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IL
CESSO E' IL MIGLIORE
AMICO DEL CULO
di
Farfallina
AVVERTENZA
Il
linguaggio di sesso esplicito utilizzato nel
racconto è indicato per un pubblico adulto.
Se sei minorenne o se pensi che il contenuto
possa offenderti sei invitato a uscire.
I
bagni
della scuola sono il rifugio preferito
per chi, fra noi liceali, desidera fumare una canna, amoreggiare,
sgrillettarsi la passera, spararsi delle
seghe, mangiare un panino, piastrarsi i
capelli col phon oppure molto più
semplicemente cazzeggiare.
Scrivere
sui muri dei gabinetti è una delle
principali attività che noi liceali
pratichiamo nell’intimità dei bagni.
Se lo facciamo è perché lo
consideriamo un modo simpatico per
comunicare con gli altri, ma produrre
dei graffiti è soprattutto una
occasione per fare sapere qualcosa
d’importante a chi appetiamo possa
leggere i nostri messaggi. Sono molti i
maschi della scuola che in calce ai loro
messaggi hanno l’abitudine di
scribacchiare il proprio numero di
cellulare, probabilmente con la speranza
di accalappiare l’attenzione di noi
ragazze. Io però non ho mai assecondato
nessuno di loro.
Graffiti e scritte
sui muri sono una specie di diario
aperto dove ciascun liceale, maschio o
femmina, ha l'opportunità di sfogarsi
tirando fuori dallo stomaco anche parole
pesanti come macigni confidando
nell’anonimato, rincorrendo l’idea
che al riparo fra le pareti del cesso
possiamo fare tutto quello che ci pare e
piace.
I
gabinetti del liceo Tasso sono in
condizioni igieniche precarie, anzi
perfino repellenti perché sempre privi
di carta igienica, saponette, e
qualunque accessorio indispensabile per
lavarsi e asciugarsi le mani. Muffe e
infiltrazioni di umidità deturpano le
pareti dei bagni su cui scorrono le
tubazioni arrugginite dell’acqua. I
water sono spesso otturati, soprattutto
per colpa di noi ragazze che,
infischiandocene dei divieti, ci
rovesciamo all'interno assorbenti,
tamponi, salviette e cotton fioc, con il
risultato di andare a otturare gli
scarichi e creare ingorghi di cacca,
piscio e mestruo che stomacano tutti
coloro che per necessità si accostano
ai bagni adibiti a uso comune.
.
L’odore
di ammoniaca che si percepisce nelle
zone prospicienti i servizi igienici ha
sul mio stomaco un effetto caustico. Ho
frequentato diverse scuole, ma a questo
schifo di odori non ci ho ancora fatto
l’abitudine e penso che non lo farò
mai.
I
cessi del liceo Tasso hanno le porte
prive di maniglie, serrature e
chiavistelli. E poi sono lordate,
soprattutto al loro interno, da scritte
che riportano citazioni e aforismi,
tracciate con escrementi di ogni genere
oltre ogni limite sopportabile, al pari
delle piastrelle che rivestono le
pareti.
All'età
di sedici anni, da poco ne ho compiuto
diciotto, in uno dei gabinetti degli
uomini sono incappata in una scritta,
tracciata con escrementi, con indicato
il mio nome e cognome in cui c’era
scritto “Erika Vincenzi è la più
figa della scuola”.
Purtroppo non ho mai
individuato l’autore della scritta, però
confesso che mi ha fatto piacere leggere
quella scritta tracciata sul legno della
porta. In quell’occasione, eccitata
com’ero, mi sono persino masturbata
sgrillettandomi la passera, rimanendo in
piedi, con la schiena appoggiata a un
muro di fianco alla porta,
nell’intimità del cesso lontano da
sguardi indiscreti.
Porte
e pareti dei cessi del liceo Tasso, sono
tappezzati da scritte che assomigliano a
perle di saggezza. In tutti questi anni
di frequentazione scolastica ho riempito
le pagine dei miei diari trascrivendoci
le scritte che ho letto nei cessi.
Nei bagni destinati principalmente a uso
dei maschi ho scoperto queste scritte:
“Fare
l’amore con il profilattico è come
lavarsi i piedi con le calze”.
“Fate
l’amore, non la guerra. E adoperate la
figa che è l’arma più efficiente”.
“
Marco ti amo” e
qualcuno ha aggiunto: “Tanto non te
lo da…”. E qualcun altro ha
aggiunto: "fatti i cazzi
tuoi”.
“Lo
sperma c’inquina”.
E di seguito c'era la risposta: “Il
cazzo tombola”.
“State
attenti al cazzo, potrebbero
tagliarvelo”.
“Mentre
pisciate guardatevi alle spalle”.
“Se
vi state guardando alle spalle,
ricordatevi di controllare dove state
pisciando”.
“Le
ragazze piatte sono come i pantaloni
senza tasche, non sai mai dove mettere
le mani”.
“Vi
ricordiamo che quello che avete in mano
non è un idrante e che per terra non
c’è un incendio”.
“Michela
Fiordispimi fa le pompe ai dinosauri”.
“Chi
ama la figa tiri una riga”.
“Attento
segaiolo, Dio ti vede!”.
“Cercasi
coppia per fare sesso a tre,
possibilmente lei troia e lui pirla”.
“Hai
in mano il tuo futuro”.
“Cannibale
fa pompini speciali. Telefonare ore
pasti”.
“Fare
l’amore con il profilattico è come
fare la doccia con l’impermeabile”.
“Samantha
la dà via gratis”.
“Cerco
troiona per farmelo succhiare”.
“Faccio
pompini gratis. Matilde”.
“Nella
vita è triste ogni partenza, ma è più
gaia ogni venuta”.
“Acquieta
il tuo futuro! Ce l’hai nelle tue
mani”.
“Vorrei
partecipare a una gara per vedere chi
sborra più lontano. Il mio record è
all’incirca di due metri. Lasciate il
vostro numero di telefono e vi contatterò”.
“Loredana
fa i pompini ai coccodrilli”.
E qualcuno ha aggiunto: "Che non
hanno il cazzo, ignorante!”.
“La
femmina è quella cosa inutile che sta
attorno alla figa”. Ma
c’è chi ha aggiunto: “La figa è
quella cosa utile dove si può svuotare
le palle”.
“W
i pompini col risucchio”.
“Cerco
figa da scopare. Mi presti la tua
ragazza?”.
“Questo
cesso è una merda!”.
“
AAA… cerco carta igienica”.
“Ora
e sempre resistenza alla figa”.
“Mariella
è una porca troia!”.
“Sei
convinto che la tua ragazza ti sia
fedele? E invece sbagli!”.
“Ho
pochi peli sulla lingua, ma tantissimi
nel culo”.
“Il
culo è la figa del 2000”.
“Qui
si entra e non si paga, qui si piscia e
si caga, qui si esce a cuor contento, si
prega di fare centro”.
“Mi
scopo tua madre” Scritta
aggiunta sotto: “Vai a casa papà,
sei ubriaco!”.
“I
maschi che scrivono sulle porte dei
cessi sono dei complessati”.
Su
porte e pareti dei bagni destinati a uso
esclusivo di noi femmine ho individuato
delle scritte pari e forse anche più
numerose dei gabinetti destinati ai
maschi.
“Lo
sperma dei maschi c'inquina la figa e il
culo”
”Cercasi
papà disponibile da subito”.
”Se
vuoi ti annuso la figa gratis”.
”Colleziono
cazzi di ogni misura”.
“Ho
un disperato bisogno d’amore. Adoro
spilli, chiodi, catene, stringhe e
soprattutto i maschi dotati di
fantasia”.
“Per
50 euro faccio pompe con nutella, panna,
miele (con preservativo, mio!)”.
“Spero
per te, Fabio, che almeno la tua sborra
calda sia buona da leccare fino a
saziarmi”.
“W
la figa stretta e il cazzo grosso e
lungo”.
“Il
prof. Tagliabue vuole scopare
Doriana”.
“Un
buon leccatore di figa mangia due etti
di merda all’anno”.
“Riccardo,
già lo sai, ma questo è il posto
migliore per ribadirtelo. Sei il più
grande stronzo che abbia conosciuto”.
“Vuoi
fargli un bel regalo per San Valentino?
Fagli un pompino”.
“Meglio
la carne che l’osso e dagli dentro a
più non posso”.
“Mi
piacerebbe prenderlo dappertutto.
Chiamami sono Valeria”.
C'è
stato un periodo della mia vita in cui
ho reputato fossero importanti le frasi
scritte sui muri dei bagni della scuola
e nei cessi dei bar. Infatti, molte le
ho trascritte nei miei diari, poi un
giorno sono entrata in uno dei gabinetti
della scuola e ho cominciato a scrivere
sulle superfici disponibili il mio nome
e cognome seguito dalla frase: “è
una troia sifilitica”. L’ho
fatto per punirmi dopo essere stata
sorpresa a baciarmi con il ragazzo di
una mia carissima amica. Con quel gesto
volevo punirmi per avere tradito la sua
amicizia, ma non è bastato per farmi
perdonare.
Più
volte leggendo le scritte che compaiono
nei cessi mi sono chiesta perché alcuni
messaggi tornano a essere tutti uguali
anno dopo anno, generazione dopo
generazione di studenti, e perché i
disegni dei genitali maschili sono
sempre più rappresentati rispetto a
quelli femminili che raramente vengono
disegnati sui muri, ma a questo
interrogativo non sono mai riuscita a
dare una risposta. Ragionandoci sopra mi
sono accorta che molte delle scritte
sono strettamente personali, anzi
enigmatiche e incomprensibili per
chiunque tranne per chi le scrive o per
la persona a cui il messaggio è
diretto. E leggendole mi sono spesso
domandata cosa poteva avere in mente
l’autore e a chi era diretta la
scritta.
Scritte
oscene con in calce il numero di
telefono di emeriti coglioni le ho
scritte anch’io, ma ne ho scritte
anche qualcuna carina. Di recente ne ho
scritta una molto personale: “Erika
e Lorenzo X la vita” perché la
considero una verità assoluta.
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