizie.
- E ti è piaciuto farti
inculare da sconosciuti? Magari
raccattati in uno di quei cessi di
pub che sei solita
frequentare con le amiche?
- Un sacco!
- Non ci credo.
- Peggio per te.
Piegato in avanti, con le
gambe leggermente flesse, al cospetto
del fondoschiena di Roberta, piazzata a
quattro zampe sotto di me, mi appresto a
sodomizzarla.
- Che aspetti? Ti è già
passata la voglia?
- No.
- E allora?
- Te l'ho detto. Voglio
sentirmi dire quanti uomini ti hanno
inculata prima di me.
Mi prendo cura di
inumidirle il buco del culo
trapassandolo con un dito umettato di
saliva. Roberta ha un sobbalzo quando
attraverso la parete elastica dell'ano e mi spingo dentro la cavità.
I preliminari sono stati lunghi,
massacranti, eccitanti. Entrambi siamo
madidi di sudore, confusi, stravolti.
Raramente mi concede il
prelibato piacere d'incularla. Stavolta
me lo sono guadagnato succhiandole il
clitoride sino allo sfinimento delle
forze, conducendola a uno dei suoi orgasmi a grappolo, senza ritorno, che
la lasciano stremata, con il clitoride
gonfio e tremulo, priva di forze e col
cervello fuso per il troppo piacere.
Ho seguitato a stringerle
il clitoride fra le labbra, succhiandolo
e leccandolo, fino a quando l'ho udita
gridare:
- Voglio essere inculata,
adesso, subito. - e io non desideravo
altro.
Roberta se ne sta carponi
sul pavimento. Prima che si accucciasse
le ho rovesciato addosso un paio
sganascioni, umiliandola, facendola
segno di ingiurie. Parole che nascondono
molte verità, ma che riesco a
pronunciare solo in questi momenti
quando le parole dette fanno parte di un
gioco amoroso e servono ad aumentare la
nostra carica erotica.
Il cazzo mi pulsa nella
mano. Sono pronto a incularla. Avvicino
la cappella al culo di Roberta, ancorata
mani e ginocchia sul pavimento, con la
schiena arcuata. Accompagno con le dita
la cappella verso l'ano e la spingo
nella cavità, senza forzare. Stendo le
mani sui fianchi di Roberta e il cazzo
supera l'anello elastico dell'ano.
Roberta emette dei gemiti
di dolore. Ondeggio con le anche mentre
premo con le mani sulla sua schiena
inarcata. Fletto le ginocchia e spingo
per tutta la sua lunghezza il cazzo
avanti e indietro nello sfintere che lo
stringe d'intorno.
- Mi piace. Mi piace
incularti!
Roberta tiene aperto il
sedere con le mani per fare entrare il
cazzo sino alla radice. Le propino dei
colpi sempre più forti e spingo la
cappella in avanti. Rantolo con la
saliva che mi scende copiosa dalle
labbra per la forte eccitazione.
La mia compagna insiste nei
lamenti mentre i nostri corpi vengono a
contatto ogni volta che calco il pube
verso le sue natiche.
- Vieni... Vieni... - mi
incita.
Contrariamente a quando la
scopo alla pecorina, nell'umido della
figa, Roberta non segue il ritmo della
scopata venendomi incontro col sedere
come fa di solito. Resta immobile
lamentandosi del dolore che le provoco e
impreca.
- Godo... Godo... Godo. -
urlo più volte mentre vengo sborrandole
nel culo.
Scosso da una lunga serie
di contrazioni muscolari, originate
dall'orgasmo, mi accartoccio sulla
schiena di Roberta e le stringo forte le
tette fintanto che gli spasmi si
attenuano e l'ultima goccia di sperma
esce dall'uretra.
Mi separo dal culo della
mia compagna e mi colloco in piedi di
fronte a lei. Il cazzo mi è rimasto
duro, meno teso, forse, ma ancora pieno.
Dei filamenti di sperma fuoriescono
dall'uretra e precipitano sul pavimento.
Non faccio niente per evitarlo. Avvicino
la cappella alla bocca di Roberta che
scosta il mento stizzita.
- Puliscilo!
Davanti al suo rifiuto sono
costretto a mollarle una serie di
sganassoni in pieno viso che le fanno
ruotare il capo di lato.
- Succhialo!
Manifestamente ostile
afferra il cazzo nella mano e incomincia
a lavarmi la cappella passandoci sopra
la punta della lingua. Deliziato dal
passaggio del suo organo del gusto esito
prima di posarle le mani dietro il capo,
poi lo attiro verso di me e spingo la
cappella in profondità nella bocca.
- Brava! Continua a
succhiarlo così. Purificami.
Roberta prosegue nel
tirarmi a lucido il cazzo ingoiandolo
fino alla radice.
- A quanti uomini glielo ai
ripulito in questo modo, eh?
- A nessun altro. -
risponde Roberta che oramai ha perduto
l'iniziale sicurezza.
- Adesso comincio a
crederti. - dico mentre accompagno di
nuovo la cappella nella bocca della mia
compagna.
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